
Il signor Z chiede e riceve da Kohut un'analisi. A cinque anni e mezzo dalla conclusione della terapia, torna da lui chiedendo una seconda analisi: non riesce a venir fuori da una profonda sofferenza, da un costante isolamento sociale; soffre per un'intensa inclinazione alla masturbazione, accompagnata da fantasie masochistiche. Kohut l'accetta per la seconda volta, perché proprio in quel periodo ha rivoluzionato le sue concezioni teoriche e sta verificando nuove idee e nuovi metodi. Così nasce, per questa coincidenza di tempi, una spettacolare quanto unica dimostrazione dal vivo della differenza tra un trattamento basato sulla psicoanalisi classica ortodossa e un trattamento basato sulla psicologia del Sé: sul medesimo paziente e dal medesimo analista. Il cambiamento di visione teorica influenzerà in maniera decisiva la percezione da parte di Kohut del nucleo centrale della psicopatologia del signor Z e gli consentirà, "con grande beneficio del paziente, di fornirgli l'accesso a certi settori della sua personalità che non erano stati raggiunti nella prima analisi". Come si vede, si tratta di un'opera coraggiosa e assolutamente originale, che offre l'occasione di seguire passo passo, come nei classici casi clinici di Freud, il minuzioso lavoro psicoanalitico di Kohut, e al tempo stesso di riflettere sul valore euristico e terapeutico della sua nuova concezione.
Questo libro integra il singolare contributo della British School of Object Relactions con la brillante esposizione dei problemi che sono emersi nella pratica clinica dell'autore. I capitoli del libro prendono tutti in esame il modo in cui il soggetto umano registra le sue esperienze iniziali dell'oggetto. Questa e' l'ombra dell'oggetto che ricade sull'Io lasciando tracce della sua esistenza nell'adulto. L'oggetto puo' gettare la sua ombra senza che il bambino sia in grado di elaborare questo rapporto con rappresentazioni mentali o con il linguaggio, come avviene, per esempio, quando un genitore usa il bambino per contenere le identificazioni proiettive.