
Benché tutti celebrino l’era dell’individuo sovrano e dell’io autosufficiente, scendendo dal piano alto delle idee per praticare la vita quotidiana, ci imbattiamo in una moltitudine di fenomeni che segnalano tutt’altro. Il rifiuto patito in una relazione amorosa, la stigmatizzazione perché fisicamente «diversi», l’ostracismo negli ambienti di lavoro, l’essere ignorati dalla propria famiglia costituiscono esperienze dolorose che quasi tutti gli esseri umani, chi più chi meno, vivono nel corso dell’esistenza. A dispetto di questa pervasività del fenomeno, la psicologia gli ha prestato poca attenzione sistematica, sopratutto nei confronti dell’ostracismo sul piano interpersonale. Proprio l’essere esclusi, respinti e ignorati è il focus di questo libro che – per la prima volta nel panorama editoriale italiano – affronta una condizione esistenziale diventata un ingrediente quasi inevitabile della nostra società contemporanea.
Cosa sappiamo oggi dell'emozioni e dei sentimenti? Così come per l'invenzione della macchina fotografica per mezzo della quale è stato possibile "riprodurre" sia pure staticamente il repertorio virtuale di ogni nostra emozione, saremmo in grado oggi, con la tecnologia disponibile, di inventare un sistema in grado di emulare i flussi metabolici che attraversano il nostro corpo e che ci rendono felici oppure arrabbiati? Se sentimenti ed emozioni devono considerarsi "pensieri" e se è vero che oggi l'Intelligenza Artificiale (IA) può mimare alcuni processi del pensiero come l'elaborazione della soluzione di una partita di scacchi, perché mai allora è così difficile sviluppare un algoritmo che possa provare dei sentimenti e comunicarli? Cosa c'è nel sentimento che non riusciamo a cogliere e a ricreare in una macchina? Questo libro non parla solo di emozioni, parla anche di automi, di reti neuronali e di algoritmi in generale. Il suo fine sarà quello di discutere di emozioni e di sentimenti attraverso il linguaggio dei computer. Ci si domanderà se l'informatica sia in grado non tanto di emulare le emozioni, quanto di ricrearle "per sé" all'interno di un algoritmo.
Storia di vita e di intensa sperimentazione psicopedagogica, "A scuola con il mondo" racconta l'esperienza didattica e umana di Angelina Linda Zammataro: una maestra-psicologa romana che, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, mise la sua vita al servizio di una nuova idea di scuola. Con un linguaggio appassionato e appassionante, il lavoro della Zammataro riflette su una realtà in perenne mutamento, come quella che avrebbe portato la scuola a cimentarsi con la tematica dell'interculturalità, e, non senza ironia, denuncia i retaggi conservatori che ancora pesano sulle istituzioni didattiche italiane. Il risultato è un testo in cui, al valore scientifico, si unisce la testimonianza di un nuovo e concreto metodo pedagogico: la Psicoanimazione. Un approccio innovativo nel fondamento teorico dell'insegnamento e del tutto attuale per le soluzioni offerte alle più scottanti questioni sociali - dall'integrazione degli alunni provenienti da contesti extraeuropei all'inserimento dei diversamente abili - in grado di ricondurre le stesse all'interno di un percorso più ambizioso: dare vita a una scuola davvero capace di riportare il bambino al centro del processo educativo e restituirle così il suo autentico fine di formare esseri liberi e pensanti.
Questa raccolta di articoli traccia una drammatica e personale geografia della Spagna del Ventesimo secolo. Dopo una vita dominata dall'esilio, María Zambrano fa ritorno a Madrid e riconosce nella sua esperienza una dimensione privilegiata in cui la rivelazione della verità personale e storica diviene possibile. L'esule è capace di farsi occhio contemplante della Storia perché trova davanti a sé solamente l'essenziale; lasciato fuori da tutto, egli riscatta la storia tragica. Nel parallelismo tra l'impianto metafisico che caratterizza la sua opera e la critica al pensiero dittatoriale occidentale, si delinea un percorso che mai dimentica le sorti di un Paese che Zambrano vorrebbe salvare dall'oblio della memoria. Introduzione di Mercedes Gómez Blesa.
«Raggiungeremo l'ordine democratico solo con la partecipazione di tutti in quanto persone, il che corrisponde alla realtà umana. E l'uguaglianza di tutti gli uomini, "dogma" fondamentale della fede democratica, dovrà essere uguaglianza tra persone umane, non tra qualità o caratteri, perché uguaglianza non significa uniformità. È, al contrario, il presupposto che permette di accettare le differenze, la ricca complessità umana e non solo quella del presente, ma anche quella dell'avvenire. È la fede nell'imprevedibile. Sarà un'utopia pensare che quest'ordine, invece di escludere delle realtà, le possa includere piano piano tutte quante?»
Il libro può essere considerato come il manifesto del pensiero polivalente di Maria Zambrano. In esso si mostra infatti la genesi delle due forme di ragione, mediatrice e poetica, che ne hanno guidato tutta l'attività filosofica intrecciandosi con una costante riflessione sulla storia della filosofia e della cultura europea, la sua crisi e i suoi fallimenti dei quali l'Europa intera era arrivata ormai a soffrire mortalmente. La sfida vitale che il filosofare di Maria Zambrano assume è dettata dalla necessità, non solo teorica ma esistenziale e politica, del "rinnovamento di un'amicizia perduta" attraverso un sapere dell'anima.
In questo libro, donne e uomini incrociano sia la filosofia sia la psicoanalisi, pur provenendo da aree di pensiero diverse. Al centro del libro sta il problema di quali forme creative e intenzioni assuma l'inconscio; e quali forme di ragione possano accompagnare le sue trasformazioni. Autori e autrici pongono anche la domanda: a quale tipo di inconscio facciamo riferimento; a quale psicoanalisi e a quale filosofia? Viviamo un'inquietudine che ci impedisce di trovare pace nelle consuetudini stabilite, nelle istituzioni fondate, nei pensieri già formulati. L'inconscio è la parola che abitualmente spariglia queste carte e ci dà modo di intraprendere strade nuove. Nel fare incontrare filosofia e psicoanalisi di fronte a queste inquietudini, gli autori e le autrici mostrano come l'inconscio inceppandosi, esitando o accelerando, incuneandosi tra personale e collettivo, dando forme impreviste ai sogni, esprima un orientamento molto più che personale, perfino politico. Mantenere un legame con i movimenti dell'inconscio è dare un valore al pensiero per arrivare a un'altra forma di ragione che accolga finalmente il sentire. In altre parole, il libro mostra una ragione che dà conto dell'inconscio come forma di pensiero.
Questo secondo numero della collana Kratèr. Quaderni di culture e tradizioni spirituali è dedicato a un tema a lungo trascurato o sottovalutato negli studi sulla letteratura moderna e contemporanea, ma di rilevante interesse storico-critico: i suoi rapporti con le organizzazioni e le correnti esoteriche coeve (società rosacrociane e neognostiche, teosofismo, antroposofia e altri movimenti occultistici). In realtà questi rapporti sono molteplici e sovente strettissimi, riguardando molti dei più importanti scrittori degli ultimi due secoli. Il presente volume, che si avvale dei contributi di alcuni fra i migliori specialisti di questa tematica, costituisce al tempo stesso un primo bilancio di queste ricerche e una apertura di nuove prospettive, affrontando l'opera di numerosi autori dalla fine del '700 a oggi: Casanova, Pascoli, Yeats, Pound, Marinetti, Pirandello, Evola, Onofri, Meyrink, Cirlot, Eliade, Montale, Mishima.
Venezia, febbraio 2020. Il carnevale viene interrotto bruscamente e Francesco Zambon, veneziano e funzionario dell'OMS, mentre dalla sua finestra vede i turisti in abiti variopinti correre terrorizzati verso il primo vaporetto disponibile, riceve l'incarico di coordinare le informazioni che arrivano dall'Italia e che possono essere utili al mondo: il Covid-19 non è più un virus esotico, ha fatto irruzione in Occidente. Seguono settimane di lavoro forsennato, per provare a capire cosa stia accadendo nel nostro paese, perché tutti quei contagi, perché tutti quei morti. L'11 maggio il rapporto è finito, approvato dai vertici dell'OMS, stampato e pronto per essere divulgato. Potrebbe salvare molte vite. Ma qualcosa si inceppa e il 13 maggio il rapporto viene ritirato. Perché? Perché conteneva alcuni errori, dicono dai vertici dell'OMS. Ma la ragione è che rivelava un dettaglio fondamentale: il piano pandemico italiano non veniva aggiornato dal 2006, quindi era del tutto inadeguato. Ecco perché tutti quei morti. Ecco perché nessuno doveva sapere. Questa è la storia di un uomo solo, che ha denunciato e pagato in prima persona. Questa è una storia che ha fatto il giro del mondo, su cui le procure stanno indagando e che in queste pagine viene raccontata per intero per la prima volta. Nessuno sa quante vite sarebbero state risparmiate, ma tutti devono sapere quali sono state le omissioni, le coperture, le viltà che hanno reso il nostro paese così colpevolmente fragile.
Fin dalla sua apparizione sulla scena letteraria, verso la fine del XII secolo, il Graal si presenta come un oggetto inafferrabile, in continua trasformazione: grande piatto contenente un'ostia, vaso in cui Giuseppe di Arimatea raccolse il sangue di Cristo, pietra discesa dal cielo. Ma le metamorfosi del Graal non finirono con la sua storia medioevale. Dopo una lunga eclisse, il mito fu recuperato in maniera originale da alcuni autori ottocenteschi e in particolare dal suo "inventore" moderno, Richard Wagner: il suo Parsifal è all'origine di un nuovo, vastissimo "ciclo del Graal", che comprende opere teatrali, narrative, storiche (o pseudostoriche), cinematografiche e altro, un ciclo al quale appartengono anche recenti successi come "Il Codice da Vinci" di Dan Brown. Sintesi di un ventennio di ricerche sulla letteratura cortese e cavalleresca e sui grandi miti che essa lasciò in eredità alla cultura europea, il volume offre una panoramica sull'evoluzione del mito del Graal nel medioevo e sul suo contesto letterario e religioso, proponendo anche un'indagine critica sulle sue riscritture e interpretazioni moderne e su molti luoghi comuni che circolano al suo riguardo nella letteratura commerciale e nei mass media.
Trattati e rituali Catari.