
Viviamo in un periodo di crisi: è un'affermazione che ricorre molto spesso nei discorsi delle persone. È una frase che continuamente viene riproposta in tante situazioni della nostra vita. È sempre presente nei titoli dei mass media e nelle comunicazioni sociali rivolte al grande pubblico. Di fronte a questa implacabile affermazione molte persone si sentono impotenti e amplificano le loro angosce. L'autore analizza nel libro come la parola crisi entra implacabile nell'inconscio delle persone che non sanno gestire le proprie emozioni e, dal momento che il cervello funziona per associazioni, risveglia ansie più antiche. Allora come ci si deve comportare di fronte a tale evidenza, si chiede l'autore? Prima di tutto si deve tener presente che ogni ambito della quotidianità delle persone presenta degli aspetti che necessitano di essere conosciuti e vissuti con un atteggiamento sempre più maturo, consapevole, umile e fiducioso, ma al tempo stesso determinato e risoluto. In secondo luogo, per affrontare queste nuove problematiche la persona deve essere pacificata con se stessa e sapersi porre con saggezza e in modo compassionevole, amorevole e disponibile verso gli altri e la vita in generale. Nella persona più attenta a cogliere con consapevolezza il valore della propria vita, e in grado di coltivare le proprie risorse, i talenti e le forze animico-spirituali, la crisi economica rappresenta un'opportunità per migliorarsi e affinare le relazioni interpersonali.
Protagonista di queste pagine è il sorriso, manifestazione fondamentale della psiche umana ed elemento imprescindibile nelle relazioni sociali. Scrive l'Autore: «Il sorriso è una forza potente, con innumerevoli sfaccettature. Una cosa, infatti, è il sorriso dovuto all'attivazione di uno dei moltissimi programmi che la mente "ha caricato" nelle sue reti neuronali in base alle esperienze della vita (sorriso che, pertanto, può essere di amicizia, di simpatia, di cortesia, ma anche manipolatorio, di inganno); altra cosa è il sorriso che nasce dalla dimensione spirituale. È questo il sorriso vero: un atteggiamento che si manifesta non tanto come formalità puramente esteriore, ma soprattutto come espressione di quel luogo interiore che è sede del Sé e della consapevolezza, come hanno ben capito i saggi e i mistici di ogni tempo. L'energia del sorriso che viene da questa profondità interiore trasmette positività e serenità perché collegata con la nostra essenza divina».
Incontrarsi nell’anima richiede di aver preso consapevolezza che possediamo due nature: una natura inferiore, legata agli istinti, che ricerca in modo egoistico l’affermazione personale, e una natura spirituale, che si manifesta attraverso le emozioni superiori, quali entusiasmo, creatività, fiducia, amore, altruismo, compassione.
L'uomo nuovo che ogni giorno rinasce, liberato dai pesi del passato, risvegliato alla vita, vittorioso sulle forze dell'ego, capace di generare amore, gioia, positività, benessere, compassione e di assumersi la responsabilità della propria esistenza, avverte il richiamo dell'anima che invita al rinnovamento e alla leggerezza. Il libro, con una sapiente alchimia di fiaba e di scienza, suggerisce le parole che servono all'anima per il suo risveglio, indica la strada da percorrere per attraversare l'arido deserto dell'epoca contemporanea e insegna a riconoscere le oasi genuine di spiritualità in esso nascoste per giungere alla trasformazione del proprio essere e vivere appieno l'epoca nuova che ci attende. Le musiche ispirate di Rino Capitanata, che accompagnano le meditazioni guidate proposte nel CD allegato, le importanti testimonianze di grandi protagonisti dell'anima risvegliata, arricchiscono e completano la via della rinascita interiore che l'autore ci indica.
Che cosa c’è oltre la persona? Le sue relazioni con gli altri costituiscono solo un rapporto esteriore che, per quanto profondo possa essere, non tocca l’essenza della realtà individuale di ciascuno? Per dirla in termini aristotelici e scolastici, sono “accidentali” rispetto alla sostanza della persona? Oppure postulano una “realtà” che va al di là delle stesse persone individuali, che costituisce una dimensione ultrapersonale, o più precisamente ultraindividuale? Che cosa ci sarà oltre la persona, al termine della sua vita temporale, quando la dimensione spazio-temporale sarà superata? Vi sarà una continuità,e di che tipo? O il nulla? Questo studio tenta una risposta unendo insieme le due domande,che in effetti si risolvono in una sola. Rispondere alla seconda (che cosa ci sarà oltre la persona nel futuro?) è lo stesso che rispondere alla prima (che cosa costituisce nel profondo la persona umana?). Pronunziarsi circa l’essere costitutivo della persona,se sia un emergere casuale e provvisorio di un soggetto o se è il frutto irreversibile di un atto creativo,è già dire essenzialmente quale sarà il suo futuro.
AUTORE
Giuseppe Guerra nato a Napoli il 1944, è stato ordinato sacerdote nella Congregazione della Missione di S. Vincenzo de’ Paoli nel 1968. Laureato in filosofia e teologia,ha insegnato nella Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Napoli. Ha scritto Credere e capire(Bari,1987),Senza dualismi (Roma,1996);Storia dei Missionari vincenziani nell’Italia meridionale(Roma,2003). Dirige la rivista “Informazione Vincenziana”.
Mentre il nostro immaginario è infarcito di amore - una versione romantica e fasulla, veicolata da romanzi, film e pubblicità -, la nostra società si comporta come un amante dal cuore spezzato: è cinica e sprezzante nei confronti dell'amore, considerato un sentimento stupido, inutile o noioso, una fantasia per adolescenti, un ripiego per chi non sa stare solo, un lusso per pochi. Questa contronarrazione è il frutto pericoloso dell'individualismo capitalista, un sistema che mentre stigmatizza la solitudine e colpevolizza chi la vive come indegno d'amore, ci vuole sempre più soli, divisi e in competizione fra noi. Concentrati su noi stessi, ci vediamo rubare il tempo che potremmo usare per coltivare le relazioni con gli altri, amore compreso. Ma il rimedio a questa crisi dell'amore esiste. Nell'epoca in cui le relazioni si basano sullo scambio, sull'utilità, sulla convenienza, sulla compatibilità, lasciare spazio invece a un amore incondizionato e libero, capace di passare dal singolo alla comunità, può essere una delle azioni più antisistema, rivoluzionarie e coraggiose che possiamo fare per cambiare la nostra società: un vero atto di resistenza in questi tempi sempre più divisi.
Un sussidio originale con riflessioni, riferimenti, canzoni esperienze e proposte didattiche sul destino di trasformazione", implicito nell'Essere umano. " Che cosa accomuna tre personaggi cosi diversi come Collodi, San Francesco e Italo Calvino? La metamorfosi. Tutti e tre ci propongono un destino di trasformazione", implicito nell'Essere umano, che puo prendere coscienza di se, della propria essenza evolutiva: un'evoluzione che in Pinocchio, Francesco, Qfwfq (il protagonista delle Cosmicomiche) passa attraverso una apparente regressione, secondo il motto "andare indietro per andare sempre piu avanti". Il nostro corpo sensoriale e depositario di una stratificazione cosmica immaginifica, in essa, i vari percorsi proposti nel libro scoprono un destino di re-Integrazione primaria comune ai tre personaggi: tutti e tre ci mostrano il "prender Corpo dello Spirito" conquistando la coscienza umana: Essere il Corpo che si ha, potrebbe essere la sintesi di questo libro. Un libro fatto di riflessioni, riferimenti, canzoni e proposte didattiche. Una suggestiva lettura per tutti, un sussidio originale per insegnanti ed operatori terapeutici. "
Che cosa hanno in comune La notte di Elie Wiesel, le fotografi e dell’Album Auschwitz, Notte e nebbia di Alain Resnais? La tragedia della Shoah, naturalmente.
Ma per quanto scandaloso possa sembrare, non solo. Ognuna di queste opere porta all’estremo i limiti del nostro vedere e ci spiega che certe immagini funzionano solo in virtù di ciò che non si vede, del loro fuoricampo e del vuoto che riescono a rendere percepibile. Il confronto con l’estremo continua a interrogare il nostro modo di relazionarci alle immagini che provano a raccontarlo e sfida il nostro sguardo a esercitarsi oltre i suoi limiti. Tocca alla teoria dell’immagine ricostruire il terreno per un ritorno alla morale e alla politica delle immagini, in grado di difendere la “causa dell’invisibile” e ripensarne la radice attraverso ciò che ci è dato vedere.
La prima guerra mondiale obbliga gli scienziati italiani a scelte combattute. Neutralismo o interventismo? Difendere l'internazionalismo scientifico che parla di pace o raggiungere il fronte per combattere il militarismo prussiano? Il matematico Vito Volterra non ha dubbi e si arruola volontario (a 55 anni!), mentre Tullio Levi-Civita, anche lui matematico, tiene ben salda la bandiera del pacifismo. Ma nel libro troviamo anche la storia dei fisici e di Guglielmo Marconi, premio Nobel nel 1909, e quella dei chimici, in gran parte ostili al conflitto ma pronti a partecipare con impegno allo sforzo bellico del Paese. La scienza serve per vincere le guerre. Quella del '14-18 vede fra l'altro la tragica novità delle armi chimiche, il battesimo militare per aerei e dirigibili, l'invenzione del sonar per la guerra dei sommergibili. La scienza serve anche per costruire la pace, un progetto che i sopravvissuti al bagno di sangue della prima guerra mondiale portano avanti con grande determinazione e tensione etica.