
«Dall'Italia agli Stati Uniti, dalla Russia a molti Paesi europei, i muri si moltiplicano e i ponti crollano, i porti si chiudono davanti ai profughi e le dogane tornano in auge, la democrazia liberale che doveva estendersi su tutto il globo si ritrae a vista d'occhio: il nostro fallimento è grandioso. Noi, intellettuali progressisti, militanti umanisti, fautori della società aperta, difensori dei diritti umani e cittadini cosmopoliti, siamo incapaci di arginare l'ondata nazionalista e autoritaria che si abbatte sulle nostre società. Avevamo la religione del progresso, ma il riscaldamento globale prepara la peggiore delle recessioni. L'insurrezione populista e il disastro ecologico in corso dimostrano che la logica neoliberale ci porta all'abisso. Per non perdere tutto, dobbiamo uscire dall'individualismo e dall'egocentrismo. Se le generazioni passate hanno vissuto in un mondo saturo di dogmi e di miti, noi siamo nati in una società vuota di senso. La loro missione era spezzare le catene, la nostra sarà ricucire i legami e reinventarci una comunità. Esistono strade per uscire dall'impasse. Sapremo seguirle?» Da un intellettuale di riferimento, una riflessione profonda e quanto mai necessaria sulla perdita di senso e di appartenenza della nostra società che, dopo aver smantellato gli storici riferimenti collettivi, è preda del vuoto e dell'ansia. Ma una via di uscita dalla solitudine e dall'individualismo è necessaria e possibile.
I disegni infantili suscitano nell'adulto curiosità, divertimento, tenerezza, piacere estetico, interrogativi: perché il bambino piccolo disegna, così come faceva l'uomo preistorico? Gli scarabocchi indecifrabili di un bambino sono un modo efficace di rappresentare la realtà? Perché alcuni disegni sono ritenuti "artistici" e altri no? Come mai quel cielo è verde? Perché quella casa è più piccola dell'automobile che le sta accanto? Le ricerche suggeriscono che queste apparenti incongruenze non sono errori casuali, ma piuttosto il frutto di un tentativo spesso coerente di espressione pittorica. Questo volume presenta lo studio del disegno infantile in rapporto alle teorie psicologiche sullo sviluppo cognitivo ed emozionale del bambino.
Una popolarità che non accenna a calare a tanti anni dalla sua morte e una lunga serie di luoghi comuni fanno di Giovannino Guareschi un illustre conosciuto. Imprigionato dentro schemi che lo dipingono come reazionario, ma anche come profeta del compromesso storico, in realtà è stato ben altro: un grande scrittore e, prima ancora, un grande uomo. Grazie alla lunga frequentazione della sua opera e di documenti di archivio spesso inediti, uno dei suoi maggiori studiosi rimette al centro dell'attenzione il letterato dalle invenzioni geniali, di cui il mondo di don Camillo e Peppone è solo un esempio, e il personaggio che ha segnato la storia e la cultura italiane nei decenni a cavallo della Seconda guerra mondiale.
Gnocchi&Palmaro, già autori di coraggiose inchieste sui guasti prodotti dal laicismo, questa volta sono alle prese con un’indagine veramente spinosa: un caso di omicidio. E la vittima è niente meno che l’uomo moderno. Pagina dopo pagina, si scopre che il delitto è stato commesso da un’intera banda. Anzi, da un vero e proprio corpo docente composto da tutti quei “cattivi maestri” che, pontificando impunemente da cattedre universitarie, giornali, tv, scranni parlamentari e pulpiti, diffondono una cultura che avvelena le anime.
L’indagine, che miscela in maniera avvincente il racconto giallo e il saggio, ci porta in luoghi popolati da femministe impenitenti e filosofi postmoderni, da sessantottini riciclati e apostoli della laicità, da teologi demolitori ed ecumenisti dialoganti, da ambientalisti illuminati e profeti della nuova Pentecoste.
Il tutto con la solita graffiante ironia che contraddistingue l’opera che questi due apologeti svolgono in difesa della fede, della cultura e della civiltà. Cioè dell’uomo
Questa è la storia di un uomo libero. Un uomo talmente libero da servire il re anche quando il re regnava a mezzo servizio. Un uomo talmente libero da evitare come la peste i salotti della cultura nazionale e d’importazione. Un uomo talmente libero da scrivere sempre e solo per i suoi lettori e non per i critici letterari. Un uomo talmente libero da obbedire solo alla propria coscienza, la quale obbediva solo al Padre Eterno. Un uomo talmente libero che un bel giorno, per continuare a essere libero, prese la strada della prigione.
Giovannino Guareschi – giornalista, disegnatore, umorista, scrittore fecondo – fu corteggiato dalle diverse parti politiche nel corso di oltre trent’anni di storia d’Italia, difendendo sempre la propria autonomia e libertà d’espressione. La sua fama letteraria crebbe dopo la Guerra, quando fondò il «Candido», rivista settimanale indipendente, con la quale prima appoggiò la monarchia, per poi passare a sostenere decisamente la Democrazia Cristiana, criticando il Partito Comunista con le sue celebri vignette satiriche. Celebre il motto: «Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no». Contrario a legami troppo forti con il potere, riuscì ad alienarsi in seguito anche le simpatie della DC, fino alla polemica con De Gasperi, che gli costò il carcere. Trascurato dalla politica e dalle autorità, non fu però dimenticato dalla moltitudine dei suoi lettori che, nel tempo, contribuirono a rendere immortale l’opera e lo spirito polemico del papà di Don Camillo.
Il volume affronta il tema della povertà da un punto di vista antropologico e pedagogico. In altre parole, non si limita a rilevare la crescita del fenomeno (denunciata da più parti sul piano sociologico), ma assume la povertà come cifra dell'umano. In effetti, la condizione umana è strutturalmente deficitaria e questo spiega - tra l'altro - la pratica dell'educazione come intervento volto a favorire il miglioramento. Va però sempre ricordato che la vita umana vale di per sé in quanto portatrice di una dignità inalienabile. Per questa ragione la povertà antropologica costituisce una sfida permanente a fare in modo che l'essere umano operi in vista della sua e altrui promozione. Non si tratta quindi di limitarsi a soddisfare i bisogni connessi alla povertà, occorre agire perché ciascuno se ne faccia carico in chiave sussidiaria e solidale: a questo devono puntare i servizi.
Mai Eugenio Scalfari si era aperto a considerazioni così intime. Sono le confessioni di un ultranovantenne divertito e attratto da questa lunga epoca di transizione. Attraverso le voci di Antonio Gnoli e Francesco Merlo, egli rivive il suo «secolo di carta», negli anni del trionfo e in quelli recenti del declino. Interrogandosi su cosa potrà riservarci il futuro. Se c'è un modo di essere autenticamente se stessi, queste pagine lo rivelano attraverso gli episodi meno noti o addirittura sconosciuti della sua vita. Ecco allora scorrere, come in un romanzo, l'infanzia cattolica e i genitori in crisi, le profonde amicizie e le contese giovanili, il fascista e l'antifascista, gli amori saldi e le avventure rapsodiche, le malattie e la forza per affrontarle, le professioni svolte e la politica vissuta giorno per giorno. Niente resta occultato in questa sorprendente storia che ripercorre un secolo di vicende italiane sulle tracce di un protagonista, di uno stile, un gusto, una cultura, un mondo che erano soltanto suoi e che sono diventati nostri.
La seconda edizione di Linguistica generale, si propone come strumento didattico che accompagni gli insegnamenti introduttivi alla linguistica e alla glottologia nei corsi delle ex Facoltà di Lettere e Filosofia, Lingue e letterature straniere, Scienze della Formazione e Psicologia, Scienze della comunicazione et al.
Il manuale, dal taglio chiaro e completo, offre una panoramica delle strutture della lingua, di morfemi, fonemi, elementi di sintassi. La seconda parte del manuale approfondisce invece le variazioni linguistiche, le classificazioni delle lingue e introduce un capitolo completamente nuovo sull'italiano e le sue varietà.
Il testo si completa con domande di riepilogo per l'autovalutazione degli studenti, box di approfondimento tematico, glosse e numerose tabelle e figure.
Da uno specialista dell'adolescenza, un libro per capire l'evidenza e l'urgenza di una vera educazione all'amore nella costruzione dell'identità di ogni persona. Oggigiorno nell'ambito della sessualità impera la confusione e tutto è permesso: è il regno del 'fai da te', nel quale ognuno è misura e autoreferente. L'importante è 'essere belli dentro', 'fare quello che si sente', andare dovunque porti l'istinto'... Tutto il resto sono considerate solamente presunzioni e blateramenti di sessuofobi perditempo. Le conseguenze sono evidenti nella costruzione dell'identità, nella relazione tra uomo e donna, nella costituzione della coppia, nel vissuto familiare, nell'educazione dei figli e nelle proposte e nell'elaborazione delle leggi. La sessualità è quindi l'ambito in cui l'emergenza educativa è più che mai evidente e urgente, perchè ha come fondamento l'educazione all'amore.
Il concetto di “famiglia naturale” è oggi sotto attacco da parte della cultura imperante, in nome e per conto di chi accampa nuovi diritti. Questo libro difende la famiglia naturale, quella costituita da un uomo e da una donna che si sono sposati perché si sono scelti, si vogliono bene, condividono la vita pur con le reciproche differenze; vivono dinamiche psicologiche contrastanti ma complementari, affrontano difficoltà relazionali e le superano. Negare tutto questo significa andare contro l’onestà scientifica e il dato di realtà. È questo tipo di famiglia il nucleo profondo della vita, che crede in se stessa e accetta il tempo che passa con i suoi cambiamenti.