
Nato da una famiglia nobilissima ma di scarsi mezzi, imparentato con Gaio Mario, l'eroe dei democratici romani, Cesare fu artefice di una fulminante carriera politica: pontefice massimo, console e proconsole della Gallia Cisalpina, conquistatore di tutte le Gallie, nel 48 invase l'Italia costringendo Pompeo alla fuga e si autoproclamò prima dittatore e infine dittatore perpetuo. Quattro anni più tardi, alle idi di marzo del 44 a.C, veniva pugnalato a morte dai congiurati capeggiati da Bruto e Cassio. Giulio Cesare è figura chiave della storia di Roma: la sua vicenda mise fine alla Repubblica, la sua violenta scomparsa aprì la via al principato. In ogni caso il suo passaggio travolse e modificò profondamente le strutture politiche, sociali e culturali dell'antica Roma.
Dalla nascita alla corte di Vienna fino al patibolo a Parigi nel 1793, quella di Maria Antonietta, quindicesima figlia di Maria Teresa, è senza dubbio una delle vicende private e pubbliche più drammatiche della storia moderna. In questa biografia Antonia Fraser ricostruisce il difficile viaggio attraverso la vita di questa sfortunata regina. Inviata in Francia dalla madre a soli quattordici anni per sposare il futuro Luigi XVI, fu per tutta la vita "l'odiata austriaca", e come tale rimase un ostaggio della politica estera fin dai suoi primi giorni in Francia. Manipolata dalla sua famiglia austriaca, venne sempre accusata dai francesi di interferire negli affari politici.
Flora Fraser
Paolina Bonaparte
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Dei tanti familiari che Napoleone Bonaparte, nella sua vertiginosa ascesa a imperatore, beneficiò via via con incarichi, titoli e regni, una sorella restò apparentemente trascurata: Paolina.
Donna di grande bellezza, abituata fin dall'adolescenza a stuoli di innamorati e pretendenti, sembrò accontentarsi di illimitate licenze, piaceri e lussi all'ombra del fratello. Non che fosse insensibile al prestigio sociale che poteva derivarle dall'appartenere a una famiglia come quella del giovane generale corso, che si era guadagnato sul campo, sia con le battaglie contro le coalizioni nemiche sia nell'arena politica in patria, una corona imperiale e, per quasi un decennio, il dominio della scena europea. Ma Paolina voleva essere l'artefice della propria esistenza e fortuna, ricorrendo agli strumenti a lei più congeniali: l'innata grazia, l'amore e la seduzione.
Flora Fraser ricostruisce la vita privata e pubblica di questa affascinante ed eclettica donna che scandalizzò l'Europa con i suoi comportamenti spregiudicati, dando tuttavia prova in molte occasioni di generosità e coraggio. Amò il giovane generale Leclerc, fedelissimo di Bonaparte, che divenne il suo primo marito e da cui ebbe l'unico figlio, Dermid, morto a sei anni, prematuramente come il padre, stroncato a trent'anni dalla febbre gialla. Si rassegnò poi alle seconde nozze, volute da Napoleone, con il principe romano Camillo Borghese. Da subito gli preferì altre liaison occasionali, secondo i detrattori persino sordide, riservando però al consorte il privilegio di un'opera d'arte che resterà nella storia: la statua di Antonio Canova che la ritrae come Venere vincitrice e per cui posò pressoché nuda.
E se conquistò instancabilmente ogni uomo del quale le capitò di incapricciarsi, ne amò e ammirò con incondizionata devozione uno soltanto: il fratello, per il quale, nonostante la sua frivolezza e apparente incoscienza, la sua fragilità di salute, il suo incessante peregrinare tra palazzi, salotti e terme, era disposta a sacrificare non solo la ricchezza e la posizione, ma la vita stessa. Inoltre fu l'unica della numerosa parentela a volerne condividere la sorte nel momento del declino e dell'esilio. Aveva la stessa inesauribile energia di Napoleone, non minore puntiglio e determinazione, e i due si intendevano a meraviglia, sopportandosi e perdonandosi ogni eccesso e debolezza. Di questo sodalizio, per molti versi misterioso, e delle alterne fortune che legano fratello e sorella, Flora Fraser dà un resoconto storicamente ineccepibile, animato da una narrazione sapiente e partecipe. La figura seducente di Paolina e quella di colui che forgiò l'Europa moderna si rivelano così due varianti di un unico, irripetibile destino.
'Capitalismo cannibale' è l'espressione che usa Nancy Fraser per definire il sistema sociale che ci ha portato a questo punto. La metafora del cannibale è calzante per l'analisi della società capitalista caratterizzata da una frenesia alimentare istituzionalizzata in cui il piatto principale siamo noi. Ma Fraser precisa e amplia anche la parola 'capitalismo' che, a suo giudizio, designa un ordine sociale che consente a un'economia orientata al profitto di predare i supporti extra-economici di cui ha bisogno per funzionare: la ricchezza espropriata dalla natura e dai popoli assoggettati; le molteplici forme di lavoro di cura, cronicamente sottovalutate quando non del tutto disconosciute; i beni e i poteri pubblici che il capitale richiede e allo stesso tempo cerca di limitare; l'energia e la creatività delle persone che lavorano. Per questa ragione la parola capitalismo non si riferisce a un tipo di economia, ma a un tipo di società: quella che autorizza un'economia ufficialmente designata ad accumulare valore monetizzato per gli investitori e i proprietari, mentre divora la ricchezza non economizzata di tutti gli altri. Come l'uroboro che si mangia la coda, la società capitalista è pronta a divorare la sua stessa sostanza.
Da qualche tempo anche in Italia vanno prendendo piede pratiche e proposte formative a carattere esperienziale che promuovono il miglioramento di competenze trasversali. Nonostante si fondino su studi e metodologie da tempo validati nell'ambito delle scienze della formazione, poco ancora si conosce di questo tipo di percorsi formativi e soprattutto dei risultati che possono offrire a persone e aziende. Questo libro propone uno specifico studio esemplificativo che risponde alla crescente esigenza di informazione da parte dei molti utenti interessati a questo tipo di formazione; esso illustra il percorso formativo denominato "Avventura Vincente", proponendone gli outcomes in modo esaustivo per quanto riguarda l'ambito della vita sia personale e/o privata, sia professionale. La lettura è facilitata da riferimenti teorici semplici e dalla concretezza dei racconti dei soggetti intervistati che hanno spiegato come e quanto sono migliorate le loro competenze. Un allegato online completa e approfondisce il quadro documentario. L'opera si rivolge quindi sia agli addetti ai lavori - formatori, educatori, responsabili risorse umane, consulenti, insegnanti - ma anche agli adulti in genere, a manager, imprenditori e ogni altro profilo professionale che desideri capire quali benefici si possano trarre dalla formazione esperienziale sulle competenze trasversali.
Il volume descrive aspetti e ricerche di psicologia e di psicodinamica che hanno condotto l'autore, dal 1988 ad oggi, a ideare, fondare e sviluppare le basi teoriche e metodologiche della psicoevoluzione e dell'orientamento psicodinamico psicoevoluzionista. Il testo scorrevole ed essenziale può suscitare nei lettori emozioni, riflessioni, confronti e coinvolgimenti talora sorprendenti per la propria visione ed esperienza, sia della salute e del benessere psicologico, sia dell'esistenza e della relazione con gli altri e con il mondo.
Questo libro, essenziale come un vero manuale e accessibile come una preziosa guida, si offre a quanti, operatori sociali o anche solo persone in ricerca, vogliono continuare a indagare il senso delle domande profonde della vita e della sua felicità nell'inestricabile trama della relazione con l'altro.
Questo libro è un invito a fermarsi e a perdersi tra i tanti boschi e parchi d'Italia, a lasciarsi andare di fronte al vento forte. Gli immensi tronchi delle sequoie del Nord Italia. Le radici aeree dei ficus che dominano Palermo. La luce tra le foglie delle conifere plurisecolari sulle Alpi. I lecci della foresta primaria più estesa d'Europa in Sardegna. La solennità delle pinete vetuste nel Parco Nazionale della Sila. I castagni e gli olmi delle selve appenniniche. Le rarità che si sono adattate al clima e alle misure ridotte degli orti botanici. Ma anche i giganti assordati che abitano a sorpresa i parchi urbani, che decorano i viali e le strade, le piazze e i giardini pubblici delle nostre affollate città. Tiziano Fratus attraversa tutti questi luoghi "dove recarsi a perder tempo e collezionare meraviglie" e ci guida, come un Virgilio appassionato dei nostri tempi, a riconoscere la diversità di specie, a distinguere forme colori foglie e geometrie, a ricostruire le storie dei più annosi esseri viventi che abitano il nostro paese.
"L'Italia è un giardino" è un libro che racchiude i luoghi pensati e costruiti per il piacere dell'occhio di chi osserva: dai giardini di Valsanzibio, Tivoli e Firenze a quelli pubblici di Palermo, Genova e Milano, dalle grandi regge di Monza, Venaria e Caserta ai boschi-giardino di Ninfa, Merano, Ischia e Bomarzo. Eden che a volte imitano, come in un gioco di specchi, la natura selvaggia, quel mondo che un tempo esisteva soltanto oltre le mura. Una finta natura addomesticata, un paesaggio immaginato e poetico, costellato di citazioni esplicite tratte dalla cultura antica, neoclassica, barocca o moderna. Occasioni preziose per ristabilire un'armonia urgente e necessaria col mondo.
Restiamo svegli con gli occhi sbarrati dopo la telefonata di un amico preoccupato? Facciamo strani sogni se non teniamo fede a un impegno? Perdiamo le staffe per un ingorgo? E quando ci innamoriamo, non è forse un'estasi quella di cui cadiamo prede? Le emozioni pervadono la nostra vita. Alcune ci inseguono, altre ci sfuggono. A volte ci feriscono o addirittura ci consumano, altre volte invece ci consentono di librarci al di sopra di tutto e di tutti. Ma cos'è un'emozione? Le neuroscienze ci hanno spiegato cosa succede nel nostro cervello quando proviamo paura, amore, odio, rabbia; eppure, dopo decenni di ricerche e molte teorie, non esiste ancora una definizione di emozione che ne contempli tutti gli aspetti. Non solo: siamo davvero sicuri che il copione neurale del cervello possa dirci tutto su ciò che proviamo? Ognuno di noi, per essere consapevole di un'emozione, deve poterla riconoscere come parte integrante del proprio repertorio psicologico e culturale; definire una teoria delle emozioni significa allora decifrare anche il codice della realtà complessiva in cui viviamo, le sue pratiche e i suoi significati. Partendo dalla propria esperienza professionale e personale, l'autore ci illumina sui molti nodi ancora da districare quando si tratta di emozioni, e lo fa prendendo le mosse dalla scienza, ma attingendo a piene mani anche alla letteratura, all'arte, al teatro, alla filosofia e alla psicoanalisi.