Flora Fraser
Paolina Bonaparte
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Dei tanti familiari che Napoleone Bonaparte, nella sua vertiginosa ascesa a imperatore, beneficiò via via con incarichi, titoli e regni, una sorella restò apparentemente trascurata: Paolina.
Donna di grande bellezza, abituata fin dall'adolescenza a stuoli di innamorati e pretendenti, sembrò accontentarsi di illimitate licenze, piaceri e lussi all'ombra del fratello. Non che fosse insensibile al prestigio sociale che poteva derivarle dall'appartenere a una famiglia come quella del giovane generale corso, che si era guadagnato sul campo, sia con le battaglie contro le coalizioni nemiche sia nell'arena politica in patria, una corona imperiale e, per quasi un decennio, il dominio della scena europea. Ma Paolina voleva essere l'artefice della propria esistenza e fortuna, ricorrendo agli strumenti a lei più congeniali: l'innata grazia, l'amore e la seduzione.
Flora Fraser ricostruisce la vita privata e pubblica di questa affascinante ed eclettica donna che scandalizzò l'Europa con i suoi comportamenti spregiudicati, dando tuttavia prova in molte occasioni di generosità e coraggio. Amò il giovane generale Leclerc, fedelissimo di Bonaparte, che divenne il suo primo marito e da cui ebbe l'unico figlio, Dermid, morto a sei anni, prematuramente come il padre, stroncato a trent'anni dalla febbre gialla. Si rassegnò poi alle seconde nozze, volute da Napoleone, con il principe romano Camillo Borghese. Da subito gli preferì altre liaison occasionali, secondo i detrattori persino sordide, riservando però al consorte il privilegio di un'opera d'arte che resterà nella storia: la statua di Antonio Canova che la ritrae come Venere vincitrice e per cui posò pressoché nuda.
E se conquistò instancabilmente ogni uomo del quale le capitò di incapricciarsi, ne amò e ammirò con incondizionata devozione uno soltanto: il fratello, per il quale, nonostante la sua frivolezza e apparente incoscienza, la sua fragilità di salute, il suo incessante peregrinare tra palazzi, salotti e terme, era disposta a sacrificare non solo la ricchezza e la posizione, ma la vita stessa. Inoltre fu l'unica della numerosa parentela a volerne condividere la sorte nel momento del declino e dell'esilio. Aveva la stessa inesauribile energia di Napoleone, non minore puntiglio e determinazione, e i due si intendevano a meraviglia, sopportandosi e perdonandosi ogni eccesso e debolezza. Di questo sodalizio, per molti versi misterioso, e delle alterne fortune che legano fratello e sorella, Flora Fraser dà un resoconto storicamente ineccepibile, animato da una narrazione sapiente e partecipe. La figura seducente di Paolina e quella di colui che forgiò l'Europa moderna si rivelano così due varianti di un unico, irripetibile destino.