
Il sistema di Classificazione ICF (International Classification of Functioning), sviluppato dall'OMS, descrive la condizione di salute dell'individuo tenendo conto dei fattori personali e ambientali che limitano o facilitano il suo funzionamento nel contesto di vita e dando la possibilità di definirne i bisogni e i diritti. Il volume propone un modello di applicazione dello strumento ICF, nella sua versione specifica per l'infanzia e l'adolescenza (ICF-CY), all.ambito della disabilità. Partendo dalla realtà specifica dell'inclusione scolastica, il modello si presta a soddisfare l'ampia esigenza di delineare quel linguaggio comune di cui i Servizi per la persona disabile sentono il bisogno da almeno un paio di decenni. Chiusi nei due mondi paralleli della assistenza-riabilitazione e della scuola, i rispettivi operatori hanno avuto poche opportunità di condividere i propri percorsi, determinando spesso uno scollamento funzionale che, oltre a rallentare i progressi del settore, riduce anche l'efficacia degli interventi destinati al singolo caso. Le schede valutative e programmatiche illustrate nel testo possono essere utilizzate da medici, terapisti, insegnanti, ricercatori, ma anche da genitori e amministratori per definire in modo standardizzato i bisogni relativi alla salute, all'apprendimento e allo sviluppo del bambino disabile, troppo spesso destinatario di interventi privi di un vero "filo conduttore".
Voci diverse: da Fulvio Scaparro a Silvia Vegetti Fionzi, da Charmet a Carlo Alfredo Moro, sono alcuni degli interventi raccolti in questo libro che documenta in maniera articolata con contributi teorici diversi l'esperienza di 10 anni di lavoro di una progettualità sperimentale rivolta al sostegno delle funzioni educative delle famiglie dei bambini da 0 a 6 anni.
Un testo per coloro che sono interessati alla storia e all'identità dell'Europa contemporanea. Introduzione di Giovanni Cantoni.
Eugenio Di Rienzo indaga, anche attraverso una ricca rassegna di documenti mai pubblicati in edizioni italiane, la delicata e ancora molto dibattuta questione dei rapporti tra Napoleone III e l'Italia. Napoleone III esercitò una formidabile influenza in tutta Europa: la sua azione diplomatica in politica estera condizionò e favorì un nuovo equilibrio tra le varie potenze nazionali, che si sarebbe mantenuto sostanzialmente immutato fino al primo conflitto mondiale.
Il volume raccoglie contributi di affermati studiosi e professionisti che, a vario titolo, sono chiamati ad un'assunzione di responsabilità nella diversità dei saperi e dei campi di intervento, in risposta al complesso e composito fenomeno della trasgressione e della devianza giovanile. Il manuale, pertanto, è un incontro dialettico e operativo tra la società del diritto e le scienze dell'uomo, volto a offrire degli spunti riflessivi e propositivi dell'agire e dell'essere a quanti operano con gli adolescenti e i giovani adulti autori di reato.
Il 9 gennaio 2020 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che le autorità sanitarie cinesi hanno individuato un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell'uomo e classificato con il nome di SARS-CoV-2. Il 21 febbraio 2020 è la data del primo caso autoctono in Italia. Così, da quando è cominciata l'emergenza sanitaria, le professioni di cura e di aiuto si sono trovate, nei diversificati setting del servizio sanitario nazionale, non solo a vivere in prima persona l'alto rischio di contagio, ma anche a fare i conti con un sovraccarico emotivo prima mai contemplato. A questo si aggiunga che, alla necessaria circoscrizione delle zone COVID 19, ha fatto seguito un fatto di eccezionale rilevanza: il confinamento domiciliare dei cittadini "liberi" di un'intera nazione. Le suggestioni prodotte dalla repentina chiusura, al pari dell'ingresso nei luoghi della pena, richiamano, non solo i campi, le conoscenze e le competenze degli argomenti declinati nel titolo del presente volume, ma anche il vigore di passioni e di sentimenti che caratterizzano e muovono l'individuo nel suo sociale, nell'evidenza di tumultuosi viaggi e non sempre facili approdi.
Sono passati più di 40 anni da quando la psicologia, trovando un sostegno normativo nell'art. 80 della L. 354/1975, ha fatto il suo ingresso negli istituti di prevenzione e di pena, consentendo nel tempo, di disegnare la peculiarità dell'intervento psicologico in ambito penitenziario. Il recente transito delle competenze dalla sanità penitenziaria al SSN, ha poi posto l'accento sull'importanza di erogare adeguati trattamenti e cure, poiché, occuparsi della salute delle persone detenute equivale a mettere in atto interventi di salute pubblica nell'accezione più ampia del termine. Il volume nasce dall'incontro creativo tra l'esperienza e il "giovanile" bisogno di orientarsi che, tra celle reali e celle culturali, accompagna il lettore nella specificità del contesto ai più precluso. Questa pubblicazione ha, quindi, una duplice ambizione: 1 svolgere una funzione di guida per i giovani professionisti che, chiamati ad una assunzione di responsabilità, intervengono nello specifico penitenziario; 2 illustrare e diffondere all'esterno la capacità della psicologia di intervenire e determinare l'attesa rivisitazione del "sé stile di vita" nella persona detenuta.
Esiste un piano di islamizzazione dell'Europa e del mondo intero? Alcune teorie sono evidentemente un mito. Tuttavia, la propaganda costante, una sorta di colonizzazione sociale e la scarsa integrazione dell'Islam con la nostra cultura sono una realtà. Alcuni Paesi arabi danno il proprio sostegno finanziario, la scristianizzazione e l'atteggiamento remissivo della Chiesa offrono il motivo religioso, l'ignoranza e l'incapacità dei governi europei con la loro politica lassista nei confronti dell'immigrazione proveniente principalmente da Paesi di religione musulmana (oltre a mostrare la debolezza degli Stati membri) fanno il resto. Il disegno della conquista dell'Occidente ha radici lontane nella storia.
È dal 1967 che, con i suoi rapporti annuali, il Censis fotografa la realtà italiana, fornendo al pubblico uno strumento qualificato e completo per analizzare e interpretare i fenomeni, i processi, le tensioni e i bisogni del paese. Per Giuseppe De Rita, fondatore e presidente del Censis, ripercorrere il lavoro svolto in questi cinquant'anni non è solo ricordare quello che è avvenuto, ma anche «fare memoria» e fare autocoscienza collettiva di quel che siamo stati e di quel che siamo. È l'autocoscienza collettiva l'obiettivo principale di un istituto di ricerca da sempre privato, autonomo e indipendente. Uno scopo esplicitato soprattutto in quelle Considerazioni generali che hanno aperto ogni rapporto annuale del Censis: agili saggi, innovativi nel lessico e immaginifici nell'uso di metafore memorabili, che offrono le chiavi di lettura dei fatti raccontati dai dati statistici e dei processi sociali di lunga durata. Questo volume raccoglie in un testo organico e completo le Considerazioni scritte da De Rita nell'arco di mezzo secolo: scorrono tra le pagine gli anni della contestazione e del terrorismo, il sommerso e l'esplosione della piccola impresa, la crescita del ceto medio e la vitalità di una società «molecolare» il cui sviluppo si è propagato «dappertutto e rasoterra», tra la fine di un secolo e l'inizio di quello nuovo.
Giuseppe De Rita - ideatore, fondatore e oggi presidente del Censis - è l'uomo che ha portato in Italia la ricerca sociologica sul campo ancor prima che venisse creata una cattedra universitaria di sociologia. Come pochi ha contribuito a descrivere l'Italia nei rapporti periodici come nei suoi articoli per il «Corriere della Sera». In questo libro, scritto insieme al giornalista Lorenzo Salvia, racconta per la prima volta le tappe principali della sua vita intrecciate agli snodi dell'evoluzione politica, sociale ed economica del Paese. Come quando nel 1951 viene «arruolato» nel castello di Sermoneta per i corsi del Movimento ispirato dagli Alleati per defascistizzare l'Italia del Dopoguerra. Da lì nasce una convinzione che manterrà per tutta la vita: l'oligarchia, spesso considerata un pericolo per la democrazia, è in realtà uno strumento necessario per il buon funzionamento delle società moderne. Una idea che si rafforzerà negli anni, durante la sua esperienza allo Svimez, con i suoi viaggi nelle aree interne del Mezzogiorno o nel Belucistan iraniano e poi al Censis. Nel corso della sua vita De Rita incontra, conosce, consiglia (ma litiga anche con) buona parte dei politici e degli imprenditori che hanno guidato il Paese. Tanti gli aneddoti, come la notte in cui sconsigliò (inascoltato) al premier De Mita di introdurre una patrimoniale, i no a chi gli chiedeva un impegno diretto in politica, da Berlusconi a Prodi, o le gelosie della politica sui patti territoriali, inventati da presidente del Cnel. E molte le confessioni personali: gli otto figli, la casa di Courmayeur, l'importanza della fede, la passione per il calcio. A delinearsi in queste pagine è non solo una biografia inedita e appassionante, ma anche una rilettura della storia del Paese attraverso lo sguardo di un suo testimone d'eccezione.
Non è l’economia che traina il sociale, ma il contrario; per fare sviluppo occorrono processi di autocoscienza e di autopropulsione collettiva, non interventi dall’alto: ho sempre tenuto a mente questi principi studiando il Mezzogiorno italiano.
«I primi due esperti di sviluppo che ho frequentato all’inizio del mio meridionalismo sono stati Giorgio Sebregondi e Padre Louis-Joseph Lebret. Il primo era convinto che nella ‘lunga durata’ non è l’economia che traina il sociale ma il contrario; e che quindi lo sviluppo va perseguito con adeguati interventi sul sociale e sollecitando la partecipazione delle popolazioni locali; Lebret, dal canto suo, era convinto che per fare sviluppo occorrono non interventi dall’alto, ma profondi processi di autocoscienza e di autopropulsione collettiva. Io sono nato su quel duplice imprinting, e su di esso ho sempre fedelmente lavorato».
Una raccolta di testi che attraversano sessant’anni di storia italiana e ripercorrono l’impegno di Giuseppe De Rita per il Mezzogiorno.
Una riflessione sulla ricerca sociale e sulle trasformazioni della società italiana di oggi: la nuova struttura dei ceti e delle classi, la trasformazione dell'industria italiana, la finanziarizzazione dell'economia, la crisi del ceto medio, il rapporto tra Nord e Sud, la funzione degli intellettuali. La storia recente della nostra società viene ripercorsa in questa intervista da uno dei suoi più attenti e appassionati osservatori, fino ad arrivare ai giorni nostri e alle profonde trasformazioni che il nostro paese sta vivendo. Sullo sfondo emerge la sfida per il pensiero e per l'azione posta da una società frammentata e complessa, che sembra sfarinarsi e sfuggire ai consueti strumenti interpretativi, richiedendo l'elaborazione di nuovi approcci e nuove categorie.