
Spesso ci diciamo: non sei capace, non sei pronto, non ce la farai. Ed è così che, invece di spronarci a migliorare, cominciamo a perdere fiducia. Il segreto per riacquistarla è trattarci con amore e imparare a costruire la nostra autostima, unica fonte di motivazione profonda e duratura per un'esistenza felice. Solo l'amore per noi stessi ci permetterà di accettare senza paure le sfide della vita, individuando quello di cui abbiamo bisogno e quello che invece non ci serve nel cammino verso la felicità. "Fiducia totale" è un libro, ma soprattutto un metodo, che si ispira agli insegnamenti dei grandi maestri dello spirito - da Lao Tse a Virgilio, da San Francesco a Madre Teresa di Calcutta a Nelson Mandela - applicandoli ai problemi e alle aspirazioni del nostro tempo. I suoi otto capitoli densi di teoria, scoperte scientifiche, casi reali ed esercizi pratici ci insegnano a superare i timori e le convinzioni che ci limitano, a rispondere con intelligenza all'invito che ogni emozione ci rivolge, a guidare l'energia dei nostri pensieri. Perché la felicità è vicina: basta imparare a entrare in contatto con quella forza che è già in noi e chiamiamo "fiducia totale".
Nelle Melodie ebraiche di Heine, il principe Israele, a causa di «un sortilegio», viene trasformato in cane. Nella Metamorfosi di Kafka il protagonista si ritrova mutato in uno scarafaggio e il vocabolo Ungeziefer (parassita) di cui si serve lo scrittore praghese è lo stesso usato dai nazisti per definire l'ebreo-parassita. Non a caso, nei campi di sterminio venne utilizzato lo Zyklon B, acido prussico concentrato, un pesticida letale. Primo Levi ha fatto notare che «si doveva usare, e fu usato, quello stesso gas velenoso che si impiegava per disinfestare le stive delle navi, ed i locali invasi da cimici o pidocchi. Sono state escogitate nei secoli morti più tormentose, ma nessuna era così gravida di dileggio e di disprezzo». Attraverso le pagine della letteratura, questo libro ripercorre i modi in cui gli ebrei sono stati spogliati di umanità, considerati scarti umani e ridotti all'animalità.
Il volume, rivolto ai candidati alle prove scritte e orali dei concorsi a cattedre per l'Ambito 5 (classi A345 e A346), analizza dieci tra i più importanti e rappresentativi autori della letteratura inglese, dal XVIII secolo ad oggi. L'analisi di ogni autore è incentrata su tre momenti fondamentali: vita, carriera letteraria e analisi di una o più opere. La vita non si limita a un pedissequo elenco di nozioni, ma percorre i momenti più significativi della formazione culturale e artistica dell'autore. La carriera letteraria, invece, offre un quadro complessivo della produzione dell'autore trattato, mettendo in evidenza i punti salienti di ciascuna opera e collegandoli al contesto storico e culturale. Infine, nella sezione dedicata all'analisi di una o più opere vengono esaminati lo stile, la lingua, la caratterizzazione, lo sfondo del romanzo o del testo teatrale e viene condotta un'analisi dei testi poetici. Il volume, infine, si chiude con una breve raccolta di brani critici, anch'essi scelti tra i più significativi, e una bibliografia relativa agli autori trattati. Il testo, interamente in lingua e ricco di spunti interessanti ed elementi utili per acquisire una conoscenza approfondita sugli autori, si presenta come un efficace sussidio per la preparazione al concorso ai fini dell'approfondimento delle tematiche relative alla letteratura inglese.
La missione era nata da subito all'insegna dell'ipocrisia: «Siamo intervenuti in difesa di un alleato NATO dopo l'11 settembre», mentirono i politici. L'attacco all'Afghanistan fu invece parte dell'operazione Enduring Freedom, a iniziativa americana, non autorizzata dall'ONU. La NATO subentrò solo più tardi. Spedendo i primi soldati fuori da Kabul, in zona di combattimenti, nel 2003, il ministro della Difesa dell'epoca dichiarò: «È una missione a rischio, ma le sue finalità sono comunque di peace-keeping». In realtà già da fine 2001 i piloti del gruppo Lupi Grigi decollati dalla portaerei Garibaldi erano impegnati nelle missioni di bombardamento sull'Afghanistan insieme agli aerei americani: ne compirono 278. Non c'era pace da mantenere laggiù, lo dimostra anche l'esistenza di una unità come la Task Force 45, formata dall'élite delle forze speciali italiane, quotidianamente impegnata in azioni di combattimento, ma la cui esistenza all'inizio non era nemmeno ammessa dal governo. Numerosi 'operatori' della fantomatica TF-45 raccontano nei particolari le operazioni di guerra, portate a termine spesso senza poter contare sul supporto degli aerei italiani. In vent'anni di intervento la guerra ha portato con sé corruzione, ruberie, appetiti economici, tradimenti. E il bilancio è uno solo: la situazione in Afghanistan è peggiorata.
Attraverso le consapevolezze che la Pedagogia e la Didattica Speciale hanno contribuito a consolidare nell'ambito del dibattito sui processi inclusivi a scuola, il volume traccia alcuni itinerari per la formazione dell'insegnante specializzato per le attività del sostegno. La complessità di tale figura professionale, oggi al centro di un dibattito scientifico e culturale, reclama un'articolata trattazione che i curatori propongono attraverso una nutrita raccolta di contributi. Le questioni storico-culturali che connotano il percorso d'integrazione scolastica in Italia, la dimensione teorico-epistemologica con la quale ancora oggi appare necessario riflettere sul senso dei processi d'inclusione e la riflessione sugli aspetti didattici e metodologici che sostanziano l'azione professionale dei docenti rappresentano le aree tematiche entro le quali gli autori sviluppano il loro lavoro. Nel loro insieme, i percorsi e gli strumenti contenuti nell'opera costituiscono un agile quanto approfondito supporto per la formazione di tutti coloro che, a diversi livelli professionali, contribuiscono alla realizzazione e alla qualificazione dei processi d'inclusione a scuola. I curatori del volume dirigono il Corso di Specializzazione per le attività di sostegno agli alunni con disabilità presso gli Atenei di appartenenza.
La pedagogia speciale nasce in Italia come pedagogia dei processi formativi di integrazione nella scuola e nella società, rivolgendo l'attenzione ai bisogni educativi speciali nei contesti ordinari. L'autrice analizza l'evoluzione di tali processi tenendo in considerazione il dibattito internazionale, che sottolinea l'importanza della progettualità attraverso reti di collaborazione e di confronto. Punti chiave dei processi di integrazione e di inclusione diventano le rappresentazioni sulla diversità, la formazione degli insegnanti, le sinergie tra i diversi attori che intervengono in tali processi, la trasformazione dei saperi.
La biografia di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio continua a far discutere gli storici. Uno dei temi più appassionanti riguarda la sua appartenenza al Sovrano Militare Ordine di Malta (o Ordine di San Giovanni) e la sua permanenza nell'isola di Malta fino alla condanna per rissa e l'evasione. Come e perché il Caravaggio, condannato e ricercato per l'omicidio a Roma di Ranuccio Tomassoni e noto per la sua vita dissoluta, poté entrare a far parte del più autorevole consesso dell'Europa cristiana della fine del XVI secolo? Chi lo minacciò e perseguitò dopo la fuga da Malta? Furono i Cavalieri di quello che era stato il suo Ordine, oppure i fratelli dell'uomo che aveva ucciso a Roma? A queste domande, cui gli storici hanno fino ad ora prestato poca attenzione, risponde questo libro di Luigi G. de Anna, che si legge come un romanzo di avventure, ma si basa su un solido esame delle fonti storiche.
I media digitali impongono un passaggio da una logica di controllo e stabilità a un contesto di libertà, fiducia e fluidità. Questo libro vuole aiutare le aziende a cambiare punto di vista e a imparare a vivere questo momento non come cambiamento drammatico, ma come evoluzione della relazione alla base della loro esistenza: quella con i clienti.
Non un cambiamento a cui reagire dopo un iniziale periodo di resistenza, ma un’evoluzione da assecondare cogliendone le infinite opportunità, certo non solo di natura tecnologica o confinate in una specie di mondo parallelo quale ancora troppo spesso è considerata Internet.
Passare dalla pianificazione & controllo alla collaborazione & fiducia non è semplice: imparare ad assecondare le direzioni prese dalle persone che vogliono avere a che fare con noi è l’essenza del passaggio strategico dal marketing alla collaborazione. L’essenza di passare da una logica “io e voi” a una logica del "noi".
È la proposta di questo libro: allenarsi a collaborare con i propri clienti usando i social media partendo da zero, dove zero vuol dire capire cosa sono, a cosa servono, cosa comportano e perché non possono essere semplicemente ignorati.
Più che una colonizzazione degli spazi sociali della Rete, discutibile per tutta una serie di motivi, urge una contaminazione positiva al contrario, e cioè un forte cambiamento del modo in cui un’azienda solida dai prodotti di qualità comunica ai propri clienti su tutti i mezzi.
Imparare a progettare esperienze per una community invece di messaggi per un target è il passaggio più difficile, ed è quello che fa la differenza tra una strategia di relazione e una semplice tattica di occupazione dei social media.
Passare dall’interruzione sgomitante tipica della comunicazione di massa al coinvolgimento sognante tipico del racconto: è di questo che stiamo parlando.
Un modo completamente nuovo di rispondere ai bisogni dei clienti: invece di cercare di indovinarli e di controllarli, basterebbe ascoltare.
Fate attenzione a quello che sta veramente a cuore alle persone che immaginate come possibili clienti. Chiedetevi se il vostro prodotto migliorerà le loro vite, nel suo specifico, ovviamente. Chiedetevi se immaginarlo, sceglierlo, comprarlo, portarselo a casa, usarlo e magari anche finirlo o buttarlo sarà per loro un gioco e un piacere o – anche solo in uno di questi momenti – fonte di ansia, disagio, fastidio e difficoltà. Chiedetevi come potete fare per evitarlo. Credete alla storia che vi raccontate? Se non ci credete, come potete convincere altri a farlo? – Mafe de Baggis
L'autrice
Mafe de Baggis, freelance, socia fondatrice di Daimon, da dodici anni cerca di portare in Internet le aziende, le testate e le persone che ne sentono il bisogno, guidandole a interpretare e vivere correttamente un medium complesso e divertente. All’attività di consulenza di marketing digitale e di progettazione di ambienti sociali online (community, blog, social network) associa la formazione, in aula e personale, e la scrittura (Le tribù di Internet, 2001, HopsLibri; Lei non sa chi sono io, 2007, RGB Editore; Preso nella rete, 2009, Morellini Editore). Ha una rubrica su Punto Informatico ("NoLogo") e una su GraziaMagazine ("Yours Truly"). Per alcuni anni ha curato un blog doppio, Maestrini per caso; dal 2009 è tornata a scrivere su toni più personali sul blog Brightside e soprattutto su Twitter e Friendfeed.
Capita a tutti di commettere errori di grammatica. Per distrazione, per un riflesso condizionato, non necessariamente per ignoranza. A volte, strano ma vero, a sbagliare è proprio la lingua, coi suoi paradigmi incoerenti, le sue prescrizioni illogiche, le sue regole irragionevoli. Questo libro spigliato e vivace vi aiuterà a scoprire gli errori degli italiani, ma anche quelli dell'italiano, ricostruendone l'epidemiologia, ripercorrendone la storia e utilizzando esempi vivi e attuali. Lungi dal considerarli una malattia, De Benedetti ci ricorda che gli "errori" sono innanzitutto sintomi da comprendere e interpretare. E che ciò che è sbagliato oggi potrebbe non esserlo più domani. Un libro che vi aiuterà a fare pace coi vostri strafalcioni. E che vi riconcilierà finalmente con quella cosa "drammatica" di nome grammatica.
«Sono figli dello stesso letto, ma sono cresciuti in luoghi diversi; condividono buona parte del patrimonio genetico, ma non hanno avuto le stesse frequentazioni; si somigliano molto, ma da vicino è impossibile confonderli; si vogliono bene, ma sotto sotto un po' si invidiano. È davvero difficile accostarsi alla lingua spagnola senza affiancarle la fotografia dell'italiano e senza riconoscere nei suoi tratti un'inconfondibile aria di famiglia.» Per molto tempo, in Italia, ci siamo affidati a questa affinità di sangue dello spagnolo come scusa per non studiarlo, confidando nell'itañol caricaturale costruito a forza di tormentoni estivi e filmetti natalizi. Poi, quando finalmente abbiamo cominciato a fare sul serio e abbiamo squarciato il velo degli stereotipi, ci siamo accorti che lo spagnolo era molto meno facile, ma anche molto più utile, di quanto pensassimo. Andrea De Benedetti e Carlo Pestelli hanno dedicato alla «lingua Real» anni di frequentazioni e vagabondaggi, e in questo libro ci conducono alla scoperta dei suoi segreti e delle sue curiosità: dai legami con l'arabo ai falsos amigos, dai proverbi più divertenti ai giochi di parole più scivolosi, dai fondamenti della grammatica alle indicazioni per una pronuncia perfetta. Tutto l'occorrente, insomma, per evitare di ordinare del burro a colazione la prossima volta che andrete in vacanza a Toledo, e per conoscere più da vicino una lingua che ha tutto quello che serve per farsi apprezzare: un riconosciuto prestigio internazionale, un suono accattivante, un patrimonio artistico-culturale ricchissimo e un esercito di 500 milioni di parlanti che ne tengono alta la bandiera in ogni angolo del Globo. Un manuale leggero e rigoroso, che dimostra come una lingua porti con sé un'intera visione del mondo. Perché ogni volta che la musica dello spagnolo arriva a stuzzicare le nostre orecchie, sembra sempre prometterci un'altra vita. E pazienza se raggiungerla è meno comodo del previsto: verso una lingua feliz, ci si mette sempre in viaggio volentieri.
Mai un intero paradigma produttivo, il nostro, era stato così fortemente messo in discussione come oggi, squassato dallo spostamento dell'asse mondiale della ricchezza. Enormi diseguaglianze e una guerra su scala mondiale per il lavoro ci hanno portato a una situazione peggiore rispetto agli anni Settanta. È doveroso, tuttavia, non arrendersi e cercare strade nuove, avere una capacità di visione. Possiamo farlo se dedicheremo ogni risorsa verso ambiziose opere di ricostruzione del futuro. Come in una partita a scacchi, dovremo poter contare su due buone torri d'attacco, un alfiere attento, e una regina che si svegli dal suo torpore: giovani, imprenditori, opinione pubblica e soprattutto una buona politica. Una visione del mondo e del proprio Paese, in nome di quella che Piero Gobetti chiamava "una certa idea dell'Italia".