
L’appuntamento elettorale del prossimo 4 marzo occupa il Primo piano del numero di febbraio, perché si tratta di un voto che vede i cattolici di fronte a una scelta sempre più difficile. Oggi sembra quasi che i fedeli possano militare in qualsiasi partito e votare senza alcun riferimento preciso, ma non è così, scrive Stefano Fontana, i principi non negoziabili mantengono la loro validità: «Sono i confini che rendono umana la politica». Eppure i governi che si sono succeduti negli ultimi anni, nota Riccardo Cascioli, sono stati molto impegnati nel varare una serie di provvedimenti che hanno segnato uno svolta sui temi antropologici: divorzio breve, unioni civili, Dat, sono i fiori all’occhiello delle ultime legislature. Ma l’agenda radicale non ha finito il suo lavoro…
L’approvazione della legge sulle Dat, con l’evidente rischio di introdurre l’eutanasia sotto mentite spoglie, ci porta a riflettere sul tema della morte, in particolare sul senso della fine. Per questo abbiamo condotto un’inchiesta che è diventata un dossier: come si vive la malattia? Qual è il ruolo della Chiesa nell’accompagnare il malato e il morente? Si chiedono ancora i sacramenti? Siamo andati a parlare con i cappellani negli ospedali ed esperti di pastorale della salute (don Massimo Angelelli, don Maurizio Funazzi, don Giovanni Maria Pertile e don Fabio Giovenzana), e con alcuni medici cattolici (Filippo Maria Boscia, Antonio Spagnolo, Massimo Gandolfini e Renzo Puccetti); per scoprire che più di una “dolce” morte si deve cercare una “bella” morte. Capace di curare il corpo e salvare l’anima.
Febbraio è il mese delle Olimpiadi invernali in Corea del Sud, per questo intervistiamo una leggenda dello sci di fondo italiano: Franco Nones, il primo atleta non scandinavo a vincere una medaglia d’ora nella specialità. Accadde alle Olimpiadi di Grenoble nel 1968, esattamente cinquant’anni fa. Lo sport, la vita e la fede di un montanaro vero.
Sull’importanza del sacrificio e della fatica interviene anche Costanza Miriano che incontra il suo vecchio allenatore e ricorda il suo passato di atleta, capace di correre senza paura e senza troppi aggeggi elettronici. «Benedetta fatica», scrive.
Il fenomeno Don Matteo, fiction di grande successo giunta all’undicesima edizione, viene spiegato da Mario Ruggeri l’head writer della serie, cioè il coordinatore del team di soggettisti che dà vita al detective dell’anima più famoso in Tv. Ma non tutti i preti in Tv e al cinema fanno la bella figura del prete che risolve i gialli a Spoleto, a parte pochi esempi, scrive Mario Iannaccone, di solito la figura del prete viene resa in modo caricaturale e negativo.
Come sempre ci sono le pagine di storia, filosofia e di apologetica. Non mancano le rubriche, a partire da quelle storiche, “Vivaio”, di Vittorio Messori, che questo mese offre ai lettori la seconda parte di un sogno che ha fatto irruzione nella sua vita recente. Poi “La versione di Barra”, del fondatore della rivista Gianpaolo Barra, “Il Kattolico” di Rino Cammilleri, e “Don Camillo sul crinale” di Lorenzo Bertocchi, in cui la tranquilla vita del crinale viene sconquassata dall’arrivo di una fashion blogger. La “Matita blu”, affidata a Luisella Scrosati, si occupa del filosofo Massimo Cacciari e le “Parole proibite” di Andrea Zambrano mettono a tema la parola “tradizione”.
Sommario
3 Editoriale Lorenzo Bertocchi
6 In bacheca
7 Timonieri
8 Chiesa
9 Rassegna stampa
10 Quelli che… hanno scelto l’Opzione AA. VV.
10 Tipi loschi e Casa Betlemme Raffaella Frullone
12 Domus e Familiaris consortio Andrea Zambrano
14 Cometa e Comunità Figli di Dio Ermes Dovico
16 Una regola di vita Luisella Scrosati
18 Primo passo verso il Cielo Costanza Miriano
20 Autopsia sui santi Marco Respinti
23 Asia Bibi - A morte per un po' d'acqua Marta Petrosillo
26 Le crociate di Ungheria Rino Cammilleri
28 Pillole di apologetica Gianpaolo Barra
41 Cadono gli imperi Vincenzo Sansonetti
44 Il confessionale di san Carlo Andrea Cionci
46 Gli effetti delle nozze gay Tommaso Scandroglio
48 Vivere la volontà di Dio - Luisa Piccarreta Francesca Pannuti
50 Mons. Alessandro Maggiolini Daniele Premoli
52 Conformismo a ritmo rap Luigi Piras
54 Parole proibite Andrea Zambrano
55 Verità e democrazia Giacomo Samek Lodovici
58 Biblioteca Vincenzo Sansonetti
59 Gli Incredibili 2 Armando Fumagalli
60 In ginocchio davanti a Dio Aurelio Porfiri
61 Catechismo Stefano Biavaschi
61 Il Magistero Claudio Crescimanno
62 Don Camillo sul crinale - Prediche corte Lorenzo Bertocchi
63 Casta meretrix, ma non troppo Andrea Zambrano
Dossier
Ci stanno rubando l’anima AA. VV.
Lo strapotere digitale Benedetta Frigerio
Trasformazione tecno-liquida in atto
Politica e educazione devono porsi il problema Lorenzo Bertocchi
Aggrappati al reale Vincente Nagle
Non cadere in trappola Padre Serafino Tognetti
Pur se interrotto dalla vittoria del centro-destra alle elezioni comunali dello scorso aprile, il ciclo riformatore delle giunte Rutelli e Veltroni ha saputo restituire a Roma, negli ultimi quindici anni, un prestigio da vera capitale e ha lasciato in alcuni campi, come quello della cultura, un bilancio largamente positivo, un "capitale" da difendere e sviluppare. Questo perché, senza più cadere nella trappola della contrapposizione tra "effimero" e "permanente", le giunte di centro-sinistra sono riuscite a promuovere una grande stagione culturale, ma soprattutto a realizzare quegli spazi e quelle strutture di cui la città aveva bisogno. Il volume analizza a fondo per la prima volta il segreto di questo successo, le strategie che lo hanno ispirato, le scelte che lo hanno orientato, descrivendo punto per punto le novità che l'hanno reso possibile: l'Auditorium di Renzo Piano, la rivoluzione nella gestione dei musei, la creazione di un nuovo sistema espositivo, la rinascita delle biblioteche, il sistema delle "case" (delle letterature, del cinema, del jazz, dei teatri, della memoria). E ancora: la film commission, la riapertura delle sale cinematografiche, i teatri di cintura. Tutto questo grazie anche a un diverso rapporto tra pubblico e privato, che è andato ben oltre le norme pur innovative introdotte in precedenza dalla legge Ronchey. Queste iniziative hanno suscitato il consenso dei romani e dei turisti, dimostrando che la cultura può rivelarsi un volano di crescita economica.
Con la verve e l'ironia che lo contraddistinguono Diego Abatantuono si racconta, ripercorrendo aneddoti, storie d'amore e di amicizia dietro le quinte dei suoi film, dove i sapori della cucina sono il filo rosso che unisce tutti i ricordi. In ogni capitolo, dedicato a un film o all'incontro con un attore o regista, vengono narrati episodi e vicende legati a quel momento e sempre "conditi" dai cibi assaporati; di alcuni dei piatti citati viene poi ricostruita e proposta la ricetta vera e propria. Così dal baule dei ricordi escono una mitica cena organizzata da Ugo Tognazzi, una festa mancata alla fine delle riprese di Mediterraneo, le esperienze gastronomiche con Paolo Villaggio, il pane e cicoria mangiato con Depardieu, ma anche i ricordi di Diego bambino, quando andava con il nonno Paolo e il papà Matteo a spasso per cinema e osterie. Ne risulta un Abatantuono inconsueto, accompagnato da fotografie in gran parte inedite che restituiscono l'atmosfera e il profumo delle storie narrate: un viaggio nella memoria dove cinema, cucina, amori, amicizia sono indissolubilmente legati tra loro con allegria e leggerezza.
C'è un incontro quotidiano che scandisce e rende più bella la nostra vita, che ci sa sorprendere creando connessioni inattese e meravigliose. L'incontro con il cibo. E anche il destino del protagonista di questo libro è intrecciato con le pietanze "saporitòse" di cui si nutre, dalla nascita in Calabria alla maturità nel Nord. Il cibo è identità e qui diventa motore del racconto: un'appassionata storia di formazione attraverso i sapori e le fragranze che rinsaldano il legame con le origini, accompagnano il distacco dalla propria terra, annunciano il brivido dell'ignoto. Ecco dunque le tredici cose buone del Natale, i piatti preparati con giorni di anticipo, che lasciavano intuire all'autore bambino il ritorno imminente del padre dalla Germania. E poi, nell'adolescenza, nuovi appetiti che troveranno soddisfazione nella letteratura: libri prelibati che trasformano l'autore in un lettore onnivoro. Quando toccherà a lui abbandonare il paese per un impiego in Germania, dove incontrerà la donna della sua vita e poi con lei deciderà di stabilirsi in Trentino - a metà strada tra i loro mondi d'origine -, sarà ancora un piatto a celebrare la nuova vita: la polenta con la 'nduja, sintesi perfetta di Nord e Sud. Carmine Abate racconta il legame con la terra - la fatica che comporta, ma pure le dolcezze, l'incanto - e poi gli affetti, i sogni e i successi di chi sperimenta luoghi e sapori lontani, scegliendo di vivere, sempre, per addizione.
La biografia del giudice Rosario Livatino, ucciso in un agguato mafioso nel 1990, con la postfazione dell'Arcivesco di Agrigento, mons. Montenegro.
Ave propone la ristampa della biografia del giudice Rosario Livatino, ucciso in un agguato mafioso nel 1990 mentre si recava ad Agrigento per assolvere al suo delicato incarico di giudice a latere. Il 9 maggio 2021 è la data scelta da papa Francesco per la beatificazione del giudice ragazzino. Dichiarato martire in odium fidei lo scorso 22 dicembre, di Livatino il cardinal Montenegro – che ha curato la postfazione del libro Ave – ha detto: «Sarà il primo magistrato laico, impegnato in prima fila nella lotta alla mafia, a essere proclamato Beato e Martire». La data scelta per la beatificazione è fortemente simbolica: chi non ricorda il grido di condanna di Giovanni Paolo II contro la mafia, nella Valle dei Templi, il 9 maggio 1993?
Chi non ha mai sentito parlare del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990, sulla SS 640, mentre si stava recando ad Agrigento per assolvere al suo delicato incarico di giudice a latere all'interno del Tribunale del capoluogo agrigentino? Una vicenda drammatica e commovente, narrata con dignità a garbo da chi ha conosciuto da vicino il "piccolo giudice": la sua insegnante di lettere al liceo. Il piccolo giudice è oggi rieditato in una nuova edizione, che si pregia della postfazione dell'Arcivesco di Agrigento, mons. Montenegro.
Sei scrittori sardi hanno pensato di riunirsi, mettere a disposizione quello che sanno fare per offrire il loro contributo riconoscente alla causa degli alluvionati in Sardegna. Chi compra questa antologia aiuterà la comunità di Bitti, un paese letteralmente collassato in più punti, che ha subito gravi danni strutturali. Contributi di Francesco Abate, Alessandro De Roma, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu, Michela Murgia, Paola Soriga.
Il libro fornisce al lettore un approfondimento teorico-pratico riguardante la valutazione del danno non patrimoniale di natura psichica ed esistenziale. Si tratta di un lavoro che affronta gli aspetti basilari e critici del settore, offrendo al professionista psico-forense una guida da un punto di vista scientifico, normativo e delle buone prassi. Il lavoro è un buon punto di riferimento per chi approccia la tematica per la prima volta, come gli studenti di psicologia e di medicina, ma può fornire un valido contributo anche per l'aggiornamento professionale di psicologi, psichiatri e medici legali che già lavorano nel settore. Il testo individua con attenzione il procedimento complessivo che il professionista psicologo forense deve seguire per rispondere in prima persona ai quesiti del magistrato e alle istanze delle parti coinvolte nella controversia giudiziaria. Partendo dalla definizione di danno psichico ed esistenziale e dall'inquadramento giuridico dello stesso, il contributo approfondisce in modo specifico alcune criticità legate al nesso di causalità, ad un'attenta procedura per la valutazione psicodiagnostica, agli aspetti legati alla simulazione, approfondendo in particolare la rilevazione della "disfunzione neurocognitiva simulata". L'attenzione è incentrata inoltre sui metodi più comuni utilizzati per la valutazione ed il calcolo del danno psichico ed esistenziale e vengono presentati i quesiti peritali più frequenti nella prassi consulenziale. Il manuale si chiude proponendo alcuni modelli per la stesura della relazione peritale.
Si spengono le luci.
È il momento di andare in scena.
Sì, questo è il mio mondo.
E quando l’ho capito è stato per sempre.
Eleonora Abbagnato sembra un angelo e nasconde su di sé un angelo: il tatuaggio che si è fatta a suggello di una grande storia d’amore. Un angelo la saluta tutte le mattine dalla cupola del Sacré-Coeur, a Parigi; una collezione di angioletti affolla il suo salotto; angeli d’oro la osservano dal soffitto mentre si allena prima di andare in scena all’Opéra, dove è prima ballerina: l’ultima tappa di un percorso in punta di piedi cominciato quando ancora piccolissima, a Palermo, frequenta la scuola di ballo sopra il negozio di sua madre. La piccola sala col parquet scricchiolante ha quell’odore di pece, l’odore inconfondibile che ritroverà nei grandi teatri del mondo. Ostinata, ribelle, decisa, Eleonora brucia le tappe e vince concorsi. A dodici anni il grande salto, la scuola di Montecarlo; il primo spettacolo importante, la Bella Addormentata di Roland Petit; poi la scuola di Cannes e, finalmente, Parigi. All’inizio all’Opéra è durissima: le ragazzine francesi sono tutte bellissime e bravissime. Ma ancora una volta la sua determinazione vince, riesce a zittire anche la nostalgia di casa. Eleonora cresce, affronta esami, entra nel corpo di ballo del teatro, lavora con grandi coreografi, diventa prima ballerina. L’angelo è arrivato in vetta, la danseuse nota in tutto il mondo conosce altri artisti come Claudio Baglioni ed Eros Ramazzotti, entra nel mondo della moda e dello spettacolo, si innamora.
Spontanea, ironica, intensa, in queste pagine Eleonora Abbagnato ci racconta la sua vita di ieri e di oggi, un percorso straordinario, costruito con passione e perseveranza, che l’ha portata proprio dove voleva essere.