
"Questo manifesto culturale, creato dai giovani per la società del futuro, raccoglie sessanta testimonianze che mi auguro possano aiutare chiunque si trovi in un. Periodo di impasse a ritrovare la bussola interiore riuscendo a essere scintilla di un cambiamento" (G. Caccamo).
Questa è la storia di Matteo, che a trentatré anni ha perso la memoria. "Amnesia retrograda globale" è stata la diagnosi. Praticamente è nato una seconda volta, e come un bambino ha iniziato a guardare il mondo con occhi nuovi, a scoprire ogni giorno una piccola cosa della vita: il sapore del tiramisù di sua mamma, il piacere di farsi una doccia, di andare in giro senza una meta e di tornare a casa dopo un lungo viaggio. Con sguardo vergine ha rivisto Roma e il mare, ha riletto il suo libro preferito, ha rifatto l'amore per la prima volta. Ha osservato come un extraterrestre piombato per caso sulla Terra le piccole grandi assurdità che ci circondano, le tante complicazioni inutili che ci appesantiscono la vita. Ha sperimentato la paura, la vertigine di non avere un passato, ma anche il privilegio dello stupore continuo, della meraviglia quotidiana. Questo libro è il diario della sua riscoperta del mondo. Giorno dopo giorno, emozione dopo emozione, sorpresa dopo sorpresa. "Amnesia" è anche una trasmissione di Radio Due, diventata un culto per migliaia di ascoltatori. Perché poter ricominciare tutto da capo è un sogno a cui è difficile resistere, nel quale è troppo affascinante calarsi.
La psicolinguistica si è ormai solidamente affermata come settore di punta della psicologia. Questo volume illustra le teorie che negli ultimi decenni hanno spiegato il ruolo il ruolo del linguaggio all'interno dei sistemi di comunicazione, il modo in cui esso viene compreso e utilizzato tanto nei discorsi quotidiani quanto nella lettura e nella scrittura, le principali patologie che ne possono alterare l'elaborazione, il confine fra ciò che rende il linguaggio attributo specifico degli esseri umani e ciò che invece lo accomuna agli strumenti di comunicazione usati da altri sistemi o specie viventi. Il testo si rivolge a studenti di Psicologia, Lettere e filosofia, Scienze della Formazione, Scienze della Comunicazione e ai professionisti.
"L'uomo senza qualità" di Robert Musil riflette l'uomo contemporaneo, per cui il mondo di ieri, con le sue illusioni di armonia, di compiutezza, con le sue pretese di esattezza da ricercare in ogni campo, è finito per sempre. Vie di uscita non ve ne sono, vie soltanto, che dovremo costruire mentre si va, si cerca. Vi sono poche opere universali che in figure e situazioni storicamente concrete sanno esprimere lo spirito di un'epoca, la 'ragione' dei suoi drammi e della sua catastrofe, con la massima obbiettività, il più lucido disincanto e insieme la partecipazione più coinvolgente e sofferta. Opere che compiono il «miracolo» della trasformazione del 'pathos' in conoscenza, e della conoscenza più esatta e anche spietata della realtà che rappresentano in autentica 'saggezza' intorno alle insuperabili contraddizioni e aporie della nostra esistenza, saggezza che trascende ogni limite di tempo e cultura. "L'uomo senza qualità" è una di queste. L'uomo contemporaneo abita il «cielo dei casi», di cui canta lo Zarathustra di Nietzsche, ma le sue conoscenze statistico-probabilistiche gli consentono di affrontarlo pur sempre armato di relative certezze. Il mondo di ieri, con le sue illusioni di armonia, di compiutezza, con le sue pretese di esattezza da ricercare in ogni campo, è finito per sempre - ma guai a lasciarsi infatuare da ideologie, vuoti profetismi, promesse salvifiche. Vie di uscita non ve ne sono, vie soltanto, che dovremo costruire mentre si va, si cerca. La mèta non è determinabile, epperò occorre tenere lo sguardo ben lucido per cogliere tutto ciò che durante il viaggio ci viene incontro e contro. E il romanzo è una straripante piena di indimenticabili incontri. La mèta è forse almeno indicabile? Possiamo farne segno? Il suo segno è quel "Viaggio in Paradiso" in cui avrebbe dovuto compiersi il grande romanzo? La rinuncia a ogni dialettica conciliativa, a ogni ben fondata sovranità politica, a ogni immutabile Legge, non è rinuncia all'"impossibile possibilità" di quell'esperienza che, nell'istante di una "incommensurabile chiarezza", accorda il mondo dell'esattezza probabilistico-statistica al sentimento che ci rende partecipi di ciò che amiamo come lo abitassimo all'interno. Il matematico Ulrich, l'uomo senza qualità, si volge a quella Chiarezza e la ama, tanto più intensamente quanto più, «con rigore», ne riconosce l'inafferrabilità.
Riflessione filosofica, esperienza politica e cultura estetica si intrecciano anche in questo libro di Cacciari sulla storia della città. Dalla pólis greca alla civitas romana, dalla città europea alla metropoli e alla odierna postmetropoli: uno sguardo appassionato e insieme disincantato, una difficile lezione della storia da cui trarre qualche saggio consiglio per il futuro prossimo. La città è sottoposta a domande contraddittorie. Voler superare tale contraddittorietà è cattiva utopia. Occorre darle forma. La città è il perenne esperimento per dare forma alla contraddizione.
Profezia e utopia, due categorie fondanti dello sviluppo dell'Occidente moderno. La tensione dialettica che le ha caratterizzate nel corso dei secoli e il dualismo istituzionale che si è creato tra potere religioso e potere politico hanno permesso all'Occidente la conquista delle sue libertà, dallo stato di diritto alla stessa democrazia. Oggi, sbiadito ormai ogni progetto utopico, il declino dell'Europa non può essere letto solo come corruzione delle regole e delle istituzioni, ma come conseguenza di una crisi di civiltà.
Profezia e utopia, due categorie fondanti dello sviluppo dell’Occidente moderno. La tensione dialettica che le ha caratterizzate nel corso dei secoli e il dualismo istituzionale che si è creato tra potere religioso e potere politico hanno permesso all’Occidente la conquista delle sue libertà, dallo stato di diritto alla stessa democrazia. Oggi, sbiadito ormai ogni progetto utopico, il declino dell’Europa non può essere letto solo come corruzione delle regole e delle istituzioni, ma come conseguenza di una crisi di civiltà.
Come si è evoluto il romanesco? Quali sono i termini e i modi di dire entrati ormai di diritto in questo colorito dialetto e sconosciuti ai romani di qualche decennio fa? Prova a rivelarcelo questo ironico dizionario, che a ogni lettera dell'alfabeto fa corrispondere parole o espressioni propriamente romanesche. Spiegando il loro significato in italiano e raccontandole poi attraverso un aneddoto o una piccola storia, vera o inventata. Da "a faciolo" a "bella pe' te", da "stare a rota" a "zoro", ecco a voi il libro per scoprire, attraverso la sua lingua, qualcosa in più sulla Città Eterna.
Racconto e testimonianza diretta di don Stefano Nastasi, parroco dal 2007 al 2013 a Lampedusa. Don Stefano narra le vicende i cui vertici sono segnati dal primo viaggio apostolico di papa Francesco, l'8 luglio 2013, e dal tristissimo naufragio del 3 ottobre. La nuda umanità e i volti delle persone segnati dalla migrazione che incontrano l'accoglienza e la generosità degli abitanti dell'isola. Non può essere assente una lettura teologica del fenomeno migratorio e sulla significativa categoria dei "segni dei tempi" grazie all'intervento del teologo Alfonso Cacciatore. Si ritiene la migrazione sociologicamente come marca del tempo (lettura laica del fenomeno), teologicamente come innesto di Vangelo nella storia (lettura credente). La postfazione è del card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento dal 2008 al 2021, il quale, sensibile al grido dei poveri, degli ultimi e degli esclusi, rilegge, nel cono di luce del racconto dei discepoli di Emmaus, biblicamente e sapienzialmente il fenomeno della migrazione. Il volume è una chiara contestazione all'atteggiamento securitario prevalente in una parte della politica e dei suoi leaders, e dell'opinione pubblica a questi fidelizzata, che vede nella migrazione e nei migranti un aggravio di problemi e costi per l'Europa e l'Italia.