
Attraverso più di 450 prime pagine del più popolare tra i quotidiani italiani questo volume ripercorre oltre 100 anni di storia dello sport e fornisce una testimonianza dell'evoluzione sociale e culturale del nostro Paese. Gli avvenimenti più importanti che hanno accompagnato la nostra vita, le coppe, le sfide, le sconfitte, le volate, le medaglie, i calci d'angolo, le squadre e gli atleti si scolpiscono nella memoria attraverso un'ampia scelta di pagine "storiche". Un repertorio che offre a tutti il racconto dello spettacolo sportivo attraverso un elemento che è nella natura stessa della Gazzetta e dei suoi lettori: l'emozione, il senso forte della partecipazione. Introduzione di Andrea Monti.
Pellegrino Artusi è il guru della cucina italiana. È il capostipite dei moderni food bloggers e dell'esercito di cuochi, ristoratori, food designers che ogni giorno ci dispensa la propria visione dell'arte di mangiar bene. Artusi ha oltre settant'anni quando si lancia nell'avventura: stilare un manuale che raccolga ricette da tutta Italia, per creare un canone del gusto italiano. Lo fa anticipando di un secolo le moderne tecniche di marketing editoriale, inventando un originalissimo modello di produzione letteraria «interattiva»: corrispondenti da tutt'Italia gli inviano le ricette, lui le sperimenta nella sua cucina e solo quando è pienamente soddisfatto le pubblica. Il suo manuale "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" ha un enorme successo tra i lettori e le edizioni si susseguono con grande rapidità. Ma chi era veramente Pellegrino Artusi? Nel 1902 Artusi, fresco di successo editoriale, decide di donarci la storia della sua vita, trascorsa fra Forlimpopoli e Firenze, affastellando ricordi in cui emergono la cifra moderata del suo carattere e tutti i vezzi dell'epoca, si susseguono eventi minimi e massimi, commedie e tragedie. Artusi narra della sua famiglia, dei suoi maestri e della sua formazione a spasso per l'Italia, dell'amore per le donne, di personaggi bizzarri, di successi e attività commerciali con la stessa leggerezza e meticolosità con cui, da anni, racconta le ricette d'Italia. Questa «autobiografia del padre della cucina italiana» è completata da un saggio di Alberto Abruzzese e Andrea Pollarini in cui si ricostruisce il panorama umano e storico che fa da sfondo alle vicende narrate da Artusi, si recuperano carteggi e testi sepolti dalla polvere del tempo e dell'indifferenza, e si rivela la settecentonovantunesima ricetta sfuggita a "La scienza in cucina". Le pagine di "Tutto vi dono" sono il ritratto intimo e preciso dell'uomo che amava «il bene e il bello ovunque si trovino», l'uomo che ha fatto l'Italia passando dalla cucina.
La Rete sta cambiando il nostro cervello e la nostra mente: ci stiamo impoverendo nell'ineluttabile passaggio dall'homo analogicus all'Homo digitalis... O almeno questo è quanto vogliono farci credere alcuni guru autonominati. Gli autori non sono affatto d'accordo. I nostri principi comunicativi e cognitivi restano gli stessi. Nel mondo dell'always on quello che vogliamo è comunicare con chi ha i nostri stessi interessi. Conoscere è potere: ma per poter conoscere occorre prima imparare a trovare le cose davvero importanti. Questo libro offre gli strumenti per capire come sfuggire ai cacciatori di attenzione che sono i predatori dell'era tecnologica.
La relazione tra governanti e governati un ruolo fondamentale nella rifondazione delle nostre democrazie. Il dibattito sulla riforma della legge elettorale e il crescente sentimento di disaffezione dell'opinione pubblica verso la politica conferiscono nuova attualità alla riflessione in corso da anni sui fondamenti della democrazia e sulle sue caratteristiche di rappresentatività e partecipazione. In tale dibattito ritorna spesso il concetto dell'accountability che regola la relazione tra governanti e governati, fondata sui meccanismi di domanda, giustificazione e controllo, che rendano più agibile la partecipazione politica. Si tratta di uno strumento che può giocare un ruolo fondamentale nella rifondazione delle nostre democrazie. Nel presente studio gli autori spiegano il concetto di accountability, ne indagano le origini, le evoluzioni nella storia e, infine, ne individuano le possibili applicazioni nel contesto contemporaneo.
"Siena, 6 marzo 2013: il manager della Banca Monte dei Paschi David Rossi muore. Si è suicidato gettandosi dalla finestra del suo ufficio al terzo piano di Rocca Salimbeni? O è stato ucciso, come la famiglia e alcuni giornalisti affermano? La Magistratura, con tre giudici terzi, è stata chiarissima: si tratta di suicidio. La tesi dell'omicidio, invece, sembra creata ad arte per il copione di un giallo che non ha riscontri reali, studiato per solleticare la curiosità di un pubblico che fa audience ed è attratto in modo irresistibile dalla cronaca nera. L'autore, pagina dopo pagina, documenta senza ombra di dubbio che si tratta di un suicidio, anzi di un suicidio ampiamente preannunciato dalla vittima. L'ipotesi dell'omicidio si scioglie così, come neve al sole, si sgretola come argilla sotto l'effetto dirompente della documentazione inedita, che l'autore per la prima volta fa conoscere al grande pubblico. Dopo la lettura di questo libro - ne siamo certi - rimarrà al lettore solo la convinzione che David Rossi, nel momento più terribile della sua esistenza, ha deciso di togliersi la vita; e un grande senso di compassione per un uomo schiacciato dal peso insostenibile di una vicenda, quella del Monte dei Paschi, che ha cambiato per sempre Siena e il suo popolo."
Che cosa è accaduto a Comunione e liberazione? Il movimento, fondato negli anni Cinquanta con un approccio rivoluzionario da don Luigi Giussani, è rimasto fedele a sé stesso? Mentre crollavano i muri e cambiava la Chiesa, Cl ha continuato a dare forza alla sua presenza. Anche politica. Sino a diventare, essa stessa, un pezzo di potere. Rischiando così di intaccare il suo codice di educazione alla fede. Come se contassero di più gli applausi del Meeting ad Andreotti, a Berlusconi o a Formigoni, rispetto all'azione stessa della Fraternità. Di questo rischio si era avveduto quasi profeticamente Giussani. E su questo fronte si è impegnato il suo primo successore: don Julián Carrón. Un biblista pescato direttamente in Spagna dal prete di Desio. Ossia al di fuori della cerchia degli italiani. Ci voleva un teologo dell'Estremadura per portare la rivoluzione: basta collateralismi e assist al centrodestra. No ai Family day e alle piazze divisive. Un cambiamento che ha prodotto tensioni nella pancia di Cl, in particolar modo con la famosa lettera su Roberto Formigoni, in cui Carrón chiede perdono a nome del movimento. Ora il sacerdote che ha guidato la Fraternità dal 2005 al 2021 si tiene in disparte. Le sue dimissioni sono arrivate dopo il commissariamento da parte del Vaticano dei Memores domini e le nuove regole sulla governance dei movimenti. Il timone è passato a Davide Prosperi, professore dell'Università Bicocca di Milano, che si ritrova a gestire un'eredità difficile. Restano però gli interrogativi. Un cristiano impegnato ha bisogno del potere? Bisogna aggrapparsi alla legge per proteggere i valori? Come comportarsi di fronte alle chiese vuote o alla richiesta di maggiori diritti da parte degli omosessuali? Di fronte al gender o all'eutanasia? È appena iniziata una terza vita del movimento, raccontata in questo libro attraverso la voce e gli scritti dei protagonisti.
Oggi l'Asia ci sfida con le sue culture, le sue religioni, le sue sproporzioni, con la sua forte potenza economica in mezzo a molta povertà. Nel tracciare un grande affresco di luci e ombre di quello che è stato definito il "secolo asiatico", il volume pubblicato in occasione dell'anniversario dalla fondazione dell'Agenzia giornalistica AsiaNews ripercorre le tappe attraverso cui le pagine web di AsiaNews sono divenute sempre più una fonte indispensabile di informazione sulla vita sociale, politica, economica e religiosa in Asia. Con il messaggio di Papa Francesco ad AsiaNews.
"Oltre il terrorismo, oltre la paura, oltre le prime pagine dei giornali e lo 'scontro di civiltà', c'è una cosa che non viene mai abbastanza sottolineata: ciò che oggi sta avvenendo nell'islam è un conflitto interno fra musulmani, non una guerra fra islam e Occidente. L'Occidente è la vittima di una rivalità che infuria nell'islam su chi scriverà il prossimo capitolo della sua storia." Dall'ascesa di Maometto nell'Arabia del VI secolo alla violenza fondamentalista, e attraverso i traumi della decolonizzazione, Reza Aslan contrappone all'idea superficiale di uno scontro di civiltà una profonda ed eccitante esplorazione dei millecinquecento anni di conflitto all'interno della civiltà islamica, per arrivare a comprendere in che modo la guerra al terrorismo sta alterando gli equilibri di potere in Medio oriente e nel mondo intero. Con un occhio alla fede e uno alla storia, animando un secolo dopo l'altro attraverso una narrazione vivida e ricca di risonanze, risponde agli interrogativi più pressanti: qual è l'essenza dell'islam? E una religione di pace o di guerra? Che cosa ha in comune Allah con il Dio degli ebrei e con quello dei cristiani? È possibile che uno Stato islamico annoveri la democrazia, il pluralismo e i diritti umani tra i suoi valori fondanti? Il mondo musulmano sta oggi vivendo una fase di transizione di cui è fondamentale comprendere il significato, perché "come le riforme del passato sarà un evento terrificante, un evento che ha già iniziato a travolgere il mondo".
Nel libro "Fuori dall'Occidente ovvero Ragionamento sull'Apocalissi" del 1992 Alberto Asor Rosa sottolineava come, a seguito della Guerra del Golfo, l'Occidente avesse sigillato in modo cruento e definitivo l'omologazione di tutto il pianeta a un unico sistema di valori. Questo libro, che raccoglie "Fuori dall'Occidente" nonché nuovi capitoli sulle guerre balcaniche e sulla recente offensiva contro l'Afghanistan, verte non tanto sulla guerra quanto sugli effetti che essa è destinata a produrre sui modi di essere, pensare, sentire e comunicare nel mondo occidentale.
Dopo la grande impresa della "Letteratura italiana", apparsa fra il 1982 e il 2000 in 16 volumi, e dopo la "Storia europea della letteratura italiana" (apparsa presso Einaudi nel 2009 in tre volumi), la quale segnava per la prima volta il carattere compiutamente europeo della nostra letteratura, con la "Breve storia della letteratura italiana" Alberto Asor Rosa chiude il cerchio, fornendo al lettore un quadro al tempo stesso sintetico ed esaustivo della nostra fenomenologia letteraria. Ancora una volta, il noto critico e storico, sulla scorta di una magistrale conoscenza dei testi affinata negli anni, mette al centro della narrazione i due grandi protagonisti di ogni letteratura di ogni tempo, gli Autori e le Opere, ricollegandoli a quadri storici chiari e ben definiti. La divisione della Breve storia in due volumi, "L'Italia dei Comuni e degli Stati" e "L'Italia della Nazione", àncora la narrazione non solo a due fasi storiche profondamente diverse ma anche a due logiche della produzione intellettuale, culturale e letteraria ispirate a valori, principi e scelte umane di tutt'altra natura, e costituisce perciò anch'essa un ulteriore motivo di chiarezza.
Dopo la grande impresa della "Letteratura italiana", apparsa fra il 1982 e il 2000 in 16 volumi, e dopo la "Storia europea della letteratura italiana" (apparsa presso Einaudi nel 2009 in tre volumi), la quale segnava per la prima volta il carattere compiutamente europeo della nostra letteratura, con la "Breve storia della letteratura italiana" Alberto Asor Rosa chiude il cerchio, fornendo al lettore un quadro al tempo stesso sintetico ed esaustivo della nostra fenomenologia letteraria. Ancora una volta, il noto critico e storico, sulla scorta di una magistrale conoscenza dei testi affinata negli anni, mette al centro della narrazione i due grandi protagonisti di ogni letteratura di ogni tempo, gli Autori e le Opere, ricollegandoli a quadri storici chiari e ben definiti. La divisione della Breve storia in due volumi, "L'Italia dei Comuni e degli Stati" e "L'Italia della Nazione", àncora la narrazione non solo a due fasi storiche profondamente diverse ma anche a due logiche della produzione intellettuale, culturale e letteraria ispirate a valori, principi e scelte umane di tutt'altra natura, e costituisce perciò anch'essa un ulteriore motivo di chiarezza.
In "Scrittori e popolo" Asor Rosa ricostruiva il quadro storico dello sviluppo del tema populista nella letteratura italiana del Novecento, demistificando alcuni dei "luoghi comuni" di quella cultura, riassumibili nella valorizzazione mitica del "popolo" da un punto di vista piccolo-borghese, una peculiarità dei gruppi intellettuali italiani ereditata dall'Ottocento. Oggi molti aspetti delle vecchie stratificazioni sociali sono andati perduti, le élite intellettuali hanno perso il loro ruolo egemonico e al "popolo" si è sostituita la "massa". Sono di conseguenza cambiate le strutture primarie del sapere, della conoscenza e della creazione artistica e letteraria. L'ampia generazione di scrittori nati dopo il 1960 ha per lo più smesso di dialogare con la tradizione, rinchiudendosi in un atomismo individualistico. A questo paesaggio magmatico, l'autore cerca di dare ordine ed espressione in "Scrittori e massa". Rimanendo fedele a un metodo critico sempre attento all'individuazione di temi, linguaggi e forme, Asor Rosa isola ciò che non c'è più e ciò che è profondamente mutato, rintracciandolo nelle narrazioni di quegli scrittori che ancora vogliono e sanno raccontare il disagio del nostro tempo senza storia e identità.