
È la prima volta che si dice ufficialmente che un politico è "al servizio di Cosa Nostra". Una sentenza talmente grave che avrebbe dovuto sconvolgere l'intero quadro politico. E quello finanziario. Avrebbe dovuto far reagire qualcuno. È successo il contrario. Molti hanno rinnovato la fiducia a Dell'Utri, a cominciare dal suo partito (Forza Italia) e dal presidente del Consiglio. Un processo di cui si sa poco o nulla, che racconta trent'anni di rapporti tra mafia e politica: vale allora la pena presentare questo documento perché tutti gli italiani sappiano e possano reagire all'assuefazione e alla disinformazione. A futura memoria e per il nostro presente.
Una biografia completa di Amintore Fanfani ricostruita grazie a documenti rinvenuti presso l'Archivio Storico dell'Università Cattolica di Milano. Dall'esilio volontario in Svizzera al rapporto con Dossetti, La Pira e Lazzati, dal piano casa alla riforma agraria. Un volume per conoscere meglio un uomo che ha voluto attuare il credo cristiano all'interno della politica.
Docente di Storia dell'economia all'Università Cattolica di Milano, Amintore Fanfani ha dedicato il primo periodo della sua vita agli studi, impegnandosi - come dimostrano gli scritti qui pubblicati - nella elaborazione di un modello di società aperta, incentrato sui valori di libertà e di giustizia, ai quali ha ispirato nel dopoguerra la propria attività politica. Intellettuale raffinato e insieme uomo di azione, ha saputo dare concretezza al progetto ideale attraverso scelte operative coerenti e adeguate nei vari settori della vita pubblica. Al di là dei meriti acquisiti come uomo di governo e di partito, Fanfani merita di essere ricordato per il grande rigore morale, esempio di quella "buona politica" di cui si avverte oggi in modo particolare l'esigenza.
Fra le tragedie shakespeariane, "Amleto" è una delle più misteriose e ambigue; per intenderne il senso, sostiene Carl Schmitt in questo piccolo saggio magistrale, occorre far riferimento a un nucleo di eventi storici di cui Shakespeare fu spettatore, in particolare alla vicenda di Maria Stuarda e di Giacomo I, successore di Elisabetta I al trono d'Inghilterra. Ma a Schmitt non interessa tanto identificare questi con i personaggi di Amleto e della madre Gertrude, quanto vedere come la politica lasci la propria impronta sulle più alte manifestazioni espressive di un'epoca: il genio di Shakespeare sta nell'aver riconosciuto l'elemento politicamente tragico del suo tempo (il destino degli Stuart e la nascita dello Stato moderno) e nell'averne conservato, all'interno del dramma, l'essenza concreta e vitale. Presentazione di Carlo Galli.
Completata nel suo ultimo mese di vita, l'autobiografia di Paul Feyerabend è l'autoritratto di uno dei più originali ed influenti intellettuali della fine del millennio, senza del quale la comprensione "moderna" della scienza sarebbe impossibile. Raramente un uomo di tale statura filosofica ha raccontato la propria vita in modo così onesto, tenero, gioioso. Paul K. Feyerabend (Vienna 1924 - Genolier 1994) ha insegnato Filosofia e Filosofia della scienza in numerose università europee e statunitensi.
Perché l'Italia è precipitata nella crisi peggiore degli ultimi trent'anni? La colpa è della Germania, dell'austerity imposta dall'Europa, della moneta unica? O della mediocrità della classe dirigente? Esiste una via d'uscita, una ricetta per rifare il Paese? Per rispondere a queste domande, Alan Friedman, forse il giornalista straniero che conosce meglio la realtà italiana, parte da quegli anni Ottanta in cui l'Italia era la "quinta potenza economica del mondo" e pareva avviata verso una vera modernizzazione per arrivare fino alle drammatiche vicende degli ultimi anni. Attraverso conversazioni con i protagonisti dell'economia e della politica, da cinque ex presidenti del Consiglio (Giuliano Amato, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema, Mario Monti) a Matteo Renzi, Friedman fa luce su retroscena che nessuno ha finora raccontato. Il racconto delle vicende politiche degli ultimi anni assume una nuova luce, rivelando ciò che spesso è stato omesso o taciuto. E si combina con un ambizioso e sorprendente programma in dieci punti per rimettere il Paese sul binario della crescita e dell'occupazione. Il tempo delle mezze misure è finito, e Friedman, in questo libro coraggioso, offre una ricetta di riforme di vasta portata.
Perché l'Italia è precipitata nella crisi peggiore degli ultimi trent'anni? La colpa è della Germania, dell'austerity imposta dall'Europa, della moneta unica? O della mediocrità della classe dirigente? Esiste una via d'uscita, una ricetta per rifare il Paese? Per rispondere a queste domande, Alan Friedman, forse il giornalista straniero che conosce meglio la realtà italiana, parte da quegli anni Ottanta in cui l'Italia era la "quinta potenza economica del mondo" e pareva avviata verso una vera modernizzazione per arrivare fino alle drammatiche vicende degli ultimi anni. Attraverso conversazioni con i protagonisti dell'economia e della politica, da cinque ex presidenti del Consiglio (Giuliano Amato, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema, Mario Monti) a Matteo Renzi, Friedman fa luce su retroscena che nessuno ha finora raccontato. Il racconto delle vicende politiche degli ultimi anni assume una nuova luce, rivelando ciò che spesso è stato omesso o taciuto. E si combina con un ambizioso e sorprendente programma in dieci punti per rimettere il Paese sul binario della crescita e dell'occupazione. Il tempo delle mezze misure è finito, e Friedman, in questo libro coraggioso, offre una ricetta di riforme di vasta portata.
La pubblica amministrazione è il più grande erogatore di servizi e il maggiore datore di lavoro italiano: da essa dipendono circa tre milioni e trecentomila addetti. È un organismo che si è andato costruendo lentamente, essendo il frutto della storia e dei principi che lo hanno plasmato. Per dimensioni e poteri svolge inoltre un ruolo fondamentale nel sistema politico, condizionando la democrazia. Si comprende, quindi, come dalla sua buona organizzazione e dal suo funzionamento dipendano il benessere dei cittadini e il successo dello Stato. L'amministrazione è al centro di una duplice tensione. È indispensabile, perché non c'è politica pubblica che non faccia capo a essa, e tuttavia viene ritenuta il regno del bizantinismo, delle complicazioni, della corruzione, e criticata perché non funzionale al processo economico. Alle sue difficoltà strutturali si aggiungono l'«esondazione» del Parlamento, diventato co-amministratore, e la debolezza dei governi (il suo organo di guida), per la loro breve durata. I governi tuttavia non sono gli unici responsabili della sua gestione, poiché interi campi dell'azione pubblica sono ora nel dominio di forze politiche multinazionali, come organismi sovranazionali e Big Tech, di cui è importante tenere conto. Alla luce di questi presupposti, l'autore analizza i fattori di crisi dell'amministrazione pubblica e ne indica i possibili rimedi. Propone di iniziare dai prodotti, per poi passare ai processi produttivi, ai modelli organizzativi e procedurali, al personale e alle sue motivazioni, al contesto, ai saperi e alla cultura amministrativa. Perché la pubblica amministrazione sia in grado di gestire i grandi interessi collettivi, è bene partire dall'aspetto più importante: ciò di cui ha bisogno il Paese.
Questa è la storia di Matteo, che a trentatré anni ha perso la memoria. "Amnesia retrograda globale" è stata la diagnosi. Praticamente è nato una seconda volta, e come un bambino ha iniziato a guardare il mondo con occhi nuovi, a scoprire ogni giorno una piccola cosa della vita: il sapore del tiramisù di sua mamma, il piacere di farsi una doccia, di andare in giro senza una meta e di tornare a casa dopo un lungo viaggio. Con sguardo vergine ha rivisto Roma e il mare, ha riletto il suo libro preferito, ha rifatto l'amore per la prima volta. Ha osservato come un extraterrestre piombato per caso sulla Terra le piccole grandi assurdità che ci circondano, le tante complicazioni inutili che ci appesantiscono la vita. Ha sperimentato la paura, la vertigine di non avere un passato, ma anche il privilegio dello stupore continuo, della meraviglia quotidiana. Questo libro è il diario della sua riscoperta del mondo. Giorno dopo giorno, emozione dopo emozione, sorpresa dopo sorpresa. "Amnesia" è anche una trasmissione di Radio Due, diventata un culto per migliaia di ascoltatori. Perché poter ricominciare tutto da capo è un sogno a cui è difficile resistere, nel quale è troppo affascinante calarsi.