
In breve
Che il nostro paese produca cervelli che poi migrano all’estero è una verità fin troppo accertata. Ma non ci sono solo le storie professionali e creative della categoria “nemo propheta in patria”. Federico Taddia e Claudia Ceroni hanno scelto un’altra strada: raccogliere le storie di chi ce l’ha fatta, inventandosi un mestiere, utilizzando la fantasia per plasmare un futuro che non li faccia più sentire “fuori luogo”.
Il libro
Che il nostro paese produca cervelli che poi migrano all’estero è una verità fin troppo accertata. Ma non ci sono solo le storie professionali e creative della categoria “nemo propheta in patria”. Federico Taddia e Claudia Ceroni hanno scelto un’altra strada: raccogliere le storie di chi ce l’ha fatta, inventandosi un mestiere, utilizzando la fantasia per plasmare un futuro che non li faccia più sentire “fuori luogo”. Taddia e Ceroni hanno raccolto e rielaborato una quindicina di “casi”. “Storie di chi tende a qualcosa ma non fa tendenza, storie di chi viaggia anche senza partire, storie di chi è partito e non sa di avere qualcosa da raccontare, storie di chi ha cose da dire ma non ha occasioni per dirle, storie di chi vede dove altri non vedono, storie di chi non ci sta, di chi non si accontenta, di chi fa per il piacere di fare. Altre storie e storie altre, per raccontare altri italiani e altre Italie, in un leggero e ironico spazio dove si alternano e contaminano bizzarria, cultura, cronaca, stupore, passione, curiosità e meraviglia.”
Ed eccoli qui, i nuovi migranti: Luca, giovane architetto che da sempre ama la neve e che ha deciso di diventare architetto di igloo in Norvegia; Dario, appassionato di musica e docente di Semiotica, che ha mollato tutto per fare l’etnomusicologo a Helsinki; Marco, richiesto in tutto il mondo: è il massimo esperto di Bonsai; Cristiano, ex ingegnere e ora cantante gospel in una chiesa di New York; Roberto, che è partito da Sassari per fare il cantante rock in Lettonia; Licia, una milanese che ha seguito il marito negli Stati Uniti e si è ritrovata pastore anglicano.
Il Pd è finito due volte fuorigioco. La prima volta perché ha rifiutato di accettare che una leadership forte è indispensabile per vincere. Ed è il miglior vaccino contro la degenerazione del partito personale. Ma la seconda, e più dura, sconfitta l'ha subita al proprio interno dove il virus della personalizzazione si è diffuso nella sua variabile più letale: quella del microvoto e dei micronotabili. Intenti a combattere una battaglia di retroguardia contro il fantasma del leader, i Democratici sono rimasti impigliati nel ginepraio delle correnti. Cacciandosi in una strettoia dalla quale non sarà facile uscire.
Chi non ricorda le Lezioni americane di Italo Calvino? Chi non ricorda i suoi richiami alla chiarezza, alla leggerezza, alla rapidità, all'esattezza, alla visibilità, alla molteplicità? In un certo senso, le riflessioni di Furio Colombo contenute in questo libro sono le sue lezioni americane: una composta lectio di intelligenza dell'Italia attraverso lo spettro dell'esempio americano. Furio Colombo fa parte di quella borghesia illuminata che ciascuno vorrebbe tirare per la giacchetta, ma ognuno avverte inalienabile alle proprie categorie. Il suo percorso procede all'insegna di un marchio torinese che ne fa un maitre à penser difficilmente riconducibile a una specifica area ideologica e altrettanto poco indicabile come pensatore trasversale. Nessuna trasversalità, infatti, nel suo rivestire incarichi di volta in volta vicini all'area liberale di un Sartori o di un Montanelli oppure, viceversa, al centrosinistra di matrice antiberlusconiana. Piuttosto una linearità intesa a tener fermi i paletti di quella che qui chiamiamo, senza indugi - poiché a questo allude, in definitiva, la sua lectio - civiltà.
Rossini fu un grande musicista del XIX secolo, che a vent'anni era già ricercato e famoso. Il "cigno di Pesaro" ha continuato ad attirare l'interesse dei lettori di pari passo con la grande popolarità a teatro delle sue opere, dal "Barbiere di Siviglia" alla "Cenerentola, al "Guglielmo Tell". Negli ultimi anni la Fondazione Rossini e il "Rossini Opera Festival" pesarese hanno inaugurato una nuova stagione di attenzione e di studio su Rossini, di cui la biografia di Emiliani raccoglie i frutti. Seguendo con minuzia le vicende rossiniane, Emiliani compone un quadro vivace e affollato, pieno di dettagli sconosciuti, in cui tratteggia la vita del compositore nel più largo contesto storico e culturale che si trovò ad attraversare.
Un libro nel puro stile dei pamphlet politici. Una difesa appassionata e a tutto campo dell'identità cattolica, della libertà di espressione e di parola della Chiesa di Roma che l'autore sente minacciata e combattuta come non mai. Come ai tempi del terrore rivoluzionario francese, appunto. Da qui il titolo, volutamente provocatorio, di questo volumetto. Luca Volontè, capogruppo dell'Udc alla Camera dei Deputati, volto giovane della politica italiana, voce spesso scomoda delle istanze del cattolicesimo militante sui grandi temi della morale e delle scelte di valori, ha raccolto in queste pagine due anni di articoli da lui firmati per alcuni fra i maggiori quotidiani italiani, da "Libero" al "Riformista", da "II tempo" a "II Giorno". Articoli dichiaratamente a tesi; risposte nette senza equivoci né cedimenti, a quelli che Volonté considera attacchi al cuore del cattolicesimo portati da una corrente di pensiero che, secondo l'autore, mescola vecchio giacobinismo, anticlericalismo di facciata e nuovi interessi.
Si tratta di una selezione di scritti su alcune figure chiave della letteratura tedesca. Scritti durante l'esilio americano, i saggi scoprono una tradizione diversa da quella fissata dalla letteratura nazionale. La maliziosa ironia di Heinrich Heine, la lotta esistenziale di Franz Kafka con le idee del mondo della vecchia Europa, si ricompongono lungo la corrente della "tradizione nascosta" che è quella della coscienza ebraica, della esclusione che non rinnega la propria storia in cui il futuro era precluso dal passato. Accanto ad essi, altre figure che hanno illuminato con il loro scrivere i tempi oscuri della loro epoca: l'intelligenza erudita e ribelle di Walter Benjamin, il poeta e politico Bertolt Brecht e un piccolo e gustoso ritratto di Charlie Chaplin.
«Sono le idee, non gli interessi costituiti, che sono pericolose nel bene o nel male» così Keynes. Abbiamo cominciato a comunicarci idee, progetti, esperienze positive e negative, in un dialogo che è divenuto via via più profondo, sincero, intenso. Il gruppo "Futuro Anteriore" è nato così, dalla voglia di alcuni/e semplici cittadini/e di riflettere, sperimentare, partecipare, alzando lo sguardo verso un orizzonte, oltre la cronaca spicciola, senza cedere alla rassegnazione, allo scoraggiamento. Ci accomunano passione, impegno, ma tante sono le differenze tra noi, che si colgono facilmente anche dal taglio dei vari contributi, molti dei quali scritti durante il primo lockdown. La diversità può essere un limite. Noi vi abbiamo scoperto soprattutto una grande bellezza e l'abbiamo vissuta come un vero arricchimento reciproco. Idee, pensieri, qualche progetto, piccole esperienze, alla ricerca di nuovi paradigmi per una ripartenza: l'inizio, senza pretese, di un libro incompiuto. Le pagine finali, bianche, sono un invito al lettore ad andare avanti nella scrittura...
Cosa unisce le principali griffe italiane all'industria delle macchine di precisione che esportiamo in tutto il mondo? Cosa lega la produzione di pezzi di design in serie limitata e la realizzazione di luna park e grattacieli su misura? Il filo rosso che attraversa il Made in Italy di successo è ancora oggi il lavoro artigiano, un tratto della nostra cultura cui spesso non diamo il giusto valore. Questo libro descrive le tante realtà del nostro paese in cui il saper fare continua a rappresentare un ingrediente essenziale di qualità e di innovazione. Racconta i molti modi in cui è possibile declinare al futuro un'eredità che merita di essere proposta a scala internazionale. Il libro è un viaggio in un'Italia forse poco nota, ma vitale e sorprendente. La riscoperta del lavoro artigiano, non solo in Italia, supera i confini dell'economia. Ci costringe a riflettere su cosa dobbiamo intendere oggi per creatività e meritocrazia e sulle opportunità di crescita che si offrono alle nuove generazioni del nostro paese.
Quale futuro immagina Giovanni Berlinguer per il suo partito, per noi, per le relazioni tra le persone? Un futuro nel quale si ricomincia a parlare dei problemi veri della gente e della nostra civiltà: l'etica, le questioni della vita umana, della convivenza, dello sviluppo sostenibile, la crescita dell'istruzione e della scienza, i grandi temi della distruzione delle ricchezze e del riequilibrio dei poteri tra i popoli e le classi. Una società nella quale ciascuno abbia tutte le opportunità per realizzarsi e per accrescere le proprie libertà. E' questo il nuovo orizzonte del socialismo. Il socialismo è un'idea ancora attualissima, per i suoi meriti storici e per il contenuto che porta con sé.
Come possiamo raccontare ai bambini e ai ragazzi di oggi la bellezza della scelta di Cristo e del suo vangelo? Da questa domanda nasce l'esperienza di ricerca e di formazione ricolta ai catechisti della diocesi di Brescia, condotta in collaborazione con il Dipartimento di pedagogia dell'Università Cattolica di Brescia, poi raccolta in questo sussidio. In una cultura dell'infanzia in cui è diffusa "l'indigestione" di parole e di immagini e allo stesso tempo "la carestia" di relazioni e di valori, questo testo si pone come strumento efficace per poter accedere all'universo infantile, riconoscendone i bisogni educativi autentici. Alle indicazioni pedagogiche sono uniti suggerimenti "pratici" per il lavoro di programmazione e di azione nei gruppi, in particolare per le fasce di età 6-8 e 9-11 anni. I catechisti oggi si trovano impegnati in una grande sfida educativa e relazionale, umana e cristiana. Pur essendo l'incontro di catechismo una piccola goccia nella vastitià degli impegni che costellano la vita di fanciulli e ragazzi, questa esperienza può arrecare un contributo inestimabile alla loro forma se condotta nel segno dell'attenzione prioritaria al valore della persona che ogni bambino incarna.