
La linea di fondocampo è il posto più dimenticato del tennis. Lì posso dire e fare di tutto: il mondo mi guarda, ma nessuno mi raggiunge." Il tennis è lo sport più individuale di tutti e chi vuole emergere deve diventare una macchina fredda, egoista, sola contro il resto del mondo. Bisogna avere costanza nell'allenarsi, sapere rinunciare alle tentazioni, girare il mondo come una trottola, sopportare che chiunque si senta in diritto di esprimere giudizi su di te, anche a sproposito. E una vita di cui si vedono solo le luci, che invece ha anche moltissime ombre. Flavia Pennetta è una delle migliori tenniste del circuito, ma è rimasta una ragazza semplice, allegra, con una gran voglia di vivere. La prima professionista italiana a entrare nella top ten, la numero uno del doppio, con tre Fed Cup vinte, non ha mai smarrito la coscienza di sé e delle sue origini. In "Dritto al cuore" la Pennetta racconta la sua favola sportiva e personale. E la storia di una ragazzina che nasce in una bella famiglia del Sud con il tennis nel sangue, di un'adolescente che si diverte a fare il maschiaccio ma è molto sensibile all'amore, di un'aspirante tennista alta quanto la rete che affronta l'età del cambiamento lontana da casa, di una giocatrice che combatte su ogni palla e raggiunge i suoi obiettivi, di una donna che vuole vincere tutto, nello sport e nella vita privata. E che oggi si ritrova a un solo punto dal match.
“Un approccio innovativo aiuta i ragazzi a comprendere le cause di un malessere che misteriosamente compare e che pensano di controllare attraverso l’uso di sostanze.
Alterando il loro sentire, per non vivere il dolore derivante da rapporti umani deludenti, ricercano il benessere in paradisi effimeri a volte mortali.
Analizzare la causa di questo malessere, indicare la strada per curarlo e per recuperare la capacità di affrontare i rapporti umani con affettività e fantasia, sono i nostri intenti.
Il volume si rivolge a genitori, insegnanti, educatori alla ricerca di strumenti nuovi per lavorare "con" e "per" i giovani. È sempre più difficile, per chi svolge una funzione educativa, aiutare il giovane ad affrontare con equilibrio le numerose sfide del mondo contemporaneo. Esercitare il ruolo dell'adulto significa conoscere tali sfide, sapersi destreggiare tra i dubbi e le paure che le stesse suscitano, trasmettere messaggi positivi e rassicuranti. Centrale è il confronto con le droghe ricreative, le droghe che hanno invaso lo spazio vitale del giovane, quel momento ricreativo così importante per il senso di appartenenza, la relazione con l'altro e la verifica di sé. Cannabis, anfetamina, L.S.D., ecstasy, ketamina, smart drugs (droghe furbe) e designer drugs (droghe su progetto) sono illustrate come "risposte" mascherate ai bisogni della crescita. L'uso ricreativo è un'espressione complessa dell'incontro con la droga, un mix di desiderio e bisogno che avvicina il piacere alla ricerca d'identità, all'atto dimostrativo, al superamento della solitudine e della paura del futuro. Nella trattazione sono indicati in modo semplice e chiaro gli strumenti più idonei per contrastare la dipendenza e favorire il benessere mentale della giovane generazione.
"Questo manuale di autovalutazione è stato pensato per affiancare la lettura del DSM-5 e non per sostituirla. L'ultima edizione del DSM introduce una serie di nuove diagnosi, pur mantenendone molte già note, e nuovi approcci alla diagnosi. Il nostro obiettivo nel preparare questo manuale è stato quello di sfidare il lettore, speriamo in maniera costruttiva, a imparare le nuove diagnosi, a capire i cambiamenti rispetto al DSM-IV e ad apprendere i nuovi approcci diagnostici. Alcune domande potranno sembrare ovvie o semplici e altre, invece, piuttosto difficili. Durante la lettura di questo manuale, lasciatevi guidare verso i singoli capitoli del DSM-5, dove potrete apprendere nuove informazioni o trovare conferma delle vostre conoscenze nei campi di vostra competenza. I collaboratori si sono assunti un compito impegnativo: scrivere un libro su un libro che era ancora in fase di scrittura. Alla preparazione di questo manuale ha partecipato un gruppo di clinici e di educatori che hanno accettato il compito di studiare il DSM-5 allo scopo di aiutare gli altri a farlo da sé. Questo manuale non contiene opinioni o giudizi sulle diagnosi. I collaboratori hanno gentilmente donato i proventi ricavati da questo libro a una fondazione di beneficenza." (Philip R. Muskiri)
Un libro pratico destinato a tutti coloro che si occupano della salute mentale con un approccio che integra varie competenze e professionalità. Si rivolge infatti non solo agli psichiatri, ma anche a tutti gli altri operatori della salute mentale - psicologi, infermieri, assistenti sociali e medici - che, nella loro attività, si trovano ad affrontare pazienti affetti da una psicopatologia. Questa lettura presenta il DSM-5 in una prospettiva operativa, grazie alla descrizione di numerosi esempi clinici corredati di tabelle esplicative e piani di intervento che coinvolgono e informano il lettore. Il libro si presenta come una buona sintesi tra il pragmatismo e il rigore scientifico del DSM-5 e quell'atteggiamento pratico e di aderenza alle varie realtà che caratterizza il lavoro dei professionisti della salute mentale. La completezza di questo testo sicuramente permette di conoscere e utilizzare i criteri diagnostici universalmente riconosciuti, con la prospettiva di predisporre e applicare dei piani di trattamento e assistenza efficaci ed efficienti.
Evidenziando i cambiamenti apportati nel DSM-5® ai due principali sistemi di classificazione, il testo offre a tutti i professionisti della salute mentale l'opportunità di aggiornarsi in modo sintetico ed esaustivo. Vengono descritte le 20 classificazioni dei disturbi contenute nel DSM-5® e le proposte di nuovi modelli e scale di valutazione; si forniscono inoltre consigli sulla fase della diagnosi e della pianificazione della terapia e suggerimenti per scegliere il trattamento evidence-based più adeguato alle caratteristiche del paziente. L'autore esamina infine le conseguenze dei principali cambiamenti apportati nel DSM-5®, come l'eliminazione del sistema multiassiale, lo sviluppo dell'approccio basato sul ciclo di vita e le considerazioni legate ai fattori culturali e al genere.
DSM-5®. Istruzioni per l’uso è un’indispensabile integrazione didattica al Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5®), che si rivolge a docenti e studenti di psichiatria e psicologia, servizi sociali, scuole di medicina e programmi residenziali con l’obiettivo di facilitare la comprensione e l’applicazione dei criteri diagnostici e dei concetti clinici essenziali attraverso molteplici strumenti di apprendimento. Questo volume può essere utilizzato a integrazione del Manuale, o può essere associato a DSM-5®. Casi clinici per acquisire istruzioni dettagliate utili a comprendere e a usare il manuale stesso.
Scritto con grande chiarezza, Istruzioni per l’uso introduce gli studenti al DSM-5® e fornisce loro gli strumenti necessari a comprenderne appieno e ad applicarne correttamente i concetti e i criteri.
Lo scopo del DSM-IV-TR è quello di fornire descrizioni chiare delle categorie diagnostiche, al fine di consentire ai clinici e ai ricercatori di classificare e studiare i diversi disturbi mentali e di curare le persone che ne sono affette. Poiché l'intervallo tra il DSM-IV e il DSM-V sarà più lungo rispetto a quello trascorso tra le versioni precedenti, si è resa necessaria una revisione del testo, aggiornata al notevole quantitativo di ricerche pubblicate ogni anno.
Il signor Z chiede e riceve da Kohut un'analisi. A cinque anni e mezzo dalla conclusione della terapia, torna da lui chiedendo una seconda analisi: non riesce a venir fuori da una profonda sofferenza, da un costante isolamento sociale; soffre per un'intensa inclinazione alla masturbazione, accompagnata da fantasie masochistiche. Kohut l'accetta per la seconda volta, perché proprio in quel periodo ha rivoluzionato le sue concezioni teoriche e sta verificando nuove idee e nuovi metodi. Così nasce, per questa coincidenza di tempi, una spettacolare quanto unica dimostrazione dal vivo della differenza tra un trattamento basato sulla psicoanalisi classica ortodossa e un trattamento basato sulla psicologia del Sé: sul medesimo paziente e dal medesimo analista. Il cambiamento di visione teorica influenzerà in maniera decisiva la percezione da parte di Kohut del nucleo centrale della psicopatologia del signor Z e gli consentirà, "con grande beneficio del paziente, di fornirgli l'accesso a certi settori della sua personalità che non erano stati raggiunti nella prima analisi". Come si vede, si tratta di un'opera coraggiosa e assolutamente originale, che offre l'occasione di seguire passo passo, come nei classici casi clinici di Freud, il minuzioso lavoro psicoanalitico di Kohut, e al tempo stesso di riflettere sul valore euristico e terapeutico della sua nuova concezione.
Sara, la protagonista della terapia di ipnosi regressiva che il dottor Bona descrive in queste pagine, è una ragazza di ventotto anni, ossessionata dalla paura del buio. Come lei, la mancanza di luce terrorizza Carlo, il suo grande amore. Un'angoscia che li attanaglia con tutta l'intensità che solo i sentimenti provati da bambini possono avere. Caduta in stato di trance profonda, Sara racconta una vicenda perduta nei meandri del tempo: la storia di Ma'ab, sacerdotessa sumera di tredici anni vissuta nella magica terra di Ur in Mesopotamia. In totale amnesia ipnotica, la paziente narra di quando ancora bambina fu separata dai genitori e promessa al dio Enki. Svela durante le sedute i misteri del tempio di Eridu, del suo amore per Namir, di pochi anni più grande, e la sua morte disumana, nel pozzo dedicato alla divinità. Grazie alla collaborazione con un sumerologo di fama, il professor D'Agostino, Angelo Bona ricostruisce lo sfondo storico nel quale visse Ma'ab facendo luce sulle verità nascoste e sui segreti iniziatici della prima civiltà del mondo. Nel testo percorreremo i labirinti dell'inconscio dei due protagonisti, vedremo l'oscurità che li opprime trasformarsi in un'esplosione di Luce e scopriremo che due cuori innamorati non racchiudono un duplice spirito, ma la stessa Anima Unica.
Partendo da un interrogativo apparentemente semplice – «È più pigro chi non fa nulla o chi lavora troppo?» – l’autrice di questo libro tratta con ironia e sapienza un argomento antico, ma molto attuale: l’acedia. Questo termine, che deriva dalla lingua greca ed è stato utilizzato dai medievali per indicare uno dei vizi capitali, ha svariati sinonimi: pigrizia, apatia, scoraggiamento, ma anche noia, superficialità, male di vivere. E rappresenta talvolta l’anticamera della depressione.
Il malato di acedia, per fuggire da se stesso, o decide di starsene tutto il giorno senza fare nulla o, al contrario, riempie le sue giornate di attività e impegni per non avere il tempo di restare solo con i suoi pensieri e affrontare le questioni serie della vita. Come non riconoscere in questi due opposti il ritratto di tanti giovani e adulti contemporanei?
Ma c’è una soluzione, ed emerge con forza da queste pagine: riconoscere la propria «malattia» e lottare interiormente per guarire, incominciando ad esserci qui e ora, a concentrarsi, a perseverare, a prendersi cura, a ristorarsi di cose belle e buone. L’approdo a una vita piena di senso e colma di gioia è assicurato!.
Katerina Lachmanová, nata nel 1964 in Cecoslovacchia, ha compiuto studi di Teologia spirituale e Antropologia teologica al Teresianum di Roma (conseguendo il dottorato in Teologia nel 2003) e studi di Psicologia presso l’Istituto di Psicologia della PUG di Roma (ottenendo la licenza in Psicologia nel 2004). Dal 2005 lavora come psicoterapeuta presso il Centro pastorale dell’Arcidiocesi di Praga ed insegna nelle facoltà di Teologia di Praga e di Olomouc. Questo è il suo primo libro tradotto in italiano.