
Perché l'intelligenza ha bisogno di diventare artificiale? Il libro risponde a questa e a molte altre domande, per sfatare i miti intorno alla trasformazione digitale e al rapporto tra tecnologia ed etica. La tecnologia da sola non può tutto: deve essere accompagnata da dati e conoscenza. Questi tre elementi avvicinano l'uomo a una maggiore comprensione della realtà. A partire da uno sguardo profondo sui limiti e le potenzialità dell'intelligenza artificiale si sviluppa un'etica pratica, volta a migliorare le nostre condizioni di vita.
Domande all'apparenza semplici quali «come va?» o «da dove vieni?» o «come ti chiami?», se colte nel loro senso più profondo, ci conducono al centro della nostra anima, là dove - ci spiega il filosofo catalano Josep Maria Esquirol nel saggio Umano più umano - siamo toccati da quattro realtà fondamentali con cui abbiamo a che fare per tutta la nostra esistenza: la vita, la morte, il tu e il mondo. L'incontro con questi «infiniti essenziali» segna una «ferita», un'apertura inesauribile che sottrae a ogni pretesa di autosufficienza e che ci costituisce nella nostra umanità. Imparare a vivere è imparare ad accompagnare queste ferite, non a suturarle. Esse infatti sempre ci sorpassano con il loro eccesso e chiedono la pazienza di continue risposte. Risposte da cercare non nell'oltre postulato dalle odierne tendenze transumanistiche, ma restando dentro questa condizione, intessuta di vulnerabilità e debolezza.
Ciò che è veramente importante per noi tutti non è sapere quanto sia intelligente l'Intelligenza Artificiale, ma i danni che essa può portare alla nostra anima. Certo è che qualcosa di poco umano sta invadendo la nostra vita. E, per contrastarla, il modo migliore è rivolgere lo sguardo non al futuro, ma al passato, con un'incursione ragionata e ben documentata nel mondo classico. Tornare nell'Atene e nella Roma classica è, secondo i due autori di questo libro coraggioso e anticipatorio, un itinerario della mente che ha per destinazione la sapienza degli antichi. A essa dobbiamo attingere per i nuovi esercizi spirituali. L'unico vero sovranismo è quello della mente. Non dobbiamo temere la sostituzione etnica quanto piuttosto la sostituzione tecnica, ovvero la progressiva sottrazione di facoltà e abilità all'uomo in favore di apparati tecnologici, algoritmi e reti neurali. Dell'IA "di frontiera" non sono interessanti le sempre provvisorie acquisizioni, quanto piuttosto i già effettivi sconfinamenti nel santuario della nostra interiorità. Solo la resistenza psicologica e culturale e la forza dei classici della filosofia potranno renderci più forti e in grado (speriamo) di controllare l'IA.
Umano/Disumano, l'ultimo seminario tenuto dall'Autore, viene qui presentato al lettore, incontro dopo incontro, a partire dalle registrazioni originali. La clinica dei casi ritenuti difficili (personalità limite, patologie narcisistiche, enclave autistiche interne alle nevrosi, depressioni...) sollecita l'esperienza di una disumanità". Questa entra in gioco negli aspetti relazionali, ma soprattutto nella perdita del volto, della voce, nella cancellazione della parola, nella percezione dell'altro simile. A volte, come ricordo dell'impressione umana, non resta che la voce e qualche parola, forse una sola....
Umberto Eco ha raggiunto fama mondiale come romanziere, intellettuale pubblico, esperto di filosofia medievale, semiologo e studioso di letteratura, arte, storia. Ma, prima di tutto questo, è stato un grande maestro, all'università e fuori. Claudio Paolucci del professor Umberto Eco è stato uno degli ultimi allievi e suo collaboratore all'Università di Bologna. Ma, prima di tutto questo, è stato un ragazzo che nel 1997 si presenta al ricevimento docenti per mettere in dubbio alcune idee di 'Kant e l'ornitorinco'. "Quel professore, che era incidentalmente l'intellettuale italiano più famoso del mondo, passò ore e ore a discutere con un ragazzo di ventiquattro anni con un look che lo disturbava moltissimo". I pilastri del lavoro di Eco sono stati per decenni l'amore per i dubbi e la fiducia nella negoziazione, l'attitudine a gettare ponti tra idee, persone e istituzioni diverse, l'ironia e il riso come test dell'ordine esistente, ma anche la limpida vocazione alla didattica e alla ricerca. In questo libro, Paolucci tenta una prima ricognizione dell'eredità (filosofica, pubblica, umana e intellettuale) di Umberto Eco, mostrando le strette relazioni interne tra le sue differenti attività: la teoria semiotica e la pratica di romanziere, l'analisi dei mass media e l'amore per il Medioevo, il gusto per la barzelletta e la serietà con cui prendeva il suo lavoro di professore.
Gigi Speroni approfondisce la personalità di Umberto II sulla base di testimonianze e di un vasto materiale bibliografico. Una biografia che corregge il ritratto del "Re di maggio" e lo restituisce alla verità storica. Umberto non fu una semplice "presenza decorativa" della Casa sabauda, ma un autentico protagonista della storia italiana. La fortuna non gli fu amica: destinato al trono, vide il crollo della Monarchia e, con l'esilio, subì una condanna in contrasto con la Carta dei diritti dell'uomo.
I leghisti, che spesso non sanno l'italiano, pretendono che gli immigrati parlino come Alessandro Manzoni. Dal diploma per corrispondenza alla laurea mai ottenuta, dall'incontro con l'autonomista Bruno Salvadori alla creazione della Lega Lombarda prima e Lega Nord poi, dal matrimonio fallito agli slogan politici sui figli e la famiglia, dal federalismo alla secessione passando per la devolution, dai media padani alla rincorsa ai posti in Rai, dalle cooperative padane al flop della Credieuronord, dagli slogan contro “il familismo amorale” alla candidatura del figlio Renzo. Umberto Bossi, condannato per illecito finanziamento pubblico ai partiti durante Tangentopoli è il più “romano” dei padani. Una vita sbarcando il lunario e illudendo con promesse mirabolanti i suoi elettori, ma all'atto pratico non ha ottenuto null'altro che poltrone e posti di potere e sottopotere.
Umberto Veronesi è stato per cinquant'anni una delle figure centrali del mondo scientifico italiano, un simbolo di eccellenza e di empatia nei confronti dei pazienti, e un grande catalizzatore di energie nella ricerca come nelle politiche sociali. In questa biografia, che si concentra anche sul Veronesi più intimo, Alberto Costa, anch'egli medico, amico personale e collaboratore per più di trent'anni del grande oncologo, racconta la carriera di Veronesi e la sua passione per la professione di medico attraverso mille piccole storie quotidiane: dalle notti insonni dopo un intervento difficile, al sorriso delle moltissime donne salvate dal tumore al seno. Una passione che Veronesi ha dimostrato anche nella sua attività politica, come ministro della Sanità e senatore, e nell'impegno sociale che lo ha fatto diventare una figura di spicco e molto seguita dal grande pubblico italiano. Nella parte finale del volume sono raccolti, in forma di monologhi in prima persona, gli appunti dell'autore tratti dai suoi ultimi incontri con Veronesi, che offrono al lettore uno sguardo illuminante sulla vita privata del medico milanese. Mostrandoci la dimensione pubblica e quella più personale di questo sognatore tenace, questa biografia disegna il ritratto di un uomo che ha lasciato un segno indelebile non solo nell'approccio alla cura del cancro, ma anche nel cuore di tutti.
“Un libro meraviglioso.”
- Antonio Damasio
“Il libro che scatena nei lettori passioni e umori, come dovrebbe fare ogni buon lavoro di storia intellettuale. Imparerete moltissimo leggendolo.”
- Washington Post Michael Dirda
"Bellissimo... affascinante... incredibilmente preciso... ricco di dettagli intriganti... molto profondo"
- New York Sun Eric Ormsby
Gli umori - sangue, flemma, bile gialla e bile nera - sono le sostanze che si pensava scorressero all’interno del corpo, e ritenute responsabili della salute e della malattia, degli stati d’animo e del carattere delle persone. Si credeva, ad esempio, che la malinconia fosse causata da un eccesso di bile gialla. Il sistema umorale è rimasto, per secoli, una chiave di interpretazione inesatta ma potentissima, sopravvivendo alle innovazioni scientifiche, e aiutando i medici nelle loro diagnosi.
Questo libro segue il destino di tali fluidi, dalla loro origine nel mondo occidentale - risalente all’antica Grecia - fino alle loro versioni contemporanee, individuandone la loro presenza costante nel corso dei secoli - dai manuali di medicina antichi fino ad arrivare alle ultime mode in tema di salute - attraverso le teorie di scienziati, medici e filosofi. Intrecciando le storie di medicina, scienza, filosofia e psicologia, Noga Arikha rivisita e corregge il modo in cui concepiamo la nostra identità fisica, mentale ed emotiva...
“Non è il cervello a essere malato, come avrebbero detto i Monty Python, ma il corpo che lo contiene, a causa degli umori, vecchi e nuovi. Per conoscerli meglio bisogna leggere il meraviglioso libro di Noga Arikha.”
- Antonio Damasio, autore di L’errore di Cartesio, Alla ricerca di Spinoza, e di Emozione e coscienza.
Il testo si rivolge a tutti gli "operatori dell'aiuto" che si occupano dei problemi della crescita (genitori, insegnanti, psicologi, terapisti, medici...) e illustra, anche con esempi e testimonianze, i più frequenti ostacoli a un corretto sviluppo, suggerendo interventi di prevenzione e di recupero delle eventuali difficoltà. Per ogni fascia d'età: prima infanzia (0-3 anni), seconda infanzia (3-6 anni), prima fanciullezza (6-9 anni), seconda fanciullezza (9-12 anni), prima adolescenza (12-15 anni), seconda adolescenza (15-18 anni), si forniscono informazioni analitiche sullo sviluppo psicologico "normale" e sui principali sintomi di devianza o disabilità che si manifestano prevalentemente in quegli anni, e che meritano attenzione e valutazione accurata e soprattutto un adeguato intervento di recupero. Si propongono in fondo al testo alcuni esempi di attività abilitative e riabilitative.
«Tardi ho conosciuto Arturo Carlo Jemolo; l’ho incontrato al tramonto della sua lunga esistenza terrena.
Non che la sua persona mi fosse sconosciuta prima di quegli anni Settanta del Novecento, nel corso dei quali ebbi la ventura di una frequentazione con lui sempre più assidua. Soprattutto mi era nota la sua attività di storico e di commentatore di costume. Già da ragazzo, infatti, il suo nome mi era familiare: circolava negli ambienti che frequentavo. In particolare ne sentivo parlare da mio nonno e da mio padre, in un contesto di considerazione per l’uomo e lo studioso, ma sostanzialmente critico per il pensiero». (G. Dalla Torre)
Giuseppe Dalla Torre (Roma, 1943) ha insegnato Diritto ecclesiastico e Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna. Attualmente insegna Diritto canonico nella Libera Università «Maria Ss. Assunta» - LUMSA di Roma, di cui è Rettore. Nelle nostre edizioni ha pubblicato tra l’altro Il primato della coscienza. Laicità e libertà nell’esperienza giuridica contemporanea e Le frontiere della vita. Etica, bioetica e diritto, ed ha curato il volume collettaneo Lessico della laicità.
Delusa e disillusa dalle ideologie novecentesche, soverchiata da un progresso scientifico e tecnologico inarrestabile, l'umanità di oggi sembra essere rimasta priva di un "faro" che illumini il percorso verso il futuro. Questa sorta di eterno presente - stravolto dalle disuguaglianze, dalla violenza e dalla regressione ideologica - è la condizione che Augé definisce come la "preistoria dell'umanità come società planetaria". Come uscirne ed entrare in una nuova era? Con un'utopia che possa segnare un radicale cambio di prospettiva. "La sola utopia valida per i secoli a venire e le cui fondamenta andrebbero urgentemente costruite o rinforzate è l'utopia dell'istruzione per tutti: l'unica via possibile per frenare una società mondiale ineguale e ignorante, condannata al consumo o all'esclusione e, alla fin fine, a rischio di suicidio planetario".