
Nella storia dell'editoria italiana, il contributo delle case editrici cattoliche è stato ed è rilevante per lo sviluppo del pensiero, della conoscenza e del dialogo intorno ai valori e alle idee del panorama cristiano, senza dimenticare l'apporto nel fornire strumenti di approfondimento per i credenti e per chiunque sia interessato a queste tematiche. In questa sintesi di orientamento storico-critico si traccia un percorso di incontri con editori, autori, collaboratori che si sono impegnati a costruire con passione e competenza un solido edificio di cultura religiosa e spirituale che fosse un servizio e un patrimonio comune. Tante realtà che, dalla fine dell'Ottocento a oggi, hanno saputo tenere il passo con i tempi, sotto il profilo delle idee, dei contenuti e dei mezzi, in qualche caso anche anticipandoli con lucidità di visione. Oggi, però, le case editrici cattoliche si trovano ad affrontare problematiche nuove connesse alle trasformazioni in atto nella società e nella vita della Chiesa, e questo segnerà per loro un nuovo inizio.
L'educazione è una funzione fondamentale dell'uomo e accompagna l'intero corso della sua esistenza: la continuità dei processi educativi va ben oltre l'età dell'infanzia e si dispiega attraverso un'ampia varietà di tappe e di contesti di apprendimento, che hanno subito grandi modifiche con l'emergere di modelli sociali, valoriali e pedagogici sempre più complessi. Questo volume ripercorre in modo rigoroso la storia delle molte "educazioni" che si sono succedute attraverso i secoli - dagli antichi modelli monodirezionali, fondati sull'autorità dell'educatore, fino ai rapporti educativi tra soggetti uguali sul piano della dignità personale e diseguali su quello delle conoscenze - e le contestualizza con puntualità nel loro tessuto sociale, storico e geografico.
"'L'histoire de l'éducation dans l'Antiquité', apparsa a Parigi nel 1948 per le Éditions du Seuil, è l'opera centrale di Henri-Irénée Marrou (Marsiglia 1904-Parigi 1977), grande studioso del cristianesimo antico, esperto epigrafista, importante teorico della storiografia, appassionato musicologo, intellettuale impegnato in vari gruppi del cattolicesimo sociale francese. Marrou non poteva pensare di dovere gran parte della sua fama proprio a quest'opera erudita e complessa, ma come talvolta accade per testi che vengono a colmare un vuoto e per autori che costruiscono il proprio oggetto osando dove altri non si sono spinti, la Storia è diventata uno dei suoi scritti più ammirati, letti e tradotti. In Italia è stata pubblicata presto, nel 1950, da "Studium" nella collezione in cui era apparso 'Umanesimo integrale' di J. Maritain e 'Cattolicesimo' di Henri De Lubac, ed ha avuto un'eco significativa anche oltre la cerchia degli specialisti degli studi classici" (dalla Prefazione di Giuseppe Tognon).
La prima storia organica e completa dell’informazione letteraria dal fascismo a oggi, su terze pagine e supplementi, riviste letterarie e mensili librari, fogli politici e settimanali di attualità, rubriche radiotelevisive e siti internet. Un reticolo fittissimo di tendenze critiche e formule informative, che si articola nel vivo dei processi sociali e della spettacolarizzazione mediatica, della produzione e del mercato editoriale, dei dibattiti intellettuali e del lavoro di critici come Cecchi e Montale, Pampaloni e Pasolini, Baldacci e Cherchi, via via fino alle ultime generazioni. Tutto questo attraverso un discorso che armonizzando la rigorosa documentazione di prima mano e il vivace gusto dell’aneddotica, lo studio e l’intervento, il manuale e il racconto, con tante piccole e grandi riscoperte e scoperte, si rivolge sia agli operatori dell’informazione e dell’editoria, sia ai docenti e studenti delle discipline relative, sia al pubblico dei lettori.
L'Iran e il suo presente sospeso tra innovazione e tradizione, tra aperture al mondo e spinte integraliste riempiono le pagine della nostra attualità; ma quanti di noi ne conoscono la storia recente? Ervand Abrahamian, studioso iraniano trapiantato negli Stati Uniti, ce ne offre oggi una panoramica documentata. I principali avvenimenti sotto le dinastie dei Qajar e dei Pahlavi e sotto la Repubblica islamica, l'importanza del ruolo dello sciismo, le origini della modernizzazione, la ricerca a più riprese di una riforma democratica, la partecipazione popolare nelle rivoluzioni del 1909 e del 1979: tutto questo si snoda lungo le pagine di un libro importante nella storiografia sul Medio Oriente. Tra gli anni della scoperta del petrolio e degli interventi imperiali, tra il governo degli scià Pahlavi e la rivoluzione del 1979 e poi la nascita della Repubblica islamica, l'Iran ha vissuto un'aspra guerra con l'Iraq, la trasformazione della società sotto il governo dei religiosi e, più di recente, il rafforzamento dello stato, la lotta per il potere tra le vecchie élite, l'intellighentia e la borghesia degli affari e infine le forti tensioni internazionali causate dalla politica aggressiva e nazionalista di Ahmadinejad. Al cuore del libro c'è comunque sempre la gente dell'Iran, che ha sopportato ed è sopravvissuta a un secolo di guerre e di rivoluzioni.
"Storia dell'Italia mafiosa" rappresenta un'importante innovazione nello studio e nell'analisi dei fenomeni mafiosi in Italia. Viene ricostruita in maniera unitaria la storia della mafia, della 'ndrangheta e della camorra, dalla nascita nel Mezzogiorno borbonico, allo sviluppo nell'Italia post unitaria, al definitivo affermarsi in età repubblicana, fino ai nostri giorni. Si è dinanzi ad un grande affresco storico che individua le ragioni di fondo di un modello criminale il cui successo dura ininterrottamente da duecento anni. Il volume rappresenta inoltre il contributo più significativo al superamento delle interpretazioni dominanti delle mafie come frutto esclusivo del Mezzogiorno, della sua arretratezza economica e sociale, di una cultura omertosa e complice. Isaia Sales dimostra come quel racconto, pressoché immutato da due secoli, continui a costituire un formidabile ostacolo alla comprensione delle mafie e a rappresentare, nella migliore delle ipotesi, un colossale abbaglio. Pagine appassionanti svelano perché le mafie, nonostante gli auspici di tanti, non siano state sconfitte dalla "modernità", anzi si siano trovate pienamente a loro agio dentro di essa, senza alcun imbarazzo. E sono ancora qui nell'Italia post moderna di oggi, nel mondo di Google e dell'I-pad. E non solo nel Mezzogiorno.
L'autore. studioso e coraggioso anticonformista, analizza in termini culturali e filosofici il percorso tortuoso e complesso dell'Italia unita dal particolare punto di vista dello Statao nazionale. Un compendio di storia italiana dal 1861 a oggi.
Questo libro racconta la storia dell'italiano della letteratura dal Medioevo, quando nasce, al Rinascimento, quando si afferma nel ruolo di primo collante linguistico nazionale, all'età moderna (dal Seicento all'Ottocento), quando comincia a separarsi dalla lingua non letteraria, fino a un radicale divorzio dei due istituti, specie tra quello della poesia e quello della lingua comune. Segue poi le vicende del linguaggio letterario nel Novecento, il secolo che ne ha ridotto drasticamente e definitivamente la specializzazione grammaticale e lessicale, trasferendola a livelli stilistici e in luoghi linguistici prima non colpiti dalla differenziazione letteraria. Esamina, infine, all'inizio del XXI secolo, con ampia messe di dati, i piú recenti tentativi (felici o falliti) che l'uso letterario della lingua fa per non perdere del tutto o per riacquistare in parte tratti specifici o aggiuntivi rispetto a quelli dell'italiano corrente. Questa nuova edizione di un'opera di lungo e fortunato corso rivede e aggiorna completamente la precedente e la integra di una parte cospicua dedicata alla contemporaneità, realizzando, di fatto, per quantità e qualità della revisione e delle aggiunte, un libro nuovo: un percorso attraverso la letteratura italiana, dalle origini fino al secondo decennio del XXI secolo, con i materiali e la strumentazione di un linguista. Nuova edizione riveduta e ampliata.
Negli ultimi due decenni la storia della lingua italiana ha conosciuto un intenso sviluppo, conquistando una posizione centrale nel panorama degli studi umanistici. Quest'opera in tre volumi intende mettere a frutto le innovazioni metodologiche più recenti, per ricostruire quella parte di storia linguistica (la più ampia, non solo cronologicamente) che è legata agli usi scritti dell'italiano. Il risultato è una mappa nitida e aggiornata: un prezioso strumento di lettura e insieme d'interpretazione complessiva della nostra storia linguistica. Grazie alle nuove forme di scrittura telematica, l'italiano è oggi non solo parlato ma anche scritto quotidianamente dalla maggioranza degli italiani. E questo per la prima volta nella sua storia. Ciò non toglie che anche nei secoli scorsi l'italiano scritto abbia avuto una sua vita esterna alla letteratura e tutt'altro che limitata alla sfera ufficiale. I saggi raccolti in questo terzo volume intendono dar conto della vitalità e della varietà di questi usi, in alcuni casi strettamente connessi alla dimensione parlata, in altri legati a esigenze private o addirittura personali.
Il volume narra la storia delle Nazioni Unite, la loro nascita, quando sostituirono l'ormai inefficace Società delle Nazioni, sino ai giorni nostri: gli anni della guerra fredda, la svolta decisiva della guerra di Corea, la marginalizzazione politica nella fase della distensione tra le superpotenze, il processo di decolonizzazione con le prime forme di "peacekeeping" e i nuovi strumenti di cooperazione economica, le illusioni e i disincanti degli anni Novanta, quando sembrò realizzabile l'utopia di un ordine internazionale.