
2028: veniamo a sapere che un uomo, deceduto nel 1978, è stato risuscitato da un'équipe francese la quale, supportata in segreto dalla presidenza della Repubblica, ha compiuto progressi considerevoli nel campo della criogenizzazione, una tecnica che consente il raffreddamento del cadavere fino a -196°C, e poi la sua "rianimazione". L'eroe di questa storia, un brillante docente universitario nato nel 1940, deve affrontare la sfida di ricominciare la sua vita dopo un'interruzione di mezzo secolo che perturba o azzera le sue relazioni di parentela e di amicizia... "Risuscitato!" è una farsa politico-scientifica, nello stile di "Le tre parole che cambiarono il mondo", che affronta direttamente le questioni della vita, della morte e dell'avvenire dell'umanità.
È dura. Negli ultimi anni il clima psicologico e culturale nelle scuole medie inferiori e superiori è diventato sempre più difficile. Gli insegnanti appaiono smarriti di fronte alle nuove responsabilità che la società attribuisce loro al di là dell'insegnamento delle materie: prevenzione delle droghe, degli atti di bullismo e più in generale prevenzione di tutto il disagio adolescenziale. A questi problemi, per i docenti si aggiungono poi le difficoltà legate all'inserimento di allievi stranieri che spesso non parlano italiano e il governo degli allievi più trasgressivi e meno abituati alle regole di un tempo. Ma lo sconforto degli insegnanti nasce soprattutto dalla consapevolezza di dover lavorare spesso con ragazzi che non hanno nessuna voglia di imparare. Si può "ri-svegliare" la scuola, cioè ridare vita, emozioni e senso al difficile lavoro quotidiano dei ragazzi e degli insegnanti? Sì, ma solo mettendo in rete tutti gli attori magari con l'aiuto di psicopedagogisti capaci di farli interagire positivamente. Come dimostrano queste pagine nate da una positiva esperienza, la scuola media può interpretare i valori positivi che emergono dalla nuova cultura giovanile e dai cambiamenti sociali in atto. Infatti, dai periodi difficili si esce soltanto con soluzioni innovative. Ed ecco questa proposta creativa per stimolare una strategia di piccoli ma importanti passi per cambiare la scuola e adattarla più velocemente alle nuove generazioni di adolescenti.
L'uomo nuovo che ogni giorno rinasce, liberato dai pesi del passato, risvegliato alla vita, vittorioso sulle forze dell'ego, capace di generare amore, gioia, positività, benessere, compassione e di assumersi la responsabilità della propria esistenza, avverte il richiamo dell'anima che invita al rinnovamento e alla leggerezza. Il libro, con una sapiente alchimia di fiaba e di scienza, suggerisce le parole che servono all'anima per il suo risveglio, indica la strada da percorrere per attraversare l'arido deserto dell'epoca contemporanea e insegna a riconoscere le oasi genuine di spiritualità in esso nascoste per giungere alla trasformazione del proprio essere e vivere appieno l'epoca nuova che ci attende. Le musiche ispirate di Rino Capitanata, che accompagnano le meditazioni guidate proposte nel CD allegato, le importanti testimonianze di grandi protagonisti dell'anima risvegliata, arricchiscono e completano la via della rinascita interiore che l'autore ci indica.
Da un medico e ricercatore di lunga esperienza, un libro che a metà tra il racconto e il saggio offre al grande pubblico le ultime conoscenze su tutti quegli stati di coscienza modificati, non patologici, che si possono ottenere, con un accurato e paziente allenamento. Stati di coscienza particolari che, iniziando dalla veglia rilassata, passando per molte situazioni di rilassamento corporeo e mentale, arrivano fino all'ipnosi e all'autoipnosi, con delle incursioni anche negli stati meditativi e mistici. Lo scopo è offrire "spiragli di luce" sulla propria esistenza, mezzi per dare un "senso alla vita" nel nome di una più ampia condivisione umana.
Chi era veramente Rita Levi-Montalcini? Una visionaria dotata di ferrea volontà per affrontare il presente sognando il futuro, oppure una tessitrice di rapporti che per sbarazzarsi dei condizionamenti ambientali era disposta a trascurare chiunque si frapponesse tra lei e suoi obiettivi? Per capirla occorreranno forse decenni. Rita nacque in un periodo senza telefoni, televisione, aerei, computer, sanità pubblica, voto alle donne, pensione. Morì quando tutto quanto citato era stato raggiunto. Ma lei in 103 anni di vita conquistò il Premio Nobel per la Medicina, divenne senatrice a vita, incontrò papi, presidenti degli Stati Uniti e della Repubblica Italiana, re, regine, capi di governo di mezzo mondo. Una scienziata tenace, ma pure una donna, capace di tenerezze ripetute come raccontano molti episodi di questo libro.
Rita Levi-Montalcini è stata non solo una grande scienziata, ma anche una divulgatrice appassionata, una strenua combattente per i diritti femminili, una donna attenta alla cultura, alla politica e alla società. È stata insomma una grande umanista, convinta che la scienza dovesse essere al servizio dell'umanità. Decisa a non concentrarsi esclusivamente sulla propria professione ma a mostrare la propria sensibilità amando ogni aspetto della vita, si è dedicata al prossimo attraverso la fondazione che porta il suo nome e che si occupa di diffondere l'istruzione femminile in Africa. Il pensiero di Rita Levi-Montalcini è sintetizzato in una sua preziosissima testimonianza, una delle ultime che ci ha lasciato poco prima di morire e che è pubblicata in questo libro insieme ai contributi di altre illustri donne italiane. Nove grandi artiste, scienziate e intellettuali rendono omaggio a Rita Levi-Montalcini raccontando come sono riuscite a vincere le sfide che ogni donna, in tutto il mondo, si trova ad affrontare: superare i pregiudizi, imporsi in ambienti spesso dominati dagli uomini, conciliare il lavoro con gli affetti e la maternità. Riunite in un solo volume, dieci personalità eccezionali, dieci storie uniche per altrettante visioni del mondo da cui emerge un'affascinante concordanza sui valori fondamentali: dedizione al lavoro, passione, impegno e sacrificio, onestà e attenzione agli altri, e soprattutto la forza di rialzarsi sempre dopo le inevitabili sconfitte.
La figura di Rita Levi Montalcini racchiude in sé due esempi di impegno professionale che raramente coesistono nella stessa persona: la scienziata-artista che, come scrisse la Fondazione Nobel, «portò la luce dove prima era il caos» e la donna che dopo il più prestigioso riconoscimento, profuse tutte le energie nell'impegno sociale, letterario e politico, fondando l'European Brain Research Institute (EBRI) e tre fondazioni indirizzate alla formazione dei giovani, agli studi sulla sclerosi multipla, e al sostegno delle donne africane Questo duplice impegno costò, forse, la rinuncia alla funzione di madre, che tuttavia fu in qualche modo compensato con l'identificazione quasi filiale della sua «creatura» il Nerve Growth Factor (NGF), la cui scoperta ha fatto emergere un'intera nuova categoria di sostanze, denominate «fattori di crescita». A chi ha avuto l'onore di frequentarla quasi quotidianamente per quattro decenni, resta il rammarico che troppo pochi abbiano avuto il piacere di apprezzare la sua innata modestia, il suo sottile senso dell'umorismo e la sua capacità di amicizia sincera.
L'antico Teatro Carignano di Torino è affollato. Ecco, si apre il tendone di velluto ed entra Rita, la principessa della scienza, la donna a cui è stato intitolato un asteroide. Al collo porta un gioiello, dono di papà Adamo. "Questo lo metterai quando riceverai il Premio Nobel". E quando sale sul palco si apre il sipario sui cent'anni della sua intensa vita: la storia dei Levi Montalcini, le tradizioni ebraiche, la vita a Torino, Roma e Washington, l'arte della sorella Paola, l'antifascismo e la guerra, il professor Giuseppe Levi, la straordinaria scoperta dell'NGF (Nerve Growth Factor), il fattore di crescita delle cellule nervose...
Dov'eri, la notte in cui cadde il Muro? È una domanda che percorre ancora il cielo sopra Berlino. La ritroviamo nelle parole di scrittori cardine della memoria tedesca come Günter Grass ma anche di autori simbolo del dopo-89 come Ingo Schulze. La ripetono le trame di film ormai diventati di culto come "Good bye Lenin!" e le mille espressioni artistiche di una città che negli ultimi vent'anni è diventata uno dei maggiori centri della creatività europea. Berlino è ben lontana dall'essere pacificata, la cicatrice del Muro l'attraversa ancora, dopo quella notte di novembre in cui sembrava che i suoi abitanti fossero già diventati 'ein Volk', un solo popolo. Per questo la ricostruzione appassionata di quei giorni scritta "a caldo" dagli inviati Rai Lilli Gruber e Paolo Borella oggi sembra una cronaca in presa diretta, che ci riporta immediatamente a quelle atmosfere e a quei retroscena. E per questo, oltre a riproporne qui le pagine più avvincenti, gli autori ci riaccompagnano a Berlino, vent'anni dopo. C'era una volta il Muro. E quando c'era il Muro, non c'era Berlino. Questo libro ci porta a toccare con mano il laghetto dove trafficavano le spie e i memoriali del passato nazista, il cuore un tempo spezzato di Potsdamer Platz e i luoghi della Ostalgie, l'eco delle voci di politici e cantanti, agenti e fuggiaschi. E poi le testimonianze di berlinesi vecchi e nuovi, e cantieri ancora aperti e strade cambiate per sempre.
Arrestata dalla Gestapo a 19 anni, nel 1944, e deportata a Birkenau con il padre, il fratellino di dodici anni e il nipote, sarà la sola a tornare, dopo essere stata trasferita a Bergen-Belsen, Raguhn e Theresienstadt. Per oltre sessant'anni non ha parlato con nessuno della sua esperienza. Negli ultimi anni ha deciso di parlare, ed è tornata per la prima volta laggiù con una classe di liceali francesi. Questo libro racconta la sua deportazione, ma anche - in maniera altrettanto toccante e originale, con una voce popolare, di una persona semplice - gli anni delle persecuzioni razziali e poi gli anni successivi al ritorno, i difficili anni in cui trovare un senso alla vita, viverla; e infine gli anni, così tardi, della testimonianza. I colpi, la fame, il divieto del pudore fra donne e verso i soldati. Le latrine di cemento e terra battuta. La crudeltà. A volte la fraternità, o il cinismo. La misera veste che le offrì Simone Veil e che le salvò la vita.