
Questo libro intende porsi come sistematizzazione della nosografia psicopatologica secondo l’approccio narrativo (narrative-based). Seguendo tale impostazione, la narratività è uno strumento di comprensione di quel testo particolare che è il discorso del paziente. Rifacendosi a varie impostazioni, il volume cerca di ridisegnare il quadro del funzionamento psichico e dei disturbi mentali, visti come ‘alterazioni’ di una trama più generale. In questo libro l’Autore fa ovviamente riferimento alla prevalente sintomatologia psichiatrica, ai vari disturbi, sapendo che questi vanno a inserirsi in un tipo di organizzazione individuale che egli chiama ‘funzionamento’, nozione che permette di comprendere quale sia l’atteggiamento dell’individuo di fronte al mondo, come il soggetto agisca e faccia funzionare il suo corpo, le relazioni di cui fa parte, gli affetti: l’essere-nel-mondo di ogni persona influenza il funzionamento mentale e il relativo quadro che può essere letto, compreso e trattato. È per questo che il libro vuole rappresentare anche un utile manuale d’intervento “narrative-based”, non limitandosi solo all’esposizione teorica.
Silvio Ciappi, psicopatologo clinico e forense, è docente di psicologia e sociologia della devianza presso l’Istituto Progetto Uomo della Università Pontificia Salesiana di Roma. Ha all’attivo oltre cento pubblicazioni in tema di psicologia giuridica, psichiatria forense, criminologia e sociologia della devianza. Già magistrato onorario ed esperto criminologo presso la Corte d’Appello di Firenze, è membro dell’American Psychological Association (APA), del Mental Health, Law and Policy Institute del Dipartimento di Psicologia della Simon Fraser University (Vancouver, BC Canada) ed esperto della Commissione Europea e di altre organizzazioni internazionali in tema di prevenzione dei comportamenti devianti. Ha svolto studi e ricerche in USA e in Canada ed è visiting lecturer presso prestigiose istituzioni accademiche internazionali.
Il volume, che si giova dei contributi di svariati studiosi, è diviso in tre parti. Nella prima (Teoria) si analizza la relazione tra esperienze traumatiche e sviluppo dei sistemi cognitivi, affettivi, rappresentazionali e relazionali del Sé, e vengono sottolineati gli effetti negativi del trauma sui principali parametri della salute psichica, nonché sullo sviluppo dei centri neuronali implicati nella regolazione affettiva. Nella seconda parte (Ricerca) vengono presentati studi originali, di natura teorica ed empirica, sulla complessa relazione che intercorre tra qualità delle esperienze di attaccamento e sviluppi traumatici. Nella terza parte, infine (Clinica), emerge la linea portante del volume: la rottura, nell'individuo, della rappresentazione di sé e del proprio rapporto col mondo, tipica del trauma, viene messa in rapporto con un deficit nelle capacità di mentalizzare i vissuti emotivi. In ragione di tale deficit, gli autori sostengono la necessità che il trattamento delle sindromi post-traumatiche sia orientato a incrementare la mentalizzazione, sviluppare le capacità di identificazione ed esplorazione delle emozioni, lavorare sugli stati mentali attuali e sviluppare la capacità di abitare il proprio corpo. Prefazione di Philip M. Bromberg.
Come ci ha insegnato Oliver Sacks, il cervello umano è una macchina sofisticatissima che presiede alle funzioni più semplici, come respirare, e alle più complesse, come comporre la Nona di Beethoven. Questo libro dà una risposta scientifica e divertita alle curiosità e alle domande più frequenti. È sensato paragonare il cervello umano a un computer? Quando non siamo coscienti il nostro cervello pensa? E a cosa? C'è un regime alimentare per garantire il massimo di funzionamento del cervello? Che cos'è l'Alzheimer e cosa provoca a livello cerebrale? Tutti gli animali posseggono un cervello? Il cervello delle donne è diverso da quello degli uomini? Cosa avevano di particolare il cervello di Einstein e quello di Paganini?
Quando giocano, i bambini sono concentrati, cooperativi e creativi. Il gioco è il modo in cui essi s'impadroniscono del mondo, lo esplorano, apprendono dalle nuove esperienze e si riprendono dalle loro piccole o grandi sofferenze. Tuttavia, giocare non sempre è facile per noi adulti, poiché abbiamo dimenticato tanto. E a volte ci sentiamo incapaci di entrare in contatto con i nostri figli, perché da troppo tempo non siamo più bambini. Eppure, sostiene Lawrence Cohen, se noi adulti adottassimo un approccio giocoso all'educazione, se reimparassimo le "regole del gioco", alle quali i bambini fanno ricorso costantemente per esprimersi, comunicare, creare e imparare a diventare grandi, potremmo più facilmente entrare in sintonia con loro, evitare rimproveri e sgridate, non degenerare in conflitti e discussioni e raggiungeremmo molto prima e senza tensioni gli obiettivi educativi che ci prefiggiamo. Non si tratta semplicemente di spegnere la tv e dedicare un po' di tempo a giocare con i bambini, si tratta piuttosto di adottare il gioco come modalità con cui ci si relaziona con loro. Cohen declina le varie modalità di partecipazione e di intervento sul gioco, considerando i modi attraverso i quali favorire l'autostima, disinnescare le "prese in giro" dei compagni, considerare le differenze e i punti di contatto fra maschi e femmine mentre giocano, fino a valorizzare anche il gioco "duro". Aiuta a gestire l'inversione dei ruoli nel gioco e a veicolare in tal modo contenuti profondi.
Una riflessione sui requisiti che caratterizzano il modo più adeguato di trattare con i pazienti e definiscono la professione dello psichiatra. Gli autori passano in rassegna questioni etiche come i rapporti tra psichiatri e aziende farmaceutiche ma anche il modo in cui i principi di professionalità possono essere applicati ai temi della razza, del genere e dell’orientamento sessuale. Un testo importante per qualunque professionista che voglia comprendere la relazione tra professionalità ed etica ed evitare la violazione dei confini.
PREFAZIONE DI MASSIMO BIONDI E VITTORIO LINGIARDI
Gli autori
Glen O. Gabbard insegna Psichiatria al Baylor College of Medicine di Houston in Texas.
Laura Weiss Roberts insegna Psichiatria alla Stanford University School of Medicine di Stanford in California.
Holly Crisp-Han insegna Psichiatria al Baylor College of Medicine di Houston in Texas.
Valdesha Ball insegna Psichiatria al Baylor College of Medicine di Houston in Texas.
Gabrielle Hobday insegna Psichiatria al Baylor College of Medicine di Houston in Texas.
Funmilayo Rachal insegna Psichiatria forense all’Emory University School of Medicine di Atlanta in Georgia.
La meta elettiva che muove ed orienta psicologi e psicoterapeuti che si avvicinano alla realtà delle patologie organiche gravi, in particolare oncologiche, è individuata nell'accompagnare la persona malata all'interno del difficile percorso di un'attribuzione di senso rispetto a quanto sta vivendo sul piano fisico, emotivo e relazionale. I tempi, i ritmi, le modalità, i contenuti che di volta in volta connotano questa ricerca di significato, sono strettamente connessi alle caratteristiche e alla storia personale e familiare di ciascun individuo, e richiedono pertanto, da parte del terapeuta, un'attenzione costante all'unicità della persona e del suo contesto di riferimento. Questo è quanto il progetto "Al Servizio dei Bambini" svolge all'interno della clinica pediatrica: un progetto che si pone come obiettivo primario di assistere i bambini affetti da patologie temporaneamente e/o permanentemente invalidanti e/o in fase terminale, ospiti dei reparti del Policlinico Umberto I di Roma. Gli operatori psicologi lavorano a stretto contatto con i bambini ed i loro familiari con l'obiettivo di prendersi cura del loro benessere anche in una condizione di sofferenza e malattia.
Carl R. Rogers, nato nel 1902, è una delle voci più originali della psicologia clinica americana. Questo libro, il cui piano è stato approvato da Rogers, raccoglie, intorno al corpo essenziale di una delle sue recenti opere, altri lavori, non ancora apparsi in volume. Ciò ha consentito di presentare il significato del pensiero di Rogers e, al tempo stesso, di sottolineare il carattere spiccatamente evolutivo della terapia centrata sul cliente quale si è venuta precisando nel corso di venticinque anni di discussioni, di lavoro pratico e di ricerca sperimentale.
Le più recenti scoperte scientifiche confermano che siamo fatti per avere la padronanza della nostra vita ed esprimere appieno la nostra personalità e la nostra leadership. Spesso però ci adeguiamo a ciò che riteniamo l'inevitabile realtà, le circostanze avverse che impediscono il cambiamento. In questo libro Giovanna D'Alessio - uno dei coach più autorevoli e innovativi che operano oggi in Italia - propone un programma originale e di provata efficacia per indurre il lettore a cambiare la percezione di sé, guardarsi in modo nuovo e scegliere quello che vuole essere, senza scuse: attraverso riflessioni sulla nostra "natura" (o quella che pensiamo che essa sia), l'analisi senza sconti delle esperienze e degli errori che tutti facciamo, esercizi pratici e spazi di autoanalisi per cambiare il nostro "piano mentale".
“Al paziente cosa dico?” può sembrare, da parte del terapeuta, una domanda rozza, ma eludere sempre la risposta opponendo il sorridente silenzio del “venerato maestro” può far pensare che certe cose non si possono insegnare. Invece, il colloquio psicoterapeutico è fondato su una tecnica esplicita, su procedure che è possibile comunicare. In particolare, il colloquio cognitivo risponde a principi tecnici semplici e chiari. Incoraggia il paziente ad apprendere tre abilità fondamentali: 1) riconoscere il legame tra sofferenza emotiva ed elaborazione cognitiva consapevole ed esplicita, ovvero tra quello che sente e quello che pensa, 2) mettere in discussione la validità di questi pensieri, il loro valore di verità e di utilità, 3) elaborarne di nuovi, più veri e soprattutto più utili per fronteggiare le situazioni problematiche. Tutto questo corrisponde a ciò che un terapeuta cognitivo dice ai propri pazienti ed è il tema che questo libro affronta per la prima volta.
Gli autori
Giovanni Maria Ruggiero, psichiatra e psicoterapeuta, dirige la Scuola di specializzazione in Psicoterapia cognitiva “Psicoterapia cognitiva e ricerca”. In questa collana ha pubblicato Psicoterapia cognitiva dell’ansia (con S. Sassaroli e R. Lorenzini, 2006) e Terapia cognitiva (2011).
Sandra Sassaroli, psichiatra e psicoterapeuta, dirige la Scuola di specializzazione in Psicoterapia cognitiva “Studi cognitivi”. In questa collana ha pubblicato, tra gli altri, La mente prigioniera (con R. Lorenzini, 2000) e Psicoterapia cognitiva dell’ansia (con R. Lorenzini e G.M. Ruggiero, 2006).
Il brillante ingegnere che ha rinunciato a tutte le proprie amicizie e a cercare l'amore. Il manager rampante che colleziona avventure galanti ma fugge terrorizzato non appena qualcuna si innamora di lui. L'attrice sul viale del tramonto che, affetta dalla "sindrome del bastardo", si accompagna soltanto a uomini violenti. Il cinquantenne brizzolato che tradisce compulsivamente la moglie perché "l'infedeltà fa parte della coppia"... Sono solo alcuni dei protagonisti dei casi clinici illustrati dallo psichiatra e psicoterapeuta Giacomo Dacquino, ognuno con una storia diversa ma tutti esempi della generale crisi dei sentimenti - soprattutto dell'amore - e dell'immaturità affettiva che sembrano caratterizzare la società contemporanea. Oggi troppo spesso si è portati a privilegiare la "quantità" dei rapporti anziché la loro "qualità", salvo poi accorgersi che, così, ci si condanna irrimediabilmente alla solitudine. Dacquino ci spiega che ogni autentica relazione d'amore è fondata sul dialogo, sullo scambio e la condivisione di pensieri ed emozioni, e che la prima causa del fallimento di tanti legami, anche di quelli che sembravano "eterni", è il progressivo esaurirsi della comunicazione (verbale e non) tra i partner dovuto alla fretta, alla routine e, soprattutto, alla mancata cura dei sentimenti. Perché uno dei tratti più negativi dei nostri giorni è costituito dall'egocentrismo e dall'analfabetismo affettivo, cioè l'incapacità di dire "Ti amo" non solo con le parole ma anche con il cuore.
Nell'attuale dibattito sull'omosessualità maschile e sull'identità di genere questo libro propone, in modo critico, punti di vista nuovi esposti in modo agevole in una quarantina di voci. Ne risulta una sorta di mappa delle problematiche più significative: dagli scenari sociali dell'ideologia di genere alla genesi dell'identità sessuale, dall'ipotesi biologica sull'origine dell'omosessualità alla vicenda della sua derubricazione dal DSM. Con gli strumenti della psicanalisi l'autore si inoltra sul terreno clinico esplorando i motivi psichici e familiari che portano all'orientamento omosessuale. I temi affrontati sono ampi: l'assenza del padre e il predominio della madre, il nodo dell'adolescenza, ma anche il vissuto traumatico, l'abuso, la diffusione della pornografia. Affrontando il dibattuto tema della domanda di cura, l'autore si sofferma sulle diverse forme di omosessualità che differiscono anche per il manifestarsi o meno di un disagio soggettivo. La nostra epoca, che festosamente si compiace del declino del padre, sembra celebrare il trionfo di un "godimento smarrito ", barattandolo con un concetto di libertà e di emancipazione in cui tutto è permesso.
La depressione è un disturbo che può manifestarsi in diverse forme e momenti nella vita delle persone, inducendo una perdita della capacità di provare piacere e dell'energia necessaria ad affrontare la vita. Una condizione di sofferenza che, se protratta a lungo, può arrivare a dare il desiderio di togliersi la vita. Milioni di persone al mondo subiscono le conseguenze di questo disturbo dell'umore: alcuni convivono con la depressione cronicamente, altri ne sono vittime in modo ricorrente, spesso senza riuscire a comprenderne il motivo. Ma qual è l'origine della depressione? Quali sono i danni che può provocare a livello personale, relazionale, sociale e lavorativo? E soprattutto, è ancora un tabù sociale tanto da indurci a non parlarne? Come si può aiutare un nostro amico e familiare a farsi curare? In questo libro sono esposti in modo chiaro e sempllce i diversi e più importanti fattori biologici, psicologici e sociali che contribuiscono alla nascita di questo disagio e che consentono di comprendere e rispondere nel modo più adeguato alle diverse forme di depressione.