
Perché ci innamoriamo? Come si spiegano le nostre diverse reazioni di fronte all'arte, alla filosofia e alla religione? Perché i ricordi svaniscono? E dove nascono gli stereotipi etnici oppure la credenza nei fantasmi? Le innumerevoli domande sull'origine, la natura e il funzionamento della nostra mente finiscono spesso per perdersi nella vaghezza del mistero. Questo, invece, è un libro di risposte. Sfidando pregiudizi consolidati e demolendo teoremi un tempo indiscutibili, Steven Pinker ci guida alla scoperta dei più recenti progressi delle scienze cognitive e ricostruisce il programma straordinariamente complesso che rende possibili gli eventi della vita mentale che siamo abituati a dare per scontati: le meccaniche del pianto e del riso, dell'empatia e della percezione visiva. Facendo ricorso all'ingegneria inversa, che si interroga sugli scopi e l'organizzazione dei vari elementi che compongono una macchina, Pinker individua le funzioni alle quali la selezione naturale ha destinato la mente, un sistema di organi di calcolo che ha permesso ai nostri antenati cacciatori-raccoglitori di lottare, sopravvivere, prevalere. L'approccio di Pinker, uno dei più autorevoli studiosi di scienze cognitive, è rigoroso e multidisciplinare, spazia dalle neuroscienze alla biologia evolutiva compiendo efficaci e frequenti incursioni nelle discipline più disparate, come l'economia la psicologia sociale e la letteratura. Il risultato è una sintesi avvincente e monumentale - troppo ricca, esatta e pionieristica nei collegamenti e nelle conclusioni per essere ridotta a semplice divulgazione scientifica -, scritta con l'intelligenza, il ritmo e l'umorismo del grande narratore.
Perché ci innamoriamo? Come si spiegano le nostre diverse reazioni di fronte all'arte, alla filosofia e alla religione? Perché i ricordi svaniscono? E dove nascono gli stereotipi etnici oppure la credenza nei fantasmi? Le innumerevoli domande sull'origine, la natura e il funzionamento della nostra mente finiscono spesso per perdersi nella vaghezza del mistero. Questo, invece, è un libro di risposte. Sfidando pregiudizi consolidati e demolendo teoremi un tempo indiscutibili, Steven Pinker ci guida alla scoperta dei più recenti progressi delle scienze cognitive e ricostruisce il programma straordinariamente complesso che rende possibili gli eventi della vita mentale che siamo abituati a dare per scontati: le meccaniche del pianto e del riso, dell'empatia e della percezione visiva. Facendo ricorso all'ingegneria inversa, che si interroga sugli scopi e l'organizzazione dei vari elementi che compongono una macchina, Pinker individua le funzioni alle quali la selezione naturale ha destinato la mente, un sistema di organi di calcolo che ha permesso ai nostri antenati cacciatori-raccoglitori di lottare, sopravvivere, prevalere. L'approccio di Pinker, uno dei più autorevoli studiosi di scienze cognitive, è rigoroso e multidisciplinare, spazia dalle neuroscienze alla biologia evolutiva compiendo efficaci e frequenti incursioni nelle discipline più disparate, come l'economia la psicologia sociale e la letteratura. Il risultato è una sintesi avvincente e monumentale - troppo ricca, esatta e pionieristica nei collegamenti e nelle conclusioni per essere ridotta a semplice divulgazione scientifica -, scritta con l'intelligenza, il ritmo e l'umorismo del grande narratore.
Come agisce la mindfulness? Migliaia di terapeuti utilizzano trattamenti basati su di essa e sono stati direttamente testimoni dell'efficacia di questi interventi su pazienti affetti da ansia, depressione e altri comuni problemi di salute mentale. Ma, per molti clinici, i processi psicologici e le funzioni cerebrali che spiegano questi cambiamenti rimangono un mistero e le metodologie in grado di misurare i progressi dei pazienti sono poco definite. Il volume presenta una raccolta di contributi scritti da alcuni dei più autorevoli ricercatori e terapeuti del settore. Ogni autore esamina le variabili che rappresentano i potenziali processi di cambiamento mindfulness, accettazione, compassione di sé, spiritualità e attenzione ai valori - e individua l'importanza di ognuno di questi processi nel migliorare il funzionamento psicologico e la qualità della vita. I clinici apprenderanno a misurare accuratamente ogni processo nei loro pazienti, un'inestimabile capacità per ogni terapeuta. Oltre che un fondamentale contributo alla letteratura specialistica sui trattamenti basati sulla mindfulness, questo libro è anche un importante strumento per tutti quei professionisti della salute mentale che cercano di far chiarezza sui processi che operano all'interno di qualsiasi terapia basata su mindfulness e accettazione.
Le idee di Weiss, che propongono un'integrazione operativa di psicoanalisi e psicoterapia cognitiva, hanno profondamente influenzato psicoanalisti e psicoterapeuti dell'ultima generazione. Questo libro presenta una teoria della psicoterapia, la cui validità è confermata dall'osservazione clinica e da una serie di ricerche sperimentali. La psicopatologia ha origine da conflitti interni e da altri contenuti inconsci che il paziente ha acquisito da esperienze traumatiche della prima infanzia. Il paziente è in grado di esercitare un considerevole controllo sulla sua vita mentale, e di pianificare, con l'intervento del terapeuta, la modificazione di tali contenuti e presupposti patogeni.
Il libro ci accompagna alla scoperta delle emozioni: ne conosceremo le origini, le basi neurali, capiremo le ragioni della loro pervasività e del loro inestricabile intreccio con il nostro corpo. Vedremo come riconoscere le emozioni altrui sia un fenomeno esso stesso emozionale, e perché non esistano stati emozionali al netto della dimensione espressiva e comunicativa; perché le nostre azioni, le nostre decisioni e i nostri ricordi hanno sempre una connotazione emozionale. Perché, insomma, il nostro pensiero è «fatto di emozioni».
Il libro presenta la conversazione di due autori che parlano di Dio e dell umano soffrire da prospettive diverse ma forse non così distanti, facendo interagire psiche e spirito, psicologia e Bibbia, Gesù di Nazaret e la nostra storia. Nessuno dei due pretende di dare risposte defi nitive o categoriche, ma piuttosto di stimolare la rifl essione su una tematica complessa e sempre aperta. Le opinioni e le posizioni degli interlocutori si intercalano, si confrontano e si arricchiscono mutuamente. Ed è ciò che offre maggior interesse alla rifl essione e conferisce al volume originalità. Il lettore non solo è chiamato all ascolto dei due autori, ma si sente invitato a entrare pienamente nella discussione.
La metodologia dei potenziali evento-correlati si sta rivelando un ottimo strumento per evidenziare i meccanismi di analisi del linguaggio e chiarirne i rapporti con il cervello. In un testo didatticamente efficace, le applicazioni di questa metodica allo studio delle violazioni sintattiche e semantiche e una valutazione critica dell'ipotesi della modularità dell'architettura mentale.
Imparare a studiare: facile a dirsi, non sempre facile a farsi. Studenti di ogni età si impegnano ogni giorno per applicare nei compiti a casa le nozioni apprese a scuola, e spesso tutto questo si rivela una vera impresa, con grande spreco di fatica, energie e frustrazioni. Matteo Rampin spiega cos'è il metodo di studio e come usarlo in modo proficuo per studiare bene e senza perdere tempo inutilmente. Ma non solo: imparare un metodo vuol dire acquisire le basi fondamentali per non lasciarsi travolgere dall'impegno; è l'organizzazione consapevole delle linee guida per agire con efficacia, scegliere con razionalità, essere "centrati" e presenti a se stessi, e prendere in mano la propria esistenza: in altre parole, il metodo di studio è la metafora perfetta dell'arte di vivere.
Questo libro si confronta con gli enigmi dei diversi modi di essere, femminili e maschili, che si colgono nelle regioni della interiorità lacerata dalla sofferenza psichica; e analizza questi modi di essere in alcune dissonanti esperienze anoressiche, depressive e dissociative, e in alcune emblematiche esperienze poetiche e artistiche divorate da alte tensioni emozionali: quelle, fra le altre, di Emily Dickinson e di Georg Trakl, di Vincent Van Gogh e di Camille Claudel. Il libro si apre con una umbratile rievocazione degli anni di lavoro nell'ospedale psichiatrico di Novara, e si chiude con una meditazione sulla fragilità delle parole e dei gesti che ci avvicinano agli abissi della sofferenza: senza cancellarla nel silenzio e senza negarle una luce possibile. L'immagine tematica del libro è, così, quella della follia, sfortunata sorella della poesia nella scintillante metafora di Clemens Brentano, come specchio incrinato nel quale oscuramente si riflettano le angosce e le agostiniane inquietudini dell'anima, la tristezza e la fragilità, le attese e le speranze infrante, la nostalgia e il desiderio di dialogo, della condizione umana nei suoi dilemmatici, femminili e maschili, orizzonti di senso e nel suo mistero.

