
Che cosa significa oggi essere cittadini cattolici? La Chiesa e i singoli credenti sono chiamati ad affrontare le sfide del cambiamento d'epoca, assumendo la complessità dell'umano e vivendo una vera e propria conversione dall'individualismo alla relazionalità. L'agire politico è uno stile di stare al mondo e di vivere la propria cittadinanza e la propria fede. I cattolici possono essere presenza creativa e incisiva nella società e contribuire a far crescere l'amore politico e l'amicizia sociale, se consolidano il loro radicamento in Cristo e riscoprono il senso di appartenenza alla comunità cristiana e alla città.
Il tempio di Apollo a Selinunte ingabbiato per undici anni dalle impalcature perché nessuno le smonta. La campagna veneta di Palladio e del Giorgione "intossicata, sconquassata, rosicchiata, castrata", come dice il poeta Andrea Zanzotto, da un caos di villette, ipermercati e capannoni. I mosaici di Pompei che si sgretolano perché l'ultimo mosaicista è in pensione da un decennio mentre il commissario compra mille bottiglie di vino "pompeiano" da 55 euro e ne spende 103mila per censire 55 cani randagi. La tenuta agricola di Cavour tra le risaie vercellesi cannibalizzata dai teppisti. L'inestimabile villaggio preistorico di Nola affogato nell'acqua perché la pompa non funziona. La tracotanza di un abusivismo che, di condono in condono, è salito a 4 milioni e mezzo di alloggi nei quali vivono undici milioni di italiani. Le uniche ricchezze che abbiamo, il paesaggio, i siti archeologici, i musei, i borghi medievali, la bellezza, sono sotto attacco. Un incubo culturale, un'angoscia economica. Eravamo i primi al mondo nel turismo: siamo precipitati per competitività al 28° posto. E il portale italia.it, costato milioni di euro, è 184.594° fra i siti web più visitati del pianeta. Una classe dirigente seria sarebbe allarmatissima. La nostra no. Anzi, la cattiva politica è tutta concentrata su se stessa. E si tiene stretti tutti i privilegi. Le sole auto blu costano due volte e mezzo l'intero stanziamento per i Beni culturali, dimezzato in 10 anni. La serrata denuncia di uno scempio.
Dalla speculazione sui titoli 'tossici' alla crisi dei mutui immobiliari, dalle scorribande dei maghi della finanza al crollo delle banche d'affari, dalle certezze ideologiche della politica liberista alla gigantesca operazione di salvataggio del sistema. Negli Stati Uniti d'America si è originata la più grande recessione economica dell'ultimo mezzo secolo, che oggi il nuovo presidente cerca di combattere con una svolta radicale nella politica economica. In questo libro l'inviato del "Corriere della Sera" a New York racconta la catena di pregiudizi, superficialità, speculazioni, manipolazioni del mercato che hanno portato all'attuale disastro, e le misure che Obama e i governi europei stanno assumendo per farvi fronte. Una vicenda drammatica - a tratti surreale - ricca di personaggi, colpi di scena, insegnamenti per il futuro.
Edizione riveduta e aggiornata con nuovi lemmi
"La democrazia è il potere di un popolo informato" scriveva Alexis de Tocqueville nel XIX secolo. È con l'obiettivo di informare il più alto numero di persone sul reale significato delle "parole della politica" che nasce questo Vademecum della democrazia.
Una lunga carrellata di temi legati alla politica, dalla "a" di ambiente alla "w" di web sono contenuti all'interno di quest'opera, a cui hanno offerto il loro contributo moltissime firme autorevoli del panorama intellettuale italiano. Docenti universitari, studiosi, giovani ricercatori illustrano, con un linguaggio che vuole essere accessibile a tutti, concetti che ogni giorno riempiono le pagine dei giornali, i notiziari televisivi, i salotti dei talk show.
Il testo è corredato da un'ampia bibliografia, con testi di autori "classici", libri contemporanei e riferimenti a siti Internet.
Ripercorrendo la storia della costruzione comunitaria europea e gli ideali che l'hanno ispirata, Nadia Urbinati affronta lo snodo decisivo davanti al quale si trova oggi l'Unione. L'avanzata dei populismi minaccia e nello stesso tempo porta alla luce il declino della rappresentanza nelle democrazie europee, specchio di una società sempre più disgregata e priva di quei grandi soggetti politici, i partiti, che ne avevano nel bene e nel male distinto la vicenda. Di questa storia è parte integrante la sinistra che sembra disorientata e incapace di cogliere i nuovi bisogni che arrivano dal basso, prigioniera dei suoi errori e vittima di mutamenti, sociali ed economici, planetari. E tuttavia mai come ora abbiamo bisogno della sinistra per arginare lo strapotere del capitale finanziario e rilanciare una nuova idea continentale, per passare da un'Europa dei vincoli a un'Europa realmente democratica.
L'utopia è una forma della riflessione politica la cui caratteristica prevalente è quella - indicata già da Platone - di essere un modello politico creato "col discorso". L'altro tratto specifico consiste nel fatto che questo modello è proposto per mezzo di un procedimento narrativo, che presenta come possibile, esistita o esistente, una società ideale. Questi caratteri hanno apparentato, sin dall'origine, l'utopia ad altre modalità del discorso politico, come il progetto, e ad altre forme narrative, come il viaggio, il romanzo filosofico, la fantascienza. Nel seguire il percorso del genere utopico, l'autore considera le variabili e le costanti che ne scandiscono la storia, ricostruendo archetipi, linguaggi e ricorrenze.
Fabrizio Cicchitto, vicepresidente del gruppo parlamentare di Forza Italia e membro della commissione d'inchiesta sul "Dossier Mitrokhin", fa rivivere in queste pagine gli episodi salienti della nostra storia repubblicana, dalla guerra civile del 1943-45 ai giorni nostri, passando per il dopoguerra, gli anni di piombo, la lotta alla mafia, Tangentopoli. Indagando sulle motivazioni che hanno portato in Italia all'attuale situazione di tensione tra potere politico e giudiziario, Cicchitto ci racconta una vicenda lunga sessant'anni in cui, passando dagli stabilimenti della Fiat alle aule dei tribunali, dalla Banca d'ltalia agli uffici dei partiti della Prima e della Seconda Repubblica, sfilano personaggi del calibro di Agnelli, Andreotti, Falcone, Cuccia...
Un fatto è certo: la crisi che stiamo vivendo non nasce dal nulla, ma è stata causata da decenni di scelte irresponsabili in cui si è lasciato che il mercato finanziario divorasse nel nome del profitto il benessere delle nazioni e i risparmi dei cittadini. In questo saggio Giulio Tremonti denuncia i colpevoli di questa letale degenerazione dell'economia e spiega le misure da prendere al più presto per salvare l'Italia dal fallimento: ristabilire il primato delle regole sull'anarchia finanziaria; separare l'attività produttiva dall'attività speculativa; imporre trasparenza ed equilibrio ai rapporti tra politica e mercato; e soprattutto pensare a investimenti pubblici mirati al bene comune e al rilancio dell'economia reale. Perché è solo così, riportando lo Stato sopra la finanza e l'ordine al posto del caos, che troveremo la traccia per raggiungere insieme l'uscita di sicurezza da questo meccanismo speculativo di cui siamo prigionieri.
L'intento di questo libro, scritto a più mani, è anche quello di offrire ulteriori contributi di riflessione per far comprendere meglio "la terza guerra mondiale a pezzetti", per uscire da un sistema di guerra e costruire una economia di pace. Vi si affrontano anche altri conflitti, di tipo economico, finanziario e in diversi luoghi della terra, in particolare il conflitto arabo-israeliano.
Viviamo un’epoca nella quale emergono tutti i nodi del modello dominante: la crisi climatica, la guerra, l'eclissi della democrazia, dell'uguaglianza e della giustizia. La speranza degli autori e dei curatori del volume è quella di offrire piste per uscire dalla guerra e costruire una economia di pace nonviolenta, attraverso una risposta globale, per liberare la mente e il pianeta, superando la retorica della sicurezza. La pace disarmata è il nuovo paradigma della politica. Esercitarsi a vedere il conflitto anche quando non fa rumore è il primo passo da intraprendere.
L’orrore del “califfato” di Daesh nel Levante tra 2014 e 2017 e il terrorismo su scala planetaria sono stati una paradossale conseguenza delle “primavere arabe” del 2011, che pure erano state celebrate in quanto “rivoluzione 2.0”.
Come ha fatto a instaurarsi il caos e sarà possibile uscirne in seguito all’eliminazione militare dello “Stato islamico”?
Questo libro ricolloca gli eventi nel loro contesto, a partire dalla guerra del “Kippur” del 1973, a cui seguirono l’esplosione dei prezzi del petrolio e la proliferazione del jihad. Viene poi proposto il racconto completo delle sei principali sollevazioni arabe, dalla Tunisia alla Siria. Si descrivono infine le linee di frattura nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, chiarendo quali scelte attendano i capi di Stato, così come i popoli di quelle regioni, ma anche i cittadini d’Europa.
Uscire dal caos è il frutto di quattro decenni di ricerche sul mondo arabo e musulmano e di esperienza sul campo da parte di Kepel e si basa anche su documentazione inedita.
Cos'è l'intelligenza? È davvero possibile accrescerla? Quali sono i pro e i contro delle intelligenze artificiali? Queste e altre sono le domande alle quali questo testo, dalla vocazione divulgativa, si propone di rispondere. Dalla memoria come luogo della costruzione identitaria, fino al problema dell'insegnamento scientifico nelle scuole, questo testo affronta un argomento interessante e versatile: la natura del cervello umano. Scritto da due scienziati e grandi divulgatori, il volume coinvolge il lettore in una narrazione che si rivela più attuale di quanto possa sembrare. Parlare della natura di quest'organo, infatti, significa parlare non soltanto della scienza propriamente detta ma anche di società, politica, cultura: dal dibattito sull'eutanasia, all'analisi delle emozioni, fino al tema centrale, quello dell'analfabetismo scientifico in Italia, perché - come dicono gli autori - per usare bene il cervello bisogna conoscerlo.