
Sempre più spesso, nelle recenti cronache di quotidiani, televisioni o altri mass-media, vengono raccontati ripetuti episodi di aggressività, prepotenza e/o violenza, che vedono come protagonisti bambini, ragazzi o adolescenti a danno di coetanei ritenuti più deboli o emarginati. Alla luce di questa vera e propria emergenza educativa, in questo volume, l'autrice analizza, in una prospettiva sistemico-relazionale, vari aspetti legati al serio e complesso fenomeno del bullismo suggerendo delle soluzioni alle problematiche connesse, legate o sottostanti ad esso.
Che cosa significa convivere nell'organizzazione? In che modo e con quali strumenti la formazione può contribuire a migliorare la convivenza negli ambienti di lavoro? Una concreta riflessione pedagogica analizza le questioni che riguardano l'identità personale e professionale degli individui all'interno degli ambienti di lavoro. Attraverso itinerari teorico-pratici si indagano le dinamiche delle relazioni lavorative, restituendo centralità alle persone e prefigurando nuovi criteri dell'agire. Le vicende emozionali degli uomini e delle donne alle prese con incarichi e responsabilità non rimangono più estranee alle logiche dell'organizzazione, ma a queste si intrecciano per rafforzare il senso di appartenenza e la partecipazione attiva e autonoma degli individui alla comunità. Secondo approcci originali che consentono di affrontare senza timori, sul piano personale come su quello professionale, le sfide del cambiamento.
Il vostro bambino si rifiuta di mangiare: urla, serra le labbra e allontana il piatto. La sera, quando siete distrutti dal lavoro e sognate il sonno profondo, lui si catapulta puntualmente nel lettone e neanche un carro attrezzi riesce a smuoverlo. Non vuole andare all'asilo, si rifiuta di usare il vasino, piange e non si capisce perché. "Questo è mio!" urla un fratellino."No, lascialo, è mio!" risponde l'altro... Quante volte vi è capitato di assistere a scene come queste? E poi, quale gioco proporgli? Come "intrattenerlo" senza ricorrere a "mamma televisione"? Come fargli rispettare le regole? Quante attenzioni dedicargli senza viziarlo? A questi e molti altri interrogativi rispondono le tate più famose d'Italia. Direttamente dalla trasmissione televisiva S.O.S. Tata, munite di quadernone e penna, tata Renata e tata Francesca accorrono in vostro aiuto a suggerirvi tutte le strategie per sopravvivere alla caotica vita familiare. Grazie alla loro preparazione ed esperienza sul campo, sapranno darvi ricette di ogni tipo per crescere i vostri bambini con qualche regola d'oro ma liberi di esprimere la loro personalità. Non un manuale del perfetto genitore, ma un ricettario utilissimo per trovare voi stessi le risposte alle vostre domande e intraprendere la strada più giusta per crescerli liberi e sereni. Vedrete, basteranno semplici ingredienti come costanza, razionalità e un pizzico di fantasia, e saprete adempiere al meglio al difficile e meraviglioso compito di genitori!
Prima edizione mondiale delle memorabili lezioni che Marcel Jousse ha tenuto alla Sorbona negli anni ‘30 e che hanno ispirato le tendenze più avanzate e critiche sulla pedagogia, compresa la radicale visione contenuta nei libri di Ivan Illich “Descolarizzare la società” e “Nella vigna del testo”. Jousse conferma qui con dimostrazioni scientifiche che il bambino prima ancora di imparare a parlare ha in sé la conoscenza dell’universo e la parola non è altro che una forma di riecheggiare i ritmi dell’universo che trova in sé e intorno a sé.
Marcel Jousse (1886-1961), ordinato gesuita nel 1910, si specializza con grandi maestri del calibro di Rousselot (fonetica), Janet et Dumas (patologia), Mauss (etnologia).
Nel 1925 esce la sua tesi di dottorato in psicologia linguistica "Le style oral rythmique et mnémotechnique chez les verbo-moteurs", la cui eco fu eccezionale (da Bremond a Valéry, da Bergson a Blondel). Jousse espone le proprie scoperte sullo stile orale e la memorizzazione davanti ad uditori calorosi all’Istituto Biblico di Roma (1927), all’anfiteatro della Sorbona (1931-1957), alla Scuola di antropologia, dove venne creata per lui la cattedra di linguistica (1932-1950), all’École des Hautes Études (1933-1945).
Tuttavia, a partire dal 1929, Jousse si scontra con le reticenze di esegeti esclusivamente formati ai metodi della filosofia greco-latina. Occorrerà attendere la “rivoluzione” del ’68 per veder rinascere l’interesse intorno alla figura di questo pioniere dell’antropologia. Grazie soprattutto all’opera della sua più fedele collaboratrice, Gabrielle Baron, usciranno per l’editore Gallimard i suoi testi inediti.
Per Jousse l’uomo è gesto e memoria sin dal seno materno, e bisogna riscoprire, tramite il linguaggio di rabbi Yeshua, la continuità della tradizione giudaico-cristiana. I metodi joussiani, oltre a rinnovare la catechesi, rivelano una certa affinità con le analisi etniche di Leroi-Gourhan (Il gesto e la parola, 1965) e letterarie di W.J. Ong (La presenza della parola, 1971).
Chi, e in base a quali criteri, definiva a Roma i limiti di ciò che era lecito e ciò che non lo era? A che età era consentito strizzare l'occhio a Venere? Quali erano le regole che guidavano i rapporti amicali, sessuali, amorosi? Come ci si doveva comportare per propiziarsi gli dèi? Come ci si preparava ad affrontare il dolore e la morte? Dove si imparava il mestiere del medico, della levatrice, del veterinario, dell'agrimensore, dell'architetto, dell'avvocato, del soldato, dell'insegnante? Quali erano i centri di formazione artigianale e artistica? Tutto questo fu oggetto di precisa educazione presso un popolo che visse in un sistema sociale in cui il privato era votato al pubblico, e la vita scorreva in un funambolesco barcamenarsi tra realtà e rappresentazione. Dalla primissima infanzia alla vecchiaia i romani, senza esclusioni di sesso e di status, furono coinvolti in un programma educativo ininterrotto e totalizzante. Esso si avvalse, per raggiungere i propri obiettivi, di tutti i mezzi di comunicazione di cui poteva allora disporre, non tralasciando, se necessario, neanche sofisticati sistemi di "persuasione occulta" attraverso la voce, il gesto, la scrittura, l'immagine.
La scuola delle competenze è quella verso cui si indirizzano le trasformazioni scolastiche contemporanee. Il testo propone un'analisi attenta sul tema, spaziando dalla documentazione internazionale di riferimento a quella italiana, per arrivare a definire una teoria della competenza e proporre riflessioni sull'agire scolastico, la progettazione e la valutazione delle competenze.
Intercultura e integrazione sono temi di grande attualità nella scuola italiana, dove si "mescolano" allievi di origini e tradizioni anche molto differenti tra loro. Questo libro propone alcune conoscenze utili e riflessioni stimolanti per affrontare in maniera sempre più consapevole i temi del dialogo tra le culture.
Progettare situazioni formative è l'attività propria di chi opera nella scuola. In questo testo sono indicati alcuni requisiti cui deve rispondere una "buona progettazione", che qualifica l'agire dei docenti, con attenzione alla dimensione della ricerca e alla consapevolezza della responsabilità educativa.
Autore:
Cappello Francesco
Docente di fisica e matematica nelle scuole superiori. Amico e collaboratore di Danilo Dolci, dal 1991 sperimenta la maieutica in ambito didattico e sociale e dal 1995 svolge attività di formazione al metodo maieutico. È fondatore e gestore di www.danilodolci.toscana.it e del network "Intorno a Danilo Dolci, un palpitare di nessi". Nel 2006 ha organizzato a Pisa, con il regista Paolo Benvenuti, la settimana di studi e iniziative "Inventare il futuro, attualità di Danilo Dolci".
Contenuti:
La maieutica, "l'arte della levatrice" da cui Socrate mutuò il nome per il suo metodo filosofico, è anche il nome dello stile educativo messo a punto da Danilo Dolci (1924-1997).
"Mi chiamo Danilo, non faccio lezioni, preferisco porre interrogativi intorno ai quali possiamo ricercare insieme": così si presentò il "Gandhi italiano", un giorno del 1991, in una scuola superiore della provincia di Lucca.
L'insegnante che lo accolse si è fatto a sua volta apostolo di quel metodo e in questo libro propone, oltre ai principi ispiratori di Dolci, alcuni dei laboratori in cui ha applicato la maieutica, in ambiente scolastico e non solo.
Prefazione di Johan Galtung
Qualità e merito sono la cifra della nuova università, dell'università italiana come sta emergendo dal rinnovamento in corso sia in sede legislativa sia attraverso il lavoro del mondo universitario. Qualità e merito sono riempite di contenuto dall'attività ormai secolare dei collegi, che negli ultimi decenni ha guadagnato una diffusione sempre più capillare. Queste sono anche le due parole che hanno animato dal di dentro la celebrazione del ventennale della Fondazione C.E.U.R. in occasione della quale è stato inaugurato un nuovo collegio, il Camplus Turro (Milano), e si è svolto un importante convegno sul tema: "Università di qualità per gli studenti meritevoli: il nuovo ruolo delle Regioni".
Il sistema delle scuole frequentate da tutti i bambini dai 3 ai 14 anni in Italia è composto da tre livelli (scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di 1° grado) che nel tempo sono evoluti con storie diverse e che via via si stanno integrando in un percorso unitario nell’ambito di Istituti che li comprendono tutti.
Per dare una visione sintetica ma non troppo riduttiva della realtà delle scuole di base in Italia, il volume presenta ciascun livello da tre punti di vista complementari:
- Istituzionale, illustrando le norme ufficiali che regolano il funzionamento, utilizzando soprattutto fonti ufficiali;
- Pedagogico, con riferimento all’evoluzione delle idee guida che ispirano le impostazioni istituzionali e le pratiche, con richiami ai più significativi principi ed autori e presentando anche qualche brano antologico;
- Didattico, della vita e dell’attività effettiva sul campo, anche attraverso le testimonianze di chi vi opera.
Il volume risponde all’intento di mettere a disposizione uno strumento in-formativo documentato e fruibile in contesti culturali diversi ed eterogenei. Nel testo, quindi, si trovano schede illustrative, riflessioni argomentate e testimonianze professionali che permettono di fare un ‘viaggio/immersione’ nelle discorsi e nelle azioni delle scuole di base italiane.
La continuità educativa nella prospettiva dell'innovazione istituzionale e della teoria pedagogica. Concetti cardine quali "sviluppo integrale della persona", "ecologia della formazione", "qualità dei contesti educativi" costituiscono i fulcri interpretativi di un discorso che intreccia le problematiche didattiche con quelle più schiettamente pedagogiche, ricavandone un messaggio di ampia applicazione teorica e operativa.