Il cattolico che fa giornalismo non è solo colui che deve parlare di Dio all'uomo, ma è soprattutto il testimone di fatti che si verificano in determinati tempi, modi e luoghi. Il giornalismo cattolico, nella grande famiglia della comunicazione, ha conosciuto uno sviluppo inarrestabile: non si scrive più esclusivamente sulla e con la carta stampata, ma la radio, la televisione e i social sono divenuti gli strumenti dell'agorà di un mondo globalizzato. In quest'ottica, il curatore ha voluto dare appuntamento agli optimi viri del giornalismo stesso, ideando una scuola di giornalismo cattolico. Prefazione di Claudio Maria Celli. Postfazione di Gualtiero Bassetti.
Da qualche anno i guru del we stanno mettendo in discussione il dogma secondo cui internet sarebbe il luogo per eccellenza della libertà di espressione e del libero scambio tra le persone. Ma se le cose non stanno più così, qual è il livello di controllo? Forse il nostro approccio cambierebbe se ci rendessimo conto che il web è sempre più il luogo in cui la libertà vigilata e in cui le persone passano molto tempo: in rete la gente si conosce, scambia opinioni, si innamora: dialoga di politica e di sesso alla stesso tempo. David Kaye firma Libertà vigilata: un reportage, un'indagine informata sui pericoli che la democrazia sta correndo, ma anche un richiamo forte a come trascorriamo la nostra quotidianità affidando dati e pensieri a chi potrebbe farne uso in maniera indiscriminata. Se i nostro presente è sotto controllo, il futuro è già sotto scacco. Prefazione di Enrico Pedemonte.
Google decide come dobbiamo avere accesso alle notizie, scegliendo per noi quelle più adatte. Facebook ci consiglia gli amici, le foto e le cose che ci piacciono. Amazon intuisce quale sarà il prossimo libro che leggeremo - e nel frattempo coglie l'occasione per vendercelo. Benvenuti nell'era dell'algoritmo, della condivisione dei dati, dell'uso dei big data. Benissimo, ma che fine ha fatto la nostra privacy? Affrontare un ragionamento sulla riservatezza significa costruire una struttura a protezione della libertà dell'individuo e della società. Stefano Rodotà, uno dei più importanti giuristi del Novecento, ha delineato l'orientamento teorico alla base dei protocolli di protezione dei dati dei cittadini, in pagine tanto utili per il singolo individuo quanto significative per lo sviluppo culturale dell'intera società. Il saggio di Antonello Soro illustra il percorso di ricerca e la riflessione intellettuale di Stefano Rodotà, mentre Franco Gallo, presidente di Treccani, ci offre un affettuoso e sentito ricordo dell'autore. Con un saggio di Antonello Soro e un ricordo di Franco Gallo.
La famiglia è un'istituzione con origini antiche ma è sempre mutata nel tempo seguendo i passaggi e le grandi tendenze economiche, sociali e culturali. Sta ora vivendo la sua fase digitale ed è sempre più influenzata dal trionfo di internet e dell'uso dello smartphone che è diventato un'appendice del nostro corpo e della nostra mente. Quali sono le conseguenze di questi mutamenti? Cosa sta succedendo alle figure dei genitori e dei figli e alle relazioni tra loro? E quali sono i rischi per l'immediato futuro se non si affrontano i problemi che stanno emergendo nella vita quotidiana e nei comportamenti, dagli eccessi sui social network al mutismo affettivo, dalla falsa percezione del tempo al dominio dell'economia dell'inutile? Sono alcune delle questioni che Vittorino Andreoli affronta in questo libro analizzando gli effetti della trasformazione «digitale» in atto. Un saggio di ampia prospettiva e forte attualità che evidenzia i pericoli di un adattamento passivo al cambiamento tecnologico e il rischio di una società senza famiglia, ma che riconosce anche la capacità del nucleo parentale di ritrovare la forza e le funzioni peculiari che l'hanno caratterizzato in millenni di storia.
La relazione tra le tecnologie della comunicazione e le forme della politica ha assunto un'importanza nevralgica, come risulta con evidenza dai contributi a questo volume. Il filo che li lega è anzitutto la questione etica. La ricerca filosofica e i suoi percorsi riflessivi sono sollecitati, infatti, ad ampliare, in modo responsabile e critico, il loro perimetro, per indagare le capacità e le potenzialità inedite, per i corpi individuali e collettivi, che sono esaltate dall'uso degli strumenti, senza però ignorarne i limiti, specialmente quando si rischia di non prenderli nella dovuta considerazione. Di qui la necessità di avviarsi lungo piste di ricerca che consentano l'indagine delle relazioni inedite, fino ad ora solo immaginate, che si instaurano tra gli individui e i gruppi sociali, allo scopo di portare a evidenza i modelli di umanità veicolati dalla espansione delle tecnologie, senza fermarsi alla ovvietà della loro valenza funzionale ma affrontando il problema della loro incidenza sul senso della condizione umana. Andando decisamente contro corrente, si tratta di volgere le competenze tecnologiche a forme più attive e più partecipative di un impegno politico che sappia farsi carico del compito di realizzare con uno sforzo comune la buona condizione esistenziale di ogni persona.
Una ricerca sul modo di comunicare della Chiesa, partendo dall'omelia, fino al web e ai Social, esplorando il mondo di radio, tv, cinema e teatro. L'opera è realizzata con la collaborazione di giornalisti ed esperti che la comunicazione la costruiscono ogni giorno dal di dentro. Ne risulta un'analisi libera da schemi precostituiti, che mette in luce carenze ma anche prospettive di sviluppo nel modo di comunicare nella Chiesa.
Sergio Zavoli «è stato il testimone colto e popolare della grandezza della parola e dell'immagine, un'eredità preziosa in un tempo in cui esse sono spesso violate, ferite, umiliate, imbruttite»: così si esprime il cardinale Gianfranco Ravasi nell'appassionata prefazione a questo volume, che raccoglie i testi della rubrica tenuta dallo stesso Zavoli sulla prima pagina del quotidiano «Avvenire» negli ultimi mesi del 2015. Una sorta di "diario in pubblico" nel quale il grande giornalista si muove tra la memoria personale e la testimonianza civile. L'infanzia a Rimini, le immagini dell'Italia bombardata e della rinascita nel dopoguerra, l'amicizia fraterna con Federico Fellini, il lavoro di scavo nella realtà drammatica degli Anni di Piombo sono alcuni degli elementi ricorrenti in questo zibaldone dal quale affiora con insistenza l'interrogativo su Dio. Con una prosa di altissima qualità letteraria, questi elzeviri in miniatura svelano il volto più intimo di Zavoli, quello del poeta in continua ricerca, che non si sottrae allo scandalo del dolore nella Storia (di particolare intensità le annotazioni su vecchi e nuovi terrorismi) e che proprio per questo riesce sempre a ritrovare il filo della speranza. Fino al congedo, che ha il valore di un testamento spirituale: «Ho raccolto brevi tracce della realtà - scrive Zavoli - facendone una filiera che non appartenesse alla pretesa di raccontare soltanto storie mie, mentre la vita è seme e pianta, tronco e rami. Di tutti, e di ciascuno». Con interventi di Gianfranco Ravasi, Marco Tarquinio e Rosita Copioli.
Virus e malattie, vaccini, riscaldamento globale ed emergenza climatica, 5G e campi elettromagnetici, economia e immigrazione, i grandi temi del nostro tempo sono accompagnati da un profluvio di informazioni non sostenute da dati né da una vera ricerca scientifica. Fake news e tesi complottiste sono sempre esistite, eppure non sono mai state così pericolose: la forza che hanno i dispositivi elettronici di amplificarle sembra del tutto incontrollabile. Sempre più persone si informano tramite i social e le piattaforme online, e a risultare minata è la credibilità dei media tradizionali. L'ondata di sfiducia che ha investito istituzioni, partiti e politici ha colpito anche il sistema dell'informazione e questa perdita di autorevolezza è terreno fertile per la diffusione di bufale di ogni tipo, come questo libro ben documenta. Valentina Petrini ha da sempre fatto della ricerca della verità la sua cifra giornalistica, fin dall'inchiesta sull'ex Ilva di Taranto, fra le prime a denunciare l'aumento dell'incidenza di tumori e malattie respiratorie nell'area dell'acciaieria. Oggi, con la trasmissione Fake - La fabbrica delle notizie, sottopone ad attenta verifica ciò che i media spacciano per verità. Questo libro racconta con passione e competenza un mondo troppo poco esplorato, anche attraverso testimonianze importanti, come quella di David Quammen, autore del libro Spillover che ha anticipato la vera natura della pandemia di Coronavirus, e di Avaaz, ong impegnata da anni contro la disinformazione. Prefazione di Corrado Formigli. Con un contributo di David Quammen.
La svolta digitale del capitalismo, che ormai non è più new economy ma l'unico modo effettivo di creare profitto, sembra alludere ad una svolta post-imperialista del mondo contemporaneo: ciò si traduce, in qualche modo, in un ritorno occulto di forme feudali di economia e di società. Il potere viene diffuso in centri delegati al funzionamento del meccanismo accumulativo, mentre d'altro canto la maggioranza vive in uno stato di povertà crescente e di asservimento. Questi centri si fondano sul possesso di meta-server sempre più dispendiosi e mastodontici e sono uno degli elementi di un sistema macroscopico del quale risulta difficile individuare il monarca. Il dilemma si profila immediatamente laddove questo sistema deve funzionare attraverso un numero crescente di consumatori e quindi deve comunque poggiare su un'economia di tipo tradizionale, e laddove le risorse globali si stanno esaurendo (dai minerali "rari" agli idrocarburi), mentre non si profila sullo sfondo alcuno scenario nuovo che allontani l'età oscura.
Il virus globale ha ridefinito tempi e modi del nostro vivere quotidiano e ne ha infettato ogni ambito, dalla politica all’economia, dalla scuola al lavoro, insinuandosi nelle dinamiche democratiche e generando una vera e propria pandemia anche nell’ecosistema mediale, in cui si è imposto un racconto dalle tante sfaccettature. Accademici e ricercatori, giornalisti e comunicatori, ma anche giovani ed esperti di diverse discipline, propongono in questo volume le loro letture orizzontali del MediaVirus per offrire anche al lettore non specialistico chiavi di lettura di un presente in cui la contaminazione tra saperi ed esperienze può diventare risorsa per leggere la complessità e rifondare il nostro vivere sociale, continuando a scommettere su un’informazione vera e su notizie certificate.
Questo libro è un'agile guida di comunicazione digitale per istituzioni ecclesiali e realtà religiose. Alla base del progetto c'è l'idea che comunicare, soprattutto per un cristiano, non sia un'attività ma uno stile di vita, una maniera di stare al mondo. Ogni pagina è scritta in modo da poter essere uno strumento utile agli esploratori della comunicazione, coloro cioè che si trovano nella necessità di comunicare ma non riescono ad essere efficaci e non capiscono perché: chi gestisce un sito istituzionale ma non è soddisfatto dei risultati; chi ha aperto un blog ma comincia ad avere dei dubbi sulle potenzialità dello strumento; chi non riesce a suscitare l'interesse dei membri dell'organizzazione a cui appartiene e vorrebbe parlare. Il testo è articolato in cinque momenti: l'incontro tra rete e fede, il ruolo del comunicatore digitale (in particolare quello cristiano), come e dove trasmettere il messaggio di fede, l'importanza del piano di comunicazione nell'Infosfera.
The History of Communication has evolved in tandem with shifts in political and economic systems, and by extension, with systems of power. Communication can range from very subtle processes of exchange, to full conversations and mass communication. The history of communication itself can be traced back to the beginnings of social life. The printing technology was a historic milestone in the way in which people relate to each other, for it creates a public sphere in which the most important issues are debated today