
Il volume offre una raccolta di testi fondamentali per conoscere le radici del diaconato e comprenderne sia la specificità ministeriale sia le potenzialità di sviluppo nell'oggi della vita e della pastorale ecclesiale. Le "Fonti scritturistiche e patristiche", di "Documenti" dei Concili e della Santa Sede, il "Magistero pontificio fino a papa Francesco", indicano - dice l'autore nell'Introduzione - "il lungo e graduale percorso del ministro diaconale fino al nostro tempo, ne evidenziano le tappe più significative ed aprono la strada a riflessioni, ricerche e approfondimenti". L'opera si inserisce in un contesto in cui l'interesse teologico-pastorale verso la ministerialità e i ministeri nella Chiesa vive un crescente interesse; lo stesso che allo stesso tempo e allo stesso modo è presente, con una sensibilità particolare, nei confronti del ministero diaconale. Tale interesse è stato approfondito anche nelle riflessioni conciliari e post-conciliari e ha portato oggi ad una rinnovata attenzione verso il ruolo che i diaconi hanno nella Chiesa. Il volume è completato da una appendice documentaria sul diaconato nella Chiesa italiana e dal Discorso del Santo Padre Francesco all'Unione Internazionale Superiore Generali (UISG) - sull'inserimento delle donne nella vita della Chiesa - tenuto presso l'Aula Paolo VI il 12 maggio 2016.
Il volume contiene gli Atti del Convegno, svoltosi a Roma presso la Pontificia Università Urbaniana (19-20 Novembre 2015), "Una vocazione, una formazione, una missione. Il cammino discepolare del presbitero nel 50° anniversario della Optatam Totius e della Presbyterorum Ordinis" due documenti che rappresentano un seme gettato dal Concilio nel 1965 nel campo della vita della Chiesa. Questo convegno, ripercorrendo il cammino compiuto, mostra i frutti di tali documenti e costituisce una riflessione ecclesiale sul lavoro che resta da fare in questo ambito così vitale della Chiesa.
Se la Chiesa in uscita missionaria costituisce una delle novità che maggiormente caratterizzano il servizio di Papa Francesco, la formula è il filo conduttore delle meditazioni che l’Autore offre ai presbiteri attraverso le diverse sue sfaccettature, intese tutte all’attuazione di un’autentica conversione pastorale e missionaria al fine di garantire e promuovere uno “stato permanente di missione” (EG 25).
«L'identità del presbitero - ha scritto la Commissione episcopale per il clero della CEI - è connotata essenzialmente in senso relazionale: inserito sacramentalmente nel presbiterio, in comunione con il vescovo, il prete è l'uomo al servizio di tutti». Per dare solidità dottrinale al contenuto e allo stile della relazione il volume richiama alcuni principi di carattere teologico che trovano fondamento nel mistero trinitario e nell'invito di papa Francesco a vivere la «mistica dell'incontro». In forza della loro missione, che li pone a diretto contatto con la gente, i presbiteri sono chiamati a costruire autentiche relazioni personali in un contesto dominato dalla sofferenza della solitudine.
Le Istituzioni di vita consacrata presentano come porta di ingresso solo e sempre «legami perpetui»: i voti di obbedienza, povertà, castità. E, in un contesto sociale «liquido» e mutevole, propongono un impegno per tutto l'arco della vita. In che modo le istituzioni religiose presentano oggi, ai giovani che le accostano, i legami dei voti, parte inalienabile del carisma di fondazione? Il libro cerca una risposta indagando alcune dinamiche che si presentano in modo nuovo nella vita consacrata, in particolare il rapporto tra obbedienza e creatività personale, tra povertà e prestazione lavorativa, tra castità e sfera affettiva.
Padre Gabriele Amorth, don Antonio Mazzi, padre Livio Fanzaga: tre grandi sacerdoti che hanno dato vita a opere e testimonianze di bene che tutti riconoscono parlano a cuore aperto della loro famiglia d'origine, della loro formazione e delle loro attuali opere per testimoniare la fede che li anima pur in ambiti così diversi tra loro.
Lo studio delle Costituzioni delle Monache Domenicane è molto arricchente, non solo per coloro che hanno risposto alla vocazionemonastica, facendo propri lo spirito e gli intenti di san Domenico di Guzmán, ma anche per quante altre sono desiderose di crescere nella Parola e diffonderla. Quest'opera viene in aiuto alle une e alle altre sia offrendo alla vista della fede un aspetto luminoso e attraente: l'immagine di donne in continuo e appassionato ascolto della Parola di Dio, fatto di studio, condivisione, azione liturgica, preghiera personale, contemplazione, gioia, fatica..., sia aiutando ad appartenere alla Parola e a diventare sempre più donne della Parola.
Don Piero Gallo, a lungo attivo nel Sud del mondo - è stato missionario in Kenya per dodici anni - prima di diventare un protagonista della rinascita del quartiere multietnico di San Salvario, a Torino, riflette in questo libro sulle qualità che un prete dovrebbe possedere per svolgere al meglio il suo ministero in una società complessa come la nostra. Per don Gallo il buon sacerdote, oggi più che mai, necessita non solo di una solida preparazione spirituale e culturale, ma anche di un costante allenamento alla leadership che lo porti ad acquisire la capacità di guidare la sua comunità, di assumere le responsabilità, di risolvere i conflitti, di ascoltare le esperienze più diverse e di non giudicare in modo aprioristico. Basandosi sulla sua lunga esperienza sul territorio, don Gallo sottolinea l'importanza di una vita pubblica attiva per i sacerdoti, invitati a essere sempre di più cittadini a pieno titolo e a rendere le parrocchie centri dove si sperimentano la solidarietà e l'impegno sociale, oltre che luoghi della formazione cristiana e umana. Prefazione di Ermis Segatti.
L'opera rappresenta una risposta ai momenti di difficoltà vissuti dall'uomo moderno, categoria nella quale rientrano anche i consacrati. Nella prima parte del volume vengono affrontati i problemi che emergono sia nella vita consacrata che in quella della società attuale. Nella seconda parte, invece, il lettore trova le risposte e gli esempi forniti dalla stessa vita consacrata. Il concetto che emerge è che le persone consacrate sono chiamate ad attingere la luce da Cristo per illuminare a loro volta il mondo odierno, che si trova a vivere nella disperazione.
In una società plurale come la nostra, c'è spazio per i preti? La loro figura ha ancora qualche futuro o appartiene irrimediabilmente al passato? Senza di loro la comunità cristiana può vivere e dare il proprio contributo alla società civile? Che cos'è la vocazione sacerdotale? Come e dove matura? Qual è il suo compito? Quali le risorse e quali le difficoltà? Il cardinale Scola, in occasione dei venticinque anni di episcopato, raccoglie in questo volume alcuni dei suoi interventi ai seminaristi e ai preti milanesi con lo sguardo rivolto al futuro, alla ricerca del volto del prete del terzo millennio, fino in fondo fedele al Vangelo e, perciò, ai suoi contemporanei. Consapevole che vivere la vita come vocazione significa viverla "con, per e come Gesù", l'arcivescovo di Milano invita tutti noi a riscoprire la bellezza di un'esistenza spesa come quotidiana testimonianza di amore per Cristo e per la Chiesa al servizio del popolo cristiano e di tutti gli uomini.
La Compagnia di Gesú, nata nel secolo della Riforma e della Controriforma per combattere le eresie, abolita nel Settecento illuminista, riportata in vita nell'Ottocento romantico e reazionario, impegnata infine nelle tragedie del XX secolo, ha svolto ruoli diversi nel tempo. Ha accolto personalità tra di loro in vivace contrasto ma questo non ha impedito che nel corso dei secoli la parola "gesuita" continuasse a evocare un tipo umano speciale: sofisticati maestri di finzione e di doppiezza. Fu facile per critici e avversari giocare ogni volta sul luogo comune della distanza tra l'inarrivabile modello di Cristo e le difettose, parziali imitazioni di chi si fregiava del suo nome. Distanziandosi da tali stereotipi Adriano Prosperi racconta chi furono in realtà i primi gesuiti e come ne fu costruita la speciale coscienza di "chiamati" da Cristo a essere i nuovi Apostoli del mondo moderno. Lo fa attraverso l'analisi delle loro "autobiografie" che mettono in luce il rapporto tra la vocazione, la chiamata divina, e l'arbitrio umano nell'ascoltare e nel rispondere ad essa: un territorio oscuro, pieno di incidenti imprevedibili, dominato dalla resistenza umana.
Studio multidisciplinare sulla formazione dei presbiteri italiani di oggi, che esamina il tema dal punto di vista teologico, storico e scientifico, facendo soprattutto ricorso a intuizioni e metodi propri delle scienze umane. Questo tipo di analisi permette di rilevare elementi interessanti che sono propriamente dinamici, attinenti al "prima" e all'"attorno" al seminario, e le ripercussioni che hanno nella vita e nella spiritualità dei seminaristi. Emerge con chiarezza che il seminarista non è solo una monade psichica impegnata in un processo interno di integrazione di valori umani e trascendenti, ma una persona (con tutte le implicazioni che questo termine riveste nel personalismo) inserita in un contesto specifico e con una propria storia di vita.