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Nella Bibbia ricorrono numerose le immagini di Dio: ha occhi per guardare, orecchi per ascoltare, bocca per parlare e, come ci ricorda questo libro, per sorridere. Anzi, Paolo De Benedetti nella Prefazione afferma che, in quanto Dio è amore, il suo rapporto con gli uomini è legato soprattutto alle sue labbra che sorridono. Se la storia della salvezza parte dal riso di Sara di fronte alla promessa divina, a lei sterile e anziana, di una sterminata discendenza, la Bibbia - e in particolare la Bibbia ebraica - non manca di humour, emerso dalla recente attenzione alle sue dimensioni letterarie. Ma l'origine dell'umorismo che caratterizza l'animo ebraico è da rintracciarsi nella tradizione orale della Torah e nelle procedure della letteratura talmudica con le sue serie di domande e risposte destinate a sfociare in altre domande e i suoi aneddoti spesso paradossali e irrealistici. Un'ironia biblico-teologica, dissacrante ma mai in antagonismo alla fede, si ritrova anche nella tradizione popolare americana: innumerevoli film, fumetti e cartoni sono l'espressione di una libertà nella religione di cui l'umorismo è parte essenziale.
Ma papa Francesco, nonostante il consenso entusiastico sulla sua persona, è solo? È letto, compreso, seguito? Ci voleva un cardinale del Collegio, teologo della casa Pontificia, un domenicano sapiente e mite, acuto e moderno, pur avendo attraversato la storia, e la storia della Chiesa, dalla Resistenza al Concilio, dalla vicinanza a Giovanni Paolo II alla sintonia con Francesco. Un sacerdote cui porre con libertà ogni domanda, le più urgenti per il cristiano, per l'uomo di oggi. Dall'idolatria agli scandali, dalla bioetica alle apparizioni, dal demonio alla bellezza come via della verità. Un dialogo aperto, senza dogmatismi e giri di parole, che suscita altre domande, che conforta sulla speranza e sul destino buono del mondo, anche del nostro mondo.
L'ambizione che accompagna l'indagine condotta nel saggio è raccogliere il "non detto" dell'originale lettura del cristianesimo, elaborata da Michel Henry (1922-2002). Il riferimento centrale alla realtà della Vita - con le dimensioni ad essa collegate della carne, dell'affettività e dell'identità come "luogo" originario del legame tra Dio e l'uomo, interpella la teologia credente a ripensare in una luce nuova l'"essenza" stessa del cristianesimo. La sfida è quella di ricercare - con e oltre Henry - un modello di rapporto tra fede cristiana e attuazione dell'umano, coerente con la presa di coscienza fondamentale che "il popolo di Dio e l'umanità, entro la quale esso è inserito, si rendono reciproco servizio" (Gaudium et Spes, n°11). Si tratta in definitiva di contribuire a liberare l'attuale cultura europea dalle sue contraddizioni, in forza del rimando all'incessante inedito dell'evento di Gesù Cristo, in quanto capace di ispirare - nella fede del figlio - idee e pratiche più degne per l'uomo.
Il libro approfondisce il cap. V della Lumen Gentium: L'universale vocazione alla santità nella Chiesa", nel cinquantesimo della sua promulgazione (1964-2014). Gli otto contributi del volume affrontano il tema sul versante biblico, teologico-morale, spirituale, pastorale e liturgico. " Autorevoli esperti quali i proff. A. Wodka, W. Henn, A.V. Amarante, F.M. Jones, A. Kelly, S. Majorano, T. Rossi, G. O'Collins, hanno reso omaggio al prof. T.G. Kennedy, ordinario di teologia morale presso l'Accademia Alfonsiana, in occasione del suo 70° compleanno. Dalla lettura dei singoli studi emergono la centralità del tema conciliare e la sua ricca attualità. Si comprende allora meglio il senso dell'affermazione di J. Ratzinger: Chi vuole capire la logica dell'ecclesiologia conciliare non può trascurare i capitoli IV-VII della ccostituzione Lumen Gentium". L'approfondimento di questo tema conciliare costituisce un invito a riproporre "il valore progettuale della 'vocazione' in vista della missione. In questo senso la 'vocazione' deve diventare uno dei temi generatori della proposta pastorale della Chiesa nei prossimi anni". "
Gli anni che precedettero l'avvio della missione pubblica non furono 'tempo perso': senza ciò che avvenne allora, non si potrebbe spiegare Gesù.
"Don Francesco Iannone prende lo spunto da un'ottima descrizione della teologia preconciliare e della ben nota tesi extra ecclesia nulla salus; esamina poi in un modo molto dettagliato ed illuminante le enunciazioni del Concilio, usando non solo i suoi atti, ma anche la documentazione ed i fondi disponibili relativi ai suoi protagonisti. Così, in una situazione in cui la generazione dei Padri conciliari si sta esaurendo e svaniscono le memorie immediate, lo studio ci offre un contributo molto prezioso per una informativa sui dibattiti conciliari, il loro fondo teologico e i loro risultati." (dalla Prefazione del card. W. Kasper).
La conoscenza dello Spirito non è un optional per i cristiani. Il volume è un buon viatico che introduce al Suo mistero.Se lo Spirito Santo è l'Abisso del mistero di Dio com'è possibile parlare di Lui? La Tradizione cristiana e la testimonianza di tanti credenti ci attesta che lo Spirito, anima della Chiesa, concede ai discepoli di Gesù di parlare di Sé e della sua opera, Egli, infatti "rimane presso di voi e sarà in voi" (Gv 14,17).
Qual è la differenza tra anima e spirito? Spesso questi termini vengono confusi o usati col medesimo significato, sminuendo così l’inesauribile ricchezza dell’interiorità umana. In un tempo in cui la materialità prevale sulla spiritualità diventa importante riscoprire la dimensione della corporeità, quella della spiritualità e ciò che lega queste due. Il presente lavoro esamina l’evoluzione che le due locuzioni hanno avuto nel corso della storia del pensiero e della riflessione teologica. Nella prima sezione se ne analizza sinteticamente l’etimo partendo dalla lingua ebraica e passando poi a quella greca. Successivamente si prendono in esame le informazioni che arrivano dalla sacra Scrittura per capire in che maniera, all’interno dei vari libri e generi che la compongono, questi vengono utilizzati. Nella terza sezione si analizzano le riflessioni che la speculazione teologico–filosofica del passato ci ha consegnato, con particolare riguardo al rapporto che intercorre tra i due sin dai primi secoli. Nella quarta sezione si prendono in considerazione i significati che emergono dagli interventi magisteriali partendo dal Concilio Vaticano II per arrivare ai nostri giorni. Si termina con uno sguardo d’insieme facendo sintesi dei contenuti acquisiti e introducendo alcune interessanti ricerche odierne sul fronte delleneuroscienze, dove si stanno facendo interessanti passi in avanti nella comprensione della complessità dimensionale dell’uomo.
La nuova professione d'aiuto del counseling professionale ha uno spazio d'azione sempre più ampio. Oltre al riconoscimento legislativo, anche l'ambito ecclesiale comincia a cogliere questa attività come una grande risorsa: il counseling pastorale può essere sostegno prezioso alla coscienza credente nel suo percorso di vita e di fede. La ricerca presentata in questo volume avvia una riflessione teologica sulla relazione pastorale d'aiuto: qual è il contributo che la teologia morale può offrire al counseling pastorale? E quanto quest'ultimo può a sua volta illuminare la teologia a partire dalla dimensione fenomenologica-antropologica-esistenziale? Più radicalmente, quali interrogativi rivolge la pratica del counseling alla ricerca teorica della teologia morale? E come si configura il profilo del teologo morale, sollecitato dal ministero pastorale di oggi?
"Se avessi detto, voluto dire o creduto quello cheloro mi attribuiscono, sarei davvero un eretico. Manon l'ho fatto". Così si esprime in queste pagine Jacques Dupuis, il gesuita e teologo famoso per la sua pionieristica "teologia del pluralismo religioso". Una posizione che, a cavallo dell'anno 2000, gli costò le critiche e l'indagine della Congregazione per la dottrina della fede, presieduta dall'allora cardinal Joseph Ratzinger. Per la prima volta viene qui presentata al lettore l'autodifesa di Dupuis - molto stimato nella Compagnia di Gesù - di fronte all'ex Sant'Uffizio: un'apologia di sé e del proprio lavoro di ricercatore, che Dupuis considerò sempre e solo "cattolico", nel senso di "universale".
Se è vero che il futuro è nelle mani di Dio, Dio stesso quali mani ha se non le nostre? Pensiamo abbastanza a questo? "Il futuro non è tanto nelle nostre mani, ma lo dobbiamo portare come una cosa preziosa a cui dobbiamo dare vita tutti i giorni, giorno per giorno. Non bastano nove mesi, ce ne vogliono di più. Perché la speranza che noi dobbiamo conservare per noi per continuare a camminare - quella che dobbiamo lasciare in eredità ai figli - si alimenta proprio nella nostra vita. Dio non ha altro modo che darci e donarci il futuro se non attraverso l'opera dell'uomo, la nostra vita è quella che conta agli occhi di Dio" (dalla Presentazione di Chiara De Luca).
Dalla filosofia alla teologia alla mistica, un'indagine sull'intrinseca dimensione dell'amore smisurato di Dio. Il volume approfondisce il tema del non dell'amore di Dio, inteso come Agápe che sulla croce trova la sua più alta manifestazione e si offre alla libera accoglienza dell'uomo. Nella prima parte dopo una panoramica storica si approfondiscono il pensiero filosofico di Parmenide, Platone e Aristotele e dell'idealismo tedesco (Fichte, Hegel, Schelling). Segue la storia della spiritualità e della mistica cristiana con Francesco d'Assisi, Angela da Foligno e Giovanni della Croce da una parte segno dell'irrompere del Crocifisso nella forma del nada dell'anima -, e Teresa di Lisieux, Edith Stein e Chiara Lubich dall'altra - apertura a una nuova comprensione del non dell'amore in chiave intersoggettiva. Per finire con la teologia di Agostino d'Ippona, Tommaso d'Aquino e Lutero. Nella Seconda parte della ricerca, si apre la riflessione su alcune prospettive sistematiche che la teologia può percorrere con frutto offrendo nuovi, stimolanti spunti di riflessione.