
Dal divorzio all’omosessualismo, è visibile una lunga linea rossa che evidenzia l’attacco all’istituzione matrimonio voluta da Dio. Prima ancora della ribellione contro la natura e le sue leggi, si tratta di una ribellione all’ordine della creazione stabilito una volta per tutte del Creatore. E, proprio quando servirebbe una parola chiara da parte della Chiesa cattolica e dei suoi pastori, ecco che ci si trova davanti a sinodi dove trovano cittadinanza, e sono persino maggioritarie, teorie che sovvertono l’ordine naturale e sovrannaturale del matrimonio.
In questo quadro, l’opera di don Pietro Leone compie un atto di vera misericordia, di carità intellettuale, nel rimettere le idee al loro posto, facendole camminare sui piedi e con la testa rivolta verso l’alto. Ed è proprio questo il pregio maggiore del lavoro di don Leone, quello di riconoscere a fondamento dell’ordine naturale il volere e la legge di Dio.
Un lavoro che si raccomanda per la sua profondità dottrinale e per il suo afflato spirituale che offrirà a chiunque lo legga gli strumenti per capire in che cosa consiste la vocazione al matrimonio e alla famiglia.
La letteratura è forse rimasta (o è ritornata ad essere) il luogo più attendibile di una fenomenologia dell'umano all'altezza della vita umana? La domanda ha una sua doppia provocazione.
La prima è questa: il 'fenomeno' umano indagato e restituito alle cosiddette scienze dell'uomo, quanto è ancora 'umano'? E quanto ci possiamo riconoscere in esso? Spingendo ancora più a fondo l'interrogativo, potremmo manche estendere la domanda alle teorie del pensiero più classico, come la filosofia e la teologia: sono sempre all'altezza del principio di realtà in cui viviamo, ci muoviamo e siamo, noi umani? La seconda incalza direttamente l'ipotesi di partenza. La letteratura, per definizione, restituisce la realtà dell'esperienza attraverso la libertà dell'invenzione: la ricostruzione fantasiosa, la visione poetica, l'immaginazione drammatica, il surrealismo del fantastico. In questo modo, allarga o elude il principio di realtà? Ci sono in cielo e in terra molte più cose di quelle scritte nei libri. Per questo facciamo letteratura, per allargare l'orizzonte della realtà o per eludere l'angoscia di non poterla abbracciare?
La meditazione oggi è sempre più rivalutata, come unico rifugio contro la dispersione dello spirito e le minacce che provengono da dentro e fuori di noi. Le industrie dell'intrattenimento e del circo mediatico ci portano lontano da noi, stanno minando la capacità di «fare attenzione» e ostacolano la capacità di offrire una risposta al mondo caotico, minaccioso e stressante che avvertiamo intorno. Aumentano gli stati d'ansia tra adolescenti e giovani... e cresce il deserto intorno. Anche i molteplici pensieri lasciati sempre più liberi «dentro di noi», provocano agitazione e la mente diventa schiava di pensieri al più negativi. Non abbiamo più una vita tranquilla. Non siamo più padroni di noi stessi, reagiamo in modo squilibrato. Sentiamo il bisogno di «lezioni« di meditazione! Ma di cosa si tratta? Cos'è la meditazione buddhista? E quella cristiana? Noi abbiamo sviluppato molto l'ascetica ma poco la mistica e la meditazione, che come fatto puramente mentale e spirituale è stato vissuto cartesianamente come un mondo altro. Quali sono le condizioni per una feconda esperienza di meditazione?
Questo terzo Convegno di mistica cristiana mette a tema la Bellezza come trasparenza del divino. Il presente volume invita – soprattutto oggi – a contemplare la natura nella sua interezza con l’occhio indagatore di chi non si sofferma semplicemente sull’esteriorità di ciò che vede. A cominciare dalla bellezza della vita, che al di là di ogni nostro stato e condizione, diventa l’abbrivio che innesta un percorso esistenziale verso l’eternità, in un flusso di conoscenze, riflessioni, scoperte che ci arricchiscono sempre e comunque. E questa può essere la chiave di lettura del presente volume. Tutto è compreso nell’esperienza cristiana perché tutto è assunto in Cristo, bellezza rivelata, nel quale tutto è salvo. La via del mistico, di conseguenza, è lasciarsi portare in un rapporto sempre più vivo con il Mistero rivelato in Cristo. È questa, e non altro, la percezione della forma informante: il Cristo sofferente e glorioso. Il mistico è colui che testimonia il divino Trascendente; pura trasparenza di Dio, ne rivela l’infinita Bellezza. Più ancora, egli rivela la pura Luce di Dio ricevuta come dono, lo splendore della gloria celeste.
S.E. Mons. Carmine Rocco ha attraversato i grandi cambiamenti del Novecento dalla seconda guerra mondiale, alle feroci dittature dell'America Latina e delle Filippine nella direzione del bene delle popolazioni e del bene della Chiesa. La sua testimonianza di vita, attraverso i diari ai tempi di Parigi occupata dai nazisti fino ai drammatici momenti della repubblica di Vichy; la bella e profonda amicizia con Santo Giovanni XXIII espressa nella lunga e fitta corrispondenza tra loro; le sfide per la fondazione dell'Università Cattolica Boliviana; le visite del beato Paolo VI nelle Filippine e quella successiva di Santo Giovanni Paolo II in Brasile, costituiscono delle affascinanti pagine di storia della Chiesa ecumenica, e raccontano la dimensione umana e spirituale di un uomo che ha dedicato la propria vita a questa importante missione per la Chiesa nei diversi continenti.
Studi
R. Mancini, La grande trasformazione 3 L’articolo presenta il profilo della trasformazione cruciale della nostra esistenza. Benché siamo immersi
in un sistema di disgregazione che spezza l’integrità degli esseri umani e la trama delle relazioni, resta aperta la possibilità di sperimentare tale svolta essenziale, che consiste nel divenire veramente persone sino a scoprirci figlie e figli di Dio, dunque fratelli e sorelle verso chiunque.
c. Doglio, Di gloria in gloria 8 Il verbo ‘trasfigurare’ è adoperato dagli evangelisti per narrare l’evento della trasfigurazione di Gesù,
ma l’apostolo Paolo lo usa in due casi per descrivere la dinamica della vita cristiana. In tale processo è all’opera lo Spirito del Signore che realizza la gloria di Dio, cioè la sua presenza potente e operante, in vista di una continua e piena trasformazione dei credenti, per rendere ciascuno conforme all’immagine del Figlio Gesù.
M. Florio, Per una Chiesa trasfigurata: da dove ripartire? 14 È possibile operare una trasformazione del vissuto ecclesiale a partire da una revisione della prassi
sacramentaria in atto? Il recente sviluppo del catecumenato degli adulti nelle diocesi italiane sembra propiziare una corrispondente messa in questione della vigente prassi penitenziale. I due tracciati si incrociano nella vita del credente provocandone una profonda revisione nella prospettiva di una fede adulta. La stessa celebrazione eucaristica viene posta in una nuova luce.
l. Girardi, I gesti liturgici, trasfigurazione dell’umano 21 Un modo fondamentale in cui l’umano viene assunto a divenire espressione sacramentale del divino è
dato dalla gestualità rituale. Tutti questi gesti, profondamente umani, costituiscono quello spazio aperto all’incontro con il Signore, per il quale questi stessi gesti si trasfigurano, diventando espressione del nostro essere partecipi della vita di Dio.
c. Scordto, Conformati a Cristo: dal battesimo all’eucaristia 28
Dio in ogni modo cerca di venire incontro all’uomo; al culmine di questa sua ricerca egli si fa talmente prossimo da prendere la forma stessa della nostra umanità. In una sorta di ideale continuazione dell’incarnazione, nel settenario sacramentale particolarmente l’iniziazione cristiana è la formalizzazione della reciprocità attraverso la quale l’uomo offre a Dio i gesti significativi della propria vita e Dio offre se stesso facendo propri i gesti della vita umana.
Temi pastorali
a. Matteo, Iniziazione cristiana: decenni di insuccessi 34
Oggi non si ha più la possibilità di indicare, ai ragazzi e alle ragazze, un modello di ‘adulto’ e di ‘adulto credente’ a cui ispirare la propria crescita nella fede. Il nostro è il tempo dell’adulto che ci manca e l’età adulta appare sempre più uno spazio vuoto, bianco, senza prestigio e senza fascino. Per invertire la rotta si dovrà ripartire da quell’adulto che è apparso in tutta la sua compiuta forma in Gesù.
Schede per la formazione
D. castellari, Catechesi e narrazione 39
Ragioni ed esempi per tornare all’antico e narrare la fede come racconto puro e semplice: per paradosso ciò che è molto antico (la narrazione) è molto attraente per chi è modernissimo come i ragazzi di oggi. Otto buoni motivi per un catechismo fondato sul narrare/ascoltare e una proposta per offrire una nuova cornice simbolica alle generazioni odierne. La scheda è pensata come un esercizio spirituale per catechisti ed educatori.
D. Bresciani, Icona, la Chiesa in preghiera 45
L’icona oggi sfida il nostro immaginario collettivo e richiama la nostra attenzione sulla comunità orante che è la chiesa e su una creatività corale dove il particolare e l’individuale sono valorizzati in comunione fraterna. L’icona è testimone della storia della salvezza e della costituzione della chiesa come corpo di Cristo. La nostra trasfigurazione (e trasformazione) si realizza diventando sempre più parte del corpo di Cristo che è la chiesa.
M. gallo, Celebrare la confermazione.
Riflessioni e suggerimenti per preparare il rito 50
Partendo dai contesti in cui viene celebrato, si evidenzia la preparazione remota e la valorizzazione del contesto comunitario del Rito della confermazione, l’attenzione che devono avere i diversi ‘attori’ e si danno suggerimenti in merito alle diverse parti della sequenza rituale.
Anno santo
P. Mirabella, Disciplina e sacramenti 59
La radice del rapporto tra disciplina e sacramento sta nella relazione tra l’oggettività della norma e la soggettività della coscienza. Il percorso muove dal valore della disciplina ecclesiastica, al significato dei sacramenti, ricercando la soluzione di ogni tensione nella conciliazione della verità con la misericordia.
Cosa pensare della pratica della "comunione spirituale" raccomandata ai divorziati risposati che non possono ricevere sacramentalmente l'Eucarestia? Si tratta forze di un'ipocrisia? Per rispondere a questa domanda occorre anzitutto precisare cosa si intende per "comunione spirituale". Dopo aver chiarito il significato di tale espressione e pratica, questo libro intende approfondire le possibili strade nelle quali accompagnare il desiderio di comunione eucaristica dei fedeli divorziati impegnati in una seconda unione, e capire così quale cammino di conversione e di comunione proporre loro.
Il Commento al Vangelo di Giovanni è senza dubbio l’opera maggiore della von Speyr. Senza pretese specialistiche, ma con la sapienza di chi è abituato a lasciarsi prendere dalla parola, ella espone il Vangelo parola per parola per sottomettervisi, non per dominarlo. “Quando Dio Padre, Figlio, Spirito Santo abita un cielo che Lui solo conosce, allora l’amore e l’ordine sono una cosa sola, non c’è possibilità di distinguerli perché l’amore è ordine e l’ordine amore. Ognuna delle tre persone della Trinità ama gli altri a partire da un ordinato amore divino”. Sulla terra l’ordine e l’amore sono rappresentati da Pietro e Giovanni, dall’istituzione e dal carisma; essi devono perciò essere uniti in analogia all’unità che hanno in Dio, perché la chiesa sia veramente cattolica, aperta a tutti.
"Il cuore del Buon Pastore non è soltanto il Cuore che ha misericordia di noi, ma è la misericordia stessa. Li splende l'amore del Padre, li mi sento sicuro di essere accolto e compreso come sono, li, con tutti i miei limiti e i miei peccati, gusto la certezza di essere scelto e amato" (Dall'omelia di Papa Francesco, nel Giubileo dei sacerdoti). Questo studio mette in evidenza come tali parole trovino un'applicazione esemplare nell'esperienza e nell'insegnamento dell'apostolo Paolo e di tanti Pastori santi del nostro tempo, trai quali spiccano le figure di Don Carlo Gnocchi, don Secondo Pollo, Padre Igino Lega, don Pino Puglisi, don Primo Mazzolari, don Andrea Santoro, mons. Luigi Padovese e il cardinale Francois Xavier Nguyen van Thuan.
Il cristianesimo si è sempre presentato come religione rivelata in cui Dio ha detto se stesso e tutto di sé: in particolare nell’evento Cristo, la parola definitiva di Dio poiché Verbo incarnato. Il volume ripercorre il senso biblico dell’autocomunicazione di Dio, la declinazione storica dell’idea di rivelazione con particolare attenzione allaDei Verbum del Vaticano II e offre alcune riflessioni sistematiche insistendo sul rapporto tra rivelazione, parola e storia.
«Nel tempo dell’ultima probazione [i gesuiti] insistano nella scuola del cuore, esercitandosi in quelle cose spirituali e corporali, che siano capaci di procurar loro una più grande umiltà e abnegazione d’ogni affetto sensibile e d’ogni volontà e giudizio proprio, ed una maggior conoscenza e amore di Dio nostro Signore. Così, dopo aver progredito essi stessi, potranno meglio aiutare gli altri a progredire, a gloria di Dio nostro Signore». (Ignazio di Loyola, Costituzioni della Compagnia di Gesù, [516]).
Questo libro raccoglie il diario di alcuni tratti di un’ultima probazione, particolare periodo della vita di un gesuita descritto da queste parole di Ignazio di Loyola. Il fondatore dei gesuiti ha la certezza incrollabile che la stessa Voce divina, che parla nella Bibbia, parla nel cuore e nella vita di ogni persona, pur nella ricchezza irripetibile dell’unicità di ogni uomo e di ogni cultura. A dispetto delle chiusure, paure ed egoismi spesso abilmente orchestrati da tanti chiacchiericci mercenari, questa testimonianza, fra le tante possibili, vuol raccontare quanto risponda a verità vissuta e possibile questa certezza di Ignazio, capace di lasciar risplendere anche nelle situazioni più impensate, quello splendore d’Infinito che sa rendere possibile e piena ogni vita insieme. Con la speranza di aiutare il lettore a fare anch’egli un cammino interiore.