
Per la prima volta una raccolta di testi di Chiara Lubich sullo Spirito Santo. Da qualche anno, il Movimento dei Focolari propone ai lettori raccolte di scritti, pensieri, e testi vari di Chiara Lubich su ogni cardine della spiritualità dell'unità. Tra le numerose pubblicazioni della Lubich, non si trova uno specifico volume dedicato allo Spirito Santo, nonostante la Sua presenza significativa lungo tutto l'arco di vita di Chiara e del Movimento. È arrivato il momento di raccogliere in un volume della collana i testi dell'Autrice con particolare attenzione all'effusione dello Spirito agli inizi del Movimento, al suo ruolo di Maestro interiore, agli insegnamenti per farlo meglio conoscere e amare e all'azione rinnovatrice dello Spirito, specie per quanto concerne lo stile del dialogo.
La fede è una tensione che coinvolge l'essere umano in tutte le sue dimensioni: da quella spirituale a quella culturale e sociale. Cosa accade quando la sua trasmissione 'di generazione in generazione' si interseca con l'esperienza della migrazione, che a sua volta comporta profonde e plurime trasformazioni nella vita di chi ne è protagonista e mette in contatto con un contesto in cui anche le strutture dell'appartenenza religiosa devono essere ripensate? La ricerca presentata in questo volume, promossa dagli Uffici Migrantes delle dieci diocesi lombarde, con la collaborazione e il sostegno della Fondazione Migrantes, e realizzata dall'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo, affronta questo complesso tema partendo dalla diretta testimonianza di chi, a diverso titolo, ne è coinvolto. Da un lato, coloro che per ruolo istituzionale e tradizione culturale - come i genitori e i leader religiosi - hanno in carico la comunicazione della fede alle nuove generazioni; dall'altro, i giovani stessi, che di questo annuncio e di questa testimonianza sono anzitutto i destinatari. Realizzata mediante 150 interviste semistrutturate ad appartenenti alla religione cattolica, alle altre confessioni cristiane e alle religioni non cristiane delle dieci diocesi lombarde, l'indagine restituisce anzitutto i percorsi, i vissuti, i significati e le criticità della fede entro ciascuna tradizione e nelle comunità che la mantengono viva 'in terra straniera'. Allo stesso tempo, offre un interessante spaccato della 'società plurale', mettendo in luce come i processi sociali complessi della secolarizzazione, della migrazione e della convivenza interetnica trasformino e siano a loro volta trasformati dal rapporto con il trascendente.
Il presente lavoro è parte integrante dei primi due pubblicati sotto il titolo “Culto cristiano, arte e architettura sacra in Occidente” della stessa casa editrice. Questo III volume tratta la liturgia sotto l’aspetto teologico. Tale aspetto, del tutto fondamentale nella Chiesa primitiva, quando vigeva la lex orandi, in epoche posteriori non è stato più considerato in modo sufficiente dai teologi di professione; restava, invece, ancora vivo nella coscienza implicita della cristianità, che, pur ignorando una lingua liturgica, divenuta ormai arcaica, tuttavia continuava a sentire l’essenzialità della celebrazione quale punto focale del proprio approccio umano con Dio.
Infatti, si è conservata per secoli la stessa liturgia eucaristica, più intuita che sentita o capita; ciò nonostante, il popolo di Dio non errava nel considerarla sempre come elemento essenziale della propria vita cristiana, anche quando la stessa comunione eucaristica era tanto diradata da diventare eccezionale. Ma il movimento del cervo assetato verso la sorgente d’acqua viva non si è mai arrestato: alle timide manifestazioni della pietà medievale, successivamente sconvolte dalla Riforma protestante e con urgenza represse dal Concilio di Trento, ha fatto seguito il Movimento liturgico ad opera di alcuni pionieri, tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX, ufficializzato prima dall’enciclica Mediator Dei (1947) e infine realizzato nel Concilio Vaticano II (1962-65). Tuttavia, dobbiamo riconoscere che questa realizzazione non è ancora arrivata alla sua perfezione, allo stesso modo della Chiesa che di essa si nutre nel suo perpetuo pellegrinare verso la patria celeste, dove finalmente Gesù Cristo, sommo sacerdote dell’Onnipotente, porta tutto alla perfezione.
Molto saggiamente l’Autore, nel considerare il divenire liturgico dei tempi presenti, lascia aperta la porta del futuro della liturgia, includendolo in un “già” e “non ancora”.
(M. Arranz, Presentazione)
Nulla può esistere senza Dio, nemmeno la scienza, l'arte e la bellezza. L'uomo moderno sembra però essersene dimenticato: in una smania relativista e inclusiva, egli infatti non ama più la verità e non sa più odiare l'errore. In questo saggio sulla condizione dell'uomo, Ernest Hello ricorda come la verità e il bene devono rifiutare ogni forma di convivenza e accomodamento con l'errore e il male; allo stesso modo la pace non può e non deve consistere in una conciliazione dei contrari, perché bene e male sono distinti e nemici in eterno. Tuttavia il male a volte diventa ipocrita per convivere con il bene: ecco creati il protestantesimo, il liberalismo, l'eclettismo e il trasformismo.
Il volume approfondisce le relazioni vigenti tra Maria e lo Spirito Santo nel loro mutuo partecipare all'opera salvifica di Cristo e collaborare alla santificazione della Chiesa. Per esprimere tale mistero di comunione tra la Beata Vergine e il Paraclito, per molti secoli ci si è serviti del titolo di "Sposa dello Spirito Santo". Il testo di Lumen Gentium non l'ha invece adottato; sostituendolo, anzi, al capitolo Vili, con la definizione di "Tempio dello Spirito Santo". L'autore, dunque, indaga i motivi di tale scelta, quali conseguenze ne siano derivate in ambito mariologico e, soprattutto, quale posto sia stato dato e si possa ancora concedere all'appellativo di "Sposa dello Spirito Santo" all'interno della teologia contemporanea, valutando al contempo in che rapporto esso si ponga con l'espressione preferita da Lumen Gentium. Una ricerca fondata sulle solide basi di un approfondimento biblico e patristico intorno al tema della sponsalità con Dio e a quello delle relazioni sussistenti tra Maria e il Paraclito, facendo poi memoria dell'utilizzo del titolo nella storia, in modo particolare dal Medioevo fino alle soglie del Concilio Vaticano II, senza trascurare i preziosi apporti forniti dal Magistero pontificio.
Solo da pochi decenni, dopo secoli di dimenticanza, l’attenzione della riflessione teologica e dell’insegnamento catechetico si è rivolta ai misteri della vita di Cristo, dalla nascita e dalla vita pubblica sino alla morte-risurrezione-ascensione. Ma, già sette secoli e mezzo fa, san Tommaso d’Aquino, in particolare nella Summa Theologiae, trattava, in un sol blocco unitario, sia il mistero dell’Incarnazione che i misteri di Cristo: proprio da questi misteri della storia di Cristo, infatti, prorompe la potenza salvifica dell’Incarnazione. Nel presente studio, i misteri di Cristo vengono introdotti nel loro inquadramento teologico, approfonditi alla luce del mistero eterno della volontà di Dio e del suo disegno storico-salvifico di attuazione, fondamentale criterio interpretativo dell’agire trinitario. Quindi, tali misteri sono colti nella loro ineliminabile dimensione mistica (sebbene ancora poco considerata): essi sono potenze di Dio in atto che producono oggi, nelle membra del Corpo di Cristo, un effetto specifico di grazia, proprio di ogni singolo mistero, simile a quello prodotto ieri nell’umanità di Gesù. Così, essi sono rivissuti come ecclesiale e personale tappa di compenetrazione mistica divina e umana, su cui s’innalza il Cristo Totale. Si procede poi ad avviare l’esame dei misteri di Cristo a partire da quelli della Beata Vergine Madre di Dio.
L’Istituto Teologico Marchigiano, nella sua sede di Fermo, e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose «SS. Alessandro e Filippo» stanno da alcuni anni tentando di inserirsi nel dibattito culturale attuale e di diffondere una serie di approfondimenti biblici, teologici e pastorali che siano uno stimolo alla riflessione in genere e che possano rappresentare un significativo impulso alla vita ecclesiale locale e nazionale. Lo strumento che da quasi venti anni raccoglie i risultati di questa articolata operazione culturale è la rivista Firmana, che si propone come un «quaderno di teologia e pastorale»; un luogo, cioè, dove propiziare una riflessione rigorosa, alla luce della tradizione cristiana sulla complessità dell’agire pastorale odierno.
Firmana esce con cadenza semestrale e propone numeri di natura monografica o composita. Accanto alla Rivista vera e propria, esiste una collana di «Supplementi di Firmana», che offre ai lettori saggi monografici su singoli temi di interesse teologico.
Saggi di:
Armando Matteo Il Dio mite. Una teologia per il nostro tempo • Gianfilippo Giustozzi Il «viottolo» di don Vinicio: ricerca di Dio e lotta all’emarginazione • Luciano Manicardi Gesù e gli stranieri • Viviana De Marco Ecumenismo, canto e musica tra Oriente e Occidente. La riforma protestante, la centralità della parola di Dio
e la nascita del corale • Luciano Zappella Raccontare Dio: l’arte del racconto biblico • Daniele Gianotti Verso un’ecclesiologia dell’amicizia
Rivista semestrale dell’Istituto Teologico Marchigiano
e dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose marchigiano “Redemptoris Mater”
La presente versione rinnovata della rivista «Sacramentaria & Scienze religiose», che raccoglie le ricerche dell’Istituto Teologico Marchigiano e dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose marchigiano, persegue l’impegno ad offrire ai lettori una riflessione accurata sulle molteplici sfaccettature del Mistero di Dio e dell’uomo in chiave liturgico-sacramentale. La nuova veste grafica accompagna lo sviluppo di contenuti tematici che saranno elaborati di volta in volta nella sezione dedicata alla “sacramentaria”, lasciando invece che nella sezione dedicata alle “scienze religiose” convergano contributi provenienti dalle molteplici discipline del sapere correlate tra loro nell’intento di pervenire sempre più a quella interdisciplinarità che è presupposto ineludibile sia dell’unità del sapere sia di una visione della realtà che giunga ad una vera e propria Weltanschauung cristiana.
Indice: SEZIONE “SACRAMENTARIA” G. Frulla: Educare le nuove generazioni alla sequela dei precetti, sul fondamento della Torah e nel rispetto della memoria. Le basi della formazione dei giovani nell’Ebraismo • D. Cogoni: L’eredità spirituale di santa Elisabetta Catez. Vita sacramentale e discernimento vocazionale nell’orizzonte della fede trinitaria • L. M. Lorenzetti: La Vita in Cristo di san Giuseppe da Copertino: virtù, discernimento spirituale, Eucaristia • D. Barazzoni: Esame di coscienza, discernimento e sacramento della penitenza nella vita del giovane
SEZIONE “SCIENZE RELIGIOSE” V. De Marco: Sacramentalità del corpo e poesia. Corporeità, spiritualità, vocazione nell’opera poetica di Karol Wojtyła • S. Mosciatti: Empatia e comunicazione digitale. Un contributo
per discernere i tempi dei social • C. Sabbatini: 2Re 4,8-37. Eliseo e la Sunammita. “La potenza è nulla senza controllo”
SEZIONE “EVENTI”
C. Betschart: Entrare in sé per uscire da sé? L’interiorità relaziona- le in prospettiva carmelitana
Con l’espressione direzione o accompagnamento spirituale si intende descrivere la relazione esistente tra un cristiano desideroso di crescere nella sua fedeltà alla vocazione alla santità ed un altro cristiano che gli presta aiuto nel suo cammino verso il Signore. Il cardinale Medina fornisce con chiarezza dottrinale una sintesi di tutti i punti essenziali dell’argomento.
Il Cardinale Jorge Arturo Medina Estévez, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, è nato a Santiago de Chile (Cile) il 23 dicembre 1926. Si è laureato in teologia nel 1955, ha insegnato filosofia nel Seminario fino al 1965 e teologia nella Facoltà della Pontificia Università Cattolica del Cile fino al 1994. Della Facoltà di teologia è stato, per alcuni anni, anche Decano. Ed è stato, dal 1974 al 1985, anche Pro-Gran Cancelliere della Pontificia Università Cattolica del Cile. Nel 1962 Papa Giovanni XXIII lo ha nominato perito al Concilio Ecumenico Vaticano II. Ha collaborato con vari Organismi della Curia Romana. Tra questi, la Commissione di preparazione del Codice di Diritto Canonico, a partire dagli anni 1964-1965; la Commissione Teologica Internazionale dal 1969; ed infine il Comitato di redazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, a partire dal 1987. A questo lavoro si è dedicato fino alla promulgazione del Catechismo, avvenuta nel 1992. Eletto Vescovo titolare di Tibili e allo stesso tempo nominato Ausiliare di Rancagua il 18 dicembre 1984, ha ricevuto l'ordinazione episcopale da Giovanni Paolo II nella Basilica di san Pietro, nella Solennità dell'Epifania del 1985. Nel 1986 è stato nominato Amministratore Apostolico della Diocesi di Rancagua ed il 25 novembre 1987 ne è divenuto Vescovo. In questa Diocesi ha prestato il suo servizio fino a quando Giovanni Paolo II lo ha nominato, il 16 aprile 1993, Vescovo di Valparaíso. Nel 1992 il Papa lo ha nominato Segretario Generale della IV Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-americano, celebrata dal 12 al 28 ottobre dello stesso anno a Santo Domingo. Il 21 giugno 1996 Giovanni Paolo II lo ha nominato Pro-Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Lo stesso giorno ha rinunciato al governo pastorale della Diocesi di Valparaíso. Il 19 settembre dello stesso anno è stato nominato Arcivescovo. È divenuto Prefetto del dicastero il 23 febbraio 1998, dopo la nomina a Cardinale. Dal 1° ottobre 2002 è Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Ha partecipato al conclave dell’aprile 2005 che ha eletto Papa Benedetto XVI. Autore di numerose pubblicazioni tra libri, opuscoli ed articoli teologico-pastorali su temi ecclesiologici, di spiritualità e di diritto canonico
La lettura di queste pagine aiuterà a riflettere circa il significato che hanno i funerali o esequie e l’atteggiamento che si deve avere nel partecipare a questo atto di culto a Dio. L’Autore sottolinea come i funerali costituiscano un momento privilegiato per annunciare ai presenti le verità di fede contenute nel Credo che sono in rapporto diretto con la morte: la risurrezione e la vita eterna. Vi sono anche delle riflessioni sul peccato e sull’atteggiamento di conversione che dobbiamo avere durante tutta la vita.
Il Cardinale Jorge Arturo Medina Estévez, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, è nato a Santiago de Chile (Cile) il 23 dicembre 1926. Si è laureato in teologia nel 1955, ha insegnato filosofia nel Seminario fino al 1965 e teologia nella Facoltà della Pontificia Università Cattolica del Cile fino al 1994. Della Facoltà di teologia è stato, per alcuni anni, anche Decano. Ed è stato, dal 1974 al 1985, anche Pro-Gran Cancelliere della Pontificia Università Cattolica del Cile. Nel 1962 Papa Giovanni XXIII lo ha nominato perito al Concilio Ecumenico Vaticano II. Ha collaborato con vari Organismi della Curia Romana. Tra questi, la Commissione di preparazione del Codice di Diritto Canonico, a partire dagli anni 1964-1965; la Commissione Teologica Internazionale dal 1969; ed infine il Comitato di redazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, a partire dal 1987. A questo lavoro si è dedicato fino alla promulgazione del Catechismo, avvenuta nel 1992. Eletto Vescovo titolare di Tibili e allo stesso tempo nominato Ausiliare di Rancagua il 18 dicembre 1984, ha ricevuto l'ordinazione episcopale da Giovanni Paolo II nella Basilica di san Pietro, nella Solennità dell'Epifania del 1985. Nel 1986 è stato nominato Amministratore Apostolico della Diocesi di Rancagua ed il 25 novembre 1987 ne è divenuto Vescovo. In questa Diocesi ha prestato il suo servizio fino a quando Giovanni Paolo II lo ha nominato, il 16 aprile 1993, Vescovo di Valparaíso. Nel 1992 il Papa lo ha nominato Segretario Generale della IV Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-americano, celebrata dal 12 al 28 ottobre dello stesso anno a Santo Domingo. Il 21 giugno 1996 Giovanni Paolo II lo ha nominato Pro-Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Lo stesso giorno ha rinunciato al governo pastorale della Diocesi di Valparaíso. Il 19 settembre dello stesso anno è stato nominato Arcivescovo. È divenuto Prefetto del dicastero il 23 febbraio 1998, dopo la nomina a Cardinale. Dal 1° ottobre 2002 è Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Ha partecipato al conclave dell’aprile 2005 che ha eletto Papa Benedetto XVI. Autore di numerose pubblicazioni tra libri, opuscoli ed articoli teologico-pastorali su temi ecclesiologici, di spiritualità e di diritto canonico
«Bianco e nero, e basta: non funziona così. E soprattutto non funziona così alcun dialogo. L'analisi delle differenze è nemica della spettacolarizzazione emotiva e della mobilitazione. Quando si vive in regioni come la nostra, allora tutto diventa più frammentario, perché noi facciamo altre esperienze». Dal 2003 Paul Hinder è vescovo nella Penisola araba, la terra sacra per ogni musulmano perché qui Maometto fondò la religione ispirata dal Corano. In queste pagine, per la prima volta un vescovo cattolico racconta cosa significa vivere da cristiani nei Paesi governati dagli sceicchi dei petrodollari, dove la fede islamica avvolge ogni aspetto della vita e non esiste libertà religiosa, ma solo di culto. La testimonianza del vescovo Hinder è preziosa perché racconta in presa diretta le difficoltà, le speranze e le conquiste di quel dialogo tra cristiani e musulmani che resta una delle chiavi per la pace nel mondo. Alieno da ogni faciloneria nel confronto interreligioso, realista nell'affrontare gli snodi di una convivenza socio-religiosa che interpella anche l'Occidente, Hinder offre un esempio di quell'ottimismo della speranza proprio di chi vive la fede cristiana come ragione di vita. E per questo non ha né paura dell'altro né vergogna della propria tradizione.