
Quale percezione abbiamo del mistero che viviamo nell'Eucarestia domenicale? L'Eucarestia è il vero gesto rivoluzionario che Gesù ha compiuto e lasciato alla sua Chiesa. In essa Egli ci mostra il volto di un Dio paradossale, la cui qualità non è l'onnipotenza, ma l'amore. Questo libro è una riflessione sul senso della celebrazione eucaristica, un aiuto a far scaturire e rimbalzare questo dono immenso attraverso una verifica da condurre con l'aiuto di domande a cui rispondere alla fine di ogni capitolo.
Secondo la fede cristiana, Dio è Amore: ma come è possibile crederci davanti al dolore del mondo?
Una frase del Vangelo, pronunciata da Gesù poco prima di morire, “Dio mio.
Dio mio, perché mi hai abbandonato?” e lo spunto e il viatico di Coriasco per leggere, da un’originale prospettiva agnostica, il grande mistero di Dio € uno dei passaggi nevralgici del Cristianesimo.
A mezza via tra il saggio teo-filosofico,il pastiche e il racconto autobiografico, nelle pagine s'incrociano il sacro e il profano, la mistica e la cronaca, virgolettati autorevoli e le digressioni spicciole dell’autore, un agnostico travagliato, anomalo, bisognoso d interrogare e d’interrogarsi. Temi altissimi e talvolta complessi, ma offerti al lettore — credente o meno che sia — con un approccio diverso da quello dei trattati teologici e con uno stile sempre divulgativo e leggero: alla ricerca ci nuove ipotesi di dialogo e di fraternità credenti e non credenti: le stesse suggerite all'autore dalle sue personali frequentazioni con Chiara Lubich e la beata Chiara Badano.
Il risultato è un’indagine appassionata e stimolante sui rapporti tra fede e ragione, religiosità e ateismo, storia e teologia: un viaggio nell’intimo di citazioni - dai Padri della Chiesa a Papa Francesco, da Pascal a Simone Weil, da Einstein a Charlie Brown - , alla ricerca di un senso meno effimero del vivere e di nuove risposte alle eterne domande umane: “Chi siamo, da dove veniamo, e dove stiamo andando?”.
La teologia di cui qui si parla è la teologia cattolica: ovvero lo studio del mistero di Dio che trae la sua originaria e originale ispirazione da quel rabbino itinerante che è stato Gesù di Nazareth. Ebbene, proprio da lui la teologia parte e riparte, ogni volta, lungo la storia. Per questo, quando è altezza della sua missione, la teologia intrattiene profondi rapporti con le dinamiche della cultura al cui interno essa si realizza, apprendendone la “lingua”. solo così potrà parlare “di Gesù” e “a partire da Gesù” agli uomini e alle donne che ha concretamente davanti. Ed è stato proprio questo il gigantesco lavoro di mente e di cuore realizzato da teologi come origene, Agostino, Anselmo, Tommaso, Newman, de Lubac, Rahner, von Balthasar, Ratzinger, Kasper, Sequestri, Salmann, Theobald, per citare solo alcuni dei teologi più importanti presentati nel volume. Il saggio intende quindi illustrare la struttura che governa collaborazione del sapere teologico e tratteggiare i modi in cui esso, nel corso dei secoli, abbia saputo declinarsi in sapiente consonanza con il cambiare dei tempi e soprattutto con la mutazione dei desideri profondi degli uomini e delle donne appartenenti alle differenti generazioni che dall’inizio dell'era cristiana abitano la terra. Ed è così che, alla fine del breve ma inteso viaggio che queste pagine propongono, anche il lettore potrà dire: «evviva la teologia!».
L’autore affronta il tema della fragilità in chiave biblica, da genesi ad apocalisse, passando per i salmi e Paolo. La riflessione sfocia in un invito a riappropriarsi del senso della fragilità della vita, senza la quale non ci sarebbe nemmeno la libertà umana. Questa fragilità, che tanto infastidisce in quanto Tange continuamente tutti con aspetti di vario genere, sia umani che cosmici, in realtà è la con di ti o sine qua non per vivere un’esperienza di libertà, dove non si è automi, predeterminati solo a fare il bene, ma soggetti che, nell’ambito della storia, possono scegliere di vivere con creatività, con sentimento, con fantasia. Pensato e composto prima della diffusione del coronavirus, aiuta a individuare percorsi di salvezza anche in mezzo a situazioni negative.
Evagrio non è solo un autore difficile, ma è anche, soprattutto quando si tratta della sua teologia nell’accezione in cui egli stesso intende questo termine, cioè nel senso di una teologia mistica, un autore di una profondità immensa. Per quanto riguarda il commento spirituale del trattato, ossia un commento che cerca di interpretare Evagrío tramite Evagrío, navighiamo sempre in alto mare senza intravedere ancora la terraferma. Ognuno dei 153 “capitoli” del trattato è paragonabile ad una pietra estremamente preziosa con molteplici sfaccettature. L’apparente semplicità di alcuni capitoli è ingannevole. Per il lettore più esigente ogni capitolo si rivela così come un piccolo capolavoro da meditarsi a sé, il cui significato completo, però, si dischiude solo nel suo contesto. In fondo si dovrebbe pesare ogni parola, giacche’ nessuna di esse è lasciata cadere per caso e spesso sono proprio quelle parole, sulle quali si è sorvolato con leggerezza, a contenere la chiave – o per lo meno una chiave – capace di aprire alla comprensione del testo. Se, dopo aver compiuto il lavoro, si fa un passo indietro e ci si rende conto di non aver capito nulla, malgrado l’attenzione dedicata anche al più piccolo dettaglio, si viene presi dal dubbiose si riuscirà mai ad afferrare e comprendere in profondità l’opera nel suo insieme e in ogni suo dettaglio. P. Gabriele Bunge, in questo volume schiude i segreti del testo e ci conduce per mano svelandoci un poco il mistero del cuore di Evagrio.
Ci sono momenti in cui ci troviamo costretti a camminare per strade buie e siamo così stanchi da non riuscire a vedere davanti a noi un orizzonte, un indizio, qualcosa che possa aiutarci. La vita ci pone spesso davanti a difficoltà che paiono insormontabili, a livello personale, familiare o collettivo, e quando si presentano siamo principianti impacciati, mai preparati in modo adeguato. La recente pandemia che abbiamo dovuto affrontare rappresenta un esempio drammatico, ha infranto d'un colpo le nostre certezze e ci ha fatto scoprire improvvisamente vulnerabili. Eppure, come scrive don Luigi Maria Epicoco, "Assumerci la responsabilità della nostra vita, anche quando essa non ci ha domandato il permesso, è ciò che trasforma l'esperienza dell'essere vittima in opportunità di tornare a essere protagonisti". Ecco quindi che le riflessioni semplici, chiare e di immediata lettura che compongono questo volume ribaltano la prospettiva, aprono squarci, ci consentono di mettere a fuoco il lascito positivo di ogni momento doloroso. Perché se è vero che ogni passaggio ci consegna tante domande e ci segna incisivamente, è anche vero che c'è sempre una Verità in fondo per cui vale la pena vivere.
“Due cattolici veri, convinti e praticanti, intrecciano un fitto dialogo, con poche divergenze e molte convergenze, sullo stato della fede e della cristianità, della Chiesa e dei cattolici nei giorni nostri”.
Scrive così Marcello Veneziani nella presentazione di Decadenza. Le parole d‘ordine della Chiesa postconciliare (Chorabooks), il libro che Aldo Maria Valli e Aurelio Porfiri hanno voluto dedicare a dieci parole che la Chiesa cattolica ha messo al centro della sua predicazione e del suo insegnamento a partire dal Concilio Vaticano II, con una particolare attenzione per alcuni vocaboli privilegiati dal magistero di Francesco. Le dieci parole sono: dialogo, pastorale, sinodalità, ponti, autoreferenziale, fragilità, misericordia, ecumenismo, discernimento, periferie.
“È come se la Chiesa ai tempi di Bergoglio – osserva Veneziani – fosse in croce: inchiodata in alto dalla perdita della verità e dall’oblio di Dio, in basso dal suo ridursi a soccorso umanitario e centro d’accoglienza; ai lati trafitta da una parte dal cedimento alla cultura protestante e dall’altra dall’apertura unilaterale al dialogo con l’Islam. In questo crocevia, la Chiesa perde la sua luce, la sua aura e i suoi fedeli. Si svuotano le chiese, perde forza il messaggio cristiano, si confonde con lo spirito del mondo e le organizzazioni umanitarie”.
Ecco dunque il senso di decadenza, che per i due autori si traduce in certi momenti in un profondo scoramento e in altri nel desiderio di lottare perché quel patrimonio di sapienza, bellezza e santità che è la Chiesa cattolica non vada del tutto disperso, svenduto al desiderio insensato di piacere al mondo mettendo l’uomo al posto di Dio.
Veneziani giustamente nota che il libro è venato da un grande amore per la tradizione, intesa non come immobilismo, ma come fedeltà a ciò che conta e che semplicemente non può essere cambiato, perché il cambiamento equivale a un crollo e a un tradimento.
Dice Veneziani: siamo passati rapidamente da una Chiesa che metteva al centro il Mistero, la Risurrezione e l’Immortalità a una che non fa che parlare di solidarietà, fratellanza e redenzione in senso sociale. E c’è pure la pretesa di giustificare l’operazione in quanto recupero delle origini. Una mistificazione tutta giocata in termini ideologici, con l’aiuto di un vocabolario che Valli e Porfiri smontano pezzo a pezzo, mostrandone da un lato la pochezza contenutistica e dall’altro l’uso strumentale.
Dopo il volume dedicato in questa stessa collana a Leonard Cohen, Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini si mettono alla ricerca degli elementi etici e religiosi presenti in uno degli eroi più noti e amati del fumetto italiano, il cowboy Tex Willer, ranger abilissimo nel maneggiare la Colt, amico dei pellerossa, antischiavista e avversario di ogni ingiustizia. «Tex Willer potrebbe essere considerato il modello del nuovo uomo italiano nel secondo dopoguerra, quasi a offrire, forse suo malgrado, un prontuario esistenziale per il Belpaese uscito con le ossa rotte dal conflitto. Reinventando l'identità nazionale andata in pezzi in una nuova, di stampo maschile, che fruga nella consolidata tradizione western per rinvenirvi un punto di riferimento atto a ripensare il problematico rapporto fra individuo e autorità. Un manuale di pronto utilizzo in cui centrali sono temi come lealtà, libertà, oppressione, violenza e linguaggio, grazie a cui Tex è destinato a diventare, nell'arco di pochi decenni, non solo un personaggio ben riconoscibile nella cultura pop tricolore, ma anche l'eroe di una delle più rilevanti e longeve saghe contemporanee» (Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini).
Mons. Carlo Ghidelli, Arcivescovo emerito di Lanciano-Ortona, non ha bisogno di presentazione. La sua preparazione biblica è nota e apprezzata da tutti. Egli ha la capacità di cogliere in profondità il messaggio della Scrittura e di trasmetterlo con un linguaggio semplice e accessibile a tutti senza perdere la profondità.
Dopo aver letto queste pagine, le parole "Padre Nostro", avranno un significato più pieno e faranno veramente vibrare le corde del nostro cuore.
(Dalla Prefazione)
Per un annuncio del Vangelo con arte
Quanto impegno dedichiamo a un approfondimento serio sull’importanza delle immagini, specialmente di quelle artistiche, in ambito pastorale? In quale misura l’arte può giocare un ruolo importante nella scoperta/riscoperta della fede oggi? Perché? A quali condizioni? A tali domande prova a rispondere questo volume, accompagnando il lettore in una foresta di bellezze, un’eredità impressionante di opere d’arte, la maggior parte delle quali legate al Cristianesimo, di cui costituiscono espressioni meravigliose a livello storico e culturale. Siamo dunque interpellati a riflettere sul rapporto tra l’arte e l’annuncio del Vangelo, facilitati oggi dalle nuove tecnologie, che ci permettono di disporre facilmente di riproduzioni e strumenti multimediali per la didattica catechistica. Vengono qui raccolte le esperienze realizzate in numerosi incontri, corsi e laboratori dai due autori, rispettivamanete una storica dell’arte e docente di materie artistiche e un docente di pastorale presso gli ISSR e gli Atenei pontifici.
Educare ancora alla vita buona del Vangelo
Un importante testo che idealmente ci colloca intorno al fuoco generato dal processo sinodale della Chiesa universale, che si è svolto dal 2016 al 2019 , dal tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. 32 contributi distinti in 5 significative “costellazioni”. Il testo ha come scopo di tenere sveglio l’impegno educativo e pastorale della Chiesa a favore di tutti i giovani. Contiene un importante “Invito alla lettura” di Papa Francesco e il “Rilancio del cammino” di Giacomo Costa, sj. Uno strumento indispensabile per tutti gli educatori e gli operatori di pastorale giovanile che desiderano essere all’altezza del Vangelo e dei segni dei tempi.
La proposta educativo-pastorale MGS per il 2020-2021
Il Quaderno giovani, in conformità ad una tradizione ormai ben consolidata e fruttuosa, è il punto di riferimento per la proposta pastorale dell’anno in corso in tutti gli ambienti salesiani d’Italia. “Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare” dice la donna vestita di luce al piccolo Giovanni Bosco nel sogno dei nove anni, di cui nel 2024 ricorrerà il bicentenario. Da qui prende avvio la proposta pastorale per l’anno 2020-21: essa ci invita ad essere “nel cuore del mondo” per esserne luce, sale e lievito.
Il presente quaderno è comporto di cinque capitoli: l’ispirazione nasce dal sogno dei nove anni, di cui si invita ad approfondire la dimensione spaziale dei luoghi; un secondo momento, biblico e teologico, cerca di andare in profondità rispetto all’ispirazione carismatica iniziale; il capitolo centrale è dedicato a comprendere l’identità cristiana secondo un approccio squisitamente vocazionale; il quarto capitolo mette a tema le modalità concrete per realizzare una “cittadinanza responsabile” oggi; infine vengono offerte al lettore alcuni “medaglioni di santità” da cui trarre ispirazione per un’azione efficace e profetica nel nostro tempo.
Il presente Quaderno giovani è un vivo e operativo, perché offre ad ogni lettore dei contenuti solidi in grado di interagire con il singolo e con il gruppo attraverso la richiesta di partecipazione personale al cammino indicato. Non siamo quindi davanti ad un “libro da leggere”, ma abbiamo tra le mani un “compagno di viaggio” che invita ogni giovane o adulto a crescere spiritualmente e ad ogni comunità educativa e pastorale a mettersi in discussione per potersi migliorare.
La configurazione, lo stile e la proposta del presente Quaderno giovani lo rendono prima di tutto adatto per i giovani, i quali sono chiamati a prendere sul serio la loro esistenza, conformandola a quella del Signore Gesù. Insieme con i giovani, uno strumento come questo è consigliato anche ad altre categorie di persone: prima di tutto agli animatori e agli educatori dei fanciulli, dei preadolescenti, degli adolescenti e dei giovani; ai membri che a diverso titolo appartengono alla famiglia salesiana (cooperatori, ex allievi e altri gruppi); agli insegnanti e formatori impegnati cristianamente nella loro missione. Questo quaderno può essere infine di giovamento ai salesiani di don Bosco, alle figlie di Maria Ausiliatrice e ai sacerdoti impegnati nell’ambito educativo per la loro formazione spirituale, pedagogica e pastorale.