
Questo volume nasce dall'intuizione di alcuni sacerdoti, ordinati da mons. Domenico D'Ambrosio, di riunire di riunire in un unico testo, se non tutte, almeno la maggior parte delle omelie e delle riflessioni che l'Arcivescovo ha pronunciato o ha scritto nel corso del suo lungo fecondo ministero episcopale, iniziato nel 1990 nella diocesi di Termoli-Larino e terminato nel 2017 nell'arcidiocesi metropolitana di Lecce. (dalla Prefazione)
Al processo di cura si giunge partendo dalla persona, col suo nome, persona che è in situazione oggettiva di disabilità, che avrà bisogno di cure - nel caso anche riabilitative - che possono rafforzare il suo empowerment, in forza del diritto alla salute che ciascuno di noi possiede, affinché la sua vita possa essere vissuta con dignità. Solo un percorso siffatto può riconoscere e sostenere la dignità della persona in quanto tale. Nessuno stigma, nessuna classificazione finalizzata a raggruppamenti artificiosi, ma partire dalla dimensione stessa della persona per identificare un adeguato percorso di cura. Tutta la dignità possibile per quella determinata persona non nascerà dal suo stato di salute, ma dal modo in cui ci faremo carico di lei come persona e la accompagneremo nel suo percorso di vita.
Una vera e propria "galleria" di opere d'arte, ordinate secondo gli eventi della vita di San Giuseppe, ci permette di osservare come questi sia stato rappresentato nelle varie epoche, diventando testimone di un profondo messaggio umano e cristiano. L'autore non solo ci aiuta a gustare le singole rappresentazioni, ma ci fa accostare alla paternità di San Giuseppe, uomo esposto ai limiti e alle sfide della condizione umana. Questo rende il santo un patrono prezioso sia per la Chiesa universale sia per i padri feriti o inconsapevoli di oggi: in lui essi non trovano un eroe solitario, un campione perfetto e irraggiungibile della paternità umana, ma un uomo, certamente «giusto» (Mt 1,19) e santo, che ha provato a vivere, confidando in Dio, la sua singolare vocazione di padre. Il volume intreccia tre filoni complementari, in costante dialogo: quello artistico (con la presentazioni di dipinti di valore), quello psicologico (con l'approfondimento della tematica del padre) e quello biblico-teologico (con la rilettura di alcune delle pagine più belle del Nuovo Testamento).
Fedeltà alla tradizione significa tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri. Il volume nasce da un’iniziativa della Pontificia Università della Santa Croce, mirata alla custodia e cura dei carismi che nel corso del XX secolo hanno dato vita a numerose realtà ecclesiali. Il percorso qui proposto raccoglie, inizialmente, l’esperienza di chi ha vissuto e studiato tali realtà (Luigino Bruni, Massimo Camisasca), cui fa seguito una seconda sezione dedicata alla riflessione sull’esperienza carismatica e sul rapporto di questa con l’iniziazione cristiana e il diritto della Chiesa (Salvatore Martinez, Ezechiele Pasotti, Luis Navarro). Infine, una terza parte è dedicata all’approfondimento teologico (John Milbank, Giulio Maspero). La prospettiva unitaria proposta mira a mostrare come il giudizio teologico sia un elemento fondamentale per tenere vivo il fuoco dei carismi, i quali necessariamente devono assumere una configurazione istituzionale, ma sui quali sempre si deve anche vegliare perché la forma non metta in ombra il contenuto.
"Lampada per i miei passi è la tua parola" (Sal 119,105). La parola di Dio che illumina il nostro cammino è una parola di amore, che ci invita alla comunione fornendoci così criteri validi per le nostre scelte. La prudenza è la virtù che discerne in ogni circostanza ciò che l'amore ci chiama a compiere qui ed ora. Contribuire alla riscoperta del ruolo centrale della prudenza è uno dei tanti meriti del Professor Livio Melina, che questo volume intende onorare. In queste pagine viene valorizzato il suo contributo sia al rinnovamento della teologia morale in generale, sia alla missione e alla promozione del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi su Matrimonio e Famiglia, che egli ha guidato in qualità di Preside per ben dieci anni dal 2006 al 2016. Questo libro raccoglie gli interventi sia di alte personalità di ambito ecclesiastico, che hanno condiviso un cammino importante con il Professor Melina, sia di alcuni suoi colleghi accademici dell'Istituto Giovanni Paolo II e di altre università, nonché di diversi docenti che sono stati i suoi dottorandi. Ognuno di questi contributi testimonia la fecondità di un insegnamento e di una vita al servizio della Chiesa.
Due generazioni a confronto su Giuseppe di Nazareth: l'uomo, il padre, lo sposo. Il Patrono della chiesa universale, in questo anno che il pontefice ha voluto a lui dedicare, è anche molto altro in realtà. Vorrebbe comprenderlo un giovane come Giuseppe, che con la penna e il microfono ha sempre interrogato la fede negli aspetti più silenziosi. In queste pagine sarà un pastore a rispondere, un arcivescovo che non avrebbe bisogno di dar voce ad un santo così popolare, se non fosse per riflettere su altre sfaccettature della paternità, in San Giuseppe come in ogni genitore, di oggi e di domani. Mons. Seccia risponde dunque alle provocazioni, ai pensieri, agli interrogativi del giovane conduttore, ma con gli occhi di un padre di anime, dentro e fuori la Chiesa.
L'ampia scena che fa da sfondo a questo studio è quella dell'attuale riscoperta del sacro nel contesto pubblico e privato. L'interesse più specifico riguarda invece la ricerca di un nucleo antropologico di base, riconosciuto come principio condiviso del sentimento religioso del senso. A questo fine il volume si impegna, fin dall'apertura del sipario, ad intercettare il «cuore» - ma si potrebbe anche dire, il logos e l'ordo - di tale esperienza universale, concentrandola attorno alla figura della nominazione di Dio. Dopo aver illustrato il valore storico e la debolezza congenita dei modelli teorici alternatisi sul campo di una valutazione critica della prassi religiosa (naturalismo, positivismo, critica dell'ideologia, fenomenologia), il piano di lavoro assume le questioni giudicate per lo più fondamentali. Che cosa identifica e subito distingue l'esperienza religiosa della giustizia e della verità dell'esistere da altre figure intenzionali del senso? Dove si insedia il suo principio, eticamente inconfondibile? Come si accende quella forma dell'adesione emozionata e convinta alla vita di Dio, che coltiva la sua espressione soggettiva e comunitaria, affettiva e concettuale, simbolica e pratica, nelle espressioni del vissuto religioso e spirituale? E, infine, come si forgia con le parole che contano e i segni che valgono un rapporto autentico con la dismisura del sacro? Postfazione di Pierangelo Sequeri.
La ragione della speranza è un manuale, pensato sia per studenti delle facoltà teologiche e degli istituti di scienze religiose, sia per quanti sono interessati alla teologia. Il volume costruisce infatti un percorso che si sofferma su alcune tematiche fondamentali: a partire dal racconto originario della morte e risurrezione di Cristo e dalla sfida alla ragione umana che il mistero pasquale suscita, affronta la tematica di come sia possibile parlare adeguatamente di Dio e quale sia la singolarità cristiana nel parlare di Dio. Il testo riflette sulla tradizione e sulla recezione nella fede dell'annuncio cristiano, si sofferma sul carattere epistemologico, sui metodi e sullo sviluppo storico della teologia in quanto scienza e, infine, spiega come si rapporti la teologia con la vita personale e comunitaria e quale sia la sua funzione ecclesiale. Il testo inserisce i concetti fondamentali della teologia, utili ai principianti della disciplina, all'interno di una tesi secondo la quale essa è possibile solo a partire dalla novità dell'evento-Gesù e che la sua funzione è sostenere e nutrire la ragione, la speranza e l'amore di quanti, singoli e comunità, si soffermano ad ascoltare quest'annuncio.
Il riferimento alla fecondità/sterilità del grembo femminile e alle gioie/dolori legate all'esperienza del generare e del dare alla luce attraversa trasversalmente la Scrittura, dal libro della Genesi a quello dell'Apocalisse, sia in quanto esperienza antropologica fondamentale, sia in quanto metafora utile a descrivere l'agire di Dio e degli esseri umani in rapporto a Lui. A partire da una analisi puntuale del ricorrere di questi riferimenti nell'Antico e nel Nuovo Testamento, lo studio intende esplicitare lo spessore ermeneutico di questo riferimento in ordine alla comprensione della rivelazione di Dio e dell'identità e missione dell'essere umano. Tre sono i nodi teorici che questo percorso permette di far emergere: il primo è l'analogia tra generazione e creazione, tema fortemente presente nelle religioni antiche, recepito dalla Scrittura ma censurato dalla teologia dopo il Concilio di Nicea; il secondo riguarda il legame intrinseco tra nascita e resurrezione, tema che ha favorito la comprensione e l'annuncio del kerigma pasquale e ha informato lo sviluppo della catechesi e della liturgia battesimale dei primi secoli, dimenticato progressivamente in seguito sia nella riflessione che nell'azione pastorale della Chiesa; il terzo riguarda la presenza e il ruolo di Maria nella storia della salvezza, tema ancora caldo e attuale della mariologia contemporanea. Prefazione di Giovanni Cesare Pagazzi.
Il libro, dopo il primo capitolo dedicato ad un ampio resoconto sulla ricezione del pensiero di Teilhard, si occupa della trasformazione del cristianesimo e della struttura stessa ell'esperienza religiosa che, secondo il gesuita, è richiesta dal nuovo orizzonte di comprensione della realtà definito dalla visione evolutiva del mondo e della vita umana. La sua iflessione sul fenomeno religioso si articola poi in due fasi. Nella prima, che inizia con gli scritti redatti al fronte nel corso della Prima Guerra Mondiale, lavora soprattutto alla necessaria rifondazione» della teologia e della spiritualità cattolica, operazione effettuata attraverso la loro dislocazione dal fissismo e dall'essenzialismo tipici del pensiero neoscolastico egemone nella cultura cattolica coeva. Nella seconda fase, che va dal 1929 al 1955, anno della morte, Teilhard contestualizza il problema della «rifondazione» della teologia e della spiritualità cattolica nello spazio più ampio della «reinvenzione» dell'esperienza religiosa, un'operazione che, a suo avviso, non riguarda soltanto il Cristianesimo, ma tutte le religioni. Sostiene infatti che la necessità di misurarsi con tale problematica è imposta dal transito in atto in una umanità sempre più unificata e potenziata dalle pratiche della tecnoscienza verso l'«Ultraumano». Con tale espressione viene indicata una neoformazione della «vita pensante» nella quale l'esperienza religiosa, per poter giocare un ruolo significativo, deve misurarsi con le complesse problematiche imposte dall'avvento di una collettività umana che è giunta a disporre di risorse cognitive e operative che le consentono di aprire una nuova fase dell'evoluzione. Prefazione Riccardo Campa.
Se Dio esiste non può essere ostaggio della cultura o dell'erudizione, deve essere comprensibile nella sua esistenza anche per chi non ha familiarità con dotte argomentazioni di carattere strettamente filosofico e scientifico. Attraverso le storie concrete delle persone, queste pagine fanno emergere come Dio sia inscritto nell'interiorità di ogni uomo e come e perché oggi non se ne trovi più traccia. Cos'è il male? Perché il dolore? Perché l'amare? Dove trovare il senso di ogni nascere per capire ogni morire? Dov'è Dio in questa "oscura selva" dell'umanità? L'uomo è in "sé stesso" prova dell'esistenza di Dio, molto più di tutto ciò che lo circonda, perché "egli stesso" è la via a Dio.
Qual è l'identità degli sposi cristiani? In cosa si differenzia la celebrazione in chiesa da una convivenza spontanea o da un'unione civile? L'esperienza pastorale di molti sacerdoti dimostra che solo una piccola parte di chi sceglie il rito religioso è consapevole di quale portata possieda il sacramento appena celebrato. Per far sì che gli sposi cristiani comprendano la grazia che ricevono, è necessario ripensare il matrimonio come una consacrazione reale e effettiva. Non solo: bisogna affermare la sacramentalità dell'esistenza coniugale, non confinandola alla sola celebrazione del rito delle nozze. È il percorso compiuto dall'Autore, il quale, attraverso i documenti ufficiali del Concilio e le parole dei papi, guida alla riscoperta di un sacramento da considerare a pieno titolo come parte del tesoro della Chiesa.