
Il volume di Lucetta Geymonat illustra la storia del Collegio valdese di Torre Pellice dalla fondazione, nel 1831, ai giorni nostri. Una narrazione che copre un arco di 180 anni e mette al centro i due elementi alla base del progetto di cui il Collegio è emanazione, ovvero la fede protestante e la cultura, senza tralasciare la storia valdese, che tanto spesso si intreccia con quella dell'istituzione. Vengono così alla luce gli elementi distintivi del Collegio, dalle scelte didattiche iniziali per dare preparazione adeguata ai futuri pastori ai successivi progetti educativi, basati su una concezione laica dell'istruzione in cui l'insegnamento della storia delle religioni è finalizzato al rispetto per ogni confessione di fede.
Nella Grande guerra 1914-1918 vennero per la prima volta creati grandi campi di concentramento di prigionieri e di internamento di civili, nei quali vennero rinchiusi milioni di persone che vi rimasero spesso per anni, sino alla fine delle ostilità e oltre, tra notevoli sofferenze per l'isolamento, la fame, le malattie e il rigore del trattamento, quando non vi trovarono la morte a seguito di ferite o di epidemie. L'azione di controllo e di soccorso della Croce Rossa Internazionale venne affiancata da organizzazioni umanitarie ma al contrasto della sindrome delle barriere di filo spinato, alla cura morale e spirituale e alla valorizzazione delle persone, insieme con la tessitura di legami con le famiglie e con concreti aiuti materiali, provvidero soprattutto le Chiese cristiane, la Santa Sede e gli episcopati, che si avvalsero di visitatori religiosi svizzeri cattolici e riformati, delegati ufficialmente dal loro Governo. Questi operarono in stretta solidarietà e spirito ecumenico, visitarono i campi di prigionia e di internamento delle due parti combattenti in tutta l'Europa e provvidero alla cura morale e spirituale e all'aiuto materiale dei prigionieri e degli internati civili, gettando così anche un seme di pace e di fratellanza.
Cofanetto contenente 3 volumi sull'archivio storico di Terra Santa.
Tra il 1905 e il 1906 un giovane professore di storia ecclesiastica tenne presso il Seminario Romano un corso di lezioni dedicate al medioevo. Le lezioni non avevano nulla di straordinario: furono preparate attenendosi a un tono uguale allo spirito di conformità del tempo, vennero litografate e distribuite agli alunni del corso, tuttavia scomparvero dalla circolazione pochi mesi dopo. Il professore era Ernesto Buonaiuti. Dalla fine del 1906, venticinquenne, egli dovette abbandonare la sua cattedra al Romano, sospettato di partecipare a quella trasformazione che la Chiesa romana avrebbe definito "sintesi di tutte le eresie", il modernismo. Le sue "Lezioni di storia ecclesiastica", qui ripresentate, sono solo in parte un elemento della storia della persecuzione che Bonaiuti subì. Piuttosto, esse ne sono la preistoria e la premessa non necessaria a tutto quanto avvenne dopo, quando Ernesto Buonaiuti fu percepito e volle essere percepito come una sorta di "papa" del modernismo.
L'ornamento, nell'accezione greca di ágalma (ciò che risplende e onora, e perciò glorifica), è stato per oltre un millennio uno dei segni elettivi con i quali la gloria del Dio della Bibbia, imprimendo le figure della santità cristiana, ha disseminato nella storia le sue tracce visibili. Le impronte di gloria (orme divine, reliquie, reliquiari, immagini votive e altre insegne e sostanze cristiche) avrebbero enucleato alcuni tra i più importanti dispositivi rituali che, dalla Tarda Antichità al Rinascimento, attivarono l'efficacia politica dello scambio salvifico. È il regime discorsivo e rituale, qui definito paradigma agalmatico, che istituì e governò l'immaginario economico e religioso dell'Europa cristiana consentendo l'incessante metamorfosi dei beni terreni nei tesori celesti e innescando il sistema retributivo della grazia e del miracolo. Dal XII secolo, l'oro dei santi e l'oro monetale, fino ad allora non separabili perché parte e motore di uno stesso circuito sacrificale, divaricarono per sempre i propri destini. Si avviò così la transizione epocale dal paradigma agalmatico alla modernità economica, dal mondo dell'ornamentum al regime dell'utilitas, dall'era dell'effigie e dell'impronta all'età dell'arte e degli artisti.
"Joseph Ratzinger non doveva diventare papa. Non poteva. Secondo le regole non scritte dei conclavi una personalità così 'polarizzante' non sarebbe mai riuscita a ottenere i due terzi dei voti necessari per essere eletto. Invece il 19 aprile 2005, dopo un'elezione tra le più rapide dell'ultimo secolo, il tedesco Ratzinger si affacciò sorridente alla Loggia delle Benedizioni. Chi varca il Portone di Bronzo impara presto cosa significa il termine 'polarizzare'. Significa creare con dichiarazioni, gesti e idee un campo di tensione così forte da spaccare la Chiesa tra visioni differenti": dopo sei anni di pontificato Benedetto XVI è ancora un pontefice che divide. Eletto per rassicurare la parte di Chiesa in cerca di autorità e identità, il papa ha messo a disagio il cattolicesimo che si ispira al Concilio Vaticano II; con una citazione sprezzante su Maometto ha provocato uno scontro violento con l'Islam; elogiando Pio XII e togliendo la scomunica al vescovo negatore della Shoah ha causato una serie di crisi con l'ebraismo; le sue frasi sull'Aids hanno suscitato reazioni di protesta in tutto il pianeta; non ha affrontato questioni come il calo dei sacerdoti e il ruolo della donna. Marco Politi ricostruisce questi anni di pontificato nel quale crisi ed errori di comunicazione sono stati ripetuti e tratteggia il profilo meno conosciuto di un papa impolitico. Un uomo sensibile, timido, caloroso e pieno di umorismo nel privato. Un uomo che crede a un cristianesimo 'religione dell'amore'...
Un santo in difesa dei lavoratori nella Torino dell'Ottocento: una storia da riscoprire.
La mostra "Lo spirito del Concilio nella mente di Papa Giovanni XXIII" vuole celebrare il 50° anniversario dell'inizio del Concilio Vaticano II, ponendo in evidenza il grande ruolo svolto da Papa Giovanni XXIII, giustamente chiamato il "Papa del Concilio". Le numerose fotografie e gli importanti documenti esposti, alcuni dei quali inediti, consentono di ricostruire con rigore e precisione storica l'idea, l'annuncio, la preparazione, l'apertura e la prima sessione del Vaticano II. La mostra offre al pubblico un primo frutto del paziente lavoro di ordinamento e di inventariazione delle carte del Fondo Roncalli, che si prospetta assai promettente.
Aprendo solennemente il Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII segnalava come l'oggetto dell'attesa ecclesiale fosse "un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze" (Gaudet mater ecclesia, EV 1/55). Il "balzo innanzi" in quella direzione ha richiesto e richiede ancora un "balzo innanzi" della teologia stessa. L'Associazione Teologica Italiana, intende partecipare alle celebrazioni per i cinquant'anni dall'apertura del Concilio con la presente pubblicazione dedicata a ricostruire l'impatto del Vaticano II sul modo di fare teologia. La verifica del 'nuovo paradigma teologico' inaugurato dal Concilio è accompagnata da alcuni sondaggi relativi a temi particolari (il ritorno alle fonti, l'ecumenismo, la teologia della fede, la cristologia, il linguaggio, le reazioni nella teologia evangelica), proposti da teologi italiani che appartengono alla generazione successiva a quella di coloro che più direttamente hanno vissuto l'evento conciliare. Seguono poi alcuni saggi dedicati alla recezione del paradigma conciliare nella teologia italiana, nei paesi dell'Est-Europa dopo il 1989 e nell'area latinoamericana.
Un piccolo e utile strumento per la preghiera e la meditazione personale degli educatori che hanno a che fare soprattutto con preadolescenti e adolescenti. Dieci appuntamenti per testimoniare il fascino e la bellezza del messaggio del Concilio Vaticano II. L'"Anno della fede" impegna anche gli educatori "a favore di una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l'entusiasmo nel comunicare la fede" (Benedetto XVI, Porta Fidei, n. 7). Spunti importanti per fermarsi in preghiera e lasciarci provocare da brevi citazioni tratte proprio dai documenti conciliari, a 50 anni dall'apertura del Concilio Vaticano II, così da spendersi con passione e coraggio nell'educazione dei ragazzi.
La vicenda del laicato cattolico degli ultimi cinquant'anni viene raccontata da chi l'ha vissuta dall'interno e in prima persona. La prima presidente donna dell'Azione cattolica italiana analizza gli elementi di novità e gli stimoli che il Concilio Vaticano II ha offerto e proposto per i laici. Spiega poi, con un approccio analitico e puntuale ma anche ricco di passione e amore per la Chiesa, come è cambiato il ruolo dei laici nella Chiesa dal Vaticano II. Per arrivare alla situazione di oggi, tra laicizzazione della società e laici "invisibili", e tracciare con speranza alcune linee di impegno possibile per il futuro della fede in Italia.
I primi cristiani hanno trasmesso un’esperienza per loro incontestabile: chi accoglie la parola del vangelo e crede in Gesù, nel battesimo nasce cristiano. Ma cristiano poi si diventa nella misura in cui il dono dello Spirito ricevuto manifesta la sua potenza di trasfigurazione della persona e del mondo. La parola dei primi tre concili è maturata su tre secoli di esperienza e di testimonianza vagliata dal sangue dei martiri, “seme di Chiesa”. Gli stessi Padri che hanno aiutato ad elaborare il dogma in un concilio, hanno anche descritto in termini molto concreti la vita cristiana che corrispondeva a tale parola di fedeltà della Chiesa unita. Ecco allora le letture patristiche che accompagnano lungo il percorso: la Vita Antonii di Atanasio, il trattato sullo Spirito Santo di Basilio, gli scritti sulle beatitudini di Gregorio di Nissa, quelli sulle virtù e i vizi di Evagrio e Cassiano... nella ricerca di una corrispondenza tra dogma e vita cristiana. Una lettura che può aiutare a ricomporre in antropologia la tanto auspicata necessaria unità tra teologia e vita spirituale.
Indice: Introduzione * Dall’esperienza di fede al “dogma” cristologico
* L’eresia ariana e i risvolti antropologici * Il paganesimo “interiore” e “La Vita di Antonio”, realizzazione concreta del dogma di Nicea * Costantinopoli: La vita divina nei battezzati e la divinità dello Spirito Santo * Il “regno di Dio” descritto nelle beatitudini * Efeso: dignità della creatura nuova, prefigurazione del regno compiuto * Il rapporto tra dono di Dio e impegno personale * I vizi e l’impegno per custodire la grazia * La memoria della salvezza: un’arte della relazione con il Salvatore