I cento anni di vita del Santuario mariano-francescano di San Pietro di Barbozza (TV). Una presenza in un territorio di intensa attività agricola, diventato punto di aggregazione sociale e religiosa della zona. Sono documentati i vari passaggi che il convento ha avuto nel tempo, santuario, luogo di formazione, casa di convalescenza e infermeria attualmente, senza mai perdere la sua identità di santuario.
Riprendiamo, con la pubblicazione del presente volume, il cammino dell'Academia Cardinalis Bessarionis, Cultus et lectura Patrum, che si era interrotto per qualche tempo, a causa di inevitabili passaggi strutturali e generazionali.
Nel centocinquantenario dell'unificazione politica italiana, il libro rende nota una pagina importante della storia del "Risorgimento", quella di due dei protagonisti di quegli anni che, fedeli all'ultimo Papa-re, il beato Pio IX, vissero (cercando di scongiurarlo) tale processo rivoluzionario dietro le quinte. Il primo, il cardinale Vincenzo Santucci (1796-1861), nativo di Gorga (Roma), protagonista di primo piano nei travagliati anni della cosiddetta Questione Romana sotto il pontificato di Papa Mastai Ferretti. Il secondo protagonista finora soggetto ad oblìo a causa della dominante "storiografia dei vincitori", è lo storico cattolico legittimista Giuseppe Spada (1796-1867), coetaneo di Santucci, del quale è ripubblicata integralmente (con ampio apparato bibliografico), a cura di Giuseppe Brienza un'opera finora pressoché introvabile, intitolata "Osservazioni storiche sulla unità e nazionalità italiana" uscita a Roma nel 1860. Prefazione di Luigi Negri.
"Sono persuaso che l'intera crisi della sessualità sia profondamente legata al potere e al modo in cui il potere funziona nella Chiesa, a tutti i livelli, dal Vaticano al sagrestano della parrocchia. Non è il potere di Gesù, che era mite e umile di cuore. Ogni istituzione umana ruota intorno all'uso del potere […]La Chiesa purtroppo è spesso stata contagiata dalla medesima cultura del controllo […]. Quella cultura del potere che si ritrova alla radice della crisi delle violenze sessuali, la violenza del potere esercitata ai danni dei piccoli e dei vulnerabili. Non avremo una Chiesa sicura per i giovani finchè non impareremo da Cristo e diventeremo di nuovo una Chiesa umile, in cui siamo tutti pari, figli dello stesso Padre. E' allora che daremo ristoro alle nostre anime".
(Timothy Radcliffe)
Da mille anni, collocata al centro della foresta del casentino, in provincia di Arezzo, la comunità monastica di Camaldoli è luogo di incontro tra uomini assetati di Dio e un Dio che in Cristo si è messo sui passi dell'umana avventura. Luogo di preghiera. Luogo di ricerca. Luogo di dialogo. Ed è un ininterrotto dialogo quello che alimenta la vita dei camaldolesi: il dialogo tra la vita eremitica di monaci che vivono in celle separate e si ritrovano insieme solo per la preghiera e quella cenobitica di monaci che vivono nel medesimo spazio conventuale.
Tra le due esperienze che costituiscono la vita dei camaldolesi - l'eremo e il monastero - vi è lo spazio di una natura incontaminata e splendida in ogni stagione dell'anno, che a sufficienza ricorda che Dio si lascia incontrare soprattutto nel silenzio.
Ma Camaldoli è soprattutto un luogo che, nel passare dei tempi e dei costumi, continua a celebrare il sacramento dell'ospitalità, di quell'ospitalità autentica che sa toccare e aprire il cuore anche dell'ultimo arrivato. Qui sono riuniti i grandi del Rinascimento fiorentino, qui dai primi del Novecento si incontrano gli Universitari della Fuci, qui provano da trent'anni a meglio conoscersi Ebrei e Cristiani.
Qui - da mille anni - si danno appuntamento anime pensose del mistero di Dio e del mistero dell'uomo. Da oggi, lo spirito di Camaldoli rivive nelle pagine di questo straordinario volume, il primo interamente dedicato a Camaldoli che sia mai stato pubblicato. Il libro di grande formato, accuratamente rilegato, di circa 300 pagine, tutte a colori, è arricchito dalle immagini del celebre fotografo spagnolo Fernando Moleres che aiuteranno il lettore a percorrere un itinerario di intensa spiritualità ma anche di grande bellezza e forza espressiva. I testi, alcuni dei quali scritti dagli stessi monaci camaldolesi, ricostruiscono la storia di Camaldoli e del suo insediamento monastico. Un'intera sezione verrà riservata ai tesori d'arte e librari custoditi all'interno del monastero, molti dei quali finora assolutamente inediti. Ampio spazio è dedicato infine alla spiritualità camaldolese e alla sua specificità.
Commissionato nella seconda metà del Cinquecento da Federico III del Palatinato, il Catechismo di Heidelberg è un classico della fede riformata, di cui offre uno dei compendi meglio riusciti. Illustrando con rara chiarezza che cos'è il cristianesimo, il suo rigoroso discorso teologico è tuttavia animato - cosa assai rara in un catechismo - da un afflato di viva pietà. Ritraducendolo in toto e commentandone con ampiezza ciascuno dei 129 articoli, il teologo Paolo Ricca ne fa concretamente il proprio "testamento spirituale".
Come scrive il vescovo di Kracow, cardinale Stanislaw Dziwisz, nella presentazione di questo volume si vede subito emergere la personalità profetica e spirituale di un Uomo di Dio: un papa mariano, missionario, poi papa del perdono e della riconciliazione, della famiglia e della vita, del dolore e della sofferenza, della giustizia e della pace. Uomo autentico, aveva capito subito che bisognava abbattere muri storici e costruire ponti di solidarietà tra popoli e nazioni per una nuova umanità.