Il 1970 segna, con l'introduzione del divorzio (confermata nel 1974 dal voto referendario), una netta cesura con la tradizione confessionista che aveva dominato i primi venticinque anni della Repubblica. Cesura ribadita ed ampliata dalle leggi sull'aborto (1978) e sul cambiamento di sesso (1982). Nel 1984, con l'Accordo di modificazioni al Concordato del 1929, sarà formalizzata l'abrogazione costituzionale del principio della religione di Stato. È così aperta la strada alla ricostruzione, senza ambiguità, dei profili di libertà, pluralismo e laicità della forma di Stato che i Costituenti avevano delineato, pur con alcune contraddizioni, nella legge fondamentale della Repubblica. Solo nel 1971, però, la Corte costituzionale ammette che il richiamo ai Patti Lateranensi (art. 7 della Costituzione del 1948) "non può avere forza di negare i principi supremi dell'ordinamento costituzionale dello Stato". E solo nel 1989 desume dalla Costituzione "il principio supremo della laicità dello Stato" che garantisce la "salvaguardia della libertà di religione in regime di pluralismo confessionale e culturale". Questo volume, partendo dalla "geografia" della laicità delineata da Arturo Carlo Jemolo nel 1960, raccoglie una serie di contributi ormai classici (Jemolo, Missiroli, Lombardi, Pedrazzi); la ricostruzione della politica antidivorzista della CEI (Nannini); l'analisi puntuale del voto referendario del 1974 (Parisi) e una serie di interventi di "specialisti" sulla stampa quotidiana...
Data la diversità delle chiese orientali nei territori dove si sono sviluppate e tra i regimi politici nei quali si sono trovate a crescere, il volume, come i precedenti, presenta la successione analitica dei fatti nei singoli patriarcati dal Seicento ai giorni nostri. L’impatto delle nuove idee, maturate con illuminismo, razionalismo, rivoluzione francese, ha avuto un serio influsso provocando spesso delle rotture di quelle chiese coi loro patriarcati di provenienza, controllati da sultani, zar, dittatori. L’esodo di diverse comunità verso luoghi più sicuri in Europa o in altri continenti ha generato il fenomeno, peraltro non nuovo, di chiese autocefale; ai fini dell’unione con le chiese di provenienza, tale processo non è terminato neppure dopo la raggiunta libertà, sollevando nuovi problemi. L’augurio di una sia pur minima unità tra quelle chiese, e con quelle dell’Occidente latino, chiude il lavoro.
I saggi presentati in questo volume sono frutto di una ricerca prolungata sul rapporto tra i duchi di Milano, Visconti e Sforza, con i movimenti dell'Osservanza, con particolare attenzione a quello dei frati Predicatori. Attraverso l'analisi paziente dei documenti d'archivio, soprattutto notarili, emerge con evidenza l'influsso del mondo 'laico', soprattutto del potere cittadino, sulla evoluzione e sullo sviluppo dei movimenti di riforma dei più importanti Ordini religiosi.
I quaterni" superstiti del notaio Giovannibello (1262-1281) sono i più antichi protocolli milanesi conservati nella loro struttura originaria. La maggior parte degli atti riguarda il monastero femminile di San Maurizio, detto il Maggiore, di Milano. " Dopo un'analisi dei documenti e del notaio che li ha redatti, il volume presenta la prima edizione completa dei quattro quaterni". "
Nell'Italia del Cinquecento, divisa tra lo splendore delle corti e delle arti e la tragedia delle guerre e delle pestilenze, nuove dottrine religiose diffondono gli umori inquietanti del dubbio e della ribellione, insieme con le speranze di un profondo rinnovamento. Il fervore del dissenso e della libera critica percorre strati sociali d'ogni condizione, tocca il vertice e la base ecclesiale della cattolicità, investendo tanto le dottrine teologiche quanto le pratiche religiose quotidiane.
Il 27 novembre 1095 a Clermont, in Alvernia, papa Urbano II lanciò un vibrante appello alla cristianità: bisognava liberare Gerusalemme e i luoghi santi dalla tutela dei musulmani. Quel giorno fatidico iniziò la storia delle crociate, destinata a durare fino alla metà del XIII secolo. Anche se in realtà, come spesso accade, le cose furono un po' più complicate. Perché Urbano II non pronunciò la parola "crociata", un termine che all'epoca non esisteva ancora. Inoltre l'intero medioevo è attraversato da movimenti collettivi, da pellegrinaggi di esaltati, da guerre sante: diventa dunque difficile definire e circoscrivere l'ambito delle crociate, e infatti il dibattito tra gli storici sulla loro vera natura e sulle loro caratteristiche è ancora oggi assai vivace. Alain Demurger esamina il rapporto tra le crociate e le "guerre sante", che hanno insanguinato e insanguinano la storia. Da un lato le spedizioni delle armate cristiane verso la Palestina somigliano per molti aspetti a esperienze storiche antecedenti, come la grande offensiva dell'imperatore bizantino Eraclio contro i persiani nel VII secolo o le prime fasi della lenta riconquista della penisola iberica. Tuttavia le crociate rappresentarono indubbiamente un fenomeno inedito: non fu solo un'idea nuova, fu anche una pratica destinata a creare rapidamente le proprie istituzioni. Il volume ricostruisce una vicenda storica memorabile e controversa: risale alla nascita di questo sogno collettivo e ne segue l'evoluzione
Corrispondendo con rigore ai criteri e ai metodi della scienza storica, gli autorevoli studiosi coinvolti nella realizzazione di questo secondo volume, dedicato a uno dei periodi di maggiore fioritura artistica, culturale e spirituale della comunità riminese, ci fanno dono di un'opera assai preziosa per conoscere, contemplare e amare la nostra Chiesa e la nostra città.
Scritto per la riforma di un monastero benedettino, questo "Discorso sulla riforma dell'uomo interiore", per la prima volta tradotto in italiano, è uno degli scritti più segreti di Giansenio, lontani dai rumori del mondo, ma anche tra i più significativi. Sainte-Beuve ci racconta come questo testo arrivò nelle mani di Blaise Pascal. I temi austeri, rigorosi, spietati di Giansenio, che condannava i tre peccati fondamentali dell'uomo, sconvolsero l'anima del giovane Pascal e dettero un nuovo indirizzo al pensiero scientifico, filosofico, teologico di una delle più alte menti della cultura occidentale.
Il volume ricostruisce la biografia intellettuale di Giovanni Battista Montini dalla nascita (1897) alle soglie dell'episcopato milanese nel 1954, illuminando dunque la fase, fondamentale ma non abbastanza conosciuta, della formazione del futuro Paolo VI, del suo impegno come guida delle élites giovanili cattoliche e poi nella Segreteria di Stato, a stretto contatto prima con Pio XI e poi con Pio XII. Montini maturò in quegli anni una visione caratterizzata da una grande apertura alla civiltà moderna. Anche utilizzando documentazione inedita, De Giorgi porta in luce le riflessioni originali di quella che fu probabilmente la personalità più importante, a livello mondiale, del Novecento cattolico italiano, inserendole nel più generale contesto di storia culturale, sul piano sia civile sia ecclesiale.
Ideale per prendere appunti o per tracciare considerazioni personali, questo taccuino ospita i più bei pensieri, le più alte intuizioni di S. Teresa di Gesù Bambino: tessere preziose di un mosaico che intende colmare, senza la pretesa d'essere esaustivo, eventuali lacune sulla spiritualità della "più grande santa dei tempi moderni". Primo di una collana destinata a permeare la nostra quotidianità di santità, ricompone i frammenti di un'anima che appartengono indubbiamente al cuore di S. Teresa, ma che si offrono a chiunque sia disposto a vivere di fede e nell'ordine della carità. Gli elementi decorativi introdotti ne fanno poi un libro raffinato e adatto a molte occasioni.
Un sogno che si è fatto esperienza e un' esperienza che si è fatta storia. La Chiesa ha riconosciuto il carisma di "Nuovi Orizzonti" e lo ha fatto proprio indicandolo come un modo attuale di vivere il Vangelo. Il testo, ricco di bellissime fotografie, raccoglie la storia, le impressioni e i commenti di quanto l'approvazione pontificia ha suscitato dentro e fuori l'Associazione.
Humanitas è il termine simbolo dello straordinario incontro tra civiltà europea e cinese avvenuto ad opera di Matteo Ricci tra il 1582 e il 1610. Il gesuita maceratese comprese subito che la humanitas rinascimentale e classica degli europei corrispondeva alla perfezione umana e sociale (ren) della tradizione confuciana, e lavorò in modo instancabile al servizio di una sola e universale umanità. In questo volume sono raccolti diciotto interventi inediti e innovativi volti a restituire in modo esauriente la fisionomia dell'eredità ricciana. Cinque saggi illustrano temi relativi alla struttura e alla fruizione delle opere del gesuita: dalla storia del Grand Ricci, il maggiore strumento ora esistente per la traduzione del cinese classico, al Dizionario portoghese-cinese di Ricci e Ruggeri, ai progressi nell'interpretazione della scrittura cinese durante la missione di Ricci fino a una prima e nuova lettura linguistico-stilistica delle opere italiane. Cinque studi sono dedicati alla "Questione dei riti cinesi": una nuova interpretazione degli inizi della controversia, un'ampia ricognizione delle figure rilevanti di Giovanni Laureati e Teodorico Pedrini, una ricostruzione degli scritti e dei giudizi di Leibniz sulla disputa che stava di nuovo separando Roma e Pechino e, infine, un'interpretazione della instructio con la quale Pio XII pose fine nel 1939 all'annosa questione. I saggi rimanenti affrontano il tema dell'attualità di Ricci.