
Un piccolo gioiello dal Premio Strega Daniele Mencarelli: la storia di un rapporto di fiducia tra tre generazioni -- nonno, padre e nipote -- che ha al centro un coltello rinvenuto nella Seconda guerra mondiale. Il racconto della mancanza di fede di un figlio davanti alla malattia di suo padre, e della rinnovata fede che gli viene accordata invece dal nipotino.
La storie di tre amiche dette Maria la Bella, Maria la Buona, Maria e Basta, cresciute insieme in un piccolo paese, tutte e tre con lo stesso nome e un diverso destino. Tre destini legati da un nome intrecciato con la presenza femminile nella storia della salvezza. Erano nate lo stesso anno, nello stesso paese. Avevano fatto le scuole insieme, dall'asilo alle medie. Insieme erano andate in parrocchia, al cinema, in discoteca...
Mariapia Veladiano attinge, per questa storia, dalla sua esperienza nel mondo della scuola. «Capita a tutti gli insegnanti di trovarsi di fronte uno studente che non si riesce ad agganciare fino in fondo. Sta lì, è educato, segue, è carino, ma non riesci a capirlo e sai che ha qualcosa da comunicarti. È una sensazione di impotenza con cui l'insegnante deve fare spesso i conti: la strada è sempre l'empatia e un atteggiamento non giudicante».
Selah è la storia di un vuoto, quello lasciato dal papà del protagonista e quello lasciato all'umanità da papa Benedetto XVI, ma anche il vuoto di un fratellastro e una sorellastra che si cercano e non si incontrano.
«La protagonista del racconto è un oggetto e la sua identità consiste soltanto nell'essere un materiale. Non capisce concetti come la consistenza, la temperatura o lo scorrere del tempo. Per questo guarda gli uomini e si stupisce della voce, di ciò che è leggero, della capacità creativa, ma anche delle lacrime, degli abbracci, della vergogna, di tutto ciò che chiamiamo "emozioni". Di che materia sono fatti gli uomini? Di voce. Siamo parola, musica e canto».
Chi è la Santa misteriosa di cui parla questo racconto? Perché i santi sono così amati? «Il fascino che provo verso le vite dei santi sta nei dettagli, talvolta poco conosciuti, che da un lato li avvicinano alla nostra vita quotidiana, ma dall'altra aprono strade incomprensibili verso il meraviglioso. Sono racconti pieni di piccoli gesti che collegano il cielo alla terra, il visibile all'invisibile, il finito all'infinito».
Due brevi testi di Antoine de Saint-Exupéry, il grande narratore e avitore francese autore del bestseller Il piccolo principe. Avevano poco da dirsi, ma spesso li si vedeva camminare a lavoro ultimato, mentre guardavano in silenzio i fiori, il giardino, il cielo e gli alberi.
Giuda Iscariota e Maria Maddalena nella parole di uno degli autori più amati di sempre, Gibran. Giuda venne nella mia casa la vigilia di Pasqua; bussò con forza alla mia porta. E quando entrò lo guardai: aveva il viso terreo.
L'umanità di cui gli autori parlano in questo vero e proprio pamphlet provocatorio e stimolante è inevitabilmente collegata alla fede, intesa non come vaga spiritualità, né come vuota religiosità; è un modo di esistere che «fa della vita un dono per sé e per gli altri, perché quando la luce sorge non c'è più posto per le tenebre e anche i coni d'ombra delle istintività si attenuano. È uno stile di vita aperto, per nulla bigotto, perché l'amore dilata il cuore, non lo costringe in aride piccolezze. È libertà di vivere indistintamente spirito e corpo, non separandoli, ma fondendoli nell'unicità del proprio "essere umani". Non carica pesi sulle spalle degli altri, ma li porta in prima persona e aiuta a portarli. Il suo ruolo nel mondo non è nello sfruttamento, ma nella cura, in favore della bellezza, dell'armonia e dell'utilità di ognuno, perché solo in questo modo partecipa all'azione creatrice di Dio: quel Dio che fin dal primo momento ha scelto per se stesso di "vivere l'essere umano" e di agire attraverso ogni donna e uomo che riconoscono la sua presenza viva nelle loro stesse sembianze, fatte a sua immagine e somiglianza».
Viviamo in un mondo caratterizzato dall'egoismo e dall'indifferenza e siamo esposti a eventi improvvisi e dolorosi che possono colpirci come fulmini a ciel sereno, come la recente pandemia. In nostro aiuto viene Francesco di Sales, dottore della Chiesa e vescovo di Ginevra in un'epoca segnata da profonde crisi sociali e religiose: questo grande santo aveva sempre la parola giusta per ognuno e si poneva in ascolto costante dell'altro, che consolava, incoraggiava e rassicurava. Nessuno meglio di lui ha saputo rivelare il "Dio di ogni consolazione" attraverso gesti e parole di infinita delicatezza, incoraggiando e guidando gli uomini alla fonte della vera consolazione: l'amore per Gesù, offertosi al Padre sulla croce per la nostra salvezza.
Tra le visioni raccolte nei quaderni della grande mistica Maria Valtorta si trova anche la profezia sulla fine del mondo, che coincide con la crisi spirituale della Chiesa e fornisce spunti di riflessioni sui tempi presenti e quello che stiamo vivendo. Questo libro conduce un'analisi escatologica dei testi valtortiani alla luce della scienza, del Magistero, dell'esegesi biblica e dei messaggi di Fatima. L'autore ci conduce quindi attraverso le varie tappe che ci avvicinano al compimento dell'Apocalisse: la venuta dell'Anticristo, l'era di pace che seguirà la sua caduta e la contemporanea apostasia globale, la persecuzione satanica, la seconda venuta di Cristo, la resurrezione dei morti e il giudizio finale.
Perché esistono il dolore e la sofferenza? Perché sperimentiamo l'abbandono? Come può esserci un Dio buono? Questo libro affronta le grandi domande che tutti si pongono quando si presentano i misteri della vita, ma soprattutto tratta il problema del male: Dio vuole sempre il nostro bene, condivide il nostro dolore e ha previsto consolazione e aiuto. Solo grazie alla sua luce è infatti possibile uscire dalle tenebre nelle quali ci ritroviamo. Ma bisogna tenere conto anche di altre forze in campo: lo Spirito del Male (il diavolo), il peccato originale, il libero arbitrio dell'uomo e le forze della natura.

