
Folle per Cristo. Sconvolto dalla sua fede bruciante. In principio persecutore crudele dei cristiani – i suoi metodi prefigurano quelli di alcune polizie politiche del XX secolo – riconosce il Figlio di Dio quando, sul cammino di Damasco, Gesù lo chiama: “Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto …” Mistico e stratega con un carattere impossibile. Fu il primo a comprendere che il cristianesimo non avrebbe avuto futuro se non si fosse rivolto anche ai pagani. Scrittore grandioso e convertitore geniale. Architetto del cristianesimo – secondo alcuni sarebbe lui il vero fondatore del cristianesimo - , fu in grado di imporre la sua visione di un Cristo che non ha mai conosciuto e capace di forgiare, molto prima degli scritti dei Vangeli, le leggi che reggono la Chiesa.
L’autore, accademico di Francia, ha esitato per vent’anni prima di decidere di scrivere un libro su di lui. Ha cercato Paolo sulle strade che egli ha percorso, da Tarso a Gerusalemme, da Antichi a Cipro, dall’Anatolia fino a Roma dove ha trovato la morte. L’ha rivisto imprigionato, torturato, lapidato e decapitato per ordine di Nerone. Questa è la sua storia.
Quando nasce il cristianesimo? Quando ci si trova di fronte a una religione cristiana diversa da quella giudaica? L'opinione tradizionale ha sempre considerato fondatori del cristianesimo Gesù di Nazaret e Paolo di Tarso. Ma studi recenti affermano che soltanto molto più tardi si può parlare di una religione cristiana distinta da quella giudaica e che per lungo tempo il cristianesimo altro non è stato se non una setta all'interno del giu­daismo.
Confrontandosi costan­temente con questa opinione pa­radossale e con la consueta pa­dro­nanza delle fonti giudaiche, profane e cristiane, questo nuovo saggio di Giorgio Jossa illustra le tappe fondamen­­ta­li che hanno condotto al sorgere di una «identità cristiana» specifica, fornendo così un contributo chia­rificatore alla soluzione del problema della nasci­ta del cristianesimo.
II presente studio si propone di offrire un panorama completo dell'uso della metafora nella Bibbia ebraica, con ampi saggi esegetici esemplificativi, attinti prevalentemente dal Pentateuco. Ne emerge un'attenzione inaspettata della Bibbia ebraica per questo tema, esplorato mediante il continuo ricorso a strategie lessicografiche, narrative e simboliche, nell'intento di equilibrare costantemente visibilità e non visibilità: i testi biblici non parlano tanto della visione di Dio o della sua invisibilità, ma lasciano intravvedere la certezza di un'esperienza, salvaguardando il Mistero inaccessibile.
Meditazioni sul mistero della Croce e il mistero della Resurrezione di Cristo. I testi evangelici della Passione del Signore sono assai conosciuti anche se poco affrontati in chiave meditativa. La liturgia li propone alla riflessione dei credenti una sola volta l'anno, nella settimana santa, nelle versioni degli evangelisti Marco e Giovanni. L'Autore ritiene che meritino un confronto piu costante con la vita cristiana delle persone, perche possono dischiudere ricchezze inesauribili, capaci di scuotere la nostra fede e ravvivare il nostro cuore. L'approccio ai testi evangelici della Passione, privilegia l'approccio sapienziale": si prende la Parola di Dio per quello che essa puo dire al nostro cuore. Naturalmente il Mistero Pasquale di Cristo viene letto, meditato e compreso in tutta la Sacra Scrittura. "
L'analisi compiuta in questo libro tende a dimostrare che Gesù ha eliminato il fondamento della cultura ebraica scalzando i legami di sangue come unità di essenza, il tempo come attesa della salvezza, i tabù e i rituali di purificazione. Viceversa il cristianesimo, costituendosi fin dalle prime azioni di Pietro e di Paolo con tutte le strutture normali del sacro, non ha messo in atto quello che Gesù aveva proposto. Si tratta di un'operazione impossibile? A giudicare da quello che è avvenuto nei duemila anni trascorsi e da quello che sta avvenendo oggi, con il riavvicinamento della Chiesa wojtyliana all'ebraismo e al musulmanesimo, sembrerebbe di sì. Tuttavia la proposta di Gesù sembra l'unica degna di salvare l'uomo contemporaneo.
Questo testo, apparso per la prima volta nel 1999 con il titolo “Il grembo di Dio”, resta un classico sul tema della Misericordia, tema centrale di tutta la rivelazione biblica. L’autore sviluppa questo argomento con rara sensibilità, riuscendo a coniugare sia la sua scienza di esperto biblista sia l’esperienza di pastore. Il libro descrive i segni della misericordia di Dio così come emergono dai passi dell’Antico e del Nuovo Testamento, per poi esporre ciò che la Bibbia dice a proposito della misericordia che l’uomo deve nutrire verso il suo prossimo.
La Lettera cattolica posta sotto il nome di Giacomo ha una storia travagliata a partire dalla sua recezione nel canone delle scritture cristiane. Il primo scrittore che la menziona come testo sacro è Origene, ma agli inizi del IV secolo Eusebio di Cesarea la ritiene ancora «non autentica». Solo nel sinodo romano del 382 e nei sinodi africani di Ippona (393) e Cartagine (397) è riconosciuta come scritto canonico. Lutero ne contesta l’origine apostolica e il concilio di Trento ne ribadisce la piena canonicità. Passate in secondo piano le discussioni circa il rapporto tra Paolo e Giacomo sul tema della relazione fede-opere, in epoca recente la Lettera di Giacomo resta comunque al centro di un vivace dibattito che riguarda non solo la sua origine storica (autore, destinatari, occasione, scopo…), ma soprattutto il suo genere letterario, la struttura del testo e il suo messaggio teologico.
Il piccolo testo di Giacomo costituisce un vero laboratorio per l’ermeneutica biblica e lo sviluppo del pensiero cristiano. Documentando la fecondità del radicamento dell’esperienza cristiana nella tradizione biblica e giudaica del I secolo, può essere da stimolo al dialogo ebraico-cristiano anche nel tempo attuale. L’innesto del discorso di Giacomo nell’ambiente culturale greco-romano sollecita inoltre a promuovere anche nel nostro tempo un progetto etico sulla base dei valori umani condivisi.
L’introduzione e il commento forniti dall’autore si offrono come un significativo contributo allo studio di questa piccola perla del Nuovo Testamento.
Sommario. Introduzione. 1. «Siate perseveranti nelle prove» (Gc 1,1-18). 2. «Ascoltate e attuate la parola» (Gc 1,19-27). 3. Compite la ‘legge regale’ (Gc 2,1-13). 4. «La fede senza le opere è morta» (Gc 2,14-26). 5. «La lingua infiamma la ruota dell’esistenza» (Gc 3,1-12). 6. «La sapienza dall’alto è pura» (Gc 3,13-18).
7. «Umiliatevi davanti al Signore» (Gc 4,1-12). 8. «E ora a voi, ricchi!» (Gc 4,13-5,6). 9. «Rinfrancate i vostri cuori» (Gc 5,7-2). Bibliografia.
Note sull’autore
Rinaldo Fabris è presidente dell’Associazione Biblica Italiana e dal 1995 dirige Rivista Biblica, strumento scientifico dell’Associazione. Noto sia come studioso sia come divulgatore, presso le EDB ha pubblicato: Lettera di Giacomo e Prima lettera di Pietro. Commento pastorale e attualizzazione (1980), Attualità della lettera agli Ebrei (1985), La Bibbia nell’epoca moderna e contemporanea (ed.) (1992), La tradizione paolina (1995), Lettera ai Filippesi - Lettera a Filemone. Introduzione, versione, commento (2001).
Il Regno di Dio è un tema centrale della teologia biblica. Le differenti prospettive da cui l’argomento viene affrontato nel volume (nell’Antico Testamento più marcato dalla lettura dei testi, nel Nuovo Testamento piuttosto nel senso della storia della tradizione) confluiscono lì dove entra in scena Gesù di Nazaret: l’unità dei Testamenti può essere fissata nella fede giudaica di Gesù in Dio come re.
Il testo costituisce la quarta uscita di una collana che espone che cosa dicono l’Antico e il Nuovo Testamento sui temi fondamentali della fede. Ogni tema è presentato da due autori: uno per l’Antico e uno per il Nuovo Testamento, che poi, in un dialogo conclusivo, discutono come le idee centrali dell’AT vengono filtrate, assunte o modificate nel NT. Il lettore può così percepire la tensione e l’unità esistente tra i due Testamenti.
Ecco il piano completo dell’opera: 1. C. Dohmen - T. Söding, Il Dio uno; 2. K. Koenen - R. Kühschelm, La fine dei tempi (2001); 3. J. Schreiner - R. Kampling, Il prossimo lo straniero il nemico (2002); 4. G. Vanoni - B. Heininger, Il Regno di Dio (2003); 5. H.-J. Fabry - K. Scholtissek, Il Messia; 6. C. Brüning - K. Kertelge, Il problema del male; 7. G. Fischer- K. Backhaus, Espiazione e riconciliazione (2002); 8. G. Steins - M. Theobald, La creazione; 9. I. Müllner - P. Dschulnigg, Feste ebraiche e feste cristiane; 10. U. Berges - R. Hoppe, Povero e ricco; 11. C. Frevel - O. Wischmeyer, L’uomo; 12. F.-L. Hossfeld - K. Berger, Lo Spirito di Dio; 13. P. Deselaers - C.-P. März, Morte e risurrezione.
Sommario. I. Antico Testamento (G. Vanoni). A. Tema e prospettive. B. Le parole. C. Le parole tematiche nella Bibbia d’Israele. D. Le parole tematiche nella tradizione greca. E. Le parole concomitanti. II. Nuovo Testamento (B. Heininger). Introduzione. A. Dio come re nell’ambiente del Nuovo Testamento. B. La signoria di Dio nella predicazione di Gesù. C. La ricezione cristiana primitiva: Regno di Dio e Regno di Cristo.
III. Dialogo. Antico Testamento (G. Vanoni). Nuovo Testamento (B. Heininger). Bibliografia.
Note sugli autori
Gottfried Vanoni svd (1948), dottore in teologia, è docente di Antico Testamento alla Scuola Superiore di Teologia St. Gabriel a Mödling.
Bernhard Heininger (1958), dottore in teologia, è docente di esegesi del Nuovo Testamento all’Università di Würzburg.
Dall’esperienza e dalla personalità di Vinicio Albanesi, una vera introduzione al cristianesimo per chi ha qualche dubbio e vuole provare a capire, ragionare, camminare.
Seguendo la scansione del “Credo apostolico” e raccontando la fede personale in un un mix di razionalità, quale adesione a verità rivelate, desideri ed emozioni, l’autore si avvicina con prudenza al centro del mistero cristiano e lo propone al giovane lettore o alla persona adulta che fatica a ritrovare la strada.
Padre Vinicio Albanesi, nato nel 1943 a Campofilone (AP), è sacerdote dal 1967; negli anni seguenti consegue la licenza in teologia e diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana. Nel 1994 diventa responsabile nazionale della Comunità di Capodarco, che federa quattordici comunità residenziali in dieci regioni italiane, con un migliaio di soci; nello stesso anno viene nominato cappellano di Sua Santità. Presiede il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (C.N.C.A.), a cui aderiscono 256 tra associazioni, comunità, cooperative, impegnate in tutta Italia con settemila operatori e cinquemila volontari a fianco di ventitremila persone in disagio sociale. Collabora con alcuni quotidiani e con le riviste Jesus, Famiglia Cristiana, Il Regno, Settimana, Vita Pastorale. Nel febbraio 2001 fonda l’agenzia stampa Redattore Sociale, di cui è presidente. Ha pubblicato: la lettera Sarete liberi davvero (1983); Il Dio della compagnia (1998); Le tribù dell’antico mondo. Lettera ai nipoti sulla fine del millennio (1999); La dolcezza di Dio (2000); Preghiere probabili (2002).
Il volume di I. Gargano si struttura seguendo alcuni fatti emblematici del vangelo di Giovanni, quali, ad esempio, la chiamata dei primi discepoli, l'incontro con Nicodemo, quello con il cieco nato, l'apparizione ai discepoli, la guarigione di Lazzaro e la vita nuova (Chi crede in me avrà la vita eterna, Gv 11,1-45).Una caratteristica dell'evangelista Giovanni è quella di proporre quasi sempre un itinerario del credente alla ricerca della verità. Ricerca di verità che conduce all'incontro con il Vivente.Il contatto e l'incontro con il Dio vivo - nella Scrittura, nella liturgia, nella comunità ecclesiale - coinvolge, in modo sorprendentemente nuovo, tutto, ridonando un senso diverso agli eventi, anche quando sembra che continuino a parlare di morte.