
Descrizione dell'opera
«La prima edizione di questo saggio uscì a Oxford nel 1941. La seconda, notevolmente ampliata, fu pubblicata a Londra nel 1952 e in traduzione italiana vent’anni dopo. La terza e ultima, del 1983, esce da noi solo ora per la prima volta. [...] Il testo tuttavia non mostra gli anni: è un classico, che sfugge al rapido invecchiamento cui sono generalmente esposti i saggi scientifici» (dalla Premessa alla III edizione).
Inventando letteralmente le piste della disciplina, Beryl Smalley ha indicato la strada a chiunque dopo di lei abbia voluto affrontare criticamente lo studio della cultura biblica medievale e degli intellettuali che l’hanno prodotta. Superando i confini della storia dell’esegesi, ha portato per la prima volta alla luce il nesso fra Sacra Scrittura, movimento intellettuale dei secoli XII e XIII, istituzioni e programmi scolastici. I progressi interpretativi dell’epoca sono infatti da collegarsi soprattutto agli spazi istituzionali in cui figure nuove, più dinamiche rispetto ai monaci altomedievali dediti a preghiera e contemplazione, rinnovano prospettive di ricerca e attrezzature filologiche e linguistiche.
Lasciando sullo sfondo la tradizionale rappresentazione della Bibbia come fonte di preghiera, meditazione e devozione, con quest’opera Beryl Smalley ha portato per la prima volta alla luce il nesso fra Bibbia, movimento intellettuale dei secoli XII e XIII, istituzioni e programmi scolastici. Così facendo, ha offerto un contributo rilevante e innovativo alla conoscenza della storia intellettuale e culturale dell’Occidente medievale nel suo complesso.
Sommario
Premessa (G.L. Potestà). Prefazione alla terza edizione. Prefazione alla seconda edizione. Prefazione alla prima edizione. Introduzione. 1. I Padri. 2. Scuole monastiche e scuole cattedrali. 3. I Vittorini. 4. Andrea di San Vittore. 5. I Maestri della «sacra pagina»: il Comestore, il Cantore, Stefano Langton. 6. I Frati. Conclusione. Appendici. Appendice al capitolo 2: Nota sullo sviluppo della glossa (H. Kantorowicz, Cambridge). Appendice al capitolo 4: Passi dai Commentari di Andrea. Bibliografia alla terza edizione. Elenco dei manoscritti citati. Indici.
Note sull'autrice
Beryl Smalley (1905-1984) ha studiato al Cheltenham Ladies’ College e al St. Hilda’s College di Oxford, laureandosi poi all’Università di Manchester. Ha insegnato e condotto ricerche al Royal Holloway College dell’Università di Londra e al Girton College di Cambridge. Ha lavorato a lungo al Dipartimento dei manoscritti occidentali della Bodleian Library.
Note sul curatore
Gian Luca Potestà è professore ordinario di Storia del cristianesimo e direttore del dipartimento di Scienze religiose dell’Università Cattolica di Milano.
Descrizione dell'opera
Tutti i libri del Nuovo Testamento, pur nella loro varietà, fanno esplicito o implicito ricorso alle Scritture di Israele. Questo dato ha conseguenze rilevanti non solo per il fenomeno biblico in sé, ma anche per la teologia e la vita della Chiesa.
Come prima conseguenza, non si può considerare adeguatamente il NT in generale, né ciascuno degli scritti neotestamentari in particolare, senza tenere in debito conto il loro costante riferimento a qualcosa che li precede. Per altro verso, le Scritture d’Israele sono così diventate “parte” integrante del NT, e assumono negli scritti neotestamentari un ruolo particolare. Non da ultimo, il ricorso alle Scritture nel NT può offrire una finestra di apertura e comprensione su una questione che sembra giunta a un vicolo cieco, quella della possibilità di leggere e comprendere la Bibbia come un unico corpus, e da qui la possibilità di una teologia biblica dei due Testamenti.
Il documento della Pontificia commissione biblica Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana (2001) sottolinea come senza l’Antico Testamento, il Nuovo sarebbe indecifrabile, una pianta senza radici. Il volume contribuisce ad accrescere questa consapevolezza. Esso nasce dal desiderio di comprendere l’unità dei due Testamenti, come fondamentale chiave ermeneutica di tutto il fenomeno biblico.
Sommario
Presentazione. I. Il ricorso alle Scritture di Israele nel Nuovo Testamento. Un’introduzione. 1. Constatazione del fatto. 2. Interpretazione del ricorso all’Antico Testamento. II. Quattro saggi sul ricorso alla Scrittura nel Nuovo Testamento. 1. Gesù e le Scritture: la testimonianza dei sinottici (L. Sánchez Navarro). 2. Is 6,9-10 nel Nuovo Testamento (C. Jódar Estrella). 3. L’uso del Salmo 69 nel Vangelo di Giovanni (I. Carbajosa). 4. Le Scritture in Rm 9 (F. Belli). III. Il ricorso alle Scritture nei libri del Nuovo Testamento. Brevi schede. 1. Vangeli sinottici e Atti degli apostoli. 2. Vangelo secondo Giovanni. 3. Corpus Paulinum. 4. Lettere cattoliche. 5. Apocalisse di san Giovanni. IV. Bibliografia sul ricorso alle Scritture nel Nuovo Testamento. Indici.
Note sugli autori
Filippo Belli (Milano 1963) insegna introduzione alla Sacra Scrittura e greco biblico alla Facoltà teologica dell’Italia Centrale (Firenze).
Ignacio Carbajosa (Murcia 1967) insegna Antico Testamento alla Facoltà di teologia San Damaso ed ebraico biblico all’Istituto di filologia classica e orientale San Giustino (Madrid).
Carlos Jódar Estrella (Jaén 1966) insegna Sacra Scrittura alla facoltà di teologia della Pontificia Università della Santa Croce (Roma).
Luis Sánchez Navarro (Madrid 1965) insegna Nuovo Testamento alla Facoltà di teologia San Damaso (Madrid) e all’Istituto Giovanni Paolo II per il matrimonio e la famiglia (Roma).
Descrizione dell'opera
Il salterio è il libro di preghiera preferito dalla tradizione cristiana, che ha scoperto in esso una sorgente straordinaria di ispirazione. I Padri della Chiesa ne hanno sempre raccomandato l’utilizzo ai propri fedeli.
L’autore si sofferma sulla rilettura cristiana dei salmi realizzata dalla tradizione spirituale sin dalle origini della Chiesa, con un’attenzione particolare alla letteratura mistica. A commento dei salmi propone numerosi passi dei Padri, attinti non dai grandi commentari, ma dall’esposizione quotidiana della fede (omelie, opere ascetiche), allargando saltuariamente il campo anche ad autori successivi, a figure spirituali di grande spessore della storia della Chiesa.
Nel volume secondo l’autore propone i salmi 41-88. Per ogni salmo preso in esame, dopo una breve presentazione di carattere storico-critico, Bonato si inoltra nella rilettura cristiana in due fasi: nella prima offre gli spunti di meditazione tratti dai vari autori; nella seconda, denominata Applicazione, accenna alla rilettura mistica o altre interpretazioni che hanno esercitato un certo peso nella tradizione.
Sommario
II. L’amore inesauribile di Dio. Preghiere per la conversione. Nella convivenza difficoltosa. Speranza nel Signore. Erompe la lode al Signore. Attesa del Messia. III. Appello al Signore, giudice della terra. Attesa nella crisi. Bibliografia.
Note sull'autore
Vincenzo Bonato è monaco camaldolese. Insegna patrologia alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale (Milano). Presso le EDB ha pubblicato I Salmi nell’esperienza cristiana. I. Salmi 1–40.
Una analisi delle venti donne presenti nel Vangelo di Marco. Venti sono i testi attraverso i quali sfilano le donne nel Vangelo secondo San Marco. Venti testi con cui Marco ha scritto il Vangelo della donna, affinché tutti trovassimo in questo Vangelo luce e speranza di vita. Nella sfilata di donne che fa Marco nel suo Vangelo ci sono donne reali e storiche, altre sono personaggi di finzione, e non mancano generalizzazioni che si riferiscono a tutte, almeno a tutte le donne giudee. Il ruolo di queste donne qualche volta è attivo, altrevolte piuttosto passivo. Nel grande dramma della storia, che, in un certo modo, viene simboleggiato nel Vangelo, Gesù è l'attore per eccellenza e tutti gli altri personaggi, uomini o donne, sono attivi o passivi in riferimento a Gesù Cristo.
La Bibbia riletta in chiave familiare. Gli autori ripercorrono il testo biblico lasciando affiorare la Parola di Dio sulla coppia, sull’amore coniugale, sui figli e sul rapporto educativo. Con una attenzione particolare al Cantico dei Cantici, alla Genesi e la giardino, alla correzione fraterna e agli incontri degli apostoli con il Risorto, il libro aiuta genitori e figli a considerare la Bibbia un testo familiare, e la famiglia il contesto dove rileggere e reinterpretare la verità del cristianesimo nella vita quotidiana.
I coniugi Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini, laureati all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e membri della Consulta Nazionale della Famiglia della CEI, vivono a Lecco. Consulenti e formatori in ambito familiare, oltre che autori di numerose pubblicazioni su tematiche psicopedagogiche, hanno scritto un commento ai vangeli in chiave familiare: Interno familiare secondo Marco, Interno familiare secondo Luca e Interno familiare secondo Matteo (Cinisello Balsamo 2001, 2002 e 2003).
Uno studio critico della Prima Lettera ai Corinzi dio Paolo dal quale traspare nitidamente come Paolo abbia fondato la comunità cristiana di Corinto sulla fede in Cristo crocifisso (prima parte) e risorto (terza parte), sulla carità che il suo Spirito infonde nei credenti per l’edificazione della Chiesa (seconda parte) e sulla speranza nella risurrezione universale con Cristo stesso (quarta parte). Di particolar interesse il concetto di “immedesimazione” presente nella lettera: credendo nel Signore crocifisso e risorto, che gli si è rivelato sulla via di Damasco, l’apostolo si è progressivamente “immedesimato” con lui, tanto da poter affermare con sincerità: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me!» (Gal 2,20).
Don Franco Manzi (1966) ha conseguito il dottorato in scienze bibliche e in teologia nelle Pontificie Facoltà di Roma e il titolo di élève titulaire presso l’École Biblique di Gerusalemme. Docente di sacra Scrittura e lingua ebraica nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, nel Seminario Arcivescovile e nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano, collabora con varie riviste di esegesi biblica, teologia, liturgia e pastorale.
Il libro
La parola di Dio, anima della Chiesa (S. A. Panimolle)
Parola di Dio, Sacra Scrittura e Tradizione nei Padri greci (IV-V sec.) (S. Zincone)
Parola di Dio, Sacra Scrittura e Tradizione in s. Girolamo (L. Manca)
Parola di Dio, Sacra Scrittura e fede della Chiesa in Ilario di Poitiers (L. F. Ladaria)
La Scrittura come ricerca del Verbo divino e alimento spirituale negli scritti di sant'Ambrogio (A. Bonato)
Agostino esegeta della Scrittura e testimone della Tradizione (A. Bonato)
Il libro
L'ignoranza della Scrittura è ignoranza del Cristo (S. A. Panimolle)
Parola di Dio, Sacra Scrittura e Tradizione nel secolo II (E. Peretto)
Parola di Dio, Sacra Scrittura e Tradizione in Origene (M. I. Danieli)
Parola di Dio, Sacra Scrittura e Tradizione in Tertulliano (D. Devoti)
Parola di Dio, Sacra Scrittura e Tradizione in Metodio di Olimpo e Didimo il Cieco (G. Bendinelli)
Questo volume di Joseph Blenkinsopp non intende essere una teologia del Pentateuco né tanto meno dell'Antico Testamento, prospettive che non potrebbero rendere giustizia alle idee non di rado conflittuali e talvolta reciprocamente esclusive dei testi biblici. Il metodo storico critico di cui l'autore si serve consente al contrario di lasciar parlare i testi in modi che possono apparire rassicuranti o al contrario inquietanti, ma sempre fecondi. I temi affrontati negli studi qui raccolti sono quanto mai interessanti, dalla memoria e la costruzione del passato nell'Israele antico alla creazione e il corpo, al sacrificio e il mantenimento dell'ordine sociale, alla funzione di Jhwh nella religione d'Israele.
La predestinazione nella Bibbia
La predestinazione nella storia e nella teologia
Agostino e Pelagio, Erasmo e Lutero...
La dottrina della predestinazione, o elezione dell'essere umano da parte di Dio, ha suscitato accesi dibattiti in quanto coglie il problema fondamentale della fede: se di fronte all'assoluto, l'uomo sia un essere che decide e dispone, oppure una creatura che risponde.
Ossia, la salvezza si attua e realizza oppure si accetta come un dono?
Dalla quarta di copertina:
Nella storia della nostra civiltà pochi temi della teologia cristiana hanno suscitato dibattiti accesi e prolungati quanto quello della "predestinazione".
Questa dottrina coglie infatti il problema fondamentale della fede: l'uomo si colloca di fronte all'assoluto nella posizione di un essere che decide e dispone o di una creatura che risponde? La salvezza si realizza, si attua oppure si accetta come un dono?
Tourn conduce la sua analisi attraverso i testi biblici e la storia della teologia, con particolare riferimento ai teologi "predestinatari", e, con grande limpidezza di linguaggio, illustra il significato della dottrina della fede come dono della grazia nel quadro della riflessione moderna.