
L’opera intende agevolare la conoscenza dei quattro Vangeli canonici mediante la loro integrazione in un unico racconto, ordinato cronologicamente, che per ogni episodio narrato da più evangelisti riporti soltanto la versione ritenuta più significativa. Essa non ha lo scopo di commentare i singoli passi del Vangelo, cosa già fatta egregiamente da innumerevoli testi, ma vuole essere un agile strumento di divulgazione della vicenda umana e dell’insegnamento di Gesù, offrendone una visione d’insieme semplificata e scorrevole ma rigorosa, per superare la frammentaria conoscenza che molti ne hanno acquisito soprattutto attraverso le omelie domenicali. L’opera è arricchita dalle splendide interpretazioni che i grandi maestri della pittura hanno dato dei principali episodi.
Quale preziosa appendice, viene riportato e commentato il Vangelo apocrifo di Tommaso con i suoi 117 detti gnostici attribuiti a Gesù, suggestivo “reperto archeologico” del Cristianesimo delle origini.
Nell’ampio saggio introduttivo l’Autore - in una visione d’insieme laica e non dogmatica - ricerca le motivazioni profonde per credere nel Vangelo ed affronta alcuni fondamentali interrogativi posti, nel corso della storia e ai giorni nostri, dalla sua interpretazione e applicazione nel mondo occidentale.
E’ un’opera quindi che, privilegiando la chiarezza espositiva, intende essere di aiuto a chi voglia cercare in sé stesso una risposta all’ineludibile domanda che Gesù ha posto a tutti noi: “Voi chi dite che io sia?”.
Mario Di Stefano ha operato nel campo degli studi economici e della finanza straordinaria d’impresa quale responsabile di area di un primario gruppo bancario ed è autore di numerose pubblicazioni.
E’ fra i promotori dell’Associazione onlus Economia Alternativa, dedita dal 1999 al sostegno dei progetti umanitari dei Missionari Comboniani nei paesi poveri, della quale è stato presidente per numerosi anni.
Il presente lavoro è frutto del suo impegno all’approfondimento dei temi legati alla spiritualità. In tale ambito ha pubblicato per l’Editore Fabbroni, Acqua Viva, i 7 Vangeli alle origini del Cristianesimo (ove ha esaminato, assieme ai Vangeli canonici, i Vangeli apocrifi di Tommaso, di Giuda e di Maria Maddalena) ed ha in corso di pubblicazione Fede Laica, un libero percorso alla luce del Vangelo.
Una introduzione alla lettura delle sacre scritture curata da mons. Gemma.
La traduzione di questo Nuovo Testamento è quella ormai storica in lingua corrente e interconfessionale, cioè realizzata da un gruppo di studiosi cattolici e protestanti che per anni hanno lavorato insieme. Oltre al testo presenta, in appendice, un dizionarietto dei nomi e un indice analitico.
Settimo volume della collana "Graphé", che si propone come corso completo di studi biblici di base. Ogni volume presenta in modo chiaro il quadro complessivo di riferimento per le singole sezioni bibliche, proponendo lo stato attuale della ricerca. Questo volume è una guida nella lettura e nell'approfondimento delle lettere autografe di Paolo: il lettore è accompagnato negli articolati e complessi itinerari delle lettere paoline ed è condotto verso il sublime della grazia, della libertà e dell'amore di Cristo.
Quarto volume della collana "Graphé", che si propone come corso completo di studi biblici di base. Ogni volume presenta in modo chiaro il quadro complessivo di riferimento per le singole sezioni bibliche, proponendo lo stato attuale della ricerca. Questo volume tratta i libri della tradizione sapienziale (Proverbi, Giobbe, Qoèlet, Siracide e Sapienza) e i libri della poesia ebraica (Salmi e Cantico dei Cantici): nel loro insieme, rappresentano un luogo di rilettura del cammino della storia di salvezza che si svolge nelle altre parti dell'Antico Testamento, in particolare nel Pentateuco e nei Profeti.
Questo libro raccoglie diversi cicli di lectio divina che l'autore ha tenuto in tempi e sedi diverse nel corso degli anni. È una proposta molto concreta per l'uomo d'oggi: lasciarsi provocare e mettere in discussione dalla Parola di Dio, sapendo che l'uomo delle Scritture non si chiede "Chi è Dio?", ma piuttosto "Cosa vuole Dio da me?", e che Dio parla le nostre stesse parole. L'autore si è ispirato a principi fondamentali: l'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo la Parola è medicina per le nostre sofferenze, ma anche profumo che rischiara ancora di più il senso della vita e della gioia vera la Parola è lo specchio in cui vediamo concretamente - senza illusioni o immaginazioni - il nostro volto e quello che siamo veramente.
Biblisti di America Latina, Asia, Africa ed Europa si confrontano sulla comprensione che i libri dell'Antico e del Nuovo Testamento esprimono nei confronti del "diverso" e dello "straniero". Spaziando dalla Torah ai Profeti, dagli Scritti ai Vangeli sinottici, da Paolo a Giovanni fino ai testi cristiani più tardivi, l'alterità viene osservata come un elemento costitutivo di Dio e dell'uomo che interagisce nella dialettica delle relazioni umane, nell'identità e nel destino di Gesù, nell'interazione tra la vita cristiana e il mondo. "Mio padre era un arameo errante", confessa Israele nella sua professione di fede ricordando altresì di essere stato forestiero in terra d'Egitto. Abramo definisce se stesso uno straniero, che risiede in una terra che non è la sua patria, e un ospite di passaggio. "Forestieri e pellegrini" è anche la definizione dei cristiani nella Prima lettera di Pietro. Alla luce di queste considerazioni, osservano i curatori del volume, "la vera sfida che ci sta davanti è il passaggio dall'estraneità all'ospitalità e, dunque, una scelta di campo dalla parte del "diverso": a fianco dello straniero schiavizzato e dell'eunuco disprezzato, della donna emarginata e di ogni essere che porta sulla propria pelle i segni della precarietà e dell'ingiustizia; dalla parte di chi non ha voce, perché lo schiamazzo del potere nel nostro mondo, e nella Chiesa, è troppo forte e le voci flebili fanno fatica a emergere".
"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio". Pur composto di soli 18 versetti, il prologo del quarto Vangelo, che la tradizione della Chiesa attribuisce all'apostolo Giovanni, è da sempre un luogo privilegiato di interpretazione esegetica, teologica e filosofica. Il saggio prende in esame le letture proposte da tre autori, uno di tradizione riformata, uno di estrazione ortodossa e uno di area cattolica. La prima voce è di Schelling (1775-1854), esponente dell'idealismo tedesco; la seconda di Solov'ëv (1853-1900), filosofo, teologo, poeta e critico letterario russo; la terza di Edith Stein (1891-1942), religiosa e filosofa tedesca, morta nel campo di concentramento di Auschwitz e proclamata santa nel 1998.
Non stupisce che il Vangelo di Matteo sia stato il più citato dai padri della Chiesa, il più commentato nella letteratura cristiana antica, il più utilizzato nella liturgia e nei vari ambiti della vita ecclesiale. Il suo orientamento etico, la sua maggiore organicità rispetto a Luca, l'abbondante quantità di insegnamenti in esso presenti, la sua particolare strutturazione sono tutti elementi che hanno reso questo testo particolarmente adatto a fini pastorali e catechetici. Il fatto che esso occupi fin dall'antichità il primo posto nell'ordine dei quattro vangeli, la convinzione della sua maggiore antichità (oggi non più sostenuta dagli studiosi, che la attribuiscono a Marco) e dunque la sua vicinanza all'età apostolica lo hanno reso particolarmente autorevole nella Chiesa antica. Matteo contiene pressoché tutto il materiale di Marco e anche molto di più. Anche oggi, infatti, sono le redazioni matteane del Padre nostro e delle Beatitudini a essere universalmente note, usate nella liturgia e memorizzate nella preghiera personale. Il volume prosegue l'itinerario di spiritualità su testi biblici visti alla luce del messaggio di san Francesco e dell'attualità. Ora l'attenzione è rivolta al Vangelo di Matteo, il più commentato nella storia della Chiesa e tuttora il più utilizzato nella pastorale e nella liturgia, per il suo orientamento etico e l'organicità della sua struttura.
Il libro offre un approccio comunicativo alla giornata delle parabole raccontata da Mt 13. Sul mare Gesù rivolge il suo appello alle folle: "chi ha orecchi intenda". In casa raccoglie frutto dal discepolo "doctus in regno caelorum". Senza parabole della comprensione, le parabole del Regno sarebbero prive di effetto e perderebbero di attualità.
L'intento che Erich Zenger si propone col suo commento ai Salmi è da una parte di esporre al lettore un'esegesi teologica, dall'altra di interpretare i Salmi come testi canonici, ossia come parte del libro biblico dei Salmi, allo scopo di rendere tangibile quanto proficua sia una lettura del libro biblico nella sua unità. Se i canti e le preghiere raccolte nel Salterio provengono da autori molto differenti, altrettanto diverse sono le circostanze che hanno dettato i singoli salmi: da quelli nati per così dire come lavori su commissione, a quelli in cui si sono condensate esperienze di vita e di sofferenza estremamente personali. Ogni salmo ha quindi la sua fisionomia, ma considerarlo nei rapporti con cui esso si lega agli altri componimenti che costituiscono il Salterio consente di portare alla luce il disegno secondo cui le diverse composizioni furono affiancate e talvolta modificate in modo da costituire un tutto organico, un libro in senso proprio.