
Le riflessioni-meditazioni su Maria, scritte da Enrico Masseroni durante i molti pellegrinaggi mariani compiuti come guida spirituale, accompagnano il lettore, ripercorrendo le vicende bibliche di Maria, il cui pellegrinare terreno è la traccia di ogni pellegrinare umano. Dalla partenza coraggiosa verso l'ignoto, connotato dal fiat, al percorso accanto alla vita pubblica di Gesù, alla passione e morte in croce del Figlio, fino alla risurrezione e all'attesa dello Spirito Santo e dell'avvio della Chiesa nascente. I capitoli brevi, ma incisivi, iniziano con una citazioni biblica, cui segue il commento dell'Autore e una breve preghiera conclusiva.
L'Autore collega le Dieci Parole alle cure sanitarie e a tutto ciò che le rende valide, professionali, umane. Con libertà di interpretazione e di critica, le indicazioni del Decalogo sono rilette nel contesto della prassi terapeutica, applicata all'attività sanitaria quotidiana. Le riflessioni che ne scaturiscono risultano utili a vivere con dignità, quando ci si trova in condizione di malattia e quando ci si prende cura di qualcun altro, in qualità di operatore sanitario o di familiare, di amico o di volontario. Una particolare considerazione viene riservata alle Cure palliative che, introdotte da tempo, non hanno ancora raggiunto una diffusione capillare nel nostro Paese.
Il libro ripercorre, da Abramo ad oggi, 4000 anni si storia delle religioni monoteiste - giudaismo, cristianesimo, islamismo - e rintraccia le sorprendenti similitudini che le accomunano riguardo all'idea di un unico Dio.
Una rilettura avvincente della storia di Abramo, l'uomo della mobilità, della precarietà, delle partenze più che degli arrivi. Egli è il paradigma di ogni essere umano chiamato a lasciarsi scavare l'orecchio per imparare ad ascoltare la Parola viva, energica ed esigente di Dio che trasforma e dilata il cuore dell'uomo; un cuore abitato, al contempo, da grandezza e miseria. In un tempo di ripartenze qual è il nostro - dove è necessario intravedere orizzonti nuovi e additare un futuro aperto alla speranza e al rifiorire della vita - Abramo emerge in tutta la sua attualità, consegnandoci la verità del cammino dell'uomo, chiamato a vivere il passaggio dall'essere un individuo centrato su se stesso all'essere persona generativa, capace di farsi portatrice di benedizione attraverso un'esistenza vissuta nel segno del dono. Don Cristiano Passoni ci incoraggia a compiere con Abramo un atto di fede: camminare con Dio guardando non in basso, alla polvere dei nostri fallimenti, ma in alto, alle stelle che rischiarano la notte e richiamano la pienezza della vita che ci è promessa. Anche noi, allora, saremo uomini e donne delle stelle, con i piedi ben piantati a terra e capaci di risplendere «come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita» (Fil 2,15-16).
Nella Bibbia lo scenario in cui viene rivelato il Decalogo (erroneamente noto come i "Dieci Comandamenti") è il deserto: è dunque proprio in una situazione in cui manca l'essenziale per vivere ed è concreta la possibilità di morire che vengono donate le "parole di vita". Tra tuoni e lampi, una densa nube cala sul Sinay, mentre sempre più forte si ode nel silenzio circostante il suono dello shofar. Ha-Shem scende sul monte, Mosheh vi sale: ha così inizio il dono della Torah. "Faremo e ascolteremo" rispondono i figli d'Israele, a significare che l'ascolto delle Parole cresce man mano che esse si incarnano nella vita di ognuno, perché "di fronte all torah siamo tutti uguali, ma ognuno ode la sua voce in modo diverso".
A differenza della lettura biblica sui dispositivi digitali, minata da distrazioni e notifiche, ADI Media propone uno strumento efficace per concentrarsi totalmente sul testo e tenere traccia delle proprie riflessioni. Infatti, mentre nel passato, leggendo e meditando le Scritture, si scrivevano delle brevi note a margine della pagina, si aggiungevano degli appunti con dei Post-it o si infilavano qua e là dei foglietti tra le pagine della Bibbia, grazie allo Smart Journaling il lettore ha la possibilità di prendere appunti, disegnare o incollare altri foglietti in uno spazio apposito a lato del testo biblico.
Il libro dei Proverbi, la più antica delle raccolte sapienziali, è un canto entusiasta del volto radioso della Sapienza. Perseguirne le tracce significa passare attraverso l’incanto della sua spregiudicata ironia e gli strapiombi del suo indifeso moralismo. Ma il suo amore per le cose di tutti i giorni ne fa una lettura degna del lettore di ogni tempo. Questo libro di Giuliano Zanchi, più che una meditazione teologica, vuole essere una piccola esercitazione letteraria. Attraversa l’intricata vegetazione testuale del libro sapienziale con la libertà di non dover onorare nessun obiettivo di natura critica. La scommessa è che il libro dei Proverbi possa essere letto con intatto senso di seduzione, soprattutto per la perennità dell’atteggiamento che esso consiglia, il quale contiene il sospetto di cui l’uomo postmoderno nutre il proprio disincanto: che ogni grande principio generale vada portato alla misura delle minute scelte quotidiane. Perché, come scrive Paul Beauchamp, «la Sapienza è in primo luogo la vita, tutto ciò a cui non si pensa perché ci si è dentro, tutto ciò che, benché incolore, mediocre e universale, si rivela inestimabile quando perderlo significa morire».
Il biblista Bruno Maggioni propone in questo libro semplici e sapidi ritratti dei più noti profeti dell'Antico Testamento: da Amos, voce della giustizia sociale, a Osea, teologo dell'amore di Dio, a Geremia, uomo dalla preghiera interrogante, fino a Ezechiele, profeta dell'esilio, e Isaia, con la sua luminosa e poetica esperienza della fede. Ognuno con la sua spiccata caratteristica, ma tutti accomunati dalla medesima urgenza, quella di interpretare e annunciare la volontà di Dio in un momento preciso della storia di Israele. Il profeta sa leggere i segni dei tempi e il suo messaggio risulta di sorprendente forza e attualità, ma spesso, e forse proprio per questo, suscita irritazione. I profeti infatti sconvolgono gli schemi consolidati su cui poggiano le religioni e le società: i rapporti di forza che producono ingiustizia e povertà, l'amore per gli idoli, l'arrogante fiducia in se stessi, il culto separato dalla vita e dal cuore. Si capisce perché, allora come oggi, tutti i profeti siano rimasti incompresi e isolati, quasi sempre messi a tacere o uccisi. E tuttavia, attraverso la loro testimonianza critica e perseverante, Dio ha tenuto fermo il suo spazio originale dentro la vita di un popolo dalla dura cervice, aprendosi sempre un varco verso il futuro.
DESCRIZIONE: Scrutando dentro le "ragioni di Giuda", Gustavo Zagrebelsky esplora uno dei territori più inquieti del pensiero cristiano, proprio perché vi è in gioco la libertà della creatura rispetto ai disegni del creatore. In Giuda si condensano, come una sterminata letteratura ci conferma, tutte le ombre del cuore umano: il suo sogno di bene e la sua capacità di male, il baratro della disperazione e il sogno della redenzione, la deformità del tradimento - l'affronto più grande alla creatura che si offre inerme - e la domanda più radicale su Dio, se cioè la sua misericordia sia tale da poter accogliere e perdonare anche il colpevole più ripugnante.
(dalla Premessa di Gabriella Caramore)
COMMENTO: Da parte del noto giurista una originale interpretazione del tradimento di Giuda alla luce delle categorie di colpa, pentimento e perdono.
GUSTAVO ZAGREBELSKY è presidente emerito della Corte Costituzionale. Per Einaudi ha pubblicato: Il diritto mite. Legge, diritti, giustizia; Il crucifige e la democrazia; Imparare democrazia. Presso la Morcelliana: La leggenda del Grande Inquisitore