
Il libro mee insieme brevi racconti i cui protagonisti sono Dio, Gesù, Satana, gli angeli e i discepoli che si confrontano e discutono nel tentativo di capire l'operato di Dio, ovvero di far valere le proprie ragioni. Lo scopo del volume è triplice: aiutare il lettore a superare il timore nei riguardi della divinità; suscitare in lui curiosità, motivandolo così a intraprendere la lettura del testo biblico; infine presentare nella conclusione il tema della salvezza. Si può dire che i racconti favolistici siano un espediente per dire di quale "grazia" l'uomo stia, ancora per poco, beneficiando.
Percorrendo il dramma della vita di Gesù e le sue profezie connesse con la sua resurrezione, siamo in cammino, per dir così, per inoltrarci nella "casa" del Padre e nel suo regno, nel quale siamo invitati a giungere. Dopo quella antica con i Padri, ritorna sempre l'assicurazione di "una nuova alleanza", ricordata nella Lettera agli Ebrei. Per chi si trova ad affrontare l'ultimo viaggio verso tale meta è quanto mai importante riflettere su tale obiettivo.
«Riscoprire la grazia della quotidianità»: è così che Papa Francesco ci esorta a trovare un nuovo gusto rispetto alla vita di tutti i giorni. Nasce così L'oggetto predica in una nuova Collana di sussidi didattici per l'insegnamento della religione cattolica, la predicazione, la catechesi, l'annuncio del messaggio cristiano. Un ciclo di meditazioni sui vangeli domenicali e festivi vissute a partire da oggetti della vita quotidiana. Ogni cristiano è chiamato, in virtù del proprio battesimo, ad annunciare il Vangelo. Gesù stesso ha predicato il Regno di Dio a partire da esempi tratti da una quotidianità che ha visto l'incontro tra l'uomo e Dio (la vigna, le pecore, la torre, la senapa...): per il Figlio di Dio tutto è importante ed è occasione per parlare di Lui. Con un linguaggio semplice e familiare, ma profondo, L'oggetto predica offre spunti di riflessione e crescita spirituale per tutti: ragazzi del catechismo, catechisti, insegnanti, preti e chiunque desideri partecipare del grande dono dell'annuncio del Vangelo.
L’oggetto predica: titolo semplice quanto enigmatico.
L’idea di proporre una serie di meditazioni sui vangeli domenicali e festivi a partire da oggetti quotidiani prende spunto dall’esperienza vissuta e condivisa negli oratori, comunità parrocchiali, attività giovanili, insegnamento.
Immagini, cose, storie: sono parte della nostra quotidianità. Simboli, oggetti, parabole: sono elementi del Vangelo, della liturgia. Perché dunque non mettere in relazione i due aspetti?
Un agile volume di consultazione e anche di riflessione personale per catechisti, insegnanti, presbiteri.
"Le diverse letture deformanti dell'Apocalisse non hanno reso un buon servizio al popolo cristiano, che di solito preferisce evitare di confrontarsi con questo splendido testo, che è posto come un sigillo a chiudere la Rivelazione; è in genere visto con sospetto o comunque ritenuto troppo difficile per il lettore di oggi. Il contributo di Giulio Barbieri, biblista e al tempo stesso parroco di periferia, giunge dunque quanto mai opportuno. Con semplicità e brevi osservazioni raccoglie e attualizza il succo dell'autentica tradizione ermeneutica della Chiesa, alla luce dei più recenti studi, in particolare quelli di Ugo Vanni, forse tra gli autori più qualificati sul tema. Il lettore viene condotto per mano a scoprire personalmente l'attualità della visione giovannea. Si palesa così la luce potente della Parola di Dio, in grado di dissipare le tenebre del mondo contemporaneo, attraversato da guerre, rivolgimenti e tanta disperazione; una luce in grado di riaccendere tanto le speranze dei popoli oppressi, quanto quelle personali, di ciascuno di noi, il tutto "senza aggiungere e senza togliere nulla dalle parole di questo libroprofetico" (cf. Ap 22,18-19)". (dalla prefazione di Antonio Grappone).
"Sono forse io il custode di mio fratello?" È la domanda che riecheggia nella Bibbia e nella storia dell'uomo. E che ancora oggi risuona attuale di fronte al drammatico incedere di epidemie, cambiamenti climatici e guerre. Ma cosa significa esattamente custodire? Ne siamo davvero capaci? E come si fa? Nel terzo libro della sua fortunata trilogia (dopo Salto nella luce, Edizioni Tau, 2018 e Salto nella gioia, Edizioni Tau, 2020), don Francesco Buono accompagna il lettore alla scoperta dell'arte e del vero senso del custodire ripercorrendo, tra una lettera e la risposta a una mail di amici e parrocchiani, le vicissitudini di Giuseppe e Ruth che, come raccontato nella Bibbia, hanno imparato non solo a prendersi cura degli altri, ma anche a lasciarsi a loro volta custodire. Una pagina dopo l'altra, ci aiuteranno a comprendere che si custodisce a partire da una relazione, riconoscendo che ciò che ci viene affidato (il Creato e il fratello) non ci appartiene totalmente, ma va protetto e conservato perché unico e prezioso. Prefazione di Costanza Miriano. Introduzione di Card. Gualtiero Bassetti.
In queste pagine viene descritto l'amore inedito e coraggioso del Cantico dei Cantici. Ma l'amore si può imbrigliare in un racconto al punto da renderlo innocuo e inoffensivo? Lo si potrebbe addomesticare così da neutralizzare gli sconvolgimenti interiori che provoca la sua dirompente vivacità? No, l'amore ferisce e rende vulnerabili, l'amore costringe a riconoscere l'assoluta necessità dell'altro per la propria vita.
Sette donne delle scritture di cui non si conosce il nome, ma che ci parlano con la loro vita. Un itinerario di lectio divina per riflettere seriamente, in modo aperto e non apocalittico, sul tema del ruolo delle donne nella Chiesa. Una preghiera iniziale, il Vangelo, una lectio essenziale, la meditatio, una preghiera finale e alcune domande per aiutare nella riflessione. "Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un'epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca" – direbbe papa Francesco. In questo cambiamento, nella visione e nell'azione del Papa, le donne occupano un posto speciale e nuovo. Esse da sempre hanno rappresentato e rappresentano la componente più importante della Chiesa, eppure la meno rappresentata nei suoi posti chiave, quella con meno diritto alla parola
Il testo offre una riflessione profonda e ricca di spunti sulla giustizia riparativa, riuscendo a coniugare teologia e pratica pastorale, evidenziando come questa visione si opponga alla giustizia retributiva tradizionale. Attraverso un'analisi di episodi dell'Antico e Nuovo Testamento, come la storia di Caino e Abele e l'insegnamento di Gesù, gli autori sottolineano l'importanza della riconciliazione e del perdono. Viene messo in luce il fallimento delle carceri nel riabilitare i detenuti, proponendo la giustizia riparativa come un'alternativa che mira a riparare le relazioni e a trasformare sia le vittime che i colpevoli. L'esperienza personale di don Franco nel contesto carcerario illustra la necessità di un cambiamento che favorisca il recupero e la dignità umana, andando oltre la mera punizione. Prefazione di Alex Zanotelli.
«Il titolo di questo volume, "La Bibbia che non c'è", non è peregrino. Mi ha fatto tornare in mente quanto scriveva circa 15 secoli fa Gregorio Magno, uno dei Padri della Chiesa d'Occidente che è stato tra i più attenti diffusori della lettura della Sacra Scrittura a cavallo tra VI e VII secolo. Egli amava dire che la Scrittura «cum legentibus crescit» (cresce con coloro che la leggono). La Bibbia è una parola che vive ancora. E parla a tutti, credenti e non credenti. Trovare un gruppo di letterati che racconta gli eventi narrati nella Bibbia con la propria sensibilità, con il proprio talento artistico, con il proprio bagaglio letterario è una gran bella notizia» (dalla prefazione di mons. Vincenzo Paglia)
I Vangeli raccontano di incontri trasformanti, di sguardi che cambiano la vita. Lo sguardo di Gesù non è solo un dettaglio narrativo, ma un ponte tra il divino e l'umano, capace di interrogare, guarire, liberare e chiamare. Questo libro raccoglie sei riflessioni ispirate alla Scuola della Parola, offrendo un percorso di meditazione attraverso episodi evangelici in cui lo sguardo di Cristo si posa su uomini e donne, risvegliando domande profonde e aprendo nuove strade. Con una struttura che unisce Lectio divina, meditazioni, preghiere e spunti per la riflessione personale e comunitaria, questo testo è un invito a lasciarsi incontrare dallo sguardo di Gesù e a riscoprire la sua presenza nella propria vita.
Ai libri che d'Annunzio pensò e non scrisse, Guglielmo Gatti dedicò un lungo saggio apparso nel dicembre 1964 nell'Osservatore politico letterario. Prima di lui, nell'aprile 1929, si era occupato dell'argomento Camillo Antona Traversi nella Nuova Antologia con due articoli. Nell'aprile 1966, ancora in Nuova Antologia, Emilio Mariano, nelle Opere incompiute da d'Annunzio negli archivi del Vittoriale, colmò le lacune contenute negli scritti di Gatti e di Antona Traversi. A occuparsi, poi, della questione fu Mario Vecchioni che nel 1973 diede alle stampe il volumetto La vita di Gesù ed altre opere incompiute di d'Annunzio, nel quale cercò di spiegare perché le opere annunciate non furono mai realizzate. Il libro di Vecchioni spinse Donatello D'Orazio - rimasto affascinato dalla notizia che d'Annunzio nel 1893 aveva avuto l'intenzione di scrivere una Vita di Gesù - a occuparsi della vicenda; e fu così che nel 1975 elaborò un saggio su come nacque l'idea di d'Annunzio di scrivere il libro e poi perché nemmeno lo iniziò. Il saggio di D'Orazio fu pubblicato postumo dall'Editore Solfanelli con la mia prefazione nel 2009. L'argomento non poteva non attirare l'attenzione del dannunzista Angelo Piero Cappello, il quale ha passato in rassegna l'Opera omnia di d'Annunzio e ha estrapolato e commentato tutti i brani che il Poeta ha riportato su Gesù. Ne deriva che è stata messa una pietra tombale sulla lunga e delicata vicenda, perché se è vero che non esiste il libro su Gesù pubblicato da d'Annunzio è anche vero che abbiamo questa pubblicazione che contiene, in maniera coordinata, i dettami fondamentali che il Poeta ha scritto sul Redentore nelle sue opere.