
Un testo che ripercorre il questo vangelo in forma narrativa, immaginando che il "discepolo che Gesù amava" lasci scorrere nella memoria i ricordi incancellabili degli splendidi anni vissuti nella sequela e nella compagnia quotidiana del Maestro di Nazaret.
Una cultura e una teologia dell'ospitalità nella Bibbia trovano un punto di partenza promettente e un fondamento privilegiato nel racconto di Genesi 18,1-16, che narra l'incontro vissuto da Abramo con tre enigmatici personaggi alle Querce di Mamre. Ma anche il comandamento inciso in Levitico 19,18b: «Amerai il tuo prossimo come te stesso», e la sua seconda promulgazione: «Il forestiero dimorante fra di voi lo tratterete come colui che è nato fra di voi, tu lo amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri nella terra d'Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio» (19,34) si offrono da millenni all'ascolto di credenti e non credenti. Questi testi veicolano un messaggio ricco di spunti per il nostro tempo, che avverte intensi movimenti migratori, confronti interetnici, emergenze provocate dall'intrecciarsi delle diversità culturali.
Un approfondimento sulle interpretazioni che il racconto della creazione ha avuto all'interno delle correnti della mistica ebraica. Attraverso le pagine si verrà accompagnati in un affascinante viaggio alla scoperta del simbolismo mistico, per scoprire la bellezza e la ricchezza di significato delle lettere ebraiche, e per addentrarsi nel linguaggio ricco di suggestioni del Sèfer Ye?irah, per poi essere catapultati nel cuore stesso dello Zohar...
Ciò che si sa di Gesù lo si deve alla testimonianza personale dei suoi più stretti seguaci. L'impatto della sua figura su di loro fu molto vario, i Vangeli ne sono chiara testimonianza. Questo multiforme effetto non si è esaurito nel primo cristianesimo ma si è prolungato lungo i secoli. Quando il senso di un singolo passo biblico diventa nostro al punto che un lettore può non solo comprenderlo, ma anche sottoscriverlo, diffonderlo, e quindi viverlo, solo allora viene raggiunta quella comprensione cui tendono i testi biblici stessi. Per un credente infatti, Gesù non è solo una figura del passato; noi siamo discepoli del presente e nelle nostre Chiese oggi dovrebbe poter rifulgere ciò che più attrae e affascina della sua opera. Prefazione di Giuseppe Ghiberti.
Viaggiando con Giuseppe, ho incontrato il Signore. A 44 anni, con limitatissima preparazione scolastica, ho imparato molto, dopo essermi innamorato della Parola di Dio. In Giappone, dove sono in missione con mia moglie e 8 figli, il Signore mi ha donato luoghi e tempi in cui potermi avvicinare con calma al figlio di Giacobbe, che mi ha affascinato da sempre. Accompagnato dai padri della sapienza ebraica, dai padri della Chiesa e da alcuni moderni esegeti, ho seguito le tracce di colui che ha incarnato il “tipos” di Gesù Cristo. Ogni aspetto della vita di Giuseppe è “tipo” della vita del Signore. Nelle pagine di questo libro, semplicemente e senza pretese “scientifiche”, ho cercato di far emergere quanto il testo biblico mi ha ispirato. Esso è frutto di preghiera, soprattutto, e di un’esperienza di vita.
Colui che ammirasse le Storie di Gioacchino e Anna magistralmente affrescate da Giotto nella Cappella degli Scrovegni o che allestisse un presepe nel quale trovassero posto una grotta, un bue e un asinello, in cui i Magi fossero tre e i loro nomi quelli di Gaspare, Melchiorre e Baldassare, o che fosse certo che le mani di Gesù siano state trafitte da chiodi, a meno che non sia un cultore di scienze bibliche, quasi certamente crederà di trovarsi dinnanzi a vicende tramandate dal Nuovo Testamento e non a episodi provenienti da testi giudicati eretici, quelli che siamo soliti definire Vangeli Apocrifi. Nati come espressione della fede di alcuni tra i numerosi gruppi di credenti che nei primi due secoli dell'era volgare andavano a comporre il movimento cristiano, essi furono banditi allorquando la Grande Chiesa, in processo di tempo, finì per condannare tutte le visioni di Cristianesimo divergenti da quella "ortodossa" costituitasi attraverso sinodi, concilî, scritti di uomini di fede particolarmente autorevoli (vescovi, eresiologi). In questo volume si ripercorrono le vicende e le "storie" di questi singolari documenti del Cristianesimo delle origini.
Il libro di suor Paola Resta è un viaggio nel Vangelo e alle radici del nostro intimo, guidati dalle domande del cuore, come quelle di Francesco sul monte della Verna. È la ricerca del volto di Dio e, di conseguenza della verità della nostra identità davanti a lui. Si tratta di una proposta di meditazioni nella forma della lectio divina sulle preghiere di Gesù riportate dai Vangeli: dunque non un libro di preghiere, sebbene ne contenga diverse e voglia essere un aiuto al dialogo con il Signore; e neppure un libro sulla preghiera, su come si debba pregare, sebbene in qualche modo anche questo tema scaturisca quasi spontaneamente dalla lettura delle pagine evangeliche. È invece un viaggio seguendo e intercettando le domande profonde del nostro cuore, come nella preghiera di Francesco di Assisi, alla ricerca dell'immagine volto di Dio che è rivelata da Gesù nel momento in cui lo cogliamo in relazione e in colloquio col Padre, per confrontarla con le immagini spesso offuscate o distorte che ci abitano.
L’incarnazione di Gesù è molto più delle doglie di un parto prodigioso: ha i contorni di un lungo viaggio. Lui che abitava il vertice del Cielo è sceso fino al più profondo angolo di umanità perduta. Si è fatto uomo e ha indossato le nostre scarpe, senza pretenderne di più comode o di più eleganti, per camminare con noi, in noi. E ci chiede di fare lo stesso: calzare le sue scarpe per comprendere fino in fondo che cosa significhi essere fratelli.
Una raccolta di meditazioni suggestive, che ripercorrono le prime tappe del lungo viaggio di Gesù, dall’annuncio dell’angelo a Maria fino all’episodio di Gesù dodicenne nel tempio di Gerusalemme, per metterci in ascolto degli uomini e delle donne che per primi hanno visto, udito e toccato il Verbo della vita.
«Da quando ha percorso i nostri sentieri con le nostre stesse scarpe ai piedi, nulla è più come prima, perché Dio non vuole più essere da solo in questo esercizio di misericordia e ci chiede di fare lo stesso, di entrare nelle sue scarpe, anche quando ci sembrano troppo larghe.»
Le pagine con cui Lefebvre, guardando alla storia passata e recente, smaschera l'ipocrisia di chi spasima per difendere una famiglia ritenuta in pericolo, sono nitide nella loro semplicità. Così come la franchezza con cui l'autore mette a nudo la complessità e finanche le contraddizioni della Bibbia nel momento in cui si parla di famiglia; impossibile dunque impiegare il testo biblico per costruire slogan propagandistici. La Scrittura, refrattaria ad ogni appiattimento ideologico, chiama a riappropriarsi delle sue pagine nella loro interezza e carica provocatoria. Chi ha il coraggio di seguire le tracce della famiglia nella Bibbia, con onestà e pazienza, trova la vita con la sua multiforme varietà. Le pagine bibliche ripercorse da Lefebvre sono cibo per lettori curiosi, disponibili a lasciarsi mettere in discussione; non offrono certezze già note, ma conducono in terreni inesplorati, territori da saper abitare con stupore e fiducia. Dalla Prefazione di Benedetta Rossi La Bibbia non smette di pensare, di rimettere in discussione ciò che sembrava acquisito, di chiamarlo ad un significato più ricco. Quando parla di famiglia, punta a inglobare quelli e quelle che sembravano inadeguati agli statuti familiari. Vi lascio dunque entrare in questo libro, come si entra in un laboratorio in cui nulla è ancora completato, come si entra in un luogo di riunione nel quale i dibattiti sono attesi. Philippe Lefebvre
Dalla periferia del canone biblico il libro dell'Apocalisse ha nel tempo esercitato il suo inesauribile fascino su generazioni di credenti, sostenendo la speranza dei perseguitati con il suo messaggio sovversivo. Ma non solo: poeti, artisti e visionari si sono lasciati ispirare da quelle immagini potenti che ancora oggi attraggono, a volte turbano e costantemente interrogano. Tra i molti personaggi dell'Apocalisse, le donne sembrano incarnarne tutta la forza dirompente, tanto nel bene quanto nel male. Questo saggio, attraverso una prospettiva esegetica e teologica di genere, ripercorre l'immaginario androcentrico e patriarcale delle tradizionali rappresentazioni femminili del libro, con un'attenzione particolare per quelle che riguardano Babilonia, "la prostituta". Confrontandosi con gli studi offerti da alcune bibliste e riportando al centro i loro appelli in chiave trasformativa e inclusiva, l'autrice accompagna in un percorso che permetterà a ognuna e ognuno di riconoscersi parte vitale della profezia dell'Apocalisse.

