
Questo libro ha il solo scopo di riabilitare Eva, vergognosamente infangata fin dalla creazione del mondo. Prefazione di Brigitte Bardot.
Giona è uno strano tipo di profeta, un uomo in fuga dal proprio compito e dal proprio destino, refrattario alle richieste del suo Dio. La sua storia mette in scena, in quattro brevissimi capitoli, un'esperienza universale: per ciascuno di noi esiste una chiamata e affrontarla è una delle sfide più importanti della nostra vita.
José Tolentino Mendonça, tra i massimi esponenti della cultura portoghese, rilegge in maniera sorprendente l'episodio della peccatrice raccontato da Luca (7,36-50). Il testo nasce dall'incontro con il libro Vita di Gesù di Shusaku Endo. Comune ai due autori è la convinzione che la vicenda della peccatrice sia un momento centrale nel Vangelo di Luca, più efficace di molti altri nel trasmettere Gesù, anche più delle storie di miracoli, perché dà di Lui un'immagine viva, sorprendente e reale. Si tratta di uno degli episodi dei Vangeli di più difficile interpretazione, ma al tempo stesso è impossibile non ammirarne i personaggi, l'architettura narrativa, la vivacità. Un brano che illumina in modo inatteso la figura di Gesù, recuperando e gettando nuovamente i fili della sua identità, svelando e al tempo stesso addensando il mistero. Il saggio di José Tolentino Mendonça permette al lettore di approcciarsi al brano da un punto di vista innovativo e di cogliere appieno la sua bellezza e la grande misericordia di Cristo.
Pur essendo il suo nome conosciuto da tutti, Paolo di Tarso difficilmente viene immaginato come figura rilevante al di là del recinto confessionale. Eppure, è sua una delle operazioni teologiche più creative e complesse di sempre: la traduzione culturale del messaggio cristiano, con l'avvento di una nuova coscienza di sé e un'appartenenza non più di sangue o etnica, ma spirituale, egualitaria, universale. A partire dalla prima metamorfosi, quella di Paolo stesso di fronte alla luce accecante che lo disarciona da sé sulla strada di Damasco, niente sarà più come prima. Nelle sue azioni e nelle sue parole, il tessuto sociale e politico, i paradigmi etici, le idee teologiche del tempo subiscono una cesura, un'interruzione, e si impone la necessità di mettersi in cammino per reinventare il modo di vivere, di pensare, di agire, accogliendo idee e linguaggi nuovi, sconcertanti e illuminanti. E non vale allora la pena di conoscerlo meglio questo ebreo-romano catturato dal Cristo, questo inventore della letteratura cristiana, questo infaticabile pellegrino costruttore di comunità? José Tolentino Mendonça ci dice di sì, tracciando un ritratto efficace di Paolo e del suo pensiero plastico, capace di adottare e adattare modelli e idee con lo sguardo sempre fisso sulla novità di Gesù Cristo. Un esempio e uno stimolo per ripensarci anche oggi, nella stagione che stiamo vivendo come cristiani e come Chiesa, e non solo. Per aprire la breccia di una metamorfosi necessaria a partire dalla quale riformulare una grammatica del credere senza automatismi, in costruzione continua; dar vita a una comunione di fede concreta, mai astratta, sinodale nella molteplicità dei doni e dei carismi; essere sempre, come dice Tolentino, «in stato di ripartenza», non semplici testimoni, ma documenti del futuro.
Valorizzare il tutto senza dimenticare il frammento, salutare i giorni senza tralasciare le ore, narrare il viaggio ma testimoniare anche il contributo del singolo passo, amare il pane ma gustare anche il sapore delle briciole. Il cardinale poeta José Tolentino Mendonça ci mette di fronte alle piccole, decisive esperienze che ognuno di noi può trovare nel cerchio quotidiano della sua vita. Perché non è, come spesso pensiamo, una questione di quantità. La 'briciola' (un inaspettato gesto gentile o un pizzico di follia nell'ordinario, un pezzetto d'eternità nei colori dell'autunno o una preziosa pausa di pace tra le ferite dei giorni...) non rappresenta affatto un resto minimo, qualcosa di cui dobbiamo accontentarci con l'amaro in bocca della grande occasione mancata. La 'briciola' è piuttosto un trampolino, un'opportunità per realizzare una scommessa fondamentale. Non una riduzione che ci viene inflitta, ma una pienezza che ci viene rivelata. È un repertorio profondamente umano quello che troviamo in questa raccolta di brevi testi di prosa poetica: vissuti anche faticosi, perfino dolorosi, e movimenti imprecisi, magari goffi, ma tutti coraggiosi, per i quali serve un vero allenamento del cuore. E infine anche un sorriso di gratitudine nello scoprire il miracolo del «vangelo delle briciole».
Libro sacro per i credenti di più di una religione, classico della letteratura, chiave indispensabile per decifrare il pensiero e la storia, oggetto interminabile di curiosità, di ricezione e studio, la Bibbia richiede, evidentemente, un'interpretazione e una lettura infinita. D'altronde i commentatori giudaici dell'antico testamento erano convinti che per ogni passo della Torah esistessero quarantanove possibilità di interpretazione. Quarantanove è il risultato della moltiplicazione di sette per sette, e sette è il simbolo dell'infinito. Dunque, la lettura stessa della Bibbia presuppone sempre un'ipotesi di infinito. Mendonça, in questo volume, compie un lavoro di esegesi che unisce il rigore storico e filologico all'attenzione per la letteratura, l'antropologia di Lévi-Strauss e la moderna sociologia, regalando ai suoi lettori un'opera indispensabile per le infinite interpretazioni della Bibbia.
Per incontrare il volto vivo di Gesù, i Vangeli continuano ad essere la fonte a cui non si può rinunciare. Vanno dunque indagati e ascoltati. Ne La lettura infinita, il Card. Tolentino aveva elaborato una riflessione contemporanea sul complesso tema della lettura. In questo secondo saggio, propone un itinerario cristologico essenziale, in sette tappe, scandite soprattutto, ma non solo, da brani del Vangelo secondo Luca. Ogni capitolo rappresenta un tentativo di lettura del testo evangelico così come si presenta. Punto di intersezione tra il divino e l'umano, il volto di Gesù ci viene continuamente incontro, ci spinge alla ricerca, ci induce a aderire a Lui, soprattutto attraverso l'esperienza che si compie nella maturazione della lettura e nel dinamismo della fede. Sondando i testi, ci si addentra nel mistero di quel volto che rimane una sfida. Interrogare i Vangeli è un compito che investe ogni generazione di credenti.
Una leggenda popolare sul giusto messo alla prova e poi reintegrato nella felicità primigenia anima la vicenda di Giobbe e sta probabilmente all'origine del libro di Tobia. Elemento comune ai due scritti biblici è la sofferenza del giusto, dolore in Tobi, tribolazione in Giobbe: le vicissitudini di Tobi fanno da pendant ai tormenti subiti da Giobbe, le prime risolvendosi nella solidarietà con i connazionali, i secondi nel contrasto con Jahvé. Aprendosi a una prospettiva sociale il dolore di Tobi perde le tinte del dramma facendosi sopportabile; nel confronto con Dio Giobbe giunge a darsi ragione della sconfessione della sapienza tradizionale.
Nella costruzione della modernità le donne, protestanti e cattoliche, sono state coinvolte pienamente. Da un lato sono state protagoniste delle trasformazioni della chiesa nel XVI secolo, dall'altro sono state oggetto di intervento da parte di autorità che volevano declinare per loro spazi, ruoli e immagini identitarie. Sui meccanismi di questi nuovi paradigmi di genere si confrontano storici e teologi contemporanei, espressione della ricerca in ambito europeo. In particolare le studiose rendono ricca la messe di contributi in questo volume. Si tratta della diffusione della Bibbia in lingua volgare, di monasteri femminili, del matrimonio dei pastori, di ministeri ridisegnati dalle donne per sé stesse, ma anche di battaglie interne alle diverse chiese, e alla stessa chiesa cattolica, relative alla dignità femminile e alla parola delle donne. Il seminario di studio che ha originato questo libro si è tenuto in occasione delle celebrazioni per i 500 anni della Riforma protestante, organizzato dal CTI (Coordinamento Teologhe Italiane) e dalla Facoltà Valdese di Teologia di Roma.
Testo latino/italiano del Commento di San Tommaso d'Aquino al Vangelo di Matteo (cap. 1-12); il commento e letterale e si svolge mediante il collegamento delle riflessioni dei Padri Latini e Greci. S. Tommaso ha inteso fare un commento continuato dei Vangeli. Continuato" nel senso che, citando sempre i pensieri dei Padri della Chiesa, versetto dopo versetto, e concatenandoli tra loro, alla fine risulta come se all'origine vi fosse un unico autore. E' una serie di citazioni, una dietro l'altra, che costituiscono una miniera inesauribile di spiegazioni efficaci per commentare il Vangelo. "