
Naum, Abacuc, Sofonia, tre libri profetici della Bibbia. Ogni testo è preceduto da una introduzione e da una bibliografia, ed è presentato nell’originale ebraico e nella nuova traduzione italiana, con un ricco apparato di note filologiche e di commento. Completa l’opera un’appendice dedicata all’uso dei tre libri nella liturgia odierna. Seguendo i criteri della Collana (Nuova versione della Bibbia dai testi antichi), il volume offre un’ampia introduzione, il testo ebraico, la nuova versione italiana, le note filologiche e il commento teologico.
Donatella Scaiola ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico. Attualmente, è professore straordinario nella Facoltà di Missiologia della Pontifica Università Urbaniana. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: “Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite”. Fenomeni di composizione appaiata nel Salterio Masoretico, Roma 2002; Rut, Giuditta, Ester, Padova 2006; “Servire il Signore”. Linee di una teologia biblica della missione nell’Antico Testamento, Roma 2008, Rut, Milano 2009. Collabora con numerose riviste di carattere biblico, teologico e pastorale. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato Abdia, Giona, Michea (2012).
Il libro dei Dodici Profeti Minori - Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia - è da qualche tempo oggetto di attenzione da parte di molti esegeti, soprattutto di lingua tedesca e inglese. Rispetto alla lettura che affronta i vari libri singolarmente, in ambito esegetico sono infatti maturate domande che riguardano l'unità del libro e che ne studiano la forma finale in prospettiva canonica. Lo studio costituisce una sorta di introduzione e di commento al libro dei Dodici Profeti Minori. Si tratta del primo lavoro sul tema apparso in lingua italiana, considerato che al momento non esistono monografie che affrontino i Dodici con tale approccio. Il percorso proposto, di tipo esegetico-teologico è suddiviso in tre parti. La prima ha lo scopo di presentare di motivi che giustificano la lettura unitaria del libro dei Dodici. La seconda offre almeno un saggio di lettura esegetica tratto da ognuno dei singoli profeti minori. La terza approfondisce alcuni temi di carattere teologico, presenti in uno o più profeti, e riprende la questione più generale relativa alla forma del libro dei Profeti Minori.
L'antico libro biblico dei Proverbi si conclude con un poema dedicato al sorprendente ritratto di una donna eroica, perfetta, "di valore". Non sappiamo se si tratta di una figura reale, della destinataria di un elogio funebre o della personificazione della Sapienza. Il poema, infatti, non descrive il suo aspetto fisico, non esalta la sua bellezza, non menziona sentimenti d'amore, ma si concentra sull'attività delle sue mani, delle sue braccia, dei suoi fianchi, sulla saggezza delle sue valutazioni e delle sue decisioni. Contro l'idea di perfezione femminile celebrato nella poesia erotica diffusa nelle corti reali e negli harem del Vicino Oriente antico, il poema biblico del libro dei Proverbi glorifica una donna impegnata in normali affari famigliari e sociali che realizza con decisione anche ciò che, nel mondo antico, è normalmente di competenza dell'uomo.
Lo studio propone un'esplorazione all'interno della letteratura profetica, della quale si prendono in esame brani tratti dai profeti anteriori, o libri storici, e pericopi che provengono dai profeti posteriori; vengono inoltre offerti tre saggi di natura teologica. Non si tratta né di un testo di pura esegesi, né esclusivamente di teologia biblica, ma di un'elaborazione di entrambi i generi che risponde anche a un obiettivo di natura didattica: offrire agli studenti delle Facoltà Teologiche, dei Seminari, degli Istituti Superiori di Scienze Religiose, ma anche a chiunque fosse interessato ad approfondire la conoscenza della Bibbia, uno strumento di riflessione e di studio.
Abdia, Giona, Michea, tre libri profetici della Bibbia. Ogni testo è preceduto da un’introduzione e da una bibliografia, ed è presentato nell’originale ebraico e nella nuova traduzione italiana, con un ricco apparato di note filologiche e di commento. Completa l’opera un’appendice dedicata all’uso dei tre libri nella liturgia odierna.
Destinatari
Religiosi, gruppi di lettura biblica, biblioteche, semplici credenti.
Autore
Donatella Scaiola ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico.Attualmente, è professore straordinario nella Facoltà di Missiologia della Pontifica Università Urbaniana. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: “Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite”. Fenomeni di composizione appaiata nel Salterio Masoretico, Roma 2002; Rut, Giuditta, Ester, Padova 2006; “Servire il Signore”. Linee di una teologia biblica della missione nell’Antico Testamento, Roma 2008, Rut, Milano 2009. Collabora con numerose riviste di carattere biblico, teologico e pastorale.
Un libro per scoprire testi biblici spesso ignorati e per apprezzare la profezia non meno dirompente di quella tradizionale veicolata da donne, spesso anonime, violate, silenziose o costrette al silenzio. In testi generalmente ritenuti "minori" si annidano tesori nascosti e provocazioni ineludibili, spesso di sconcertante attualità. La tesi di fondo che attraversa il volume è che le storie raccontate, pur provenendo dal margine della letteratura biblica, svelino e denuncino dinamiche di potere e di oppressione nei confronti delle donne che vanno continuamente smascherate, purificate e trasformate. La lettura di questi testi può illuminare anche il nostro presente, favorendo un processo di rinnovamento e di conversione.
Questo libro propone tutti i centocinquanta Salmi, corredati da brevi e semplici commenti scritti con rigorosa scienza e vigile "sapienza". Una guida per chi desidera conoscere e comprendere i Salmi, vivere consapevolmente il quotidiano, intraprendere un cammino di preghiera personale o un pellegrinaggio itinerante perché nei Salmi non c'è un uomo eccezionale e straordinario con il quale Dio stipula un'alleanza eterna, bensì l'uomo, simile a tutti noi, che si rivolge al suo Dio nel momento del dolore, del lutto, della difficoltà, oppure dopo aver peccato, e che dal lamento giunge sempre a lodare Dio.
Davide è uno dei personaggi più importanti e citati della Bibbia. La sua storia si presta a numerose interpretazioni, alcune delle quali compaiono nel sottotitolo del volume. Il libro analizza la vicenda singolare di questa figura, prestando particolare attenzione alle relazioni che Davide di volta in volta intesse. L'obiettivo fondamentale della lettura qui proposta è di mostrare che ciascuno di noi si può rispecchiare in quest'uomo, amato e odiato, ambizioso e timorato di Dio, amico fedele e nemico implacabile.
I profeti dell'Antico Testamento sembrano tanto lontani da noi, invece essi parlano ancora oggi al credente. Oltre alle figure "classiche" (Isaia, Geremia, Ezechiele, Amos...), esistono tanti altri uomini e donne di Dio che la Scrittura descrive con tutta la loro umanità, talora anche problematica e ambigua, ma così vicina alla nostra. Attraverso le loro storie leggiamo, come in uno specchio, la nostra, ritroviamo temi attuali anche oggi, come quello del potere, siamo istruiti nell'arte difficile ma necessaria del discernimento. Il volume è dedicato ad alcuni di questi personaggi, ma tanti altri avrebbero potuto essere scelti. Il filo rosso che li accomuna è la marginalità, anzi, la possibile emarginazione. Tale condizione liminare diviene una risorsa, perché concede a questi personaggi di vedere la realtà in prospettiva, godendo di una visione migliore di quella di chi sta (o si pone) sempre al centro della scena.
Come individuare e definire le azioni simboliche dei profeti? Perché questi gesti, rari e occasionali nei profeti anteriori, si moltiplicano col passar del tempo e diventano centrali nei libri di Geremia e di Ezechiele? Che cosa dicono a noi, lettori del XXI secolo, questi gesti paradossali e talvolta sconcertanti (Isaia deve camminare nudo e scalzo per tre anni, Geremia non può sposarsi, Ezechiele mangia cibo cotto su sterco di animale, ecc.)? La parola del profeta diventa parte del suo corpo, la Parola di Dio si radica nella carne di un uomo e la trasforma, lo trasforma, per sempre.
Informazioni sull'autore
Donatella Scaiola, laica e sposata, è professore ordinario nella Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana e professore invitato nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e in altre istituzioni accademiche. Collabora con numerose riviste di carattere biblico, teologico e pastorale ed è direttore della rivista Parole di Vita.
Al centro della Scrittura c'è il dialogo d'amore tra Dio e il suo popolo e, più in generale, con ogni uomo, di cui il rapporto uomo-donna è figura privilegiata e metafora fondamentale. Da questa intuizione prende le mosse il volume, nel quale la dinamica sopra esposta viene descritta partendo dal centro, anche materiale, della Bibbia, che è il Cantico dei Cantici. A questo libro viene dedicata la prima parte del testo, mentre la seconda propone un certo numero di variazioni sul tema, spaziando dall'Antico al Nuovo Testamento.
Il libro di Rut pone ancora diverse domande, specialmente circa l’autore, l’epoca di scrittura, lo scopo, il genere letterario e la teologia proposta. Ma, nonostante le lunghe discussioni che sono state condotte fino a questo momento, ancora non hanno ricevuto una risposta.
Rut è un libro breve (ottantacinque versetti in tutto!), eppure è un testo di indubbio interesse. Intrigante può essere considerata già la sua duplice collocazione, rispettivamente fra i libri storici, nella tradizione cattolica, e fra i testi «sapienziali» in quella ebraica. Questo è dunque il primo interrogativo. Come leggere e interpretare questo rotolo? L’autrice propone una lettura del libro che valorizzi soprattutto il fenomeno dell’intertestualità, cioè il dialogo tra Rut e numerosi altri testi biblici.
Data la sua brevità, l’autrice ha potuto condurre un’indagine dettagliata del testo biblico, analizzandone la struttura e offrendone un’esegesi il più possibile approfondita. Nella terza parte vengono affrontate questioni di natura teologica e si propone una storia dell’interpretazione del rotolo, almeno nei suoi elementi fondamentali, come pure un’apertura verso la «storia degli effetti» che il libro ha generato e che ancora si sta costruendo. Senza dimenticare che Rut occupa un posto significativo all’interno del Nuovo Testamento, essendo una delle figure femminili citate da Matteo all’interno della genealogia di Gesù (Mt 1,5).
Scheda-o.c. Milano, 11 settembre 2009
il presente commentario, dopo avere affrontato questi e altri problemi analoghi, adotta come ipotesi di lettura che il libro sia tardivo e che si possa considerare una sorta di midrash, che riprende, rielabora e prende posizione nei
confronti di molti altri testi biblici precedenti.
Autrice
Donatella Scaiola, nata ad Abbiategrasso (MI) nel 1958, è laica e sposata. Ha conseguito il Baccellierato in Sacra Teologia a Milano, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, e poi ha proseguito gli studi a Roma presso il Pontificio Istituto Biblico, ottenendo prima la licenza e poi il dottorato in Scienze Bibliche.Attualmente, è professore straordinario nella Facoltà di Missiologia della Pontifica Università Urbaniana, dopo avere in precedenza collaborato con numerosi Istituti di Scienze Religiose, Seminari e Facoltà Teologiche. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: «Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite». Fenomeni di composizione appaiata nel Salterio Masoretico, Roma 2002; Rut, Giuditta, Ester, Padova 2006; «Servire il Signore». Linee di una teologia biblica della missione nell’Antico Testamento, Roma 2008. Collabora con numerose riviste di carattere biblico, teologico e pastorale.