
I testi di questo volume sono ripresi fedelmente dai vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni e dagli Atti degli Apostoli. I versetti sono immersi" nelle immagini belle e suggestive. "
Lo Spirito che ha mosso la vicenda degli uomini e delle donne di Israele e della prima comunità cristiana ed ha ispirato la redazione dei libri biblici è lo stesso Spirito che anima, consapevolmente o no, la vita di ogni discepolo. Essendo Parola di Dio in linguaggio umano la Sacra Scrittura va letta come parola dotata di un senso specifico ma non per questo esclusivo, compiuto ma non per questo necessariamente univoco, va letta come parola incarnata che spinge dentro la storia ma anche oltre la storia. La tradizione cristiana ha sempre riconosciuto oltre il senso letterale da leggere un senso spirituale da scorgere, desiderare e contemplare in una lettura adeguata del testo biblico, una lettura orante delle Scritture: una lectio divina. Gli apporti del movimento biblico e l'esegesi storica, la riforma conciliare del Vaticano II e il fiorire di diversi approcci e studi biblici hanno favorito un'ampia possibilità di accesso alle Scritture e al loro senso fondamentale a partire dal metodo storico-critico; tuttavia oggi si avverte il bisogno di una lettura delle Scritture che continui a "riscaldare" i cuori come nell'esperienza di Emmaus: «ardeva... in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture» (cfr. Lc 24,32). Chiedersi a che serva oggi il rilancio di un approccio orante alla lettura delle Scritture ha senso per l'ermeneuta della sacra pagina, per le comunità ma anche per chi si accosta al testo biblico presumendo di restarne un lettore "esterno".
Roma, seconda metà del I secolo d. C. Un anziano Vescovo narra alla sua comunità il suo incontro personale con Gesù, il crocifisso risorto. Quel Vescovo è Pietro, il pescatore di Galilea chiamato da Gesù a diventare "pescatore di uomini" (cf. Mc 1,14-20). Il suo segretario, Marco (At 12,12), autore del più antico dei Vangeli, conserva con cura la memoria di Pietro, il pescatore diventato pastore del gregge di Cristo.
Dopo la morte e risurrezione di Gesù, Pietro viene nuovamente chiamato dal risorto, questa volta a diventare pastore: "Mi ami? Pasci le mie pecorelle" (cf. Gu 21,15-22). Pescatore e Pastore, due chiamate che trasformano radicalmente la vita di Pietro: da mile pescatore di Galilea a pescatore di uomini e pastore del gregge che Cristo ha riscattato a prezzo del suo sangue.
Le origini, la vita da ebreo osservante, la conversione e la predicazione di San Paolo sono descritte in questo monologo teatrale con lo stile divertente che sempre caratterizza gli scritti di Giampiero Pizzol.
Con abile padronanza della lingua l’autore coinvolge il lettore con un testo che scorre sempre con grande equilibrio tra sottile ironia e significato più profondo di ogni episodio narrato così che al lettore, come allo spettatore della recita teatrale, sembra proprio di essere li presente di persona al centro dello svolgersi dei fatti, di fronte a San Paolo che parla.
Lo spettacolo è andato in scena in anteprima al Meeting di Rimini a fine agosto 2016 e sarà poi recitato in molte città italiane.
Tutto il racconto di Luca si muove attorno al tempio, luogo sacro per eccellenza, la cui centralità narrativa e letteraria apre il campo all'indagine teologica. Il tempio non può essere visto come dato geografico accidentale, ma la frequenza dei riferimenti, la collocazione da parte di Luca di episodi chiave nel sacro recinto, l'insistenza sulla sua permanenza anche nella vita della primitiva comunità cristiana sono elementi che richiamano l'attenzione sul significato di questa istituzione. Attraverso l'analisi narrativa dei brani interessati si cerca di apportare un contributo nello studio dell'evoluzione del tema del tempio e della sua funzione all'interno del terzo Vangelo.
"Il libro di don Pierluigi Plata è certamente un libro per tutti, credenti e non, interessati a capire meglio come il messaggio di Gesù abbia tenuto il regno animale in grande considerazione, tanto da trasformare questi ultimi in simboli ricchi di significati. Soprattutto è un interessante nuovo punto di vista per coloro che hanno utilizzato come alibi la poca attenzione della Chiesa al mondo naturale per 'usare' tutti gli animali a seconda delle proprie necessità. Personalmente, ritrovarmi a riflettere su alcuni passi del Vangelo, accompagnata per mano da don Pierluigi che accende la luce su alcuni soggetti animali per troppo tempo considerati comparse insignificanti, è stato anche motivo per ritornare sulla parola di Gesù e sui suoi insegnamenti, che ci ricordano sempre l'importanza del rispetto di tutto il creato." (Dalla Prefazione di Licia Colò)
Nei vangeli di Gesù racconta brevi storie chiamate "parabole", i cui temi sono tratti dalla vita ordinaria, da incontri casuali, dagli eventi più vari. Le racconta, come spesso si è detto, per fare la morale ai suoi interlocutori? No, perché Gesù non è né un saggio né un filosofo. Una sola cosa gli interessa: l'esistenza concreta di coloro che incontra e che desiderano crescere nella libertà, nella verità e nell'amore. Tutte quelle storie hanno lo scopo di liberare coloro che le ascoltano da false immagini di Dio e di condurli a una migliore comprensione del suo volto. Sparse nei vangeli, queste parabole sono state riunite e commentate da Jean-Marie Ploux costruendo un itinerario organizzato in alcune macro-articolazioni. L'autore conduce così il lettore sul cammino di quello che Gesù chiamava il «regno di Dio», all'incrocio con quello degli uomini, qualunque sia la loro diversità. Una riflessione stimolante sul messaggio inedito trasmesso da Gesù al mondo e sulla sua sconcertante attualità. Nelle pagine di Ploux le parabole, rivolgendosi all'intelligenza del cuore, tornano a infondere una sana inquietudine in noi interlocutori di oggi.
Tutti sanno che è sulla strada di Damasco che Paolo, un protagonista chiave del cristianesimo delle origini, si è imbattuto nel Cristo risorto. Ed è a partire da quel momento che la sua vita è cambiata. Ma Jean-Marie Ploux attira la nostra attenzione su un'altra "conversione", che ha operato un vero e proprio capovolgimento. Avviene dopo il fallimento cocente di Atene (il discorso dell'Areòpago), mentre l'apostolo si trova a Corinto. In quella città Paolo prende coscienza che ha fondamento della vita del discepolo c'è la croce di Cristo. È un autentico scandalo, che innesca la forza sovversiva del vangelo. Parte dal punto più basso, l'umiliazione e la debolezza del Figlio di Dio condannato a morte, ma apre una possibilità inedita alla nostra esistenza, che può assorbire e trasfigurare ogni fragilità, ogni piccolo o grande fallimento. Affiora una logica nuova - quella dell'incarnazione -, che trova nel mistero della Pasqua il suo culmine e il suo riferimento costante. Presentazione inedita di una figura decisiva delle origini cristiane: Paolo e le sue "due" conversioni
Quale idea avevano i discepoli di Gesù? Gli atti, i gesti, i miracoli che Gesù ha compiuto, che senso avevano per i seguaci di quel Maestro? I vangeli non sono libri nè di saggezza né di morale, ma essenzialmente racconti della vita e della morte di Gesù. Tuttavia questi libri, scritti da cristiani, sono affidabili? Raccontano davvero le azioni di Gesù, la sua vera storia? Pagina dopo pagina l'autore dimostra che la "religione" dei discepoli non li ha aiutati a comprendere il messaggio di Gesù e nemmeno la sua persona. Forse è proprio a partire dai nostri fraintendimenti che, come i discepoli, anche noi oggi abbiamo l'occasione di convertire la nostra comprensione di Dio, non a partire dalle nostre idee religiose ma dalla narrazione dell'umanità di Gesù.