
Il vangelo di Luca è senza dubbio il primo che dobbiamo leggere per scoprire con gioia Gesù, il Salvatore inviato da Dio a cercare e a salvare ciò che era perduto". Ma è anche quello più accessibile per cogliere il messaggio di Gesù come Buona Notizia di un Dio compassionevole, difensore dei poveri, che guarisce i malati ed è amico dei peccatori. " Questa opera, che racchiude alcuni dei molti commenti ai testi dei quattro vangeli pubblicati dall'autore, è redatta con la finalità di aiutare a entrare dalla via aperta da Gesù, centrando la nostra fede sulla sequela della sua persona. Un libro che nasce dalla volontà di recuperare la Buona Notizia di Gesù per gli uomini e le donne del nostro tempo.
E' un piccolo volume di divulgazione del messaggio cristiano, un libro che ci insegna la fede e l'appartenenza nostra a Dio come suoi Figli.
«Questo libro, dal significativo titolo The Village of Education / Il villaggio dell'educazione, curato da un giovane professore e sacerdote cattolico, Giovanni Emidio Palaia, si propone di rimettere al centro la domanda sull'uomo creatura di Dio, sulla fraternità umana e sulla sua relazione con la natura. [...] Mi è gradito vedere che più volte nel testo si fa puntuale riferimento non solo alla Sacra Scrittura, ai Testi Sacri, alla Patristica, alla Scolastica, all'arte di Michelangelo Buonarroti e al Magistero pontificio ma, in primo luogo, all'insegnamento del Poverello di Assisi, san Francesco, la cui santità, fondata sull'essere stato amico di Dio, fratello degli uomini e di "Madre Terra", unisce idealmente le tre religioni monoteiste, aprendoci - con la forza dell'umiltà - le porte del Mistero». (dalla Prefazione di Angelo Vincenzo Zani). Postfazione Khaled B. Akasheh.
Negli anni recenti e meno recenti, gli studi su Simon Pietro sono stati numerosissimi e si possono raccogliere attorno a tre centri d'interesse. Il primo è quello esegetico-dottrinale, riguardante il "ministero petrino". Le pericopi di Mc 8,27-30, Mt 16,13-20 e Lc 9,18-21.22,31-32 sono confrontate con il magistero, la tradizione, la storia, l'archeologia biblica ed extra-biblica. Il personaggio è messo preso in esame rispetto a deduzioni storico-teologiche, relative alla questione della successione apostolica. Il secondo è quello ecumenico: dopo essere stata lungamente oggetto di conflitti confessionali, la figura di Pietro è divenuta un tema su cui verificare le basi del dialogo teologico tra le Chiese cristiane. Infine la ricerca su Pietro è orientata verso analisi esegetico-teologiche, che lo studiano in merito al suo essere presente in una singola pericope, in insiemi di pericopi o in un determinato libro del Nuovo Testamento. La ricerca dell'autore intende verificare, con l'ausilio dell'analisi narrativa, come è caratterizzato il personaggio Simon Pietro negli Atti degli apostoli. È una verifica di come e quanto l'approccio esegetico narratologico permetta di capire un soggetto nel momento cruciale del suo essere vivo solo nel mondo del racconto.
Se nei Vangeli sinottici è Gesù che stimola gli interlocutori a prendere posizione circa la sua identità, e tutta la narrazione evangelica ruota intorno alla domanda: "Voi chi dite che io sia?", nel quarto Vangelo tale provocazione è ribaltata. Nella letteratura giovannea Gesù si racconta, narra di sé, quasi a indicare che il metodo di approccio alla verità che dona vita è lui, con il suo stile singolare e fuori dagli schemi, e la risposta a questi interrogativi è data dai discorsi su se stesso e culmina nelle autorivelazioni. In questo cambiamento di prospettiva consiste quella che si può definire la "rivoluzione copernicana" della cristologia giovannea: il passaggio da una cristologia su Gesù ad una cristologia di Gesù, da una cristologia dei titoli cristologia alla cristologia delle prerogative cristologiche.
Il dibattito suscitato nel corso degli ultimi decenni intorno alla visione antropologica di Paolo, lascia emergere alcune questioni di primaria importanza. In particolare, riguardo alla prospettiva di partenza, come pure in merito all'interpretazione della vita nuova in Cristo, con delle inevitabili ripercussioni anche sulla ricerca del fondamento ultimo delle esortazioni etiche dell'Apostolo. L'analisi esegetica di alcuni passi selezionati di Galati (2,14b-21; 3,1-5; 10-14; 26-29; 4,1-7; 5,1-6; 16-25), ha permesso di operare una valutazione critica delle posizioni emerse nel corso degli anni, facendo altresì emergere un tutta evidenza la natura Cristo-logica della visione antropologica di Paolo. Anzitutto riguardo al punto di partenza, laddove la prospettiva Cristo-gonica (che nasce, cioè, da Cristo) viene ulteriormente avvalorata con la definizione della dispositio retorica di Gal 3-4.Inoltre, l'approfondimento del rapporto salvifico tra il credente e Gesù in senso Cristo-morfico (per cui l'esistenza del battezzato viene "trasformata" in quella di Cristo), costituisce anche la base dell'etica cristiana. L'uomo "in Cristo" cammina, infatti, verso la progressiva realizzazione in se stesso della medesima vita di Gesù.
Il passaggio dall'uomo "animale" a quello "spirituale" in Cristo rappresenta il pilastro fondamentale su cui Paolo ha costruito il proprio pensiero antropologico. Questo volume, partendo dagli insegnamenti dell'Apostolo, si propone di descriverne le principali linee direttrici. Si rivolge innanzitutto agli studenti di teologia e può rappresentare un'agile sintesi per chi è già impegnato nella ricerca biblica. Ma è utile anche per quanti vogliono dedicarsi all'approfondimento di una tematica centrale per la fede cristiana.
Questo libro indaga la visione dell'uomo che emerge dagli scritti giovannei (il quarto vangelo, le lettere omonime, il libro dell'Apocalisse). Ne scaturisce un vero e proprio percorso antropologico, bene illustrato dall'espressione Camminare nella verità e completato dall'approfondimento, proposto in appendice, di alcuni temi scelti della letteratura sinottica. Il volume si pone così nell'ambito di un tentativo di sintesi dell'intera visione neotestamentaria dell'uomo nuovo in Cristo. Si rivolge in modo particolare agli studenti di teologia, ma guarda anche a quanti, a vario titolo, sono interessati alla conoscenza di una tematica centrale per la fede cristiana.
A seguito delle alterne vicende che portarono alla codificazione del canone ebraico delle Scritture, il Siracide, pur conosciuto e citato come testo sacro anche in ambiente giudaico, non fu incluso tra i testi canonici ebraici durante l'assemblea di Iamnia del 90 d.C. Le ragioni non ci sono note. Possiamo tuttavia supporre, a partire dalle caratteristiche del testo e del contesto storico che portarono a fissare il canone ebraico, che il Siracide conteneva alcuni elementi non favorevoli alla sua accettazione. Il prevalente interesse per il tema della sapienza, il significato attribuito al ruolo del sacerdozio e del sommo sacerdote nel mutato contesto storico e religioso della Palestina della fine del I secolo d.C., a seguito della caduta del tempio di Gerusalemme e della fine dell'istituzione sacerdotale, oltre alla diffusione del testo in ambiente cristiano ne determinarono un progressivo accantonamento in ambiente giudaico, fino a quando rabbi Aqiba intorno all'anno 100 d.C. ne vietò espressamente la lettura. In ambito cristiano il libro del Siracide fu considerato canonico nella Chiesa latina, mentre nella Chiesa orientale, a causa dell'influenza del canone ebraico, fu ritenuto extracanonico.
La lettura delle pagine marciane offerta in questo lavoro, elaborato con attenzione e che perciò richiede anche qualche fatica al lettore, suggerisce il modo in cui Marco racconta l'intreccio tra rivelazione del mistero trinitario, realizzazione del progetto di salvezza e nascita della comunità ecclesiale. Mentre il racconto della vicenda di Gesù si dipana fino al suo precederci in Galilea come Risorto (cf. Mc 16,7), viene precisato l'affresco che fa da sfondo a tutto il nostro cammino, in cui Uni-Trinità, salvezza e discepolato cristiano sono il riferimento profondo che raggiunge e può animare anche la nostra esistenza. Vivere la sequela di Gesù con la lucidità triadica’è il modo per lasciare trasparire, da parte nostra, l'amore del Dio Uni-Trino che ci circonda, dando così il necessario contributo umano al compiersi della salvezza a partire dal popolo messo in piedi dalla risurrezione di Gesù. Trinità, Salvezza e Chiesa sono davvero intrinsecamente legate, come sostiene il presente lavoro che si pone a servizio di una lettura più attenta del Vangelo secondo Marco e di una teologia più plenaria. (dalla Prefazione di Ermenegildo Manicardi).
La crisi: è l'opportunità esistenziale affrontata dalle dieci figure bibliche che l'hanno vissuta fino in fondo, una Parola di Dio che svela la nostra personalità e la nostra vocazione più profonda. Si tratta di una proposta formativa ad ampio respiro in cui la portata antropologica di alcuni personaggi dell'Antico Testamento (Caino, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Anna, Elia, ecc.) viene affiancata dal linguaggio della psicologia e dell'arte dell'accompagnamento multisetting, rendendo il testo biblico straordinariamente attuale.
Sebbene i nomi propri dei Magi non compaiano affatto nella pericope di Matteo 2,1-12, le tradizioni apocrife ne hanno fissati in particolare tre, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, che però non sono affatto né gli unici, né, in tale versione, i più antichi; così come il numero dei Magi non è mai indicato nel Vangelo, lo stesso dicasi per i loro nomi, che vanno da tre a dodici. Il presente saggio propone un'indagine preliminare sulla storia delle origini di tale complessa tradizione onomastica attestata in lingue e culture diverse, tra Oriente e Occidente, nel mondo Tardo Antico e Medievale, sulle tracce di intricati percorsi della spiritualità antica e della propaganda cristiana, che proprio grazie alla figura dei Magi evangelici poté elaborare un importante mezzo di dialogo e di promozione interculturale. Il testo è corredato di tavole sinottiche (a cura di A. Zubani) e di un'appendice sul testo osseto di Matteo 2,1-12 (P. Ognibene), nonché di due brevi saggi, uno sulla monetazione indo-partica dei Gondofaridi (A. Gariboldi), la cui storia risulta connessa alla figura di Gaspare, l'altro sull'immagine dei Magi evangelici nella ricezione cinese (J. Kotyk).