
Nel corso di varie indagini sui racconti di tradizione orale nelle campagne di Ungheria, Austria, Slovacchia, Romania e Paesi della ex Jugoslavia, due etnologhe hanno scoperto l'esistenza di una Bibbia di origine contadina. E hanno salvato dall'oblio centinaia di narrazioni che appartengono a una tradizione europea millenaria. Racconti lirici e magici, divertenti e osceni, ispirati alle vicende bibliche e alla storia del cristianesimo, restituiscono la struggente riflessione del mondo che li ha conservati e trasmessi oralmente durante le veglie. I grandi episodi e i personaggi della storia santa si intrecciano così alle narrazioni apocrife e leggendarie e alla saggezza popolare dei racconti e dei proverbi.
esce finalmente la grammatica di ebraico biblico del compianto p. Angelo lancellotti, a dodici anni dalla sua morte. Una grammatica elaborata nello spazio di 7 anni di insegnamento presso lo studium biblicum franciscanum di gerusalemme a pa e' una grammatica storica, interessata a mostrare la coerenza interna e la fedelta evolutiva della vocalizzazione ma
Le donne, che all’alba del primo giorno dopo il sabato si recano al sepolcro di Gesù, sono testimoni di un fatto straordinario: la tomba è vuota. Il sepolcro vuoto è solo il primo indizio: difficilmente i discepoli avrebbero potuto credere nella risurrezione del Cristo se egli non si fosse manifestato in loro presenza. È la sua carne, che reca ancora impressi i segni dei chiodi e della lancia, a palesare la dimensione corporea della risurrezione: egli non si è «reincarnato» in un corpo glorioso, ma è apparso ai suoi nella sua vera carne. Assumendo cibo davanti a loro, egli fuga ogni dubbio sulla sua corporeità. Le Scritture sono invocate dal Risorto a garanzia di ciò che è accaduto: l’evento della sua passione, morte e risurrezione porta a compimento le promesse pattuite da Dio con gli antichi padri d’Israele. I contributi raccolti in questo volume, frutto di un ciclo di conferenze organizzate dall’Arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni, rammentano il senso paradossale della risurrezione di Cristo, riproponendolo, attraverso la testimonianza delle Scritture, all’attenzione dei credenti dei giorni nostri, per i quali la croce, come simbolo della passione, sembra essere più eloquente della risurrezione.
Tra gli autori del Nuovo Testamento, Paolo è sicuramente colui che offre una riflessione più complessa e accurata della teologia della misericordia divina. La sua trattazione spazia dall'ambito personale, al motivo della salvezza d'Israele e delle genti, fino a toccare la dimensione etica della vita del credente e delle comunità cristiane.
Paolo è l'unico autore del Nuovo Testamento a utilizzare in maniera autoreferenziale le metafore paterna e materna per descrivere la profonda relazione che lo lega alle comunità da lui fondate. Il suo afflato materno si palesa nella cura con la quale egli nutre i suoi convertiti (1Ts 2,7-8) e nella disponibilità ad accettare la sofferenza, pur di generare i suoi figli spirituali alla fede (Gal 4,19). L'annunzio del vangelo fa di lui il padre nella fede (1Cor 4,15), sollecito nell'incoraggiarli, sostenerli e, se necessario, rimproverarli (1Ts 2,11-12) perché non si allontanino da Cristo.
Gli studi sul Vangelo di Luca sono un cantiere aperto, sempre più esteso. Questo commento esegetico recepisce le istanze dei più recenti contributi sul terzo vangelo, soprattutto in relazione alla sua collocazione all'interno del giudaismo del I secolo d.C. Sul piano metodologico, Landi opta per una feconda convergenza di approcci diacronici e sincronici, con lo scopo di evidenziare il contributo della redazione lucana nella stesura del vangelo - prima parte di un dittico, che include anche gli Atti degli apostoli - e di apprezzare l'arte narrativa dell'evangelista, capace d'imbastire una trama intrigante e un resoconto dettagliato di tutto ciò che riguarda Gesù il Cristo. Per Luca, Gesù è il Messia davidico atteso dal popolo di Israele e il Figlio di Dio che estende la sua salvezza a tutte le genti. Questo preciso messaggio dell'evangelista non può essere compreso senza considerare il contesto biblico-giudaico, all'interno del quale Luca si radica, e senza richiamare la cultura greco-romana, alla quale si rivolge per accreditare il movimento cristiano come religio licita. Anche in questa prospettiva il lavoro di Landi risulta illuminante. Luca non si limita a modificare o integrare il racconto di Marco. La sua impresa letteraria e teologica è più ambiziosa. Egli rende la propria esposizione ancora più attendibile, sotto il profilo storico, al fine di consolidare la fede dell'«illustre Teofilo» - e la nostra. Un commentario completo al Vangelo secondo Luca: dettagliato, documentato, aggiornato agli ultimi esiti della ricerca scientifica.
In un tempo segnato da un forte ripiegamento nell'individualismo, che coinvolge anche l'ambito della spiritualità, è opportuno riscoprire la rilevanza della dimensione comunitaria. D'altro canto, è nella preghiera che un'assemblea cristiana prende coscienza di essere popolo redento dal Signore Gesù Cristo e si sente spronata a edificarsi nell'unità. Questa duplice convinzione ha ispirato l'autore nella riflessione sui testi che Luca, autore del terzo vangelo e degli Atti degli apostoli, dedica alla preghiera. La memoria delle origini è un'opportunità preziosa non solo per ricordare in che modo la cristianità antica lodava, ringraziava, supplicava il Signore, ma soprattutto per evidenziare la centralità della preghiera nella vita della comunità e nella sua attività missionaria. Nella prospettiva lucana, essa non è un pio esercizio di devozione né un obbligo in ossequio alle prescrizioni della tradizione giudaica: è vita. Per questo i cristiani primitivi come quelli contemporanei non ne possono fare a meno, perché non possono fare a meno di vivere.
Espressioni come "chiesa in uscita" e per portare il vangelo alle periferie esistenziali possono suonare come moderne. Il volume mostra come fin dagli inizi gli apostoli abbiano vissuto il loro mandato avendo come orizzonte ultimo "i confini della terra", cioè anche i più lontani dal giudaismo. L'autore, attraverso l'analisi minuziosa e documentata, ma non pedante, dei testi, mostra come lo Spirito del Risorto sia l'anima della spinta missionaria. Due sono le figure esemplari: Pietro e Paolo. Ma dietro di loro si muove tutta la Chiesa. Si tratta di un testo con molti spunti di riflessione per la teologia biblica, la cristologia e l'ecclesiologia.
In quell’alba che annuncia la fine della notte, in quell’ora in cui «è ancora buio» (come annota l’evangelista Giovanni), esplode la gioia della Pasqua per Maria Maddalena, l’amica di Gesù, la prima persona a cui il Signore si mostra risorto.
La tradizione occidentale, in seguito, ha però mescolato e confuso le figure femminili che attorniavano Gesù. E così Maria Maddalena, erroneamente associata da Gregorio Magno la peccatrice (anonima), è stata immersa nella notte delle forze oscure di una corporeità che potrà sublimarsi solo nello slancio mistico e in una vita di penitenza.
Superando questa confusione grazie a un ritorno critico sulle fonti, il XX secolo ha ripulito a poco a poco l’immagine più autentica di Maria di Magdala. Oggi, mediate gli apporti di esegeti e teologi, ma anche per merito delle scienze umane e del nuovo sguardo che esse posano sulle donne, è ora di dare impulso a una nuova uscita dalla notte per la Maddalena, rinnovando il senso del celebre appellativo che le è riservato da secoli: “apostola degli apostoli”.
E, a partire da questa compagna di Gesù riconosciuta finalmente nella sua dignità, nella sua fedeltà, nella sua fede senza difetti, è possibile rivalutare da capo la luce che la sua figura riflette su tutte le donne nella chiesa di domani.
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«La Bibbia pullula di autori umani, di primi autori, di redattori successivi, di scrittori di lettere e di revisori. Sono testimoni di idee di Dio che hanno ancora molti eredi nel mondo moderno. I loro eventi e i loro racconti sono spesso falsi perché contraddittori o perché non corrispondono ai fatti che conosciamo da fonti esterne.» La Bibbia è un libro pieno di storie emozionanti, affascinanti, fonte di ispirazione. Ma quale è la verità storica e quale la finzione? In questo saggio che ha suscitato clamore in tutto il mondo, Robin Lane Fox analizza la Bibbia alla luce delle conoscenze storiche, letterarie e archeologiche, e svela cosa si nasconde nell'Antico e nel Nuovo Testamento: spiega per esempio perché la Genesi presenti due versioni, incompatibili tra loro, della Creazione, o perché i Vangeli raccontino gli stessi episodi, dalla nascita alla passione di Gesù, in modi così diversi. Il risultato è un libro rivelatorio e fondamentale per una lettura storica del testo sacro.