
Qualunque sia la datazione proposta per i primi scritti cristiani, anche i più antichi di essi sono stati preceduti da tradizioni orali in cui ci si imbatte di frequente persino nelle lettere e nei vangeli. Il volume ricostruisce il formarsi delle prime comunità focalizzando l'attenzione sulla fase iniziale e sulla molteplicità delle tradizioni cristologiche; in particolare, si sofferma sulla tradizione kerygmatica pasquale (annuncio del Risorto) e sulle tradizioni del Gesù prepasquale, delineando i vari gruppi della Chiesa primitiva, con le tendenze e le tensioni che esprimono.
Lo Spirito nella Scrittura e la paternità di Dio sono i temi dei testi raccolti in questo libro. Si tratta di riflessioni pronunciate dal biblista Vittorio Fusco nella cattedrale di Nardò e nella concattedrale di Gallipoli tra il 1997 e il 1998 in occasione dell'Avvento e della Quaresima. Una breve appendice spiega il significato di lectio divina nei suoi quattro momenti essenziali: lettura, meditazione, preghiera, contemplazione.
Il volume intende essere un ricordo dell'autore, a dieci anni dalla morte, e insieme costituisce un suo testamento. Esso infatti raccoglie gli incontri di lectio divina da lui tenuti tra il 1996 e il 1997, nei tempi liturgici di Avvento e di Quaresima.
«Si tratta di un testo di facile lettura e allo stesso tempo denso di contenuto esegetico e spirituale, che mons. Fusco aveva redatto durante la sua malattia. Sollecitato da numerosi sacerdoti e fedeli laici, egli aveva pensato a questa piccola opera proprio per il largo pubblico, aggiungendovi una presentazione e anche un'appendice dal titolo Che cos'è la lectio divina. Inoltre era stato già proposto dallo stesso mons. Fusco il titolo: La sete e la sorgente. Incontri di avviamento alla lectio divina» (dalla Presentazione).
Ogni scheda si apre con una preghiera; segue il testo biblico, l'interpretazione proposta dall'autore e, infine, una ulteriore preghiera. Il contributo conclusivo, che spiega che cos'è la lectio divina, risulta particolarmente chiaro ed efficace nella sua essenzialità.
Sommario
Presentazione (mons. D. Caliandro, vescovo di Nardò-Gallipoli). Introduzione. Lectio divina Avvento 1996: cattedrale di Gallipoli. I incontro: Is 40,1-31. II incontro: Is 54,1-17. III incontro: Is 55,1-13. Lectio divina Quaresima 1997: cattedrale di Nardò. I incontro: Fil 2,5-11. II incontro: Col 1,12-20. \III incontro: Ef 1,1-23. IV incontro: Gv 1,1-18 (prima parte). V incontro: Gv 1,1-18 (seconda parte). Appendice: Che cos'è la lectio divina. Pubblicazioni di Vittorio Fusco.
Note sull'autore
Vittorio Fusco (1939-1999) è nome noto a tutti i cultori di studi biblici, essendo egli stato direttore di Rivista Biblica, docente alla Facoltà teologica dell'Italia meridionale di Napoli-Posillipo, collaboratore di diverse riviste per il settore biblico, vescovo di Nardò-Gallipoli dal 1995. Fra le sue opere ricordiamo Le prime comunità cristiane. Tradizioni e tendenze nel cristianesimo delle origini (EDB, Bologna 1997); Povertà e sequela. La pericope sinottica della chiamata del ricco (Mc 10,17-31 parr.) (Paideia, Brescia 1991); Da Paolo a Luca. Studi su Luca - Atti (2 voll., Paideia, Brescia 2000-2003); Nascondimento e rivelazione. Studi sul Vangelo di Marco (Paideia, Brescia 2007). L'Associazione Biblica Italiana (ABI) gli ha dedicato un volume, a cura di E. Franco, Mysterium Regni ministerium Verbi (EDB, Bologna 2001).
Un itinerario biblico-spirituale che ruota intorno al verbo vedere. Il percorso prende avvio dall’espressione riportata nel brano delVangelo di Giovanni: “Vogliamo vedere Gesù” (12,20-24) e si sviluppa toccando figure evangeliche accomunate dall’incontro con Cristo: i Magi, Simeone, il cieco di Gerico, Zaccheo...
Il volume si sofferma sugli aspetti, umanissimi, che caratterizzano questo incontro: gioia, costanza, speranza ma anche dubbio e scoraggiamento. Accanto alla spiegazione dal sapore più propriamente biblico, l’Autore propone una riflessione di carattere personale e spirituale che aiuta il lettore a sentire attuale e concreto il messaggio.
Il testo si conclude con una riflessione sulla figura di Maria, donna del silenzio, donna dell’attesa, donna del Sabato santo.
punti forti
Autorevolezza e competenza dell’autore. Un linguaggio semplice e scorrevole. La sequela cristiana secondo una prospettiva biblica e psicologico-spirituale.
destinatari
Per catechisti, religiosi/e, aderenti a movimenti ecclesiali.
autore
Aurelio Fusi, sacerdote della congregazione di Don Orione, ha conseguito i gradi accademici in Teologia presso le Pontificie Università Lateranense e Gregoriana.Alla ricerca scientifica ha unito l’insegnamento presso l’Istituto Teologico della medesima famiglia. Mentre era parroco a Voghera ha insegnato al SIT, Scuola Interdiocesana di Teologia di Alessandria. È attualmente impegnato come segretario generale e procuratore della congregazione.
Una delle parabole fondamentali dell'umiltà cristiana viene commentata da un frate cappuccino, che sa dare alla sua lettura la connotazione delle piccole cose, di Madonna Povertà. L'esperienza dell'ascolto della Parola può così essere assimilata a quella di stare in una stanza buia, al chiuso, dove vediamo tutto nero, ma con questa differenza: nel momento in cui ci poniamo in ascolto accogliente e cordiale della Parola di Vita, qualche breccia si forma nella parete del nostro cuore e della nostra mente e comincia a entrare la luce, al principio solo da una piccola fessura. Il libro fa parte della Collana editoriale Perle che con ognuno dei suoi 12 volumetti ci parla di una parabola evangelica.
Dopo aver meditato ed indagato sulla meravigliosa figura di Pietro e sulla drammatica vicenda di Giuda, l'autore orienta i suoi lettori su Tommaso, uno dei Dodici, che ha vissuto sulla sua pelle il travaglio di credere senza vedere e la bellezza di cadere in ginocchio per professare la sua fede nel Risorto. Nonostante la sua semplicità Egli è richiamo figurativo di quella razionalità, che senza l'altra ala della fede, lascia l'uomo prigioniero della nebbiosa notte del proprio io. L'uomo che vuole bastare a se stesso, "che non ha bisogno di Dio che in Cristo ci tende la mano, si incammina su una via di fallimento" (papa Francesco). La sua incredulità, solo temporanea, di fronte all'annuncio della Resurrezione, è richiamata e a volte "abusata" da quanti vogliono vedere con gli occhi della fisicità e toccare con le mani quanto è oltre del mistero trascendente di Dio. In realtà Egli ha poi creduto, come scrive sant'Agostino, commentando questa scena evangelica: "Tommaso vedeva e toccava l'uomo ma confessava la sua fede in Dio, che non vedeva e né toccava. Ma quanto vedeva e toccava lo induceva a credere in ciò in cui sino ad allora aveva dubitato".
Filippo, completamente afferrato dallo Spirito Santo, non si arrende di fronte alle difficoltà e alle contrapposizioni, ma lasciandosi condurre dallo Spirito calca i sentieri che Dio prepara per Lui. Nato a Betsaida, nel 5 circa, morì a Ierapoli nell'80. Sempre indicato al quinto posto nell'elenco degli Apostoli dei Vangeli sinottici e negli Atti inizia la sua missione annunciando il messia a Natanaele (Bartolomeo). Alcuni greci grazie a lui riescono ad incontrare il Maestro di Nazaret; nutre forte in cuor suo il desiderio di vedere oltre, di saziare la sua fede con la visione di Dio. Ciò permetterà a Gesù di Rivelarsi nel suo essere Uno con il Padre.
Su Simone il Cananeo sono poche le notizie. Nei Vangeli e negli Atti appare solo il suo nome negli elenchi dei Dodici. Tante ipotesi sono state avanzate dai Padri e dagli studiosi sulla sua identità a partire dagli appellativi "cananeo" e "zelota". E se il legame di Gesù con gli zeloti è da escludere, Simone è l'unico apostolo a poter essere associato con una qualche attendibilità a loro. La tradizione sul suo martirio lo vuole per alcuni crocifisso o, secondo la tradizione ininterrotta, segato in due tra l'81 e il 96 d.C.