
Le parabole del Regno di Matteo sono inquadrate dall'autore nel contesto piu ampio del metodo di insegnamento usato da Gesu e poi analizzate sotto il profilo letterario, storico e catechetico.
Le parabole, pietre utili per costruire la comunita' del Regno di Dio. Le parabole possono essere definite come la buona notizia rivelata con immagini anziche' con concetti. Per questo in esse non ci sono discorsi, ma realta' concrete. Perche' la parabola porti frutto in chi l'ascolta non e' sufficiente la sua comprensione, occorre anche la sua accettazione. Infatti spesso, proprio coloro che comprendevano le parabole di Gesu' gli si rivoltavano contro, perche' quanto era stato detto era contro i loro interessi. L'atteggiamento ostile delle autorita' era dovuto al fatto che molte parabole erano come pietre scagliate contro l'onnipossente apparato di un'istituzione religiosa da sempre sorda e ostile all'azione del Dio con noi"... "
Alla vicenda del profeta Giona è dedicato un piccolo libro della Bibbia formato da appena quattro capitoli, in cui è narrata la parabola di un profeta che, contro la sua volontà, Dio manda a predicare la conversione agli abitanti di Ninive, città simbolo della potenza e della malvagità umana. La vicenda ha sempre suscitato interesse e attenzione per il profilo umano e spirituale del profeta e per la rivelazione di Dio, che si lascia impietosire rispetto al male minacciato. L’autore si accosta al libro di Giona in maniera originale, offrendo un commento spirituale, che si presta facilmente alla meditazione secondo il metodo della Lectio divina. Attraverso il riferimento ai testi del Nuovo Testamento, in particolare ad alcune parabole evangeliche, l’autore approfondisce e attualizza il messaggio del libro di Giona, facendone risaltare la grandezza dell’amore di Dio e l’universalità della sua salvezza.
I primi a farci conoscere i "genitori" di Gesù sono gli evangelisti Luca e Matteo. I loro testi meritano di essere letti con attenzione, quali documenti delle prime comunità cristiane. È ciò che fa l'autore di questo libro, ricostruendo il percorso di un "papà" e di una mamma speciali: da fidanzati a sposi, a genitori ed educatori... Il tutto, attingendo al ricco patrimonio di quanti, dai Padri della Chiesa ai nostri giorni, hanno continuato a esplorare i testi evangelici traendone sempre nuovi tesori.
L'opera riunisce i sette interventi che Paolo VI ha rivolto ai membri dell'Associazione Biblica Italiana tra il 1964 e il 1976, incontrandoli in occasione delle Settimane bibliche nazionali, che si svolgono ogni due anni a Roma. Dai discorsi affiora la preoccupazione del Pontefice di preservare la verità e la novità del dettato conciliare e il suo ripetuto richiamo alla fedeltà al Concilio. "L'affetto che Paolo VI manifesta agli studiosi della Scrittura è così un riflesso del suo amore per la Parola e della centralità che egli attribuiva al movimento biblico, da lui considerato in pima linea per il rinnovamento della Chiesa", nota il curatore Mazzinghi nella prefazione. Corredano il volume un inserto fotografico, una testimonianza di padre Giuseppe Danieli, già presidente dell'ABI, circa gli incontri di Paolo VI con l'Associazione, nata nel 1948, e un articolo di padre Maurice Gilbert, già rettore del Pontificio Istituto Biblico di Roma, scritto poco dopo la morte del Pontefice, nel quale sono ricordati alcuni suoi discorsi all'ABI.
Questo volume di Udo Schnelle è un’introduzione alla vita e al pensiero di Paolo, oltre che alle singole lettere considerate dalla prospettiva dell’occasione in cui vennero scritte, e approfondite per il loro pensiero in rapporto alle diverse fasi della concezione di vangelo che Paolo andò sviluppando. Intento dell’autore è di mostrare come la figura di Paolo sia tanto eterogenea quanto pronta ad adattarsi alle situazioni che si trova ad affrontare, e come questa capacità di adattamento consenta a Paolo di delineare nuovi universi di senso che vanno al di là della congiuntura che li ha dettati e che non si lasciano esaurire in classificazioni univoche e riduttive. Ne risulta un Paolo pensatore che non teme il paragone con i filosofi della sua epoca.

