
La ricerca contemporanea sul Gesù storico ha portato alla luce le insufficienze degli studi dei secoli trascorsi, riscoprendo aspetti essenziali della figura di Gesù, in particolare l'appartenenza di Gesù al mondo ebraico. Tre libri che in Italia hanno suscitato particolare interesse - "Gesù e il giudaismo" di E.P. Sanders, "Un ebreo marginale" di J.P. Meier e "La memoria di Gesù" di J.D.G. Dunn - conducono Giorgio Jossa a chiedersi se si è davanti a opere propriamente storiografiche o non piuttosto di teologia, e se quello che vi si delinea sia realmente il Gesù storico. In un'analisi puntuale e lineare l'autore fa emergere i lati discutibili dei maggiori esponenti della biblistica odierna e indica quali dovrebbero essere i requisiti imprescindibili di una ricerca su Gesù che miri a dirsi effettivamente storica.
Chi era Gesù, che cosa diceva e che cosa faceva
Dibattito tra un teologo liberale e uno più tradizionalista
I punti di disaccordo come riferimento per il dibattito sul Gesù storico
In questo libro, Markus Borg e N.T. Wright ci presentano un dialogo-dibattito a capitoli alternati in cui i due eminenti teologi - uno liberale e uno più tradizionalista - riflettono e si confrontano con franchezza e vivacitù a partire dalle rispettive, e spesso divergenti, visioni di Gesù.
Sostenuti dalla lunga amicizia, dalla fede condivisa e dallo studio rigoroso delle sue origini storiche, i due teologi esplicitano le proprie posizioni e si lasciano interrogare a fondo dalle tesi dell'altro, giungendo al cuore di molte questioni chiave del cristianesimo odierno.
Un dialogo in cui - alla ricerca di un terreno comune - entrambi stimolano nuove domande e fruttuose opportunità per l'attuale dibattito sul Gesù storico.
Uno strumento che permette a chiunque di conoscere Gesu nei suoi tratti essenziali. Molti danno per scontato che il Figlio di Dio, che si e fatto uomo, sia conosciuto. Purtroppo, pero, tante persone sono rimaste alle conoscenze acquisite nella loro infanzia. Il canonico Andreoli con quest'opera vuol fornire al lettore uno strumento che permetta a chiunque di conoscere Gesu nei suoi tratti essenziali. Quest'opera e una sorta di biografia spirituale, destinata a chi non si accontenta della conoscenza acquisita sul Signore Gesu ma vuole arrivare a contemplare il volto luminoso di Cristo.
Avvincente provocazione sulla possibilità che il cristianesimo abbia una parola da dire di fronte alle vicende «apocalittiche» di questi ultimi anni: pandemia da Covid-19, disastri e cambiamenti climatici, guerra in Europa... Analizzando i passi dei Vangeli dove Gesù preconizza la fine dei tempi, l'autore svela che il cristiano vive nell'attesa del Regno di Dio che egli è chiamato a scorgere dentro le vicende quotidiane della propria vita e della società in cui è immerso, rifuggendo letture catastrofiche della Bibbia e al contempo evitando letture spiritualizzanti che svuotano dall'interno il messaggio integrale della Scrittura.
Qual è la volontà di Dio? La domanda, che fa da titolo alla ricerca e che rende in forma diretta la frase interrogativa di Rm 12,2b ti, to. qe,lhma tou/ qeou, è tra quelle capaci di mettere immediatamente sulla stessa lunghezza d'onda categorie di persone anche molto lontane: dal pastore di una comunità cristiana che cerca di capire in che direzione è oggi chiamato a condurre il suo gregge, al giovane che si interroga sulle prospettive per il proprio futuro; dall'uomo di oggi che, di fronte alle nuove prospettive aperte dalla globalizzazione e dall'ingegneria genetica, si chiede fino a che punto sia lecito per l'uomo decidere sul futuro di altre persone, alla madre che ha visto morire improvvisamente il proprio figlio e si domanda perché. Lo studio, frutto di diversi anni di ricerca scientifica congiunta all'insegnamento, all'azione educativa e all'inserimento nel ministero pastorale, pur essendo focalizzato su un solo importante versetto della lettera ai Romani, realizza una lettura sincronica dell'intero scritto paolino con l'attenzione a tre questioni fondamentali: come comprendere le prospettive teologiche ed etiche della volontà di Dio? Quali possibilità di discernimento sono offerte all'uomo? In che senso la novità cristiana sperimentata dal credente costituisce qualche cosa di assolutamente originale anche in rapporto al suo concreto discernimento etico? Con un ampio capitolo di comparazione con il pensiero del filosofo stoico Epitteto.
L AUTORE, RICORRENDO ALLA TECNICA DEL RACCONTO, ESPONE COME SONO NATI I VANGELI, POI IN ALTRI CAPITOLI APPROFONDISCE L ARGOMENTO. L'autore, noto biblista, racc onta l'avventura di andronico , un cristiano dell'asia mino re nato nell'anno 58. J.l. Si cre gli da la parola perchi sia lui a introdurci nell'appas sionante mondo dei vangeli. Il ricorso ad un racconto per esporre l'attivita e il messagg io di gesu`venne in mente per la prima volta a marco, matteo e luca. A loro imitazione, il quadrante" ricorre al racconto perchi risulti facile e gradevole introdursi nel mondo dei vangeli, ma al racconto unisce capitoli destinati ad approfondire ciascuno degli evangelisti. Il primo volume, "la ricerca", ci mette in contatto con i primi tre vangeli (matteo, marco, luca), raccontando il loro processo di formazione e le loro principali caratteristiche. Andronico incontra matteo e luca, discute con loro, apprende dalla loro stessa bocca quali sono le motivazioni che li hanno spinti a scrivere un vangelo, quali sono gli aspetti particolari che intendono mettere in risalto, e quali le somiglianze e le differenze rispetto agli altri evangelisti. Perchi il lettore si faccia un idea personale di ogni vangelo, l autore utilizza metodi diversi. Nel caso di marco suggerisce una lettura continua fissando l attenzione sulla figura di gesu. Di matteo ha preferito selezionare la sezione del discorso della montagna, offrendo un breve commento. Presenta luca come un museo che si puo`visitare quadro dopo quadro, sala dopo sala. Oltre a questo primo contatto con i vangeli, mette in comparazione il modo distinto di presentare determinati episodi. Questo permette di comprendere che cos e`un vangelo e i principali problemi che la sua lettura pone ai cristiani del xxi secolne ai cristiani del xxi secolo. Non vengono copiati brani di vangelo perchi sicre presuppone che si abbia il testo dei vangeli a portata di mano ed h convinto che loro lettura porta piu`frutto che quella del commento. "
IL MONDO DI GESU: LA GEOGRAFIA, LA STORIA, I MOVIMENTI RELIGIOSI, IL POPOLO, LE ASPETTATIVE DEGLI EBREI E LA RISPOSTA DI GESU. Per conoscere veramente gesu`h importante conoscere le designazioni geografiche e le circostanze storiche della sua vita? Qualunque sia la risposta a questa domanda, essa offre a j.l. Sicre l'opportunita di i ntrodurre il lettore nel mondo di gesu, tema di questo volume. Iniziando dalle c ose piu`esterne, la geografia e la storia, egli si addentra in problemi sempre piu`interessanti: la vita di pieta (preghiere, celebrazione del sabato, feste annuali di pellegrinaggio, il tempio di gerusalemme), i gruppi religiosi (esseni, qumran, sadducei e farisei), il popolo (struttura della societa, la risposta di gesu`ai suoi contemporanei). No n e`necessario conoscere tutte queste questioni per vivere il vangelo. Ma aiutano a capire molti aspetti del messaggio di gesu. L'autore pone cosi`an che un problema: il contrasto fra conoscere il vangelo" e "vivere il vangelo. Tutte e due le cose sono importanti, ma l essenziale e`la seconda. Lo studio non deve rappresentare una facile scappatoia per eludere la questione piu`importante: mettere in praticala parola del signore. "
Ambiguo e contraddittorio almeno quanto scettico e disperato, Qohelet sembra scoraggiare ogni tentativo di commento, a maggior ragione tradizionale, soprattutto se volto alla ricerca di una precisa coerenza interna che ne difenda l'autorevolezza testuale. Il carattere provocatorio di questo libro biblico così spesso incompreso e svalutato nonché la sua saggezza non di rado iconoclasta sembrano piuttosto invitare allo scontro critico e all' opposizione, nel tentativo di arginarne gli elementi più problematici. Per William P. Brown, tuttavia, un commento fedele all'essenza di "Qohelet" deve porsi lungo una sottile linea di dialogo tra una spiegazione del testo che non debba necessariamente difenderlo e una critica che non lo rifiuti in toto, lasciando che esso diventi fonte di interrogativi che stimolano la riflessione esistenziale e teologica.
Nel puntuale confronto con i testi biblici e le letterature del Vicino Oriente Antico, si intende qui ricostruire il processo con cui Qohelet giunge a formulare il suo credo assai peculiare nel contesto della cosiddetta "letteratura sapienziale". È messa in evidenza la dialettica tra l'ordine che, secondo Qohelet, Dio dà inizialmente alla sua opera, e il disordine che il saggio percepisce "sotto il sole" e di cui ritiene in certa misura responsabile la divinità. L'antitesi è su due fronti: da una parte, l'uomo non riesce a decifrare l'opera di Dio nella sua globalità, dall'altra, Qohelet, privilegiando i dati esperienziali, non è in grado di riportare il disordine a quel piano superiore in cui i saggi tradizionali sapevano giustificarlo. L'aspetto supremo del disordine "sotto il sole" è costituito per lui dalla morte che, annullando ogni differenza tra i viventi, spedisce tutti a un identico destino. Invischiato nella contraddizione tra ordine asserito e disordine percepito, Qohelet riesce a trovare una via d'uscita originale: impossibilitato a comprenderne l'opera, l'uomo ha con un Dio lontano da lui una relazione reverenziale e un po' guardinga. Tuttavia, nei momenti in cui Dio gli dona quelle gioie quotidiane che fanno emergere il gusto e il senso della vita, il rapporto con Lui si colora di gratitudine e offre all'uomo indispensabili approdi di senso nel mare dell'assurdo in cui naviga.
La titolatura classica del libro di Qohelet è Ecclesiaste. La sua fisionomia letteraria è molto complessa a causa di diversi problemi fra di loro collegati: il genere letterario o i generi, lo stile, la lingua e il suo uso, le fonti, la struttura. Nel libro ci sono vari generi letterari utilizzati dall'autore per particolari finalità. Il problema sta nella difficoltà a individuare un solo genere che possa riferirsi all'intera opera e che sia meno ampio e più specifico del genere sapienziale. La lettura attenta del testo qoheletiano mostra un timbro indelebile e un marchio netto e riconoscibile impresso nelle molteplici caratteristiche stilistiche, caratteristiche che la presente traduzione è stata attenta a rendere in lingua italiana. Questa edizione presenta un'ampia introduzione, il testo antico a fronte, la nuova versione italiana, le note filologiche e il commento teologico al libro.
«Non è la prima volta che Valentino Salvoldi si inoltra nelle pagine bibliche, spesso scegliendo quelle più "provocatorie". Qohélet-Ecclesìaste lo è, per certi versi in modo estremo e supremo, e percorrerlo esegeticamente e teologicamente è piuttosto arduo. Don Valentino ha scelto di proporre una guida di lettura tematica ricorrendo a una sorta di trittico. Nella prima tavola irrompe il vocabolo-vessillo di Qohélet, hebel/habel, "vanità"; nella seconda si incrociano dialetticamente questa "vanità" radicale con la "grazia" divina assoluta e, infine, nel terzo quadro s'intrecciano eternità e tempo, pienezza e caducità, perfezione e fragilità effimera. Il dettato è limpido, coinvolgente, appassionato e non ha bisogno di tracce che ne guidino la lettura o di analisi esplicative.» (Gianfranco Ravasi).