
Descrizione dell'opera
Dei due libri di Samuele il volume propone:
- il testo ebraico: testo masoretico della Biblia Hebraica Stuttgartensia che riporta il Codex Leningradensis B19A(L), datato circa 1008;
- la traduzione interlineare: eseguita a calco, cerca di privilegiare il più possibile gli aspetti morfologico-sintattici del testo ebraico, anche a scapito, in alcuni casi, della semantica. Va letta da destra a sinistra seguendo la direzione dell'ebraico. Conia diversi neologismi che intendono rendere meglio il senso originario;
- il testo della Bibbia CEI a piè di pagina con a margine i passi paralleli.
Non si tratta di una 'traduzione', ma di un 'aiuto alla traduzione': un utile strumento di facilitazione e sostegno per affrontare le difficoltà dell'ebraico e introdursi nel testo biblico in lingua originale.
Sommario
Indicazioni generali. Primo libro di Samuele. Secondo libro di Samuele.
Note sul curatore
ROBERTO REGGI (1974) è laureato in filosofia con una tesi sul mito e la sua interpretazione, baccelliere in sacra teologia, licenziato in teologia dell'evangelizzazione. Con le EDB ha pubblicato: I «fratelli» di Gesù. Considerazioni filologiche, ermeneutiche, storiche, statistiche sulla verginità perpetua di Maria (2010) e le traduzioni interlineari in italiano di Esodo (2001 22007), Genesi (2003 32007), Salmi (2004 ²2007), Profeti minori (2005 22010), Isaia (2005 22009), Megillot. Rut, Cantico dei cantici, Qoèlet, Lamentazioni, Ester (2006 22008), Giosuè Giudici (2007), Deuteronomio (2008), Geremia (2008), Proverbi Giobbe (2009), Daniele (2009), Ezechiele (2009), Levitico (2010) e Numeri (2010).
La storia di Samuele, come è riferita con finezza nel racconto biblico, mette in piena luce i risultati disastrosi dell'esercizio abusivo del potere, sia per colui che ne abusa senza vederlo, sia per le persone che ne sono più direttamente vittime. Il racconto biblico che lo riguarda pone la questione dell'articolazione tra potere istituito e autorità carismatica.
Il Cardinal Martini vede in Samuele l'emblema del profeta «di transizione», chiamato a una difficile missione in un tempo di decadenza nazionale, civile e religiosa. Di qui la sua attualità. Di qui, anche, l'insistere su alcuni aspetti della complessa figura del profeta che spesso rischiano di passare in sordina. Samuele non è solo il profeta, ma è anche l'intercessore, partecipe di una dimensione di preghiera che impegna e trasfigura. E di intercessori, oggi, c'è davvero bisogno. Martini si chiede: esistono oggi nella Chiesa veri intercessori, o «ci sono soltanto persone che pensano di essere profeti, che sono esperti in programmi pastorali, che hanno sempre soluzioni pronte, ciascuna naturalmente diversa da quella dell'altro, che si battono per ideologie diverse?». La profezia di Samuele diventa allora modello per un impegno testimoniale che non deve mancare nella Chiesa di oggi. Viene qui messa a confronto con la "profezia" di Maria e di san Paolo per convergere, soprattutto, verso il termine perfetto, ultimo e definitivo: quello di Cristo sulla croce.
I libri di Samuele si aprono con un’appendice sulla fine del periodo dei giudici, con Samuele stesso, e descrivono poi, a partire dalla instaurazione della monarchia, le vicende del primo re, Saul, l’ascesa di David e la sua elezione fino ai suoi ultimi atti, ma non alla sua morte. Si tratta pertanto di un’opera all’interno della quale il ruolo centrale è svolto da tre grandi personaggi: Samuele, Saul e David; essa tuttavia è al contempo storia dell’intero popolo di Israele e dei suoi rapporti con Dio e le altre nazioni. Si hanno quindi anche notizie sull’organizzazione dello stato monarchico nascente e le sue guerre, i racconti sull’arca dell’alleanza e sulle lotte di successione, vicende romanzesche, episodi di seduzione, profezie, inni e salmi.
La figura di san Francesco evoca la povertà e la penitenza, ma già durante la vita del santo di Assisi emergono, all'interno del movimento francescano, esigenze intellettuali che non sono affatto incompatibili con una profonda spiritualità. La rilassatezza di una parte del clero e la proliferazione delle correnti eretiche impongono, infatti, una predicazione adeguata ai tempi e in grado di tener conto dell’insegnamento e della cultura. Nell'ordine fanno il loro ingresso maestri istruiti, a cominciare da Antonio da Padova, Bonaventura, Pietro di Giovanni Olivi e Nicola di Lyra, figure rappresentative dell’esegesi francescana del XIII secolo, caratterizzata da una spiritualità che va di pari passo con un approccio rigoroso e scientifico al dato biblico.
"Scrivere su san Giuseppe significa da un lato attingere alla fonte del vangelo, dall'altro tenere perlomeno conto di ciò che attraverso la storia è sorto e si è riflettuto su di lui. Di primo acchito si può dire che il vangelo è molto parco nel parlare di san Giuseppe, non facendogli peraltro dire alcuna parola. E nessun riferimento se ne fa negli altri scritti del Nuovo Testamento. Se tuttavia è vero che il racconto evangelico gli dedica poche pagine, non è dalla scarsità delle informazioni che ne deriva necessariamente una minore rilevanza. Le cose essenziali possono dirsi, infatti, con brevi parole. Il fine di queste meditazioni è così poter riscoprire san Giuseppe a partire dal testo sacro. In fondo la sua missione, unica nella storia, è quella di chi ha accolto la custodia della santa Famiglia conducendola sulle strade spesso impervie e faticose della sua esistenza, e offrendole un umile servizio." (dalla Introduzione)
È vero, su Giuseppe, artigiano di Nazareth, i Vangeli non ci offrono molte informazioni. Ma ci dicono l'essenziale: che fu un uomo giusto, che fu lo sposo di Maria, che fece da padre a Gesù, dai contemporanei ritenuto suo figlio a tutti gli effetti. Proprio la considerazione dei lunghi anni da lui vissuti con Maria e con Gesù, nella partecipazione alla vita di una famiglia umanamente ricchissima per la qualità delle persone che la componevano, permette all'autore di delineare con efficacia e profondità la fisionomia di san Giuseppe. Un uomo capace di integrare nel suo progetto di vita la dimensione del dialogo con il Mistero; di accogliere il compito della paternità esercitandolo in modo inatteso e inedito, eppure verissimo; di accettare la verginità come sfida ad una intensità ancora più totalizzante per il suo amore sponsale nei confronti di Maria e del suo amore paterno nei confronti di Gesù. Ne risulta un quadro lontano da ogni fantasioso sentimentalismo, che fa di Giuseppe una figura nella quale è utile a ciascuno di noi rispecchiarsi, per ritrovare il desiderio di una solida e reale umanità.
Due generazioni a confronto su Giuseppe di Nazareth: l'uomo, il padre, lo sposo. Il Patrono della chiesa universale, in questo anno che il pontefice ha voluto a lui dedicare, è anche molto altro in realtà. Vorrebbe comprenderlo un giovane come Giuseppe, che con la penna e il microfono ha sempre interrogato la fede negli aspetti più silenziosi. In queste pagine sarà un pastore a rispondere, un arcivescovo che non avrebbe bisogno di dar voce ad un santo così popolare, se non fosse per riflettere su altre sfaccettature della paternità, in San Giuseppe come in ogni genitore, di oggi e di domani. Mons. Seccia risponde dunque alle provocazioni, ai pensieri, agli interrogativi del giovane conduttore, ma con gli occhi di un padre di anime, dentro e fuori la Chiesa.
San Paolo è stato un pensatore rivoluzionario e dalla filosofia politica del Novecento è stato interpretato come il maestro del rifiuto della legge e dell'ordinamento presente, con tutte le sue ipocrisie. È stato cioè letto attraverso lo spirito gnostico di Marcione, che nel II secolo si richiamava a san Paolo per contrapporre un Dio del presente malvagio, creatore di questo mondo ingiusto e oppressivo, a un Dio del futuro buono e redento. Secondo Luca Bagetto, al contrario, san Paolo si oppone fortemente allo gnosticismo. Nella sua visione il Messia, che pure interrompe la legge, la dispiega in modo più profondo e più autentico di quanto non faccia la garanzia dell'ordine. In corrispondenza dell'annuncio messianico della vita nuova è fondamentale il tema dell'Esodo, simbolo dell'uscita da una situazione oppressiva. Esiste un parallelo tra l'epoca ellenistica e la globalizzazione, che in comune hanno la ricerca di un riparo dalla legge astratta e oppressiva. Bagetto propone una nuova traduzione della Seconda lettera ai Tessalonicesi, centrale per l'individuazione dell'Anticristo e per la definizione del rapporto del cristianesimo con l'ebraismo, e dimostra che san Paolo traccia una nuova strada non moralista per concepire anche oggi il rapporto tra la fede e il potere politico.