
"Un elemento di originalità che caratterizza il volume è certamente il rimando non soltanto ad esegeti e autori moderni, na anche - e abbondante, oltre che ben selezionato - ai Padri della Chiesa, in Oriente e in Occidente. Si avverte il respiro dei due polmoni della Chiesa, secondo un'espressione adoperata da Giovanni Paolo II" S. E. Card. Marcello Semeraro
Alla fine del 1949 Luigi Santucci si rivolse all'amico don Primo per coinvolgerlo nel progetto di presentare la figura di Gesù tenendo conto delle esigenze del pubblico colto coevo. Mazzolari accettò, ma consegnò uno scritto allora ritenuto non soddisfacente. Il testo fu sepolto nei cassetti, finché fu pubblicato postumo nel 1969. Il libro merita oggi di essere ripreso, per i tanti spunti, originali e tipicamente mazzolariani, che contiene nella rilettura di alcuni dei più famosi miracoli compiuti dal Figlio di Dio.
Dalla storia alla presentazione dei principi teologici ed ermeneutici del Lezionario, fino a giungere alla metodologia per la lettura dei brani biblici nella liturgia.
Sebbene i nomi propri dei Magi non compaiano affatto nella pericope di Matteo 2,1-12, le tradizioni apocrife ne hanno fissati in particolare tre, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, che però non sono affatto né gli unici, né, in tale versione, i più antichi; così come il numero dei Magi non è mai indicato nel Vangelo, lo stesso dicasi per i loro nomi, che vanno da tre a dodici. Il presente saggio propone un'indagine preliminare sulla storia delle origini di tale complessa tradizione onomastica attestata in lingue e culture diverse, tra Oriente e Occidente, nel mondo Tardo Antico e Medievale, sulle tracce di intricati percorsi della spiritualità antica e della propaganda cristiana, che proprio grazie alla figura dei Magi evangelici poté elaborare un importante mezzo di dialogo e di promozione interculturale. Il testo è corredato di tavole sinottiche (a cura di A. Zubani) e di un'appendice sul testo osseto di Matteo 2,1-12 (P. Ognibene), nonché di due brevi saggi, uno sulla monetazione indo-partica dei Gondofaridi (A. Gariboldi), la cui storia risulta connessa alla figura di Gaspare, l'altro sull'immagine dei Magi evangelici nella ricezione cinese (J. Kotyk).
I racconti della Bibbia non sono nati, in primo luogo, per informare sul passato, né per elaborare una teologia sistematica. Il loro obiettivo era anzitutto trasmettere esperienze vitali. "Quei racconti non contengono verità, ma piuttosto indicazioni su strade da percorrere, le strade che hanno condotto il popolo di Israele a scoprire la sua identità, che gli hanno permesso di uscire da vicoli ciechi e superare le grandi crisi della sua storia. I racconti biblici rispondono quindi a domande sull'identità e sull'esistenza. Essi vogliono trasmettere alle generazioni future i tesori più preziosi del passato, quelli da cui dipende l'esistenza di un popolo" (dalla Prefazione). Se è vero che i racconti biblici sono usati ogni giorno per illustrare verità o confermare la validità di insegnamenti, si tratta tuttavia di un'utilizzazione dei racconti, non della loro interpretazione. Quest'ultima prende sul serio tutti gli ingredienti che entrano nella composizione del racconto e il loro legame, e presta attenzione anzitutto ai dettagli. Nel proporre un manuale sulla narrazione nella Bibbia, l'autore intende fornire una "cassetta degli attrezzi" e non analisi bell'e fatte. Il significato di un racconto è infatti inseparabile dall'esperienza della lettura.
Il discorso biblico sulla paternità evidenzia la complessità del tema e gli interrogativi che solleva. Partendo dalle grandi figure bibliche e dalle loro vicende umane, questo testo ne mette a fuoco i tratti essenziali e percorre le principali tappe della vita di un padre: dare un nome, circoncidere i maschi, educare, lasciar andare. Allo stesso tempo, esplora le insidie in cui egli può cadere: assenza, violenza, comportamenti che rendono difficili i rapporti fra generazioni. I figli fanno parte di una discendenza e da questa appartenenza alla famiglia ricavano un'eredità, che insieme è peso e grazia. Per questa ragione, ubbidire al precetto che richiama ad onorare il padre può apparire a volte un'impresa delicata.
Il libro tratta di numeri, ma numeri "speciali”e “significativi" quelli contenuti nella Bibbia. Si entra nel testo biblico attraverso una via non comune, diversa dalle solite, per approfondire il suo Messaggio e scoprirne la grande ricchezza. Si potrà avere l'impressione di scorrere una miscellanea di temi assai diversi, ma il filo conduttore sono i numeri stessi, che nella Bibbia assumono moltissimi significati e sfaccettature di senso, permettendo molteplici approcci e interpretazioni. Apparirà chiaro quanto siano importanti, ma anche quanto sia delicato il loro studio e facile l'esagerazione o la manipolazione. La Bibbia non è un manuale per rispondere alle domande sui misteri del creato o predire il futuro, ma un mezzo privilegiato per cogliere il senso profondo della esistenza umana. Questo importante dato di fatto deve essere tenuto ben presente nell'avvicinarsi ai testi biblici e nell'interpretarne i numeri espressi, simboli pregnanti di significati e potenti trasmettitori delle verità ivi contenute. Possiamo parlare di salvezza e redenzione, male e peccato attraverso i numeri? Chissà
Un gioco per conoscere i numeri contenuti nella Bibbia. Un gioco perfetto per il tempo libero in famiglia, durante le ore di catechismo o durante le attività dell’oratorio.
Lo scopo del gioco è arrivare alla fine del percorso accumulando più carte BENEDIZIONE possibile; non vince quindi chi arriva per primo alla meta.
Quattro percorsi biblici diversi: Abramo (GENESI), Mosè (ESODO), Pietro (VANGELO) e Maria (APOCALISSE), per arrivare a Gesù, la meta della vita cristiana, su un tabellone puzzle da comporre prima di cominciare a giocare.
La scatola contiene anche tre tipi diversi di carte: DOMANDA sui numeri nella Bibbia, SFIDA contenenti piccole operazioni divertenti, BENEDIZIONE con vantaggi che aiutano ad arrivare alla fine del precorso. Vince chi alla fine ha raccolto il maggior numero di carte benedizione.
Fra i discepoli di Gesù si trovavano membri di ambienti radicali antiromani? Quale fu la posizione di Gesù nei confronti dei gruppi religiosi del suo tempo? Subì l'influenza della teologia degli esseni, che a Qumran conducevano una vita di tipo conventuale? La risposta a queste domande presuppone la conoscenza dei partiti religiosi ebrei dei tempi neotestamentari. Lo studio di Kurt Schubert tratta la storia anteriore di questi partiti, illustrandone la nascita e il significato, e mostrando come dal movimento degli asidei, che si opponevano all'ellenizzazione del mondo ebraico, sorsero i farisei e gli esseni.
DESCRIZIONE
Quando nel pregare i salmi apriamo il cuore a Dio, ecco che ci raggiunge la sua luce attraverso la quale possiamo cogliere il senso pieno di quello che ci accade: facciamo allora esperienza che i nostri passi sono da Lui contati, le nostre lacrime da Lui raccolte, le nostre vicende scritte nel libro della vita. Questo volume, in continuità con i precedenti sul Salterio, offre la possibilità di accedere al senso del testo biblico e di conoscere meglio se stessi entrando nella trama di relazioni di cui è intessuta la storia della salvezza.
AUTORI
Nello Dell’Agli presbitero della Chiesa di Ragusa, vive nella “Fraternità di Nazaret”. Psicoterapeuta e dottore in teologia, è docente presso la facoltà teologica di Sicilia. Ha pubblicato con Cittadella Editrice per la stessa collana insieme con Elena Bosetti Un Dio che prima sposa e poi fidanza (20174) e L’altra metà della Chiesa (20162) e insieme con Cristina Caracciolo di Forino Guariscimi Dio (20192) e Nel rotolo del libro di me è scritto (20192). Pasquale Giordano sacerdote della diocesi di Matera-Irsina dal 2000, ha conseguito la licenza in Sacra Scrittura presso il PIB di Roma nel 2004 e ha seguito il corso di Pastoral Counseling presso l’Istituto Paideia a Roma. Attualmente è parroco, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano e docente di Sacra Scrittura. È autore di articoli di carattere biblico apparsi su riviste accademiche e miscellanee.
«Negli ultimi anni si registra un numero sempre maggiore di contributi che mettono in risalto i riferimenti sponsali insiti nel Quarto Vangelo e nell’Apocalisse. Quello che mancava era un’analisi approfondita che sondasse l’eco di queste allusioni anche nelle Lettere di Giovanni, un’eco che già si percepiva, ma senza la possibilità di coglierne la portata e la continuità con gli altri scritti giovannei. Daniele La Pera ha avuto l’ardire e la bravura di portare a termine questo lavoro, un lavoro per tanti versi atteso, che richiedeva di combinare la conoscenza della tematica presa in esame con una profonda familiarità e dimestichezza coi testi originali. Il lettore viene come preso per mano e accompagnato passo dopo passo in un percorso che mostra come la figura di Cristo sposo che scandisce sin dall’inizio la narrazione del Quarto Vangelo trovi sì il suo compimento nello scenario nuziale dell’Apocalisse, ma con il respiro e la freschezza ecclesiale caratteristici delle Lettere». (dalla Prefazione di Luca Pedroli)
Daniele La Pera, sacerdote religioso dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, nel 2017 ha conseguito, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano, la Licenza in Teologia nell’indirizzo di Studi biblici e nel 2020 il Dottorato, di cui questo testo costituisce la pubblicazione. Attualmente collabora con l’Istituto Teologico Sant’Antonio Dottore di Padova.