
«Il mondo intero non è degno del giorno in cui il Cantico dei cantici fu donato a Israele». Rabbi Achivà commentava così l'eccezionalità di un poema difficilmente situabile, che oggi appartiene non solo al canone biblico ma alla letteratura universale. Poema erotico-pastorale che celebra l'amore umano? Dialogo d'amore tra Dio e il suo popolo? Colloquio intimo tra il Signore e ciascun essere umano? Chi sono l'amante e l'amata che fremono, palpitano e si toccano, e poi si rincorrono, si cercano, si perdono e si ritrovano? Verso dopo verso, sondando i segreti delle parole ebraiche originali, Teresa Forcades ci invita a un'apertura ermeneutica audace e arrischiata. Mentre ci restituisce il contesto storico e scandaglia le diverse traduzioni e le infinite letture offerte nel corso dei secoli, l'autrice commenta il testo in un'analisi tanto rigorosa quanto appassionata, e coglie nella ricerca d'amore che il Cantico mette in scena una sensibilità specificamente femminile, un nuovo posto per la donna e l'assoluta centralità del corpo e del desiderio, tanto umano quanto divino.
Sebbene tutto il mondo cristiano si fondasse sulla Sacra Scrittura come verità rivelata, non sempre analogo fu il modo di rapportarsi ad essa. Questo volume si propone di rappresentare in modo quanto più possibile inclusivo le relazioni con la Bibbia di donne diverse per area geografica, estrazione sociale e livello culturale. Il tema del rapporto fra la Bibbia e le donne può declinarsi in vario modo: prescrizioni bibliche sulle donne e per le donne; le donne bibliche come soggetto di azioni o oggetto di discorsi spesso esemplari; infine donne che scrivono richiamandosi alla Bibbia come autorità morale e/o come fonte narrativa che include anche gli apocrifi. I saggi qui raccolti cercano di rappresentare tutte queste modalità, rivolgendo speciale attenzione anche al ruolo svolto dalle immagini: 'raccontare' la Bibbia, trasmettere insegnamenti teologici, consentire l'instaurarsi di rapporti devozionali non necessariamente mediati dalla voce dei predicatori o dalla lettura dei testi.
L'autore, mentre cammina con un gruppo di pellegrini, colleziona pensieri, informazioni storiche e bibliche, preghiere e racconti in un diario che diventa anche un pellegrinaggio del cuore e dello spirito interiore nella vita di tutti i giorni. Il viaggio nello spazio e nel tempo a sua volta si fa persona. Il "Sesto Vangelo" non è un reperto archeologico ma il "testo" che ogni persona scrive nella propria vita, illuminata dal Vangelo di Gesù. È anche il filo rosso che attraversa le pagine di questo viaggio nella Terra del Santo, sui luoghi che hanno conosciuto il passaggio del Messia.
In questo libro l'autore analizza la posizione degli scrittori del II e III secolo cristiano che hanno fatto una lettura mirata di Gal 4, 4-5 privilegiando il lessema "nato da donna" rispetto al "nato sotto la legge".
I frammenti esegetici pubblicati sono stati trasmessi anonimi in un codice della Biblioteca Ambrosiana di Milano, l'Ambrosianus I 101sup, proveniente da Bobbio, codice particolarmente prezioso per la storia del cristianesimo perché tramanda anche il cosiddetto Frammento Muratoriano. Essi contengono una interpretazione di alcune porzioni di testo del Vangelo secondo Matteo e precisamente: parte della pericope escatologica (Mt 24,20-42), letta in una prospettiva moderatamente millenarista, di stampo spirituale; la parabola del regno dei cieli paragonato al lievito (Mt 13,33); una argomentazione relativa all'apostolo Pietro incentrata sull'uso della spada che egli fece al momento della cattura di Gesù e sul suo successivo rinnegamento del Maestro (Mt 26,51-53.72-75). I frammenti fanno dunque emergere l'interesse dell'autore per gli ultimi tempi: lo sguardo rivolto alla parusia del Signore sollecita l'agire dell'uomo nell'oggi della storia, di fronte alle diverse circostanze che lo interpellano (rapporto con il potere politico, con le osservanze religiose, con le esigenze derivanti dall'adesione a Cristo). Il contesto storico e dottrinale che traspare dall'opera consente di ambientarla nella seconda metà del IV secolo. Essa manifesta significative corrispondenze con i Commentari paolini e le Quaestiones Veteris et Novi Testamenti dell'Ambrosiaster, tali da indurre a ritenere che sia uscita dalla sua mano.
Esegesi ermeneutica e usi della Scrittura nel primo secolo francescano, dall'ascolto semplice e illetterato" di frate Francesco agi imponenti commentari di Nicolo di Lira. "
Sulla parentela degli enigmatici "fratelli" di Gesù - Giuseppe-Ioses, Giuda e Simone - e delle anonime e ancora più oscure "sorelle" è stato scritto tutto e il contrario di tutto, in particolare dall'inizio del '900. Il temine semita per "fratello" è ampiamente polisemico e i dati reperibili dalle fonti storiche sono in definitiva pochi e sporadici, lasciando così campo libero a una pletora d'interpretazioni più o meno verosimili sulla effettiva parentela col Maestro. Lo studio si propone di fare il punto della questione, tentando di riassumere le diverse argomentazioni a favore o contro circa i molteplici punti controversi.
Nel perseguire il proprio obiettivo l'autore fa ampiamente ricorso a schemi, statistiche, rappresentazioni grafiche e alberi genealogici, nonché a modelli forniti dalle scienze umane sociologiche. L'applicazione di questi ultimi e della statistica al "vissuto sociale" dei personaggi neotestamentari, inclusi i "fratelli", pur auspicato dalla Pontificia Commissione Biblica nel documento L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa (1983), è però un campo ancora poco battuto, verosimilmente perché richiede la sinergia di competenze che procedono comunemente per sentieri distinti. In questo senso lo studio offre risultati di sicuro interesse.
Sommario
Prefazione (E. Manicardi). Introduzione. I. "Fratello" e affini nella Bibbia. II. Nomi, epiteti e relazioni. III. "Fratelli" di Ges√π e omonimi nelle fonti storiche. IV. Punti controversi. V. Clopa-Cleopa e Alfeo. VI. L'altra Maria. VII. Tre fratelli apostoli. VIII. Interpretazioni tradizionali. IX. Altre interpretazioni. X. Analisi statistica. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
ROBERTO REGGI (1974) è laureato in filosofia con una tesi sul mito e la sua interpretazione, baccelliere in sacra teologia, licenziato in teologia dell'evangelizzazione. Con le EDB ha pubblicato le traduzioni interlineari in italiano di Esodo (2001 22007), Genesi (2003 32007), Salmi (2004 ²2007), Profeti minori (2005), Isaia (2005 22009), Megillot. Rut, Cantico dei cantici, Qoèlet, Lamentazioni, Ester (2006 ²2008), Giosuè Giudici (2007), Deuteronomio (2008), Geremia (2008), Proverbi Giobbe (2009), Daniele (2009), Ezechiele (2009), Levitico (2010) e Numeri (2010).
Il dramma della fraternità emerge nei racconti dell'Antico Testamento, dove il legame di sangue non è garanzia di relazioni sane. Le narrazioni bibliche illustrano come le relazioni fraterne siano spesso complicate e conflittuali, contrariamente all'ideale del Salmo 133, che celebra la dolcezza della vita fraterna. Storie di personaggi come Caino e Abele, Isacco e Ismaele, Giacobbe ed Esaù e altri mostrano il cammino tortuoso della fraternità, ricco di tensioni e sofferenze. La sfida che questo volume lancia ai lettori è riconoscere nel prossimo un fratello e, come Giacobbe, scoprire il volto di Dio nell'altro, poiché la fraternità si basa non sul legame di sangue, ma sulla comune filiazione a un Padre misericordioso.