
Il tema della riconciliazione con Dio e fra gli uomini attraversa la Bibbia dalla prima all’ultima pagina e ne costituisce in molti casi il motivo centrale. La Bibbia non nasconde la ferita della colpa, ma indica le vie attraverso le quali gli uomini possono liberarsi dal peso del peccato. Vale quindi la pena considerare attentamente ciò che essa ha da dire in materia di espiazione e riconciliazione, tanto più che immutato nel cuore dell’uomo resta l’ardente desiderio della riconciliazione. Di ciò parla il volume, consentendo di cogliere come i testi biblici abbiano ancora oggi molto da dirci al riguardo.
Il testo costituisce la terza uscita di una collana che espone che cosa dicono l’Antico e il Nuovo Testamento sui temi fondamentali della fede. Ogni tema è presentato da due autori: uno per l’Antico e uno per il Nuovo Testamento, che poi, in un dialogo conclusivo, discutono come le idee centrali dell’AT vengono filtrate, assunte o modificate nel NT. Il lettore può così percepire la tensione e l’unità esistente tra i due Testamenti.
Ecco il piano completo dell’opera: 1. C. Dohmen - T. Söding, Il Dio uno; 2. K. Koenen - R. Kühschelm, La fine dei tempi (2001); 3. J. Schreiner - R. Kampling, Il prossimo lo straniero il nemico (2002); 4. G. Vanoni - B. Heininger, Il regno di Dio; 5. H.-J. Fabry - K. Scholtissek, Il Messia; 6. C. Brüning - K. Kertelge, Il problema del male; 7. G. Fischer- K. Backhaus, Peccato e riconciliazione (2002); 8. G. Steins - M. Theobald, La creazione; 9. I. Müllner - P. Dschulnigg, Feste ebraiche e feste cristiane; 10. U. Berges - R. Hoppe, Povero e ricco; 11. C. Frevel - O. Wischmeyer, L’uomo; 12. F.-L. Hossfeld - K. Berger, Lo Spirito di Dio; 13. P. Deselaers - C.-P. März, Morte e risurrezione.
Note sugli autori
Georg Fischer sj (1954) è membro della Compagnia di Gesù dal 1972. È professore di Antico Testamento alla Facoltà teologica dell’Università di Innsbruck.
Knut Backhaus (1960) è professore di esegesi del Nuovo Testamento alla Facoltà teologica di Paderborn.
la scoperta archeologica della porta degli esseni" in gerusalemme vicino al cenacolo fa supporre che alcuni esseni possano avere abbracciato il cristianesimo. " SONO PASSATI OLTRE CINQUANT'A NNI DA QUANDO SI E`DIFFUSA IN UN BALENO NEL MONDO LA NOTIZIA CHE SULLE RIVE DEL MAR MORTO ERANO STATI SCOPERTI MANOSCRITTI EBRAICI DI EPOCA BIBLICA. SI RESE SUBITO CHIARO CHE NE SAREBBE DERIVATA UNA NUOVA LUCE SU GESU`E SUL CRISTIANESIMO. AGOSTINO BEA, FUTURO CARDINALE, EBBE A SOSTENERE L'OPINIONE SECONDO CUI A QUMRA N CI IMBATTIAMO IN UNA CORRENTE DEL GIUDAISMO CHE ERA PARTICOLARMENTE VICINA AGLI INIZI DEL CRISTIANESIMO. MO LTI STUDIOSI SOSTENGONO L'OPI NIONE CHE DOPO LA CATASTROFE DEL 70 D.C MOLTI ESSENI AVREBBERO ADERITO ALLE COMUNITA CRISTIANE. MA CI SI PUO`CHIEDERE SE A TALI CONVERSIONI NON SI SIA ARRIVATI GIA MOLTO TEMPO PRIMA. RECENTEMENTE SUL MONTE SION A GERUSALEMME E`STATA RISCOPERTA QUELLA PORTA CHE LO STORICO EBREO GIUSEPPE FLAVIO CHIAMA PORTA DEGLI ESSENI". QUESTO FATTO HA RAFFORZATO L OPINIONE SECONDO CUI QUESTA PORTA CONDUCEVA AD UN QUARTIERE DELLA CITTA VECCHIA IN CUI ESISTEVA UNA COMUNITA ESSENICA. INOLTRE, NON LONTANO DALLA PORTA DEGLI ESSENI SI TROVA IL CENACOLO, PRIMO CENTRO DELLA PRIMITIVA COMUNITA CRISTIANA. LA RICERCA PRESENTATA IN QUESTO VOLUME INTENDE APPROFONDIRE LE QUESTIONI CIRCA LA SEDE DI QUESTI DUE GRUPPI DI GIUDEI E SULLE LORO POSSIBILI RELAZIONI RECIPROCHE. VENGONO ESAMINATI GLI ARGOMENTI ARCHEOLOGICI E STORICI CHE SI POSSONO ADDURRE PER PROVARE L OPINIONE DI UN CONTATTO TRA ESSENI E GIUDEO-CRISTIANI NEL FORMARSI DELLA PRIMA COMUNITA CRISTIANA DI GERUSALEMME. "
Introduzione agli Esseni, ebrei vissuti agli albori dell'era cristiana, alla luce dei manoscritti del Mar Morto.
Contesto storico, struttura letteraria e insegnamenti teologici dell'ultimo libro storico
L'evoluzione personale di un'affascinante figura biblica
Il libro di Ester e il canone
Come vivere un'esistenza da credenti in un mondo ateo? Come bilanciare con equilibrio piaceri e doveri? Come affrontare con fiducia le avversità?
Con le sue molteplici traversie, la storia della regina Ester offre utili spunti di riflessione e possibili risposte a domande come queste.
I quattro libri biblici trattati non sono solo racconti antichi su Dio, ma anche racconti su di noi.
Il libro racconta le vicende di Ester, una bella e giovane ebrea che diventa regina di Persia. Grazie alla sua saggezza, riuscirà a salvare il popolo giudaico, minacciato dal terribile decreto di sterminio che il potente Haman aveva promulgato per vendicarsi di un affronto subito da Mordokay, padre adottivo della regina. Il lieto fine della storia vede i Giudei trionfare sui loro nemici. Per celebrare lo scampato pericolo, Ester e Mordokay (Mardocheo/Mordechai), nominato gran visir al posto del giustiziato Haman, istituiscono la festa di Purìm.
Un libro per sperare ancora, ostinatamente, anche quando temiamo che tutto sia perso. Un libro per apprezzare la nostra bellezza e la sua forza di seduzione. Per credere ai semi di bellezza che un Dio provvidente ha seminato nella nostra storia.
Dalla quarta di copertina:
La regina Ester seduce Assuero, sì. Ma Ester viene a sua volta sedotta. È sedotta dal bene, da quel bene che le è dato di intravedere nella preghiera. Così Dio la può introdurre in un progetto provvidenziale: «Magari tu sei diventata regina proprio per una circostanza come questa…».
Un libro per assaporare la Parola a poco a poco, gustandone la dolcezza fino in fondo, per farla diventare nostra preghiera e nostra riflessione. Un libro per sperare ancora, ostinatamente, anche quando crediamo che ormai tutto sia perso e nubi pesanti, cariche di pioggia, oscurano il cielo. Un libro per apprezzare la nostra bellezza e la sua forza di seduzione. Per credere ai semi di bellezza che Dio ha seminato nella nostra storia e che noi non abbiamo soffocato. Sì, perché c’è una nuova bellezza tutta da scoprire!
Il testo ebraico del libro di Ester ha spesso provocato un certo sconcerto fra i suoi lettori, perché si presenta privo di espliciti riferimenti religiosi. In esso, infatti, non ricorre mai la parola «Dio». Questa carenza, però, era stata rimediata dalla versione greca dei Settanta, che con le sue sei aggiunte ha reso il racconto di Ester un racconto «edificante», cui ricorre tre volte il riferimento a Dio.
Ma il testo ebraico va preso e valorizzato per quello che è: un libro drammatico, in cui alla fase del panico e dell’afflizione segue quella finale del rasserenamento e della festa con un’allegria popolare e travolgente (la festa dei Purim). Infatti, ogni anno, in occasione dei Purim si legge nella sinagoga il Rotolo di Ester, il cui racconto fornisce ormai l’eziologia della festa (per il carattere popolare e buffonesco, che comporta pure il travestimento delle persone con le maschere, la festa dei Purim somiglia al nostro carnevale).
In questo piccolo libro biblico, di soli dieci capitoli, si rivela l’abilità letteraria dell’autore, che pre- senta il suo racconto in uno stile ritmato e festante con il quale vuole incantare il suo pubblico. In questo caso, la traduzione letterale del testo aiuta a riprodurre meglio gli espedienti linguistici del suo stile un po’ artificiale, che comunque si presta a rappresentare l’incanto del mondo immaginario dello scrittore, per meglio cogliere i valori che lui vuole suggerire.
Destinatari
Biblisti. Docenti del Pontificio Istituto Biblico e docenti di Sacra Scrittura facoltà teologi- che e negli Istituti di scienze religiose. Non- ché cultori della Sacra Scrittura.
Autore
Antonino Minissale, sacerdote dal 1957, ha studiato esegesi biblica, in particolare dell’Antico Testamento, all’Università Gregoriana, al Pontificio Istituto Biblico di Roma e all’Università ebraica di Gerusalemme. In Germania ha frequentato la facoltà di Teologia evangelica di Göttingen e di Heidelberg e di Teologia cattolica di Münster.A Oxford ha partecipato a diversi corsi d’aggiornamento biblico a stretto contatto con biblisti anglicani, mentre a Washington ha studiato al seminario metodista. Docente alla facoltà teologica di Sicilia, ha insegnato esegesi dal 1962 nel corso teologico del seminario di Catania e poi Antico Testamento e lingua ebraica nello Studio Teologico S. Paolo, nell’Istituto superiore di scienze religiose S. Luca e nel corso teologico S. Euplio per la formazione ai ministeri e al diaconato.Autore di importanti e numerosi lavori scientifici, si è dedicato in particolare allo studio del libro del Siracide, sul quale ha fatto la tesi di dottorato; ha curato, inoltre, traduzioni di opere esegetiche dal tedesco e dall’ebraico moderno, frutto della sua esperienza di studioso aperto, ancor prima del concilio Vaticano Il, al dialogo ecumenico e interreligioso. È stato assistente ecclesiastico regionale del Movimento ecclesiale d’impegno culturale e cappellano-confessore dell’Istituto Leonardo daVinci.
Il libro di Ester, proposto nella recente (2008) traduzione curata dalla Conferenza Episcopale Italiana, è qui corredato di un duplice commento. Il primo è quello tecnico di Giulio Michelini, che studia l’opera, giunta a noi in una duplice versione ebraica e greca, nei suoi complessi problemi testuali e la inquadra dal punto di vista esegetico con linguaggio piano e accessibile. Il secondo è il commento proposto dai coniugi Gillini-Zattoni che, nella loro qualità di consulenti familiari, fondano l’analisi sulla loro conoscenza dei problemi di coppia. Facendo ricorso a testimonianze di persone in difficoltà e favorendo con opportuni accorgimenti l’attualizzazione dell’antica storia, Gillini e Zattoni colgono nel libro veterotestamentario molteplici risonanze ancor oggi valide. La vicenda dell’ebrea Ester che umanizza il suo dispotico marito e signore, il re persiano Assuero, e con ardimento gli strappa la salvezza della sua gente, ha in serbo molti insegnamenti sull’amore coniugale, sulla funzione del corpo come strumento di dialogo e della bellezza fisica come linguaggio dell’anima, sulla presenza sollecita di Dio che valorizza le grazie dei deboli, modera l’alterigia dei potenti e sconfigge la protervia dei malvagi.
DesTinaTaRi
Studiosi, religiosi, coppie.
Autori Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini sono docenti all’istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia e nominati come esperti nella Consulta Nazionale della Famiglia della CEI. Sono autori di numerose pubblicazioni su tematiche psicopedagogiche tra le quali ricordiamo: Il grande libro dei genitori, A pranzo da mamma, Genitori nella tempesta, La famiglia nel giardino delle Scritture (Cinisello Balsamo 2004, 2005, 2006, 2008) e, con lo psicoterapeuta Matteo Selvini, autori di L’aiuto alla famiglia. Guida per gli operatori volontari (Cinisello Balsamo 2007); hanno inoltre redatto la voce “Famiglia” per il Dizionario di ecclesiologia (Roma 2010). Giulio Michelini, frate minore, insegna Nuovo Testamento all’Istituto Teologico di Assisi. Ha studiato alla Facoltà di Lingue dell’Università di Perugia (dove ha lavorato sulla traduzione verso il gotico del Vangelo secondo Matteo), alla Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito il dottorato in Teologia biblica, e al Bat Kol Institute di Gerusalemme. È autore di diversi articoli scientifici e – insieme ai coniugi Gillini e Zattoni – di due commenti biblici destinati alle coppie: La lotta tra il demone e l’angelo (Cinisello Balsamo 2007); Rut. La straniera coraggiosa (Cinisello Balsamo 2009, con un contributo di Massimo Cacciari).
Punti forti
Testo greco ed ebraico a fronte.
La vicenda viene illustrata in funzione dei suoi insegnamenti, validi ancora oggi.
Il frutto del melograno si caratterizza per i suoi numerosi chicchi e se ne può apprezzare appieno il gusto solo se mangiati insieme. Per la sua conformazione esso ha colpito la fantasia umana e subito si è trasformato in un potente simbolo di pluralità e ricchezza ermeneutica per culture e religioni. Alla sua carica evocativa si ispira la presente serie di volumi che si articolano secondo una struttura costante: dopo aver inquadrato il personaggio in una dimensione teologica, si fornisce una descrizione generale del modo in cui esso è stato recepito nella letteratura esegetica ebraica e in quella cristiana, e si offre un'antologia commentata di testi scelti per la loro bellezza e la loro dimensione dialogica. La serie ha un duplice scopo: da un lato quello di offrire un'idea della ricchezza ermeneutica delle due tradizioni interpretative, mostrandone aspetti poco noti ma suggestivi; dall'altro far comprendere come tra di esse vi sia stato un lungo e fecondo rapporto osmotico più che una precoce e netta divisione.

